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02/04/2017 - 20:27

Vela d'altura a scoppio ritardato

Sei una Scugnizza, niente titolo

Scugnizza, yacht d'altura plurivittorioso a livello nazionale e internazionale nelle ultime stagioni, viene colpito da una pesante sanzione sportiva: una Giuria Internazionale ad Atene la squalifica per aver violato la regola 69.1(a) per comportamento antisportivo, e di conseguenza revoca il titolo europeo vinto a Porto Carras, che va alla barca estone Katarina II (Arcona 340) - STORIA, FOTO E COMMENTI

 

(ORC) Scugnizza di Vincenzo De Blasio è stata squalificata da una Giuria Internazionale, convocata ad Atene per giudicare la pesante accusa di comportamento antisportivo che era stata rivolta allo scafo italiano. Dopo tre giorni di udienze, la Giuria ha stabilito che Scugnizza ha violato la regola 69.1 (a), squalificandola da tutte le regate del Campionato Europeo ORC disputato a Porto Carras, in Grecia, dal 3 al 10 luglio 2016. Il titolo viene quindi assegnato all'estone Aivar Tullberg, che con il suo Arcona 340 Katariina II diventa così il Campione Europeo ORC 2016 in Classe C. L'Italia 9.98 Sugar di Ott Kikkas, altra barca estone, passa al secondo posto e la greca Baximus, X-35 di Baxevanis Athanasios, al terzo. 

BRUNO FINZI, PRESIDENTE ORC: “La decisione è stata difficile e ha tardato ad arrivare per la complessità dei problemi legati alle differenze rilevate nell'assetto di stazza e in navigazione. Applaudiamo la Giuria per aver difeso l'integrità e i principi delle nostre regole e del nostro sport”, ha dichiarato Bruno Finzi, Presidente dell'ORC.

 

E ADESSO?

Vincere, far discutere, rivincere ancora, continuare a far discutere. Finora a Scugnizza era riuscito tutto, e poichè le chiacchiere le porta via il vento mentre i successi restano agli atti, sembrava che la storia desse ragione a barca e team dell'armatore Enzo De Blasio, napoletano classe 1949, un passato in Marina, passione per il volo (è pilota collaudatore), e una striscia di successi a vela che lo hanno portato, nel 2011 a vincere il premio Armatoree dell'anno, e del team manager Umberto Coppola.

Adesso però (e non è il primo aprile, appena passato) la favola di Scugnizza subisce un colpo pesante: la notizia della squalifica comminata alla barca italiana dalla Giuria Internazionale riunita ad Atene, oltre a togllere il titolo europeo 2016, torna ad aprire il vaso delle discussioni. Il tema è sempre lo stesso: stazza, stazza, stazza. Purtroppo il comunicato ORC ripreso dalla Federvela è assai scarno. Si parla però dell'articolo 69.1 del regolamento di regata quale causa della squalifica, cioè comportamento antisportivo.

Applicato alla stazza, l'unica cosa che viene in mente è che il team sia stato ritenuto dalla Giuria, verosimilmente al termine di accurate indagini e valutazioni, responsabile di un comportamento (azione o omissione) che ha portato a un certificato di stazza non confacente la realtà della barca stessa, della sua attrezzatura, costruzione, impostazione. Ma proprio Scugnizza, che aveva persino portato a bordo dei ragazzi di strada, a rischio, alla Tre Golfi?

Abbiamo chiesto all'ORC maggiori dettagli. Ci sembra giusto, laddove una barca italiana che aveva dato lustro alla nostra vela viene squalificata e definita antisportiva, i particolari siano chiari e noti a tutti, anche per la giusta conoscenza di chi è in questo settore, o magari di un team che sta preparando la barca per la stagione d'altomare.

Cosa ha fatto Scugnizza che non si può fare? Vogliamo restare alle voci di banchina (che poi non si capisce mai perchè - essendo così bene informate - non si siano tramutate esse stesse in proteste)? Queste (malelingue) dicono che Scugnizza addirittura nascondesse un invisibile gavone a poppa nascosto da una finta paratia, che veniva riempito d'acqua prima di entrare in porto in caso di controlli di stazza, e svuotato in regata. Tesi che ha preso piede all'Italiano Altura a Palermo, dove Scugnizza, fresca di titolo europeo, a sorpresa chiese un nuovo certificato di stazza, e alla fine si classificò solo dodicesima... Si disse che una minaccia di altra protesta di stazza, più decisa, avesse suggerito al team di smantellare il fantomatico gavone segreto, che peraltro nessuno ha mai visto. 

Neanche fossimo in un film di spionaggio, le dietrologie nella vicenda sono tante. Per esempio anche quella che la protesta di stazza originaria contro Scugnizza in Grecia fosse stata fatta da un team "finto" estone e in realtà italianissimo, e acerrimo rivale da tempo. Per esempio quella dei controlli di stazza ripetuti e minuziosi fatti anche all'Italiano di Palermo, con particolare riguardo ai bordi liberi, alla ricerca di variazioni millimetriche (senza peraltro rilevare nulla). Per esempio il fatto, abbastanza evidente, che costruttori, velai e designer "concorrenti" si facciano la "guerra" ormai non solo in mare, tra virate e buoni e scarsi, ma anche nell'istigare, presentare e reiterare proteste di stazza.

Insomma la vicenda di per sè è triste anche per la conclusione (ammesso che sia tale, perchè adesso ci possiamo aspettare ricorsi in appello e chissà cos'altro), ma è prima di tutto una spia, un allarme acceso, su certe pratiche che mettono in difficoltà tutto un settore. Finzi plaude: ma è amaro che debba essere una Giuria a difendere l'integrità e i principi delle regole del gioco.

 

Commenti

giuliano perego (non verificato)

forse qualcosa di più si capisce qui: http://orci.ncth.gr/docs/protest9-a.pdf Nella sostanza, pare che dall'analisi dei due certificati presi in esame e delle modifiche verificate sull'imbarcazione non si spieghino le rilevanti variazioni di assetto e di peso della barca. Immagino che questo sia l'esito di una analisi accurata e fatta in contraddittorio con rappresentanti del team. Sono curioso di sentire i commenti alla decisione del team Scugnizza.