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18/08/2013 - 02:24

Finale Louis Vuitton Cup: inizio folle!

What are you
sinking about?!

!--paging_filter--strongVento a 20 nodi. Luna Rossa rompe la deriva e si arrende subito. Ed è la cosa più normale... ETNZ sfugge al controllo e si infila letteralmente in acqua con entrambi gli scafi. Coperta danneggiata. Due uomini mare. Bilancio: 1-0 e seconda regata rinviata. Il "circo" torna domani... RIVEDI TUTTO/strong!--break--br / br / br / br / E' iniziata la finale della Louis Vuitton Cup, una sola regata vinta da Emirates Team New Zealand, ma che avvio! Colpi di scena a ripetizione, avarie, vento forte sin dall'inizio (19 nodi, cresciuti fino a 22 con raffiche a 23), e sensazione di difficoltà per entrambe le barche. Il bilancio di fine giornata è: ETNZ 1 Luna Rossa 0. E entrambe le barche tornano in porto con un inventartio di danni notevole. Sarà una notte di lavori in cantiere per entrambi i team. Domani seconda giornata e sempre due prove in programma, la terza e quarta. La seconda di oggi annullata sarà recuperata in un giorno di riserva.br / br / Insomma, qusi un bollettino di guerra più che un resoconto di regata. I mostruosi AC72, anche quelli teoricamente più rodati e affidabili come kiwi e italiani, fanno capire di essere ancora delle bestie difficili da domare, facili a imbizzarrirsi, non perdonano la minima distrazione. E pensare che siamo solo all'inizio... Più la stagione avanza e più il vento di San Francisco è previsto in aumento. Ne vedremo delle belle, state pronti. Quello di oggi è stato un antipasto.br / br / Se la rottura della deriva (una scheggiatura scoperta da Max Sirena, forse doviuta all'urto con un oggetto) di Luna Rossa può essere un evento "normale", che rientra nelle eventualità di una regata anche tradizionale, quello che ha impressionato è quanto succxesso ai neozelandesi, che pure sono i vincitori della giornata.br / br / Vedrete e rivedrete quanto accaduto in boa. ETNZ sfugge al controllo di Dean Barker e i due scafi si infilano come lame nell'acqua, in profondità, fino a due terzi della lunghezza. Velocità da 32 nodi a 2 in un secondo. Un botto pazzesco: l'equipggio vola di due tre metri avanti nella frenata, solo Barker si regge alla ruotra (ma ci sbatte uno zigomo). Quando si esce dalla nuvola di acqua, due uomini sono finiti in mare. A bordo uno si mette le mani sul casco. Scena abbastanza drammatica. Anche da Luna Rossa la seguono con apprensione. Quando la barca riemerge, si vede una grande rottura sulla coperta, e l'equipaggio che ispeziona freneticamente le traverse e le altre zone calde, per verificare eventuali danni strutturali.br / br / Tutto sommato è un fatto notevole che ETNZ non si sia rotta e che non ci siano stati danni importanti a barca op uomini. I kiwi hanno finito la regata e incxassato l'1-0 che li avvicina alla Coppa America e a Oracle. Luna Rossa impotente: il danno non poteva essere riparato in mare. Il rinvio della giornata è un sollievo per gli uomini di Patrizio Bertelli, che dal gommone ha seguito in acqua l'intenso susseguirsi degli eventi.br / br / Arrivederci a domani. Il circo ritorna. Ma le domande si fanno sempre più pressanti. Una più di tutte: dov'è la vela, in tutto ciò?br / br / RIVEDI IL VIDEO DELLA REGATAiframe allowfullscreen="" src="//www.youtube.com/embed/OxKPYa-5s_M" frameborder="0" height="372" width="620"/iframebr / br / strongSTORIA DELLA GIORNATA/strongbr / La giornata di vento teso ha creato non pochi problemi agli equipaggi, messi in difficoltà da alcuni problemi tecnici che hanno interessato entrambi gli AC72. La differenza è che mentre Luna Rossa ha dovuto abbandonare la regata, i kiwi hanno dovuto fare i conti con uno spavento non da poco.br / nbsp;br / Luna Rossa è stata messa all’angolo da un problema al sistema di sollevamento di una deriva già prima del via. Un contrattempo che è tornato a manifestarsi subito dopo la prima boa.br / nbsp;br / “Una parte del sistema di sollevamento si è rotta – ha spiegato lo skipper di Luna Rossa, Max Sirena – Nei giorni scorsi avevamo lavorato proprio in quel punto per migliorare l’aerodinamica. Abbiamo spostato il punto di attacco e rifinito il bordo. Prima di oggi avevamo navigato cinque giorni con questa nuova soluzione. Fortunatamente il cedimento si è registrato di bolina, altrimenti sarebbe finita con un’altra ingavonata”.br / nbsp;br / Avanti di 7 secondi alla prima boa, Emirates Team New Zealand ha continuato a guadagnare terreno su una Luna Rossa in difficoltà. Una cavalcata solitaria, che in occasione del passaggio della terza boa ha vissuto attimi di grande tensione.br / nbsp;br / Aotearoa, l’AC72 dei kiwi, aveva appena doppiato la boa al vento e stava iniziando a volare sui foil quando è stato investito da una raffica improvvisa. Il maxi catamarano ha finito per ingavonare, immergendosi nell’acqua sino alla traversa di prua. La decelerazione è stata improvvisa e ha visto la barca passare dai 40 ai 13 nodi nel giro di pochi istanti. A pagare dazio sono stati due uomini dell’equipaggio, Rob Waddell e Chris Ward, spazzati via dall'acqua. Recuperati dai mezzi di appoggio non hanno riportato alcuna conseguenze. Danni invece si sono registrati a bordo dell’AC72, uscito dal sinistro con i fairing del trampolino di prua quasi distrutti e l’equipaggio visibilmente scosso.br / br / “In questo tipo di regate le barche sono incredibilmente potenti. Avete visto di che accelerazione sono capaci quando si doppia la boa al vento – ha spiegato Dean Baker – Siamo arrivati alla boa sotto raffica. Durante la manovra la velocità è salita moltissimo ma sono sicuro che ci sono molte cose che avremmo potuto fare meglio”.br / nbsp;br / “Siamo davvero felici che tutti stiano bene. Ciascuno di noi è un po’ scosso, ma si tratta di regate e questo tipo di vela è pieno di cose del genere,” ha concluso lo skipper kiwi.br / nbsp;br / A raccontare quanto accaduto a bordo è stato il grinder Chris McAsey: “Lavoro sulla colonnina più avanzata e in quel momento l’ho stretta con tutte le forze nel tentativo di non finire in mare. Assieme a Jeremy Lomas sono stato il primo a finire sott’acqua. Ho visto tutto bianco e quando siamo riemersi c’erano pezzi di carbonio rotto e mancavano due ragazzi dell’equipaggio. I soccorsi sono scattati immediatamente”.br / nbsp;br / “E’ stata una giornata interessante – ha concluso McAsey – Non vedevamo l’ora di iniziare la finale della Louis Vuitton Cup, ma certo non ci aspettavamo nulla di tutto ciò”.br / nbsp;br / L’aumentare del vento, finito oltre il limite dei 19.3 nodi, ha consigliato al Comitato di Regata di rinviare a oggi, domenica 18 agosto, la seconda prova. L’orario di inizio è fissato per le 13.10 ora del Pacifico (le 22.10 italiane), mentre la gara tre dovrebbe svolgersi a partire dalle 14.10 (le 23.10 italiane).br / nbsp;br / Prima dell’inizio della finale ORACLE TEAM USA aveva svolto due regate di prova impiegando i suoi due AC72. James Spithill ha avuto la meglio su Ben Ainslie per 33 secondi.br / nbsp;br / “Abbiamo davvero un grande sailing team. Poter contare su due barche molto competitive è un grande vantaggio per noi – ha spiegato Spithill – Questa è la parte più importante della nostra campagna. Per riuscire in una cosa del genere devi avere un grande shore team e un valido team progettuale. Per quanto riguarda me e Ben Ainslie possiamo dire che ce le diamo di santa ragione, spingendoci al limite reciprocamente. Crediamo sia il modo migliore di preparare la finale dell’America’s Cup”.br / br / Louis Vuitton Cup, finale (al meglio delle 13 regate)br / br / Luna Rossa Challenge – 0br / Emirates Team New Zealand – 1br / br /

Commenti

Lamberto (non verificato)

Le ingavonate in poggiata solo all'ordine del giorno in ogni regata di catamarano...e anche gli AC72 come tali
E' vero...Ma una cosa è ingavonare un Hobie o un Nacra, e altra cosa (altre forze in gioco, altre cubature d'acqua, altre velocità istantanee) è farlo con un AC72. Senza dimenticare che i piccoli cat da regata o da spiaggia sono usati da molti anni, e i loro utenti hanno imparato a gestirli e sanno come si comportano, mentre questi "mostri" si dimostrano ancora in gran parte "estranei" anche agli equipaggi stellari della Coppa. Learning curve, qualcuno la chiama. Con i rischi che ne fanno parte...