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12/02/2021 - 14:29

C'era una volta il Laser (Storie di barche ed errori)

OLTRE AL DISASTRO ILCA, PERSA LA CAUSA USA CON BRUCE KIRBY. FINE DI UNA STORIA? - La gestione sbagliata della querelle da parte del cantiere Laser Performance Europe, titolare del nome "Laser", ha fatto precipitare tutto. Il mercato intanto è impazzito, le barche nuove costano in media 800 euro più delle vecchie e impazza la scelta su infiniti criteri. Tramonta la filosofia monotipo. Eppure la voglia di cinghiare e regatare è tanta - GUARDA VIDEO DELLE PRIME REGATE DELLA STAGIONE IN ITALIA

 

C'era una volta il Laser. Tra parecchi anni, quando spariranno lentamente le decine di migliaia di scafi con la targhetta Laser in giro tra circoli e spiagge, sostituiti progressivamente da scafi ILCA (mammamia), quella barca chiamata Laser sarà solo un ricordo da leggere sui libri. Il raggio rosso disegnato sulla vela resterà nella memoria di tanti (laseristi si è stati e si resterà per sempre), ma anch'essi invecchieranno e saranno sostituiti da generazioni ILCA, che quel raggio e quel nome non l'avranno mai visto nè sentito. Triste epilogo per la storia di una barchetta nata per caso, esplosa fino a diventare un successo planetario, una barca di tutti, la più diffusa al mondo, quella che all'esordio olimpico (era il 1996) mise al collo la prima medaglia d'oro a Robert Scheidt e d'argento a Ben Ainslie. Una storia poi trasformatasi in incubo legale, guerra commerciale, geopolitica e personale, affrontata male, gestita peggio, con un finale senza gioia.

STAGIONE RIPRESA IN ITALIA CON LE ZONALI DIVENTATE NAZIONALI - Intanto la voglia di regatare sulla barchetta è tanta e FIV e AICL hanno trovato il modo di consentire attività sportiva e di allenamento secondo i criteri CONI legati ai dpcm sul contenimento della pandemia. Le vecchie zonali si chiamano Selezione Nazionale e hanno dato il via alla stagione. Ad Anzio nel weekend scorso oltre 100 barche. Restano poi le tappe Italia Cup, la prossima ad Andora. Si, ma le barche come si chiamano?

La classe internazionale del Laser lo chiama ormai come se stessa: ILCA, come sapete, dopo anni di diatribe e battaglie giocate malissimo (e infatti perse) da coloro che si ritenevano i custodi del nome e del marchio Laser, ovvero Laser Performance Europe (LPE), il cantiere-tempio dal quale per decenni sono usciti quasi tutti gli scafi venduti nel mondo. Inutile ripercorrere quella storia, fa male e non serve, perchè tanto è finita. Le barche con scafo, vele, deriva e timone che siamo abituati a individuare come "un Laser", adesso si chiamano ILCA. Fine, non ci torniamo.

C'è di peggio per LPE. Dopo 7 anni, negli Stati Uniti ha perso una causa contro il progettista Bruce Kirby e deve pagargli un assegno per diritti arretrati e spese lagali di oltre 6 milioni di dollari. LPE già non produce nè vende più la classe olimpica, che nel frattempo come detto si chiama ILCA ed è costruita da 8 cantieri diversi (Performance Sailcraft Japan, Performance Sailcraft Australia, Devoti Sailing, Element 6 Evolution, Nautivela, Ovington, Qingdao Zou Inter Marine e Rio Tecna srl) ai quali presto potrebbero aggiungersene altri. A LPE non resta altro che "svendere" i Laser rimasti in magazzino, quasi alla metà degli ILCA (4.500 euro contro circa 9.000) per una scelta a metà tra romantica e commerciale.

Ma oggi che ci fai con un "Laser" LPE del 2020? World Sailing non ha riconosciuto l'equipment proposto da The Laser Class, perchè ne esiste già uno uguale (sic). I vecchi Laser costruiti da LPE con licenza (fino al numero velico 217250) possono ancora regatare nelle regate che oggi si chiamano ILCA-Laser, mischiando (inevitabilmente) tutto. I numeri successivi possono solo fare crociera!

COME CAMBIA IL MERCATO - Nel frattempo la concorrenza tra nuovi costruttori sta cambiando il mercato. Si segnalano questi fenomeni: 1) una notevole girandola di barche comprate e vendute, con interesse verso le nuove; 2) il prezzo medio di un ILCA, rispetto al Laser è aumentato tra 800 e 1000 euro (che gioia eh?); 3) tra i regatanti, come previsto, impazzano le discussioni super tecniche su barche più facili o più difficili, più morbide e più dure, più accurate o meno. Ogni costruttore ovviamente rivendica il miglior prodotto in circolazione. Insomma la filosofia "mi compro un Laser" non c'è più. Chi avesse ancora quel desiderio forse virerà su altri prodotti, altre barche che forse riescono a conservare quella filosofia (RS Aero? Melges 14?), benchè comprovatamente inferiori al Laser. 4) Non si stazza un ILCA perchè, com'era per il Laser, basta la targhetta World Sailing. Ma con 8 costruttori in corsa le differenze emergono, c'è chi avrebbe persino scoperto che una delle nuove ILCA pesa un chilo e mezzo meno delle altre (chiacchiere di banchina?), o derive che escono dalla cassa di 1 centimetro più di altre... Colpa in parte anche del regolamento ILCA poco accurato, e delle abitudini nei decenni Laser, quando non occorreva stazzare le barche, forse adesso le cose cambieranno?

Il lungo viale del tramonto di una storia e di una barca chiamata Laser, che a qualcuno alla fine porterà benefici economici o di potenza nella geopolitica della vela, è comunque in buona parte anche colpa proprio di LPE. Ha pensato che ci sarebbe stata la rivoluzione popolare in difesa del Laser, speranza vana. Poi ha rifiutato sdegnosamente la possibilità che le era stata offerta dal bando costruttori ILCA, di rientrare nella corsa. Se LPE avesse ripreso a costruire ILCA, verosimilmente con il know-how acquisito e i prezzi concorrenziali avrebbe riconquistato gran parte del mercato e  ripreso il controllo tornare a chiamare anche Laser la barca. Era una soluzione preferita al mercato e alla stessa World Sailing, ma LPE ha detto no. E oggi è su una via senza ritorno. Farzad Rastegar, il manager iraniano/statunitense capo di LaserPerformance, è ricco ma non abbastanza per andare avanti senza più Laser olimpico e dovendo pagare oltre 5 milioni di dollari tra risarcimento a Bruce Kirby e spese lagali. I Laser di LPE valgono per un mercato ricreativo nel quale peraltro si scontrano con concorrenti agguerriti e prodotti persino più validi per quell'utilizzo.

In questo modo, anche se ancora le regate le chiamano ILCA-Laser, le bandiere dei Comitati spesso sono ancora quelle Laser, tuttalpiù miste, la china è scritta: in futuro ci saranno sempre più (e poi solo) ILCA. E' permesso essere tristi davanti a questa vicenda passata sulle teste dei poveri velisti? A mitigare la malinconia forse potrebbe servire solo l'ultima disperata mossa di LPE: convincere World Sailing a richiamare Laser la barca, rientrare in gioco come dealer e guadagnare sulle royalty del nome. Ma sembra un passo troppo furbo per la LPE vista finora. Goodbye Laser.

Commenti

luca (non verificato)

hanno distrutto l'unica classe che funzionava,la barca che doveva essere accessibile a tutti sia come prezzo ,e uguale nei materiali.Ora vi sono tutti cantieri diversi,prezzi lievitati come torte,ed abbandono del soggetto medio dei campi di regata.L'inizio della fine è stato nel 1992 lo status olimpico,successivamente le vele biradiali e albero alto in carbonio.Intanto la gente disertava sempre di più i campi di regata.Ora si sono verificati casi di regate con tre standard.Contenti del capolavoro???Meditate ragazzi,meditate.