blog | Di Lamberto Cesari
07/04/2013 - 17:56
Finalmente Nacra 17!
Nacra 17 in partenza (Photo@Jesús Renedo)
Dopo questo inverno che ci ha fatto vivere lati diversi dello sport della vela, tra imprese solitarie attraverso gli oceani, catamarani futuristici che volano a velocità impensabili fino a poco fa, giovani velisti che si sfidano a colpi di flessioni e ali rigide, ci eravamo un po’ scordati della vela olimpica. Complice anche l’inebriamento dai Giochi di Londra, per un po’ ci siamo divertiti a parlare di altro. Ma è stata la World Cup di Palma a riportarci “back to business”, nel profondo della vera vela, quella fatta di lacrime e sudore, planate, schizzi e ingaggi tirati tra le boe.
Ed a guardare bene, sono tante le piccole rivoluzioni con le quali l’ISAF sta ridisegnando uno sport sul quale pesa lo spettro dell’uscita dai Giochi Olimpici, soprattutto dopo la scadenza del mandato di Jacques Rogge (ex medaglia in Finn) ai vertici del CIO. Ma cosa si è visto a Palma, in uno scenario incredibile di onde e vento che ha esaltato la bellezza di questo sport?
Si è vista una vela più giovane e più femmina: fuori March Race e Star, dentro 49er FX e Nacra 17. Età media delle nuove classi drasticamente (e finalmente!) abbassata, e quote rosa aumentate. Non ne abbiano le vecchie glorie con gli armadi già pieni di medaglie. Si è visto un gran lavoro di comunicazione tra video, immagini, Twitter, Facebook che permettevano al pubblico da casa di vivere le regate quasi in diretta. Mancava solo il live-tracking (una soluzione ancora costosa, ma a breve anche questo potrebbe cambiare). Si sono viste sperimentazioni nel sistema dei punteggi, che possono piacere o no ma dimostrano una positiva volontà di cambiamento.
E ovviamente il ritorno in scena dei catamarani, con non poca soddisfazione di tutto il mondo a due scafi. I Nacra 17 stanno piacendo e convincendo, e il numero di talenti presenti ne conferma il fascino: tanti ex olimpionici dal Match Race al 49er e superstar come Iker Martinez, non ancora completamente a suo agio con derive curve e il secondo scafo. Questa barca si sta dimostrando una evoluzione del catsailing come siamo stati abituati fino al Tornado o ai F18: le derive curve causano reazioni completamente diverse, e anche la tecnica ne subisce le conseguenze. Spesso per controllare la spinta dei foil al lasco anche il timoniere esce al trapezio, aumentando la difficoltà di conduzione e manovre.
Ed è proprio per questo che a Palma sono emersi i team che meglio hanno lavorato durante questo inverno: Olanda, Francia e Gran Bretagna (nell’ordine) su tutti. Avere una federazione ben organizzata alle spalle ed equipaggi con esperienza olimpica mista a catamarano ha permesso loro di sfruttare le sinergie di squadra e conquistare sette dei dieci posti nelle Medal Races. La linea di partenza dell’ultimo giorno era completata dal team Svedese e dagli italiani Bissaro-Sicouri che si sono allenati insieme a Marina di Grosseto durante questo inverno e dagli americani Newberry-Casey vincitori della tappa d’esordio di Miami.
Interessane notare come l’esperienza della classe Formula 18 sia fondamentale in questo inizio di campagna sui Nacra 17 (ed è una ulteriore dimostrazione di come nello scorso quadriennio il livello sia cresciuto particolarmente in quella classe): nove equipaggi su dieci vedono velisti provenienti dai vertici delle classifiche mondiali F18. Se poi si aggiunge una timoniera-prodiera con esperienza olimpica, sembra esserci connubio vincente: Mandy Mulder (prima a Palma) è stata argento a Pechino 2008 nell’Yngling, mentre Pippa Wilson (ottava a Palma) aveva vinto l’oro nella stessa classe; Renee Groeneveld Marie Riou, Lucy McGregor (rispettivamente seconda, quarta, quinta a Palma) erano tutte a Londra 2012 nel Match Race (finendo 8°, 6°, 7°).
Altra variabile estremamente interessante è la divisione dei ruoli tra timoniere e prodiere. Dopo un campionato corso in condizioni medio-forti sono arrivate in Medal sei timoniere femmine (di cui l’oro e argento finali) e quattro maschi: una situazione abbastanza equilibrata da cui non si possono trarre troppe conclusioni. L’Olanda ha mostrato di volere sono femmine al timone, mentre Gran Bretagna e Francia sono divise. Sicuramente un uomo a prua ha dei vantaggi in termini di tenuta fisica soprattutto sul finale dei campionati, ma in questa prima prova alcune ragazze si sono battute alla pari con colleghi maschi. Dall’altra parte, spesso si è visto nel mondo dei catamarani –come su tutte le altre barche a vela- timonieri esperti fare la differenza per istinto e sensibilità. E quindi rimane buffo vedere Tom Phipps (uno dei timonieri più talentuosi che ci siano in circolazione secondo chi scrive) con il gennaker in mano.
Ma questa è la vela olimpica, e questo è il Nacra 17. Che ha avuto il grande merito di “spazzare via” una generazione di tornadisti che fino a cinque anni fa difendeva il suo status grazie all’esperienza in una classe con altissime barriere all’ingresso. Ora le porte sono aperte, il gioco è nelle mani dei giovani e anche il ruolo del timoniere (finalmente) è diventato atletico! La strada per Rio comunque è ancora lunga, molti equipaggi non sono ancora scesi in acqua e tanti campioni come Iker Martinez impiegheranno poco tempo a recuperare il gap.
Come ha detto Gunnar Larsen (CEO di Nacra Sailing International) ieri sera "We all can be pretty proud on catsailing".
Ed a guardare bene, sono tante le piccole rivoluzioni con le quali l’ISAF sta ridisegnando uno sport sul quale pesa lo spettro dell’uscita dai Giochi Olimpici, soprattutto dopo la scadenza del mandato di Jacques Rogge (ex medaglia in Finn) ai vertici del CIO. Ma cosa si è visto a Palma, in uno scenario incredibile di onde e vento che ha esaltato la bellezza di questo sport?
Si è vista una vela più giovane e più femmina: fuori March Race e Star, dentro 49er FX e Nacra 17. Età media delle nuove classi drasticamente (e finalmente!) abbassata, e quote rosa aumentate. Non ne abbiano le vecchie glorie con gli armadi già pieni di medaglie. Si è visto un gran lavoro di comunicazione tra video, immagini, Twitter, Facebook che permettevano al pubblico da casa di vivere le regate quasi in diretta. Mancava solo il live-tracking (una soluzione ancora costosa, ma a breve anche questo potrebbe cambiare). Si sono viste sperimentazioni nel sistema dei punteggi, che possono piacere o no ma dimostrano una positiva volontà di cambiamento.
E ovviamente il ritorno in scena dei catamarani, con non poca soddisfazione di tutto il mondo a due scafi. I Nacra 17 stanno piacendo e convincendo, e il numero di talenti presenti ne conferma il fascino: tanti ex olimpionici dal Match Race al 49er e superstar come Iker Martinez, non ancora completamente a suo agio con derive curve e il secondo scafo. Questa barca si sta dimostrando una evoluzione del catsailing come siamo stati abituati fino al Tornado o ai F18: le derive curve causano reazioni completamente diverse, e anche la tecnica ne subisce le conseguenze. Spesso per controllare la spinta dei foil al lasco anche il timoniere esce al trapezio, aumentando la difficoltà di conduzione e manovre.
Ed è proprio per questo che a Palma sono emersi i team che meglio hanno lavorato durante questo inverno: Olanda, Francia e Gran Bretagna (nell’ordine) su tutti. Avere una federazione ben organizzata alle spalle ed equipaggi con esperienza olimpica mista a catamarano ha permesso loro di sfruttare le sinergie di squadra e conquistare sette dei dieci posti nelle Medal Races. La linea di partenza dell’ultimo giorno era completata dal team Svedese e dagli italiani Bissaro-Sicouri che si sono allenati insieme a Marina di Grosseto durante questo inverno e dagli americani Newberry-Casey vincitori della tappa d’esordio di Miami.
Interessane notare come l’esperienza della classe Formula 18 sia fondamentale in questo inizio di campagna sui Nacra 17 (ed è una ulteriore dimostrazione di come nello scorso quadriennio il livello sia cresciuto particolarmente in quella classe): nove equipaggi su dieci vedono velisti provenienti dai vertici delle classifiche mondiali F18. Se poi si aggiunge una timoniera-prodiera con esperienza olimpica, sembra esserci connubio vincente: Mandy Mulder (prima a Palma) è stata argento a Pechino 2008 nell’Yngling, mentre Pippa Wilson (ottava a Palma) aveva vinto l’oro nella stessa classe; Renee Groeneveld Marie Riou, Lucy McGregor (rispettivamente seconda, quarta, quinta a Palma) erano tutte a Londra 2012 nel Match Race (finendo 8°, 6°, 7°).
Altra variabile estremamente interessante è la divisione dei ruoli tra timoniere e prodiere. Dopo un campionato corso in condizioni medio-forti sono arrivate in Medal sei timoniere femmine (di cui l’oro e argento finali) e quattro maschi: una situazione abbastanza equilibrata da cui non si possono trarre troppe conclusioni. L’Olanda ha mostrato di volere sono femmine al timone, mentre Gran Bretagna e Francia sono divise. Sicuramente un uomo a prua ha dei vantaggi in termini di tenuta fisica soprattutto sul finale dei campionati, ma in questa prima prova alcune ragazze si sono battute alla pari con colleghi maschi. Dall’altra parte, spesso si è visto nel mondo dei catamarani –come su tutte le altre barche a vela- timonieri esperti fare la differenza per istinto e sensibilità. E quindi rimane buffo vedere Tom Phipps (uno dei timonieri più talentuosi che ci siano in circolazione secondo chi scrive) con il gennaker in mano.
Ma questa è la vela olimpica, e questo è il Nacra 17. Che ha avuto il grande merito di “spazzare via” una generazione di tornadisti che fino a cinque anni fa difendeva il suo status grazie all’esperienza in una classe con altissime barriere all’ingresso. Ora le porte sono aperte, il gioco è nelle mani dei giovani e anche il ruolo del timoniere (finalmente) è diventato atletico! La strada per Rio comunque è ancora lunga, molti equipaggi non sono ancora scesi in acqua e tanti campioni come Iker Martinez impiegheranno poco tempo a recuperare il gap.
Come ha detto Gunnar Larsen (CEO di Nacra Sailing International) ieri sera "We all can be pretty proud on catsailing".
matteo Nicolucci (non verificato)
fcolivicchi