Aggiungi un commento

A. T. velista a... (non verificato)

Genova, il Salone di Genova, è ormai solamente un salone delle vanità, di quei sogni folli assimilabili ai deliri equiparabili solamente a quelli della Spectre dei noti film dell'agente segreto più noto del mondo. Se fino a qualche tempo fa c'era chi correva per esaudire questi sogni fatui ed un po' puerili quanto rozzamente sempliciotti, oggi la crisi in atto ed il mutamento profondo di tutto il mondo produttivo e dell'economia hanno insegnato che tutto ciò non è nè può più essere! I "millepiedi" della nautica sono in via di estinzione proprio come accadde ai dinosauri un tempo. Mi correggo, nel mondo ci sarà sempre un certo numero di navi da diporto ma queste ritorneranno ad essere più razionali, meno ostentate, meno fantascientifiche, molto meno numerose e certamente più marine perchè nel domani disporrà di una barca o di una nave da diporto solamente chi ama davvero il mare perchè questi beni torneranno a costare una percentuale più alta delle risorse disponibili di ciascuno. Per questo, vista la forte riduzione sia numerica che nelle disponibilità delle classi sociali medio- alte, saranno ancora più penalizzate delle navi da diporto, tutta la fascia delle barche compresa tra i quaranta ed i settanta piedi, ma anche in questo caso, chi ama davvero il mare, continuerà a fare regate o crociere con barche in charter oppure di proprietà, riducendone l'impegno, tornando a preferire barche sostenibili, comprese tra i venticinque ed i quaranta piedi. Tutto tenderà a riprendere dimensioni umane, rivolgendosi ad una utenza più marina, più selezionata tra i veri appassionati e meno rivolta verso coloro che desiderano soltanto ostentare la propria opulenza spesso fatua. Come dire ... meno piedi, più intelligenza! Allora è evidente come quella che per decenni è diventata sempre più la fiera delle vanità, sia finita in "fuorigioco" in un tempo brevissimo: sarà davvero difficile recuperare una immagine tramontata a causa di una inversione di tendenza così netta! Meglio cambiare aria, come insegnano gli esperti della comunicazione, meglio ricominciare con qualcosa di nuovo, di innovativo che proponga idee nuove, una immagine nuova e parta valorizzando fin dall'inizio gli anticorpi atti a prevenire future forzature sempre possibili. Ecco, ora è chiaro ... una nuova fiera della nautica rivolta e riservata a tutto ciò che non oltrepassa i cinquanta piedi, un luogo in cui gli appassionati possano sognare ed acquistare quanto è possibile e pensabile senza sentirsi comunque ridicoli e piccoli piccoli rispetto ai mastodonti del mare cui ci ha abituato Genova. Così per le navi da diporto e per la fascia più alta delle barche, gli operatori ed i costruttori italiani, riconosciutamente primi nel mondo e determinanti nell'economia nazionale, potranno rivolgersi a Cannes, risparmiando molto, concentrandosi su quella esposizione specializzata in un settore comunque circoscritto ad una minoranza di utenti. Gli altri, i tanti altri, quelli che riprenderanno a causa o per merito di quel virus che si chiama attrazione per il mare, saranno maggiormente incentivati a vedere, paragonare, acquistare in un ambiente a loro misura, dedicato a loro, capace di metterli a proprio agio. Vedo quindi un Salone in una città che non sia di mare, nell'ambito di una fiera con servizi migliori di quelli di Genova - ci vuole poco ... - con parcheggi, linee ferroviarie ed aeree numerose e ben fruibili dalla stessa fiera. Ma perchè una città non di mare? Per due semplici ragioni: la prima è quella di rendere semplicemente impossibile portarvi le barche troppo grandi, quelle che vorrei vedere comunque escluse dallo "statuto" dell'auspicata nuova esposizione, allo scopo di essere ancora più certi che in un futuro a qualcuno non possa venire neppure l'idea di aumentare le dimensioni delle barche, ponendo il germe per un ulteriore crollo del settore della nautica come quello che stiamo vivendo. In secondo luogo, una "città di terra" perchè forse è più opportuno portare le barche laddove vi è un tessuto sociale, economico, industriale capace di produrre da un lato le risorse necessarie per effettuare acquisti nautici, dall'altro dove, vivendoci, è più probabile desiderare fortemente nuove esperienze marine ... Non voglio dire dove fare la nuova esposizione, semplicemente perchè non sono un mentore di qualche località specifica, ma credo fortemente nella serie di ragionamenti appena sviluppati, che portano alla convinzione chiara: via da Genova! A. T. ingegnere, 51 anni appassionato velista dal 1970 12 barche varate, tutti natanti a vela per questo resisto e sono felice