News | Regata > Vela Oceanica
26/01/2013 - 13:54
L'inglese cambia rotta e resta vicino al francese senza chiglia in tempesta
L'inglese cambia rotta e resta vicino al francese senza chiglia in tempesta
Thomson & Dick, lezioni di marineria
E' Vendée Globe show: i primi irrefrenabili attesi all'arrivo domenica mattina, e dietro i due "terzi classificati", Jean Pierre Dick e Alex Thomson che navigano vicini per scelta: una storia di mare e di sport da raccontare ai giovani
Le storie che fanno bello lo sport della vela, che lo rendono unico come può esserlo solo navigare sull'elemento mare, vivono i loro giorni straordinari. Il giro del mondo in barca a vela in solitario, impresa già epica in partenza, si sta concludendo con lo spettacolo senza tempo delle grandi gesta dei marinai. Ci sono due skipper in lotta per la vittoria, sono due giovani, trentenni d'assalto, la nuova generazione dei navigatori del terzo millennio eredi di tradizioni valorose e nomi storici. Francoise Gabart e Armel Le Cleac'h arriveranno a Les Sables domenica mattina, un giorno di festa in tutti i sensi e per tutta la vela: le nuove stime li danno in arrivo tra le 10 e le 13, separati da 3-4 ore. Onore al merito di questi grandi velisti. Ci sarà tempo per analizzare le imprese che hanno compiuto, le barche e le tecniche con le quali hanno segnato un nuovo passo nella storia della navigazione.
Ma come ogni grande evento sportivo c'è un podio da completare, c'è il terzo posto. E per il terzo posto c'è una storia incredibile, bella ed emozionante da raccontare. Jean Pierre Dick, che ha perso la chiglia e naviga già da tre giorni sul suo 60 piedi come se fosse un Laser (anzi, un Laser con la deriva mezza alzata, fatte le proporzioni, perchè Virbac Paprec 3 ha solo due derive laterali canard, oltre a mancare completamente di bulbo e quindi peso raddrizzante) in mezzo all'Atlantico (fotografate il gesto e già vi renderete conto del livello di abilità marinaresca di cui stiamo parlando). Il suo dilemma (continuare o fermarsi alle Azzorre) ha fatto il giro del mondo e dei cuori di tutti i velisti e i marinai. Ora pare che la scelta sia fatta, forse. Dick vuole provare a continuare: ha virato e continua a stare dritto e a correre a 10 nodi. Pazzesco, fortissimo, coraggioso.
Dunque Dick tenta la scommessa: chiudere comunque il suo Vendée con le ultime 2000 miglia senza chiglia guidando una barca mezza impazzita. Ma c'è dell'altro, il resto della storia.
Il resto della storia si chiama Alex Thomson, l'inglese che è quarto e insegue da vicino proprio Dick. L'inglese è uno tosto, al quale già sono successi vari incidenti, avarie, ribaltamenti, è stato salvato durante la Velux 5 Ocean dalla sua barca rovesciata senza chiglia, insomma si rende conto in prima persona di cosa sta vivendo Dick. Che non è più un rivale per il podio della regata, è un collega, un marinaio, un uomo, un fratello in mezzo al mare, in coraggiosa difficoltà, ma in difficoltà. E non lontano da lui. Così anche Thomson fa la sua scelta.
Aveva virato e avrebbe potuto navigare stringendo il vento (che nel frattempo aumenta) facendo rotta diretta per l'arrivo, e suparando di slancio Dick. Invece ha annunciato un cambio di rotta, con queste parole: "Ho poggiato e rallentato, e ho deciso di stare vicino a Jean Pierre. Ho pensato molto a lui e alle sue opzioni, e ho deciso di stare con lui finchè non abbia scelto se continuare o fermarsi e sia contento della sua scelta. Stanotte ci passerrà sopra un fronte freddo e con venti forti, non sappiamo nè io nè lui come reagirà la sua barca. Stargli vicino può darci la possibilità di fare qualcosa, se dovesse servire. JP è un grandissimo marinaio e sa cosa fare in tutta sicurezza. Ma se io fossi al suo posto, vorrei avere un compagno nelle vicinanze! Preciso che lui non mi ha chiesto in alcun modo assistenza, semplicemente non me la sento di orzare e andarmene lasciandolo solo finchè non avremo tutti capito le sue intenzioni. E' semplicissimo, Cercherò di stare nei pressi (sono a 1 miglio di distanza, ndr) finchè il peggio non sia passato, e poi deciderò: se JP sarà più sicuro e decicderà di proseguire, io cazzerò le vele e farò la mia corsa. Quello che non farò è senz'altro andarmene adesso con il problema che ha e con la tempesta in arrivo, senza prima aver capito se è in grado di continuare in sicurezza."
Le storie che fanno bello lo sport della vela, che lo rendono unico come può esserlo solo navigare sull'elemento mare, vivono i loro giorni straordinari. Il giro del mondo in barca a vela in solitario, impresa già epica in partenza, si sta concludendo con lo spettacolo senza tempo delle grandi gesta dei marinai. Ci sono due skipper in lotta per la vittoria, sono due giovani, trentenni d'assalto, la nuova generazione dei navigatori del terzo millennio eredi di tradizioni valorose e nomi storici. Francoise Gabart e Armel Le Cleac'h arriveranno a Les Sables domenica mattina, un giorno di festa in tutti i sensi e per tutta la vela: le nuove stime li danno in arrivo tra le 10 e le 13, separati da 3-4 ore. Onore al merito di questi grandi velisti. Ci sarà tempo per analizzare le imprese che hanno compiuto, le barche e le tecniche con le quali hanno segnato un nuovo passo nella storia della navigazione.
Ma come ogni grande evento sportivo c'è un podio da completare, c'è il terzo posto. E per il terzo posto c'è una storia incredibile, bella ed emozionante da raccontare. Jean Pierre Dick, che ha perso la chiglia e naviga già da tre giorni sul suo 60 piedi come se fosse un Laser (anzi, un Laser con la deriva mezza alzata, fatte le proporzioni, perchè Virbac Paprec 3 ha solo due derive laterali canard, oltre a mancare completamente di bulbo e quindi peso raddrizzante) in mezzo all'Atlantico (fotografate il gesto e già vi renderete conto del livello di abilità marinaresca di cui stiamo parlando). Il suo dilemma (continuare o fermarsi alle Azzorre) ha fatto il giro del mondo e dei cuori di tutti i velisti e i marinai. Ora pare che la scelta sia fatta, forse. Dick vuole provare a continuare: ha virato e continua a stare dritto e a correre a 10 nodi. Pazzesco, fortissimo, coraggioso.
Dunque Dick tenta la scommessa: chiudere comunque il suo Vendée con le ultime 2000 miglia senza chiglia guidando una barca mezza impazzita. Ma c'è dell'altro, il resto della storia.
Il resto della storia si chiama Alex Thomson, l'inglese che è quarto e insegue da vicino proprio Dick. L'inglese è uno tosto, al quale già sono successi vari incidenti, avarie, ribaltamenti, è stato salvato durante la Velux 5 Ocean dalla sua barca rovesciata senza chiglia, insomma si rende conto in prima persona di cosa sta vivendo Dick. Che non è più un rivale per il podio della regata, è un collega, un marinaio, un uomo, un fratello in mezzo al mare, in coraggiosa difficoltà, ma in difficoltà. E non lontano da lui. Così anche Thomson fa la sua scelta.
Aveva virato e avrebbe potuto navigare stringendo il vento (che nel frattempo aumenta) facendo rotta diretta per l'arrivo, e suparando di slancio Dick. Invece ha annunciato un cambio di rotta, con queste parole: "Ho poggiato e rallentato, e ho deciso di stare vicino a Jean Pierre. Ho pensato molto a lui e alle sue opzioni, e ho deciso di stare con lui finchè non abbia scelto se continuare o fermarsi e sia contento della sua scelta. Stanotte ci passerrà sopra un fronte freddo e con venti forti, non sappiamo nè io nè lui come reagirà la sua barca. Stargli vicino può darci la possibilità di fare qualcosa, se dovesse servire. JP è un grandissimo marinaio e sa cosa fare in tutta sicurezza. Ma se io fossi al suo posto, vorrei avere un compagno nelle vicinanze! Preciso che lui non mi ha chiesto in alcun modo assistenza, semplicemente non me la sento di orzare e andarmene lasciandolo solo finchè non avremo tutti capito le sue intenzioni. E' semplicissimo, Cercherò di stare nei pressi (sono a 1 miglio di distanza, ndr) finchè il peggio non sia passato, e poi deciderò: se JP sarà più sicuro e decicderà di proseguire, io cazzerò le vele e farò la mia corsa. Quello che non farò è senz'altro andarmene adesso con il problema che ha e con la tempesta in arrivo, senza prima aver capito se è in grado di continuare in sicurezza."
Tutto qui. Semplice come bere un bicchiere d'acqua e fare il giro del globo a vela da soli in 80 giorni o giù di lì. Il mare, la navigazione, la vela, sono soprattutto semplicità. Dovrebbero esserlo sempre, anche di più, e come tali dovrebbero essere comunicate. Come questa storia ordinaria di marinai e uomini straordinari in mezzo all'oceano per sport, andrebbe raccontata ai giovani per divulgare i valori dell'andar per mare.
fcolivicchi