PROFILO

20/12/2010 - 20:00

Chi è l'uomo dell'anno FIV 2010?

Dopo il successo del 2009, torna l'Uomo dell'anno FIV 2010. Ecco le Nomination
 
Come nel 2009, anche quest'anno siamo andati a scandagliare il mondo federale alla scoperta dei personaggi che più hanno lasciato il segno. E come lo scorso anno, chiediamo a tutti voi lettori di partecipare a questa fase di selezione, indicando (via mail, via sms, via fax, via commento su questo post del blog) eventuali nomi che meritano una nomination, con relativa spiegazione. Buona selezione. E buon vento 2011 anticipato a tutta la vela italiana.

Ed eccovi le nomination.
 
Carlo Croce - Non può mancare in nomination il numero uno federale. Per il multipresidente il 2010 doveva essere l'anno dei fatti, dopo il 2009 da esordiente, servito a comprendere bene i meccanismi federali. Lo è stato? Ha preso in mano la FIV, l'ha plasmata (la sta plasmando) secondo le sue visioni? Ha introdotto novità, avviato riforme, si è fatto vedere in giro. Ma è davvero (o sta diventando) la Federvela di Carlo Croce? Per rispondere a questa domanda - che può valere il riconoscimento in palio - servirebbe prima un'altra risposta, dal diretto interessato: quale FIV desidera e "vede"? Qual è la sua FIV, signor presidente? Noi siamo qui e saremmo onorati di offrire lo spazio per un suo autorevole intervento.
 
Pino Barbieri - Il vincitore del premio Uomo dell'anno FIV 2009 è, inevitabilmente, la seconda nomination. Di diritto, quale detentore, ma anche di fatto. Perché anche quest'anno il buon Pino ha macinato chilometri e consumato le corde vocali lungo la penisola: per l'Under 16 e per il suo ruolo di comandante in capo delle squadre azzurre. Mica poco: praticamente la spina dorsale sportiva della FIV 2009-2012. Un compito arduo affrontato di petto e senza perdere mai il proverbiale sorriso sotto i baffi.
 
Dodi Villani - Ecco un nome che spunta dall'ombra, un consigliere nuovo nel quadriennio che si è dimostrato molto fattivo e senza tanti squilli di tromba ha gestito il vasto e ribollente mondo degli Ufficiali di Regata, introducendo novità e gestendo una significativa politica di formazione e comunicazione al suo interno. Poche parole e tanti fatti.
 
Larissa Nevierov - Una donna tra le nomination ci vuole, e l'ex olimpionica di Europa e Laser si è guadagnata la chiamata con un 2010 tutto all'attacco. Ha accettato un impegnativo incarico tecnico della classe olimpica Laser Radial a condizioni economicamente risibili, ma dando tutta se stessa, affrontando anche a viso aperto il confronto a volte aspro con le sue stesse atlete. Si è ritagliata un ruolo scomodo nel Consiglio, intervenendo là dove in pochi hanno avuto il coraggio di mettere bocca. E ha avuto il tempo - a margine del lungo corso per il IV Livello tecnico CONI - di mettere la firma su un ambizioso progetto di formazione e didattica rispetto al quale ha coinvolto le istituzioni della sua regione.
 
Angelo Insabato - Il più "velista vero" tra i consiglieri federali. Non ha mai perso lo spirito da "segretario di classe", ruolo che ha ricoperto per lunghi anni, e approdando in Consiglio ha sempre continuato a lavorare con capacità operativa e senso pratico, senza perdersi nelle vie della politica. Eppure da responsabile dell'attività e quindi di un calendario tragicamente sovraffollato, di politica potrebbe farne tanta, a cominciare dal rapporto privilegiato con le Classi che sono una delle grandi lobby della vela sportiva. E forse gli gioverebbe.
 
Bruno Puzone Bifulco - Nomination romantica da ultimo dei Moicani per il capo di Marivela. La sua sfuriata solitaria in Consiglio contro il clamoroso ridimensionamento della Marina Militare introdotto nel nuovo Statuto (clamoroso anche perché avallato da Carlo Croce che con la Marina ha sempre avuto rapporti privilegiati e joint-venture sontuose, su tutte Nave Italia: non stupisce l'attuale freddezza dello Stato Maggiore) si affianca alle battaglie che lo hanno visto al fianco dei "suoi" atleti, Zandonà, Conti, Micol, Linares, per conquistarsi programmi tecnici meno rigidamente "anglosassoni". Purtroppo il suo rischia di essere un canto del cigno, stretto tra il prevedibile addio al posto in Consiglio e la perdita di alcuni pezzi da novanta tra gli atleti, sensibili alle sirene tintinnanti di Circoli potenti...
 
Ci sono poi alcune "mezze nomination", in ordine sparso. 1) Fabrizio Gagliardi è il contrario di Insabato: lui di politica ne fa anche troppa. Il suo Altomare è meno "ruspante" e amichevole di quello che fu di Sergio Masserotti, resta un po' troppo algido e finto-sofisticato, tutto preso a seguire come un'ombra le mosse del multipresidente. Va bene che è il più papabile della sua generazione per lo scranno di presidente federale, ma non guasterebbe un po' di spontaneità. 2) Gianni Storti è il general manager degli uffici e della macchina federale che ormai ha assimilato a meraviglia. Sarebbe perfetto, la sponda ideale per tutti, se fosse libero di far scorazzare la sua straordinaria cultura di uomo di sport e di Olimpiade. Invece è un po' tenuto a freno (da chi?) sui binari rallentati di certa burocrazia, lo fanno disperdere in rivoli secondari che non merita. 3) Roberto Baggioni, che appena due anni fa era candidato presidente federale (l'avevate dimenticato?), ha poi ricevuto lo scettro di responsabile delle relazioni istituzionali "romane", dove si è di fatto impantanato, non ha portato a casa nulla, finchè l'incarico gli si è ristretto in mano portandolo a ritagliarsi un ruolino di provincia sul lago di Bracciano. 4) Paolo Ghione, uno dei due DT azzurri, esaurita la spinta tremenda del decollo, le novità, i progetti, l'under 16-19 eccetera, incassata la fiducia incondizionata da parte della dirigenza federale, ora che Londra 2012 a guardare bene si intravede già in fondo al rettilineo, smette i panni del politico-teorico, e resta in cerata e gommone, per di più con un ritorno alle origini: seguirà il windsurf della vicepresidente Sensini al suo sesto assalto al podio. 5) Giancarlo Sabbadini, che pur con qualche sbuffo e smorfia si è caricato la Commissione per la riforma dello Statuto sulle larghe spalle giuridiche, fornendo l'unica sponda dottrinale plausibile a un progetto disordinato, vago, demagogico e privo di senso "federale". 6) Alessandro Mei, il "mio" presidente di Zona, merita attenzione per il solito gran lavoro di tessitura, finalmente in crescente autonomia (di idee e di posizioni) dal suo referente politico di sempre, in un periodo per lui difficile professionalmente ha offerto la propria collaborazione ai vertici federali per dare una mano (gratuita) alla disastrata comunicazione FIV. Ma quel fortino è inespugnabile: non ha fatto neanche panchina, solo tribuna... 7) Norberto Foletti, il potente segretario della Classe Optimist, ha smaltito in fretta le paure di essere abbandonato dalla FIV, si è dato da fare e tra regate, raduni e servizi tecnici oggi lui e l'Optimist sono più forti di prima.
 
Non vi chiedo di votare (sapete com'è il regolamento di questo premio: decido io da solo), ma se avete altri nomi da suggerire, con relative spiegazioni, ve ne sarò grato. Come diceva un potente, il potere logora chi non ce l'ha, e la mia lontananza forzata dagli ambienti federali, della "mia" federvela, sta logorando un po' anche me. Il vostro aiuto sarà prezioso. Grazie e auguri anticipati per le feste di Natale e fine anno.
 
PS-Trovate che, in particolare, manchi del tutto (nomination o mezze che siano) qualche nome - diciamo - "eccellente"? Qualcuno, persino, con il doppio nome? Siete nel vero: è che qui non abbiamo più tempo da perdere.

Commenti

Anonimo (non verificato)

Ciao Fabio, ma che fine ha fatto, per la FIV, Giovanni Soldini? Dopo essersi scambiati complimenti con il candidato Croce (che Soldini definì "Obama"), non doveva nascere il polo tecnico per i navigatori oceanici italiani? E la partecipazione al giro del mondo Volvo con la barca comprata da John Elkan? Io darei una nomination...per la delusione Luciano
No, Luciano... Soldini non si tocca... Non perchè sia esente da difetti, come tutti noi del resto. Ma perchè Giovanni resta (e va preservato come tale) un bene per la nostra vela, una sorta di talismano in termini di immagine, meglio tenerselo stretto. Il fallimento del progetto Italia70 è un brutto colpo per tutti. E allora, quasi quasi, avanzo una proposta: abbiamo provato la grande sfida, riportare l'Italia alla Volvo Ocean Race, non ci siamo riusciti anche e soprattutto per una difficile situazione economica. A questo punto, davvero, Giovanni Soldini può tornare utile al progetto del centro tecnico federale per navigatori oceanici, per di più a La Spezia, vicino a casa sua. Questo sarebbe uno splendido modo per venire fuori dal flop-Volvo, rilanciando, scommettendo la propria faccia sul futuro, sui giovani. F

ANDREA (non verificato)

Caro questo blog per me l'uomo dell'anno FIV è Macrino Macrì, segretario Assolaser. Mi risulta sia stato l'unico nell'ambiente ad aver sostenuto la campagna per l'elezione di Croce alla presidenza, e dopo un anno a cambiare posizione scusandosi pubblicamente... E' sempre stato scomodo, ma l'ha sempre vista più lontano di tutti
E bravo anonimo! Monica e Rita - che lasciano la FIV perchè vanno in pensione al 31 dicembre di quest'anno - hanno davvero dedicato "una vita per la vela", come si chiamava un tempo il premio dello YCI assegnato a Portofino durante il Trofeo Zegna. E chissà che il presidente Croce non le abbia festeggiate degnamente, come lascia supporre la foto sul sito federale. Brave Monica e Rita, sono state due colonne importanti degli uffici, hanno ricopetto ruoli chiave seguendo settori determinanti. Dai loro uffici e dai loro tavoli sono passati tanti diversi consiglieri, con alcuni hanno legato di più con altri meno, ma sono state un enorme riferimento. Ed è singolare che due "colonnelli" del genere, lascino la federazione proprio nel pieno di un progetto (in gran parte ancora oscuro) che passando per le modifiche statutarie, del sistema elettorale e della rappresentanza, porta come risultato ultimo (chissà quanto realizzabile) la progressiva diminuzione del ruolo operativo dei consiglieri (politici), a fronte di una crescente managerialità e preparazione del personale. Intanto il personale diminuisce, e perde pezzi importanti e di esperienza come Monica e Rita. So che ci si sta preparando a nuovi arrivi, anche di giovani ben preparati. Gianni Storti (non a caso ha una mezza nomination anche quest'anno) è una guida validissima e di sostanza. Gli uffici in una federazione sportiva moderna sono un punto centrale e decisivo. Ma guai a pensare che possano da soli risolvere e guidare la FIV: i dirigenti devono mantenere una funzione dirigenziale che resta insostituibile. Tutti i dirigenti, tanti, il maggior numero possibile. Non può funzionare una federazione in cui un paio di super-dirigenti fanno girare l'intera macchina con gli uffici alle proprie dipendenze. Almeno non per un movimento vasto e differenziato come quello della vela, che va dai giovani all'oceano, dai kitesurf alle Olimpiadi, dai catamarani da spiaggia alla Coppa America... Ci sarà sempre bisogno di Marongiu e Zappalà. E grazie ancora per avermi dato la possibilità di salutarle con un abbraccio natalizio!! A presto
Ora che ci penso, è giusto inserire una nomination anche per l'ex Presidente Sergio Gaibisso: non solo è uscito con eleganza, non solo ha lasciato crescenti rimpianti visti i risultati dei suoi successori, ma ha accettato di restare al servizio della federazione guidando la Giuria d'Appello e ha realizzato un super-libro che è insieme una eredità di trent'anni di attività e uno strumento per i giovani velisti, per i Giudici e per i Dirigenti.

smoker (non verificato)

Ottima l'idea di proporre MARONGIU e ZAPPALA' 100.000 nomination per loro : veri pezzi da 90 per la FIV. La loro immensa esperienza ci mancherà tantissimo. Per il resto una citazione per l'instancabile INSABATO: bravo, competente, corretto ed "interista" doc. Pino BARBIERI è un uomo di trincea molto caparbio ed operativo. I restanti sono dei "good fellows". Propongo di fare anche nominations NEGATIVE ( per il loro operato) ma la lista sarebbe lunghissima! "Facce ride" Fabio.

Anonimo (non verificato)

Come hanno segnalato altri, anche secondo me la "Palma d'Oro" andrebbe assegnata ex-aequo a Monica Marongiu e Rita Zappalà. Due "colonne portanti" della FIV che hanno lavorato con passione e grande capacità. Speriamo che, anmdando via le due colonne, il "palazzo" non scricchioli. Good Wind
Le sottolineature che continuano ad arrivare alle brave Rita e Monica confermano qualcosa che forse gli attuali "gestori" della FIV non considerano a sufficienza: quanto lavoro prezioso e quanta storia professionale a umana hanno saputo costruire e lasciare certi funzionari che hanno operato per la macchina federale lungo i decenni. La "politica" passa, la FIV resta. Anche per questo, soprattutto per questo, si dovrebbe riflettere molto prima di "sparare" modifiche statutarie basate su concezioni superficiali dei meccanismi della FIV, nonchè degli uomini e delle donne che li fanno funzionare...

Pagine