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20/12/2014 - 19:00
Volvo Ocean Race Backstage
Volvo Ocean Race Backstage
Vestas, iniziata
l'operazione recupero
l'operazione recupero
“Ogni tanto mi sembra di risvegliarmi da un brutto sogno e mi dico, caspita è l'incubo peggiore che abbia fatto da tanto tempo.” E' così che vive la situazione il capo del team di supporto a terra per Vestas Wind. Intanto, lo skipper Chris Nicholson torna sul "luogo del delitto", per recuperare la barca naufragata. Obiettivo ripulire l'ambiente e salvare elementi per una (eventuale) barca nuova. LA VOLVO OCEAN RACE VARA RICERCA DI ESPERTI SULLE CAUSE DEL NAUFRAGIO
Team Vestas Wind, lo scafo azzurro della squadra danese alla Volvo Ocean Race, non sarà più una barca a vela in grado di navigare. Ma Team Vestas Wind, come squadra di velisti, professionisti e uomini, è viva e continua a lavorare al suo meglio per risolvere i molti problemi seguiti al naufragio. Resta in piedi l'ipotesi di una nuova barca (c'è chi giura che da Persico si stia già realizzando lo scafo), e intanto si torna a Carajos per una delicata operazione di recupero.
Lo skipper di Team Vestas Wind Chris Nicholson è tornato sulla remota barriera corallina dell'oceano Indiano per aiutare e soprintendere alla complessa operazione di recupero della barca, gravemente danneggiata dopo essersi incagliata durante la seconda tappa della Volvo Ocean Race quasi tre settimane fa.
Il quarantacinquenne velista australiano è tornato a Mauritius la scorsa notte, il 17 dicembre, per raggiunger il capo dello shore team Neil Cox, che sta coordinando l'operazione. Cox è uno degli uomini più esperti nel mondo della vela oceanica ma la sfida di liberare la barca dalla barriere corallina di Cargados Carajos Shoals (St Brandon), è un progetto del tutto nuovo e inaspettato anche per lui. La barca si è incagliata nel pomeriggio del 29 novembre, quando ha colpito a una velocità di circa 19 nodi il reef, costringendo Nicholson e gli altri otto componenti dell'equipaggio ad abbandonarla, fortunatamente senza conseguenze per gli uomini.
“Il nostro obiettivo è quello di riportare la barca a galleggiare per raggiungere la laguna e acque più protette.” Ha spiegato Cox. “Ciò potrebbe evitare che la barca continui a distruggersi sulla barriera e, al tempo stesso, una volta raggiunta l'altra parte del reef, cercare di riportarla a uno stato che ci permetta o di rimorchiarla a Mauritius oppure di usare la gru di una nave della Maersk Line per caricarla a bordo.”
Cox, che ha lavorato con Nicholson su due campagne precedenti della Volvo Ocean Race ha aggiunto che: “In passato mi si sono presentati scenari abbastanza strani, ma questo è davvero unico.” Nicholson e Cox hanno predisposto l'operazione di salvataggio nella capitale di Mauritius Port Louis, con l'appoggio delle risorse locali e affittando una barca che useranno come base, avendo potuto sdoganare tutte le attrezzature necessarie e ottenendo i permessi per tornare nell'arcipelago, a circa 430 chilometri di distanza dal luogo dove si trova la barca.
“Faremo base su questo mezzo di appoggio, all'interno della laguna, che si trova sottovento alla barriera e a circa due miglia e mezzo dalla barca. Il mezzo ha le necessarie strutture per permetterci di vivere a bordo, perché non potremmo vivere sull'isola. Abbiamo anche affittato delle barche da pesca locali per attraversare la laguna. Bisognerà però verificare quanto p solida la barca dal punto di vista strutturale e che cosa sia necessario per poterla far rigalleggiare. Prevediamo di portare con noi ogni pezzo che galleggi.” Ha spiegato ancora Cox. “Vogliamo recuperare il più possibile. Cercheremo di fare il possibile per riprendere qualsiasi cosa che possa essere riciclata o usata per una potenziale nuova barca, Però si tratta di un luogo molto pericoloso dove lavorare, non ci sono tutte le strutture degli stopover, è nel mezzo dell'oceano e siamo da soli. E, per quanto non voglia fare battute sugli squali, sì ci sono molti squali sulla barriera durante la notte.”
Cox ammette che pur avendo visto cose incredibili durante la sua carriera, questa situazione continua a lasciarlo senza parole. “Ogni tanto mi sembra di risvegliarmi da un brutto sogno e mi dico, caspita è l'incubo peggiore che abbia fatto da tanto tempo.”
ECCO IL POOL DI ESPERTI DAI QUALI VOLVO OCEAN RACE VUOLE LA VERITA'. IL RISULTATO DELL'INCHIESTA SARA' PRESENTATO ALLO STOPOVER DI AUCKLAND (FEBBRAIO 2015)
Gli organizzatori della Volvo Ocean Race hanno commissionato un rapporto indipendente sull'incagliamento della barca di Team Vestas Wind su una barriera corallina nell'oceano Indiano.
L'incidente è avvenuto lo scorso 29 novembre durante la disputa della seconda tappa della dodicesima edizione del giro del mondo a vela in equipaggio. Tutti gli uomini del team non hanno riportato danni fisici. La barca, Vestas Wind, si è incagliata sulla barriera corallina delle Cargados Carajos Shoals (St. Brandon), a circa 240 miglia a nord-est di Mauritius.
Un gruppo di esperti, guidato dal contrammiraglio Chris Oxenbould redigerà il rapporto che verrà fornito alla Volvo Ocean Race entro il 31 gennaio 2015. Gli organizzatori intendono rendere pubbliche le risultanze del rapporto per fare in modo che possano aiutare l'intera comunità della vela e non solo l'evento specifico. Il rapporto sarà pubblicato durante la tappa di Auckland (27 febbraio – 15 marzo 2015).
L'inchiesta sarà svolta attingendo a una serie di fonti fra cui velisti dei team avversari, componenti del comitato di regata, fornitori di carte nautiche elettroniche e enti per la sicurezza in mare. Il contrammiraglio Oxenbould in precedenza ha occupato la posizione di vice capo della Marina militare australiana ed è un esperto navigatore oceanico, con una conoscenza particolarmente approfondita dei sistemi di navigazione. E' anche presidente del comitato per la sicurezza in mare della federazione australiana della vela.
A collaborare con Oxenbould saranno l'esperto navigatore oceanico Stan Honey, che ha vinto la Volvo Ocean Race nell'edizione 2005-06 come navigatore a bordo di ABN AMRO ONE, e Chuck Hawley che è presidente del comitato americano per la sicurezza della navigazione a vela.
Il gruppo esaminerà in dettaglio:
> l'accaduto e i motivi per cui Vestas Wind si è incagliata
> prenderà in considerazione tutte le procedure amministrative e la documentazione di regata
> esaminerà le procedure di emergenza messe in atto e la loro efficacia
> pubblicherà i risultati del rapporto e emetterà delle raccomandazioni per eventuali cambiamenti delle regole di regata, delle procedure, degli aspetti amministrativi, della documentazione, delle barche e dell'attrezzatura che possano essere utili a prevenire il ripetersi di simili incidenti.
Team Vestas Wind sta fornendo la sua piena collaborazione al gruppo di lavoro.
Team Vestas Wind, lo scafo azzurro della squadra danese alla Volvo Ocean Race, non sarà più una barca a vela in grado di navigare. Ma Team Vestas Wind, come squadra di velisti, professionisti e uomini, è viva e continua a lavorare al suo meglio per risolvere i molti problemi seguiti al naufragio. Resta in piedi l'ipotesi di una nuova barca (c'è chi giura che da Persico si stia già realizzando lo scafo), e intanto si torna a Carajos per una delicata operazione di recupero.
Lo skipper di Team Vestas Wind Chris Nicholson è tornato sulla remota barriera corallina dell'oceano Indiano per aiutare e soprintendere alla complessa operazione di recupero della barca, gravemente danneggiata dopo essersi incagliata durante la seconda tappa della Volvo Ocean Race quasi tre settimane fa.
Il quarantacinquenne velista australiano è tornato a Mauritius la scorsa notte, il 17 dicembre, per raggiunger il capo dello shore team Neil Cox, che sta coordinando l'operazione. Cox è uno degli uomini più esperti nel mondo della vela oceanica ma la sfida di liberare la barca dalla barriere corallina di Cargados Carajos Shoals (St Brandon), è un progetto del tutto nuovo e inaspettato anche per lui. La barca si è incagliata nel pomeriggio del 29 novembre, quando ha colpito a una velocità di circa 19 nodi il reef, costringendo Nicholson e gli altri otto componenti dell'equipaggio ad abbandonarla, fortunatamente senza conseguenze per gli uomini.
“Il nostro obiettivo è quello di riportare la barca a galleggiare per raggiungere la laguna e acque più protette.” Ha spiegato Cox. “Ciò potrebbe evitare che la barca continui a distruggersi sulla barriera e, al tempo stesso, una volta raggiunta l'altra parte del reef, cercare di riportarla a uno stato che ci permetta o di rimorchiarla a Mauritius oppure di usare la gru di una nave della Maersk Line per caricarla a bordo.”
Cox, che ha lavorato con Nicholson su due campagne precedenti della Volvo Ocean Race ha aggiunto che: “In passato mi si sono presentati scenari abbastanza strani, ma questo è davvero unico.” Nicholson e Cox hanno predisposto l'operazione di salvataggio nella capitale di Mauritius Port Louis, con l'appoggio delle risorse locali e affittando una barca che useranno come base, avendo potuto sdoganare tutte le attrezzature necessarie e ottenendo i permessi per tornare nell'arcipelago, a circa 430 chilometri di distanza dal luogo dove si trova la barca.
“Faremo base su questo mezzo di appoggio, all'interno della laguna, che si trova sottovento alla barriera e a circa due miglia e mezzo dalla barca. Il mezzo ha le necessarie strutture per permetterci di vivere a bordo, perché non potremmo vivere sull'isola. Abbiamo anche affittato delle barche da pesca locali per attraversare la laguna. Bisognerà però verificare quanto p solida la barca dal punto di vista strutturale e che cosa sia necessario per poterla far rigalleggiare. Prevediamo di portare con noi ogni pezzo che galleggi.” Ha spiegato ancora Cox. “Vogliamo recuperare il più possibile. Cercheremo di fare il possibile per riprendere qualsiasi cosa che possa essere riciclata o usata per una potenziale nuova barca, Però si tratta di un luogo molto pericoloso dove lavorare, non ci sono tutte le strutture degli stopover, è nel mezzo dell'oceano e siamo da soli. E, per quanto non voglia fare battute sugli squali, sì ci sono molti squali sulla barriera durante la notte.”
Cox ammette che pur avendo visto cose incredibili durante la sua carriera, questa situazione continua a lasciarlo senza parole. “Ogni tanto mi sembra di risvegliarmi da un brutto sogno e mi dico, caspita è l'incubo peggiore che abbia fatto da tanto tempo.”
ECCO IL POOL DI ESPERTI DAI QUALI VOLVO OCEAN RACE VUOLE LA VERITA'. IL RISULTATO DELL'INCHIESTA SARA' PRESENTATO ALLO STOPOVER DI AUCKLAND (FEBBRAIO 2015)
Gli organizzatori della Volvo Ocean Race hanno commissionato un rapporto indipendente sull'incagliamento della barca di Team Vestas Wind su una barriera corallina nell'oceano Indiano.
L'incidente è avvenuto lo scorso 29 novembre durante la disputa della seconda tappa della dodicesima edizione del giro del mondo a vela in equipaggio. Tutti gli uomini del team non hanno riportato danni fisici. La barca, Vestas Wind, si è incagliata sulla barriera corallina delle Cargados Carajos Shoals (St. Brandon), a circa 240 miglia a nord-est di Mauritius.
Un gruppo di esperti, guidato dal contrammiraglio Chris Oxenbould redigerà il rapporto che verrà fornito alla Volvo Ocean Race entro il 31 gennaio 2015. Gli organizzatori intendono rendere pubbliche le risultanze del rapporto per fare in modo che possano aiutare l'intera comunità della vela e non solo l'evento specifico. Il rapporto sarà pubblicato durante la tappa di Auckland (27 febbraio – 15 marzo 2015).
L'inchiesta sarà svolta attingendo a una serie di fonti fra cui velisti dei team avversari, componenti del comitato di regata, fornitori di carte nautiche elettroniche e enti per la sicurezza in mare. Il contrammiraglio Oxenbould in precedenza ha occupato la posizione di vice capo della Marina militare australiana ed è un esperto navigatore oceanico, con una conoscenza particolarmente approfondita dei sistemi di navigazione. E' anche presidente del comitato per la sicurezza in mare della federazione australiana della vela.
A collaborare con Oxenbould saranno l'esperto navigatore oceanico Stan Honey, che ha vinto la Volvo Ocean Race nell'edizione 2005-06 come navigatore a bordo di ABN AMRO ONE, e Chuck Hawley che è presidente del comitato americano per la sicurezza della navigazione a vela.
Il gruppo esaminerà in dettaglio:
> l'accaduto e i motivi per cui Vestas Wind si è incagliata
> prenderà in considerazione tutte le procedure amministrative e la documentazione di regata
> esaminerà le procedure di emergenza messe in atto e la loro efficacia
> pubblicherà i risultati del rapporto e emetterà delle raccomandazioni per eventuali cambiamenti delle regole di regata, delle procedure, degli aspetti amministrativi, della documentazione, delle barche e dell'attrezzatura che possano essere utili a prevenire il ripetersi di simili incidenti.
Team Vestas Wind sta fornendo la sua piena collaborazione al gruppo di lavoro.
Johnk12 (non verificato)