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18/12/2011 - 12:52

Ciascuno a suo modo - Il 'Bengate' e la sfida della vela moderna

La vicenda di Ben Ainslie ai mondiali di Vela a Perth nella classe Finn ci fa riflettere sul rapporto tra realtà e rappresentazione. 
 
Chi dovrebbe raccontare la realtà (nel nostro caso la barca della stampa) entra nella scena fino a condizionare la realtà stessa. 
 
Ricordiamo i fatti: Ben Ainslie, uno dei più forti velisti al mondo, tre volte campione olimpico, alla fine di una prova dei mondiali di Finn a Perth in Australia, si tuffa dalla sua deriva e sale su un gommone dei media, insultandoli per aver danneggiato ripetutamente la sua prova. La barca aveva creato delle onde impedendogli la rimonta dal secondo al primo posto nella prova che aveva appena terminato.
 
Tutti d’accordo sul fatto che Ben abbia sbagliato, giustamente è stato squalificato ed ha perso un campionato mondiale già vinto in quanto era largamente primo in classifica generale. La pena della giuria è esemplare perché il rispetto ed il Fair Play sono i valori su cui la vela fonda il suo prestigio ed episodi come questi da parte di un campione di fama internazionale rischiano di mettere in cattiva luce la reputazione di questo sport.
 
Il titolo di questo Blog è non a caso quello della commedia di Pirandello dove gli attori sulla scena coinvolgono anche i personaggi reali che stavano impersonificando. L'osservatore che si intromette nella realtà fino a condizionarla. La commedia mette inoltre in risalto le contraddizioni interne di ogni persona ''dell'altro che è dentro di noi''.  E’ la storia di Ben Ainslie a Perth scritta da Pirandello quasi 90 anni prima.
 
L’intrusione fisica della barca del fotografo a Perth che ha fatto nascere il ‘Bengate’ rappresenta perfettamente il periodo di transizione che sta attraversando la vela per cercare di affermare la propria immagine. 
 
Lo sfogo di Ben Ainslie è conseguenza dell'opportunità della vela sportiva di essere seguita da un pubblico più numeroso. La telecamera che entra nella scena e disturba fisicamente l'atleta è la rappresentazione della pressione mediatica che effettivamente sta coinvolgendo il mondo della vela. E' la sfida della vela olimpica che deve attrarre un pubblico maggiore per riuscire a rilanciarsi, è la sfida dei business milionari dell'America's Cup.
 
Da una parte potremmo fare i moralisti, un atleta di fama Mondiale deve rappresentare un modello positivo, la vela vuole essere l'immagine del Fair Play, l'atleta della vela ha quindi dei doveri morali, un ragazzo fortunato come Ben deve dare il buon esempio, inoltre un atteggiamento del genere potrà avere conseguenze negative per la sua carriera, gli sponsor, ecc.
 
Dall'altra parte ricordiamoci che Ben (non nuovo a scenate del genere) è prima di tutto un atleta che per vincere, oltre al suo talento smisurato, fa leva sulle proprie doti agonistiche spingendole al limite. Una regata in Finn non è propriamente una partita di scacchi, lo spunto che può condurre alla vittoria è anche basato sulla carica agonistica e le forze che arrivano da questa carica non possono sempre essere controllabili in modo misurato.
 
Da appassionati di vela certamente vogliamo che sempre più eventi siano ripresi e che le telecamere siano più vicine possibile all'azione (magari con un po’di intelligenza e seguendo le regole che già esisterebbero). Ricordiamoci che probabilmente 15 anni or sono saremmo venuti a sapere di questi risultati dopo qualche settimana, adesso grazie ad Internet riusciamo a seguire gli eventi praticamente in diretta. 
 
L’episodio ci invita inoltre a confrontare le differenze tra la vela e gli altri sport in termini di Fair Play e di reazioni tollerate. Ripensando ad episodi simili accaduti in altri sport possiamo ricordare:
I ripetuti faccia a faccia tra Mc Enroe e gli arbitri sui campi di Wimbedon, Alberto Tomba che lancia la coppa appena vinta contro un fotografo, il calcio volante dato da Erik Cantona ad un tifoso che lo insultava, Cristiano Ronaldo che dopo una sconfitta sputa sul cameramen che lo riprende da vicino........
 
Pensando a questi episodi ci rendiamo conto quanto ogni Sport sia diverso nelle attese, nelle reazioni, negli eccessi, nelle sanzioni. Paragonato a questi episodi, Ben Ainslie che si tuffa per sgridare un fotografo su un gommone ci ha fatto un po' sorridere, la reazione di Ben, è condannabile in assoluto ma quasi educata se confrontata a quanto siamo abituati a vedere negli altri sport.
 
Noi continuiamo a sperare che la scenata di Ben sia legata semplicemente al suo carattere burbero, vogliamo credere che il Fair Play faccia parte del DNA di questa disciplina e dei suoi appassionati e non sarà mai inversamente correlato all'audience e al numero di telecamere e spettatori che seguono un evento.
Basta così Ben, anche se a noi da oggi sei un po' più simpatico, basta così, non lo rifare.
 
Questa è la sfida della vela moderna, migliorare il consenso senza farsi influenzare da chi la racconta, crescere riuscendo a mantenere il proprio spirito.
 
 
Ciascuno a suo modo.La vicenda di Ben Ainslie ai mondiali di Vela a Perth nella classe Finn ci fa riflettere sul rapporto tra realtà e rappresentazione. 
La vicenda di Ben Ainslie ai mondiali di Vela a Perth nella classe Finn ci fa riflettere sul rapporto tra realtà e rappresentazione. Chi dovrebbe raccontare la realtà (nel nostro caso la barca della stampa) entra nella scena fino a condizionare la realtà stessa. 
 
Ricordiamo i fatti: Ben Ainslie, uno dei più forti velisti al mondo, tre volte campione olimpico, alla fine di una prova dei mondiali di Finn a Perth in Australia, si tuffa dalla sua deriva e sale su un gommone dei media, insultandoli per aver danneggiato ripetutamente la sua prova. La barca aveva creato delle onde impedendogli la rimonta dal secondo al primo posto nella prova che aveva appena terminato.
 
Tutti d’accordo sul fatto che Ben abbia sbagliato, giustamente è stato squalificato ed ha perso un campionato mondiale già vinto in quanto era largamente primo in classifica generale. La pena della giuria è esemplare perché il rispetto ed il Fair Play sono i valori su cui la vela fonda il suo prestigio ed episodi come questi da parte di un campione di fama internazionale rischiano di mettere in cattiva luce la reputazione di questo sport.
 
Il titolo di questo Blog è non a caso quello della commedia di Pirandello dove gli attori sulla scena coinvolgono anche i personaggi reali che stavano impersonificando. L'osservatore che si intromette nella realtà fino a condizionarla. La commedia mette inoltre in risalto le contraddizioni interne di ogni persona ''dell'altro che è dentro di noi''. E’ la storia di Ben Ainslie a Perth scritta da Pirandello quasi 90 anni prima.
 
L’intrusione fisica della barca del fotografo a Perth che ha fatto nascere il ‘Bengate’ è la metafora della vela moderna che per affermarsi ha bisogno di sottostare alle regole dello spettacolo.
Lo sfogo di Ben Ainslie è conseguenza dell'opportunità della vela sportiva di essere seguita da un pubblico più numeroso. La telecamera che entra nella scena e disturba 'fisicamente' l'atleta è la rappresentazione della pressione mediatica che effettivamente sta coinvolgendo il mondo della vela. E' la sfida della vela olimpica che deve attrarre un pubblico maggiore per riuscire a rilanciarsi, è la sfida dei business milionari dell'America's Cup.
 
Da una parte potremmo fare i moralisti, un atleta di fama Mondiale deve rappresentare un modello positivo, la vela vuole essere l'immagine del Fair Play, l'atleta della vela ha quindi dei doveri morali, un ragazzo fortunato come Ben deve dare il buon esempio, inoltre un atteggiamento del genere potrà avere conseguenze negative per la sua carriera, gli sponsor, ecc.
Dall'altra parte ricordiamoci che Ben (non nuovo a scenate del genere) è prima di tutto un atleta che per vincere, oltre al suo talento smisurato, fa leva sulle proprie doti agonistiche spingendole al limite. Una regata in Finn non è propriamente una partita di scacchi, lo spunto che può condurre alla vittoria è anche basato sulla carica agonistica e le forze che arrivano da questa carica non possono sempre essere controllabili in modo misurato.
 
Da appassionati di vela certamente vogliamo che sempre più eventi siano ripresi e che le telecamere siano più vicine possibile all'azione (magari con un po’di intelligenza e seguendo le regole che già esisterebbero). Ricordiamoci che probabilmente 15 anni or sono saremmo venuti a sapere di questi risultati dopo qualche settimana, adesso grazie ad Internet riusciamo a seguire gli eventi praticamente in diretta. 
 
L’episodio ci invita inoltre a confrontare le differenze tra la vela e gli altri sport in termini di Fair Play e di reazioni tollerate. Ripensando ad episodi simili accaduti in altri sport possiamo ricordare:
I ripetuti faccia a faccia tra Mc Enroe e gli arbitri sui campi di Wimbedon, Alberto Tomba che lancia la coppa appena vinta contro un fotografo, il calcio volante dato da Erik Cantona ad un tifoso che lo insultava, Cristiano Ronaldo che dopo una sconfitta sputa sul cameramen che lo riprende da vicino........
 
Pensando a questi episodi ci rendiamo conto quanto ogni Sport sia diverso nelle attese, nelle reazioni, negli eccessi, nelle sanzioni. Paragonato a questi episodi, Ben Ainslie che si tuffa per sgridare un fotografo su un gommone ci ha fatto un po' sorridere, la reazione di Ben, è condannabile in assoluto ma quasi 'educata' se confrontata a quanto siamo abituati a vedere negli altri sport.
 
Noi continuiamo a sperare che la scenata di Ben sia legata semplicemente al suo carattere burbero, vogliamo credere che il Fair Play faccia parte del DNA di questa disciplina e dei suoi appassionati e non sarà mai inversamente correlato all'audience e al numero di telecamere e spettatori che seguono un evento.
 
Questa è la sfida della vela moderna, trovare il consenso senza farsi influenzare da chi la racconta, crescere riuscendo a mantenere il proprio spirito.
 
Ciascuno a suo modo.

Commenti

Anonimo (non verificato)

La squalifica di Ben avrebbe avuto più valore educativo se contemporaneamente fosse stata divulgata anche la, spero pesante, sanzione inflitta al gommone TV e al suo conduttore. Tanto per fugare il dubbio che il disturbo non fosse deliberato allo scopo di fare notizia.
A volte i presunti destinatari degli sforzi spettacolaristici della vela moderna superano ogni più fantastica immaginazione: come l'anonimo lettore, che arriva a pensare che il gommone tv ha fatto casino per fare audience! Mammamia. Grazie Marco per il tuo bel blog molto stimolante come al solito. Da parte mia, al netto di tutte le riflessioni e gli approfondimenti, la penso con semplicità: certe cose sono vietate, se le fai ti becchi una punizione, anche se ti chiami Ben Ten. Fine.
Grazie al lettore anonimo per il commento, ogni commento è uno spunto ed il Blog nasce proprio per questo. Se fosse vero quello che dice il lettore ci sarebbero una buona ed una cattiva notizia: quella cattiva è che la sfida a cui mi riferivo sarebbe già persa in partenza, quella buona è che il titolo 'Bengate' sarebbe certamente molto molto azzeccato. A presto ! Marco