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09/05/2011 - 15:25

Nuove classi olimpiche: intervista al presidente onorario FIV Carlo Rolandi

Non c'è più la vela
di una volta

Intervista al presidente onorario FIV Carlo Rolandi sulla scelta delle barche per le Olimpiadi del 2016. "La vela assimilata al nuoto sincronizzato o al pattinaggio artistico..."
 
Il presidente onorario della Federazione Italiana Vela Carlo Rolandi di Olimpiadi della vela se ne intende: da riserva, atleta, tecnico, giudice e dirigente, ha seguito ben oltre mezzo secolo di yachting olimpico. E inoltre ha un passato di starista e una lunga militanza (tuttora in corso) quale delegato all'ISAF. Una delle personalità più interessanti da ascoltare - a caldo - sulle recenti decisioni della federvela mondiale in tema di nuove classi olimpiche per Rio 2016.
 
Saily - Quale la sua opinione sulla esclusione dello Star dalle Olimpiadi del 2016?
 
Carlo Rolandi - Aver escluso lo Star, unica barca a bulbo maschile, insieme all'esclusione dell'Elliot 6, unica barca a bulbo femminile dedicata ad un tipo particolare di regata quale il Match race, che fa registrare una diffusione sempre più grande nel mondo della Vela, dimostrano una svolta radicale nella politica dell'ISAF.
 
S - Cosa l'ha determinata?
 
CR - Molti sono gli elementi che hanno contribuito a questa svolta epocale: innanzitutto le pressioni del CIO (il Comitato Olimpico Internazionale, ndr) che tende a non perdere, anzi ad aumentare le entrate dei diritti TV che sono legati ad un'Olimpiade sempre più spettacolare. L'avvento del professionismo nella Vela, l'ingresso degli sponsor e della conseguente pubblicità, hanno contribuito a far deviare la politica dell'ISAF dalla realizzazione di regate soprattutto tecniche.
 

S - In che senso l'ISAF sta deviando la sua attenzione nell'organizzare le regate?
 
CR - Un tempo le regate erano sopratutto tecniche: la messa a punto della barca, la capacità di effettuare scelte vincenti sia in termini di tattica di regata che come conoscenze meteorologiche, le correnti, la marea, i salti di vento, la scelta dei bordi, l'abilità nello scontro diretto con l'avversario: erano tutte cose che in conclusione decidevano l'esito della regata. Siamo oggi di fronte a delle regate che durano in media 40-45 minuti, nelle quali la partenza è quasi sempre elemento decisivo, più prove al giorno per totalizzarne complessivamente dieci o più, contro le sei di una volta, perché i "soloni della TV" ritengono che televisivamente la partenza e il giro della prima boa di bolina costituiscono lo spettacolo più accattivante in video. Si è così abbandonato ogni criterio tecnico di scelta, per sottomettersi all'incasso dei diritti televisivi.
 
S - E per quanto riguarda le altre scelte e gli Events deliberati dal Council dell'ISAF?
 
CR - Anche queste tendono a rendere più accattivanti le regate olimpiche allontanandosi, naturalmente, sempre più dai criteri di una scelta tecnica. Siamo ormai orientati soltanto verso barche a deriva destinate ad equipaggi più giovani, dimenticando completamente che la Vela mondiale è fatta per la maggior parte da regatanti di età media, si privilegiano le regate acrobatiche, vedi le scelte orientate sullo skiff anche femminile che va ad aggiungersi a quello maschile già esistente nella compagine delle barche olimpiche, giungendo persino a mettere in dubbio la permanenza della tavola a vela windsurf, che già difficilmente può essere definita barca a vela, per sostituirla con il kitesurf che è soltanto un oggetto da spettacolo.
 
S - Quali sono le sue conclusioni sul nuovo pacchetto di barche olimpiche per il 2016?
 
CR - Ritengo  di dover concludere con l'amara constatazione che l'Olimpiade della Vela sia diventata soltanto una Olimpiade da spettacolo, da assimilarsi a quella nel Nuoto sincronizzato e del Pattinaggio artistico.
 
 

Commenti

Marcone (non verificato)

Caro presidente, con grande rispetto mi permetto di dissentire dalle sue parole. L'introduzione dello skiff femminile è in ritardo di almeno 4 anni. Il mondo cambia ad una velocità incredibile ed anche le federazioni prima o poi se ne devono rendere conto. E poi me lo lasci dire ma da anni ogni volta che vedo le affascinanti foto di lei e Straulino arrampicati sulla falchetta della Star penso: 'Se solo Straulino e Rolandi fossero nati 50 anni dopo......i Sibello sul 49er forse lotterebbero per il 2 posto''

Carlo Rolandi (non verificato)

Comprendo il suo punto di vista, ma lei deve anche comprendere il mio. Lo skiff certamente risponde alla politica Isaf ma l’aver escluso completamente le barche a bulbo significa tagliare fuori da aspirazioni olimpiche quei regatanti che non hanno più l’età per barche acrobatiche. Il mondo della Vela non è fatto soltanto di barche a deriva, preferite e supportate da quelle Nazioni che hanno soltanto derive (laser e forse…skiff) e questo va tenuto presente. La ringrazio per avermi accumulato,con Straulino,ad un equipaggio che oggi sarebbe considerato di punta. Ma, ormai, sono soltanto ricordi di cinquant’anni fa! CARLO ROLANDI
Il cambiamento, e lo stare al passo con i tempi, fanno parte della vita e del progresso, e sono comportamenti doverosi per una organizzazione internazionale che deve anche dare conto a istituzioni superiori (vedi CIO). Ma credo di interpretare le risposte del presidente Rolandi alla nostra intervista - oltre che provenienti dal "cuore" di un ex starista - nel senso del disagio che si prova nel vedere lo sport della vela costretto a "inseguire" le esigenze televisive, fino al punto di snaturare se stesso. Skiff e classi plananti sono il presente e saranno anche il futuro della vela. Ma la vela resterà sempre uno sport in cui una barca naviga sull'acqua spinta dal vento, tra boe, portata dall'abilitò fisica e mentale dell'equipaggio. E la vela - oggi e in futuro - continuerà anche a essere fatta in equipaggio, da atleti di ogni età, su barche anche a chiglia. Credo che il punto chiave sia la rappresentanza alle Olimpiadi di tutti i settori della vela: tavole, derive acrobatiche e leggere per singoli e coppia, multiscafi, barche a chiglia per equipaggio (dove vince "la squadra"), match race.