Speciale salone di Genova
Speciale salone di Genova
Tra Fiera e UCINA
tempesta di parole
tempesta di parole
Il Salone più drammatico in 40 anni finisce in rissa per il botta e risposta tra i presidenti di UCINA e Fiera. Sulla pelle della nautica...
Anche se i comunicati ufficiali sono improntati a una tonalità di accordo di facciata al cloroformio, il salone nautico 2012, forse il più drammatico dalla nascita, finisce tra le polemiche scatenate dalle parole. Non è un bello spettacolo, la sensazione che istituzioni così importanti in un momento del genere nel quale la nautica rischia grosso e il salone di Genova potrebbe aver appena chiuso la sua ultima edizione, preferiscano dirsele (almeno per ora) di santa ragione, anzichè cercare con impegno e ragionevolezza le strade migliori, e comuni, per affrontare l’emergenza.
Vediamo cosa è successo. Giovedi, in pieno salone, il presidente UCINA Anton Francesco Albertoni, se ne esce con frasi al vetriolo che hanno un solo destinatario: la Fiera di Genova.
«Il Salone che così com’è non corrisponde alle esigenze delle aziende e del mercato. Vorremmo un progetto entro 45 giorni dalla fine del Salone che si chiuderà domenica. Teniamo entrambe le strade aperte e con le istituzioni vorremmo scegliere», ha detto Albertoni.
La questione deriva dal consiglio direttivo di Ucina che all’unanimità ha deciso le condizioni del Salone numero 53: «Tutti insieme, tutti a Genova ma a costi dimezzati». L’industria nautica vuole continuare a presentarsi compatta, ha spiegato Albertoni, e questo solo a Genova è possibile. Ma se non ci fossero le condizioni, si ipotizza il trasferimento in un’altra località ma a costo di uno «spacchettamento» per aree merceologiche.
LA REPLICA DA FIERA GENOVA
Alle dichiarazioni di Albertoni replica la Fiera di Genova in una nota: «Fiera di Genova accoglie con stupore le dichiarazioni odierne del presidente di Ucina Anton Francesco Albertoni e le ritiene decisamente inopportune nei contenuti e nei tempi, alla vigilia dell’ultimo weekend di Salone».
Il presidente Sara Armella ricorda: «Fiera di Genova organizza da 52 edizioni il Salone Nautico, di cui è anche titolare esclusiva del marchio, assumendosi completamente il rischio d’impresa. In questi mesi abbiamo ascoltato le aziende espositrici, apportando una serie di modifiche alla struttura del Salone per rispondere meglio alle nuove esigenze. All’inaugurazione del Salone, soltanto sabato scorso, alla presenza del viceministro Ciaccia, le istituzioni cittadine – che peraltro coincidono con l’azionariato della Fiera - insieme alla stessa Fiera e a Ucina si sono impegnate a discutere la riprogettazione del Salone già nelle prossime settimane».
«Per noi – ribadisce Armella – questo rimane l’obiettivo prioritario mentre le dichiarazioni odierne sembrano più una fuga in avanti in risposta a logiche interne associative. Fiera di Genova è pronta a lavorare con Ucina per assolvere gli impegni reciprocamente assunti. Le istituzioni locali e la Fiera vogliono continuare a realizzare sempre meglio la manifestazione, valorizzando le competenze e le professionalità maturate, in modo adeguato ai tempi e a un’economia che cambia».
COSA SIGNIFICA QUESTO SCAMBIO DI STOCCATE?
Il momento è difficile, UCINA è alle corde perchè molte aziende lamentano un suo ruolo troppo passivo e inconcludente rispetto alla crisi drammatica. Allora scatta il contropiede, su un tema caldo come il salone. UCINA in sostanza chiede che per il salone del 2013 Fiera offra tariffe dimezzate agli espositori, altrimenti minaccia di andarsene. E’ una provocazione estrema che tra l’altro dimostra lo stato di debolezza della Confindustria nautica. Albertoni cerca di dimostrare di stare dalla parte delle “sue” aziende chiedendo sconti alla Fiera, ma lo fa a metà salone, quando richieste analoghe nei mesi scorsi e per “questo” salone erano state rigettate dalla stessa UCINA insieme a Fiera.
Il rischio è che in tutta la vicenda l’unica “fiera” sia quella delle vanità, o meglio degli interessi, delle parti in causa. La città di Genova e la sua Fiera hanno un disperato bisogno di continuare a ospitare il salone nautico italiano più grande, più unito e più internazionale. UCINA ha un disperato bisogno di non perdere le ultime briciole di fiducia e credibilità da parte del tessuto di aziende del settore stremato. Così due entità disperate ed entrambe consapevoli di non poter prescindere l’una dall’altra si danno battaglia a colpi di parole.
Il tutto mentre al salone le aziende, gli imprenditori, i progettisti, le maestranze, i venditori, i comunicatori e gli stessi visitatori, insieme, cercavano giorno per giorno di dare vita e dignità a un “mercato”.
E’ decisamente venuto il momento nel quale chi ha più buona volontà e idee le metta in campo.
Anche se i comunicati ufficiali sono improntati a una tonalità di accordo di facciata al cloroformio, il salone nautico 2012, forse il più drammatico dalla nascita, finisce tra le polemiche scatenate dalle parole. Non è un bello spettacolo, la sensazione che istituzioni così importanti in un momento del genere nel quale la nautica rischia grosso e il salone di Genova potrebbe aver appena chiuso la sua ultima edizione, preferiscano dirsele (almeno per ora) di santa ragione, anzichè cercare con impegno e ragionevolezza le strade migliori, e comuni, per affrontare l’emergenza.
Vediamo cosa è successo. Giovedi, in pieno salone, il presidente UCINA Anton Francesco Albertoni, se ne esce con frasi al vetriolo che hanno un solo destinatario: la Fiera di Genova.
«Il Salone che così com’è non corrisponde alle esigenze delle aziende e del mercato. Vorremmo un progetto entro 45 giorni dalla fine del Salone che si chiuderà domenica. Teniamo entrambe le strade aperte e con le istituzioni vorremmo scegliere», ha detto Albertoni.
La questione deriva dal consiglio direttivo di Ucina che all’unanimità ha deciso le condizioni del Salone numero 53: «Tutti insieme, tutti a Genova ma a costi dimezzati». L’industria nautica vuole continuare a presentarsi compatta, ha spiegato Albertoni, e questo solo a Genova è possibile. Ma se non ci fossero le condizioni, si ipotizza il trasferimento in un’altra località ma a costo di uno «spacchettamento» per aree merceologiche.
LA REPLICA DA FIERA GENOVA
Alle dichiarazioni di Albertoni replica la Fiera di Genova in una nota: «Fiera di Genova accoglie con stupore le dichiarazioni odierne del presidente di Ucina Anton Francesco Albertoni e le ritiene decisamente inopportune nei contenuti e nei tempi, alla vigilia dell’ultimo weekend di Salone».
Il presidente Sara Armella ricorda: «Fiera di Genova organizza da 52 edizioni il Salone Nautico, di cui è anche titolare esclusiva del marchio, assumendosi completamente il rischio d’impresa. In questi mesi abbiamo ascoltato le aziende espositrici, apportando una serie di modifiche alla struttura del Salone per rispondere meglio alle nuove esigenze. All’inaugurazione del Salone, soltanto sabato scorso, alla presenza del viceministro Ciaccia, le istituzioni cittadine – che peraltro coincidono con l’azionariato della Fiera - insieme alla stessa Fiera e a Ucina si sono impegnate a discutere la riprogettazione del Salone già nelle prossime settimane».
«Per noi – ribadisce Armella – questo rimane l’obiettivo prioritario mentre le dichiarazioni odierne sembrano più una fuga in avanti in risposta a logiche interne associative. Fiera di Genova è pronta a lavorare con Ucina per assolvere gli impegni reciprocamente assunti. Le istituzioni locali e la Fiera vogliono continuare a realizzare sempre meglio la manifestazione, valorizzando le competenze e le professionalità maturate, in modo adeguato ai tempi e a un’economia che cambia».
COSA SIGNIFICA QUESTO SCAMBIO DI STOCCATE?
Il momento è difficile, UCINA è alle corde perchè molte aziende lamentano un suo ruolo troppo passivo e inconcludente rispetto alla crisi drammatica. Allora scatta il contropiede, su un tema caldo come il salone. UCINA in sostanza chiede che per il salone del 2013 Fiera offra tariffe dimezzate agli espositori, altrimenti minaccia di andarsene. E’ una provocazione estrema che tra l’altro dimostra lo stato di debolezza della Confindustria nautica. Albertoni cerca di dimostrare di stare dalla parte delle “sue” aziende chiedendo sconti alla Fiera, ma lo fa a metà salone, quando richieste analoghe nei mesi scorsi e per “questo” salone erano state rigettate dalla stessa UCINA insieme a Fiera.
Il rischio è che in tutta la vicenda l’unica “fiera” sia quella delle vanità, o meglio degli interessi, delle parti in causa. La città di Genova e la sua Fiera hanno un disperato bisogno di continuare a ospitare il salone nautico italiano più grande, più unito e più internazionale. UCINA ha un disperato bisogno di non perdere le ultime briciole di fiducia e credibilità da parte del tessuto di aziende del settore stremato. Così due entità disperate ed entrambe consapevoli di non poter prescindere l’una dall’altra si danno battaglia a colpi di parole.
Il tutto mentre al salone le aziende, gli imprenditori, i progettisti, le maestranze, i venditori, i comunicatori e gli stessi visitatori, insieme, cercavano giorno per giorno di dare vita e dignità a un “mercato”.
E’ decisamente venuto il momento nel quale chi ha più buona volontà e idee le metta in campo.
A. T. velista a... (non verificato)