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Anno 3 Numero 60
19 febbraio 2012
19 febbraio 2012
Addio al grande Gabrio de Szombathely
Commodoro dello Yacht Club Adriaco e membro del Comitato d'Onore della FIV. Se ne va con lui un pezzo della storia della vela italiana e internazionale, nonché della vita sportiva e culturale di Trieste. Sulla tolda di una stagione lunghissima, sempre capace di evolversi.
Gabrio de Szombathely è nato in terra di confine e s'è inteso subito con il mare, quel mare che trovava ovunque intorno, ispirazione e tramite per una vita oltre tutti i possibili confini. Una vita lunga e piena, degnamente ricambiata da un uomo straordinario. Gabrio de Szombathely, commodoro dello Yacht Club Adriaco, membro del Comitato d'Onore della Federazione Italiana Vela, ci ha lasciati in una domenica di vele nel golfo, alla bella età di 94 anni, superlativamente spesi in gran parte "per" mare.
Avvocato e magistrato, giurista per vocazione, amante del mare e della vela, marinaio capace e gioioso, è stato attratto dal mondo dello sport e ha contribuito molto alla crescita culturale della vela italiana, anche per le molteplici esperienze in tutto il mondo da Giudice Internazionale. L'ultimo libro che ha scritto il prolifico Gabrio de Szombathely, senza editore e per gli amici, si intitola "Andar per mare" e lui stesso spiegava così perché l'aveva scritto: "Giunto a un'età in cui in mare non mi è più dato andarci, mi accontento di ricordare sulla carta le diverse onde che ebbi la sorte di percorrere durante una vita".
Dal piccolo cutter "Formidabile" nel 1919, alle vacanze a Parenzo nelle quali si programmavano le giornate in funzione del mare e dei venti, al "Tabù", una delle prime Yole Adriatica: il bambino Gabrio de Szombathely senza quasi accorgersene è già tutt'uno con l'acqua salata, le vele di cotone spesso in guerra con la Bora, i piccoli scafi di legno e quel loro traballare sulle onde. Quando si dice il destino.
LEGGI TUTTO L'ARTICOLO QUI
Gabrio de Szombathely è nato in terra di confine e s'è inteso subito con il mare, quel mare che trovava ovunque intorno, ispirazione e tramite per una vita oltre tutti i possibili confini. Una vita lunga e piena, degnamente ricambiata da un uomo straordinario. Gabrio de Szombathely, commodoro dello Yacht Club Adriaco, membro del Comitato d'Onore della Federazione Italiana Vela, ci ha lasciati in una domenica di vele nel golfo, alla bella età di 94 anni, superlativamente spesi in gran parte "per" mare.
Avvocato e magistrato, giurista per vocazione, amante del mare e della vela, marinaio capace e gioioso, è stato attratto dal mondo dello sport e ha contribuito molto alla crescita culturale della vela italiana, anche per le molteplici esperienze in tutto il mondo da Giudice Internazionale. L'ultimo libro che ha scritto il prolifico Gabrio de Szombathely, senza editore e per gli amici, si intitola "Andar per mare" e lui stesso spiegava così perché l'aveva scritto: "Giunto a un'età in cui in mare non mi è più dato andarci, mi accontento di ricordare sulla carta le diverse onde che ebbi la sorte di percorrere durante una vita".
Dal piccolo cutter "Formidabile" nel 1919, alle vacanze a Parenzo nelle quali si programmavano le giornate in funzione del mare e dei venti, al "Tabù", una delle prime Yole Adriatica: il bambino Gabrio de Szombathely senza quasi accorgersene è già tutt'uno con l'acqua salata, le vele di cotone spesso in guerra con la Bora, i piccoli scafi di legno e quel loro traballare sulle onde. Quando si dice il destino.
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