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08/12/2013 - 22:29

Mini Transat: non solo Giancarlo Pedote

La giovane Italia
conquista l'oceano

!--paging_filter--strongUna domenica italiana a Point-a-Pitre, con l’arrivo di due navigatori azzurri: all’alba Michele Zambelli (23 anni) chiude al 10° tra i Proto, e a mezzogiorno Alberto Bona (27 anni) conquista il 5° tra i Serie. La firma italiana sulla Mini Transat dei record è un raggio sul futuro. DICHIARAZIONI, FOTO E VIDEO/strong!--break--br / nbsp;br / br / strongdi Fabio Colivicchi/strongbr / br / Sono giovani e italiani, vanno a vela in oceano e arrivano davanti a molti francesi. Eccoli, i piccoli-grandi italiani della vela oceanica, i compagni del super Giancarlo Pedote, secondo da dominatore e con rabbia. Sono arrivati quasi insieme, a distanza di 6 ore dopo 24 giorni di oceano.br / br / Michele Zambelli con Fontanot 342, ha tagliato la linea alle 5,55 dell’alba, solo 20 minuti dopo Annabelle Boudinot, su una barca nuovissima, Agro650.org 791. E’ nella top ten della classifica dei Prototipi, 31 iscritti e 18 classificati dopo una lunga selezione. Un bel piazzamento, una bella Mini Transat, equilibrata e coraggiosa. Inutile chiedersi cosa farà da grande.br / br / Alle 12,31 un altro tricolore (bianco-rosso-verde) è sventolato all’arrivo di Point-a-Pitre, è quello di Alberto Bona, con il suo Onlinesim.it 507, il quale ha concluso con un piazzamento strepitoso: quinto tra le barche di Serie.br / nbsp;br / L’Italia della vela comincia a dire parecchio anche a livello oceanico, c’è una vera generazione che si affaccia. I casi isolati, per quanto clamorosi alla Giovanni Soldini, si moltiplicano, trovano eco e continuità. Ormai nelle nazioni che guidano anche culturalmente la disciplina dello yachting oceanico, sono parecchi i nomi (e cognomi) italiani che contano, migliorano, battono o sfidano i migliori, cominciano a circolare. Non solo nei Mini, ma sui Mini la maggior parte di essi inizia, si forma. Pedote 4 anni fa era quarto tra i Serie, oggi è il grande che ha sfiorato il trionfo (e a livello umano e marino lo ha avuto tutto). Oggi c’è un Bona 5° tra i Serie, perché non pensare che possa emularlo? E di uno Zambelli giovanissimo, con barca quasi d’epoca, non si può che pensare benissimo. Se è vero che Gaetano Mura, dopo la sua Mini Transat, è nel giro dei circuiti che contano, con il Class40.br / nbsp;br / Ecco perchè questa è una domenica di vela italiana che manda un raggio luminoso verso il futuro.br / br / strongIL RACCONTO DI FRANCESCA PRADELLI (CLASSE MINI ITALIA) DA GUADALUPA/strongbr / emSono le 630 di mattina in Guadalupe, ma il sole è già sorto da mezz’ora e per fortuna non piove più. Cercherò di mettere “rewind” alla mia memoria, fin da sabato notte, anche se sembra essere passata una vita. In mare e per gli arrivi, la concezione del tempo è molto relativa.br / br / Al Villaggio Mini c’era fermento sin da sabato pomeriggio: Annabelle Boudinot e Michele Zambelli erano alle ultime miglia di battaglia per il 9° posto, dopo un inseguimento durato giorni e giorni…prima davanti Michele, poi davanti Annabelle, Michele, Annabelle… Nella volata finale verso l’arrivo, Annabelle, che ha un Proto molto più veloce di Fontanot e cui serve meno tela di 342 per andare forte, ha superato Fontanot ed è arrivata sul pontile d’onore davanti alle tende del Villaggio Mini pochi minuti prima di Michele. Il tempo di corsa di quest’ultimo è di 24 giorni, 20 ore, 10 minuti e 3 secondi.br / br / Appena la Boudinot ha ormeggiato, siamo saliti sul gommone dell’organizzazione per andare ad accogliere Michele, che aveva già tagliato la linea del traguardo. Appena vediamo Fontanot nella notte partono gli applausi, i festeggiamenti e ci avviciniamo a Michele per dargli la sua prima birretta dopo così tanti giorni e per passargli il telefono per salutare la sua famiglia. Michele è tranquillo, emozionato ma tranquillo, chiede notizie degli altri e poi in pochi minuti si arriva al Villaggio, parte la canzone che Michele aveva scelto per il suo arrivo e un bel gruppo di persone comincia a scandire “MI CHE LE, MI CHE LE”. Sono tutti affezionati a lui, gli fanno le feste, sono sinceramente contenti di vederlo.br / br / Dopo le foto e le interviste di rito, Michele riceve un piccolo regalo da parte dell’organizzazione: boxer e cappello di babbo Natale, con cui finisce nelle acque del porto per il classico bagno per celebrare l’arrivo di questa regata storica.br / br / È felice Michele, ma anche un po’ serio, comprende che quello che ha desiderato per 3 anni e 25 giorni è finito, che bisogna cominciare un progetto nuovo.br / br / È normale, fisiologico, Il senso di vuoto che si prova dopo che una cosa che occupa per mesi ogni pensiero, termina. Succede per tutti i grandi esami e questa Mini Transat lo è certamente. Michele comincia a raccontare la sua regata, mille aneddoti, mille ricordi, è un fiume in piena.br / br / Alle 3:30 il Villaggio è ormai vuoto, allora andiamo a casa per mangiare una pasta e alle 6 siamo di ritorno, per l’arrivo di Alberto Bona. Dopo un po’ di attesa per sapere su quale gommone saremmo usciti, partiamo, sotto un groppo che ci dà il buongiorno. Ma verso il mare aperto c’è il sole e a un certo punto compare controsole, fra due grandi cargo, una piccola vela che fila veloce: è Alberto, che raggiungiamo urlanti.br / br / Non sa di essere quinto fra i Serie, è un risultato molto importante che lo emoziona. Sorride Alberto, parla poco, guarda il mare dietro di sé e la linea d’arrivo, a cui fa da sfondo un bellissimo arcobaleno, a poche decine di metri davanti la sua prua. C’è una luce bellissima, con il grigio delle nuvole e della pioggia che lascia spazio e si fonde con il sole dorato, tutto scintilla. Lo prendiamo al traino e lo portiamo al pontile, dove un bel gruppetto di “mattinieri” lo accoglie: a distanza di pochi minuti, arriveranno anche Tanguy Le Tourquais, Jean Baptiste Lemaire e Jerome d’Aboville, che Alberto è riuscito a mettere dietro dopo giorni di “rimpiattino”.br / br / Il momento in cui i solitari posano i piedi a terra, pur continuando con lo spirito a restare in mare, da soli, sulla propria barca, dura poco tempo, è come il famoso raggio verde. Si capisce che sono ancora in un’altra dimensione dallo sguardo soprattutto, uno sguardo che si posa al di là della gente, forse per trovare ancora uno spazio libero da guardare.br / br / Poi i festeggiamenti, la valanga di parole, lo stordimento dei rumori dissolvono quella sensazione e i marinai tornano a terra, veramente. E allora è il momento di rivivere la regata, i piccoli e i grandi problemi avuti e risolti, le bonacce e i groppi, i contatti radio con gli altri concorrenti, le scelte tattiche. Ed è anche il turno di un bel caffè, un pranzo sostanzioso dopo giorni di barrette e liofilizzati, le telefonate ad amici e famiglie.br / br / All’1 andiamo, sotto una pioggia battente, a un pranzo offerto in pure stile “antillese”, per poi tornare al Villaggio e accogliere gli altri. Adesso il pontile comincia a farsi affollato, un viavai di gente con cui ci si ferma a chiacchierare, scambiare due battute, raccontarsi la regata. È solo nel pomeriggio tardi che andiamo a casa, Alberto e Michele riguardano sul tracking le loro rotte, le analizzano, le confrontano, le rivivono.br / Si mangia qualcosa, poi finalmente si va a dormire.br / br / Per tutti è stata dura, poco ma sicuro. Prima la discesa a canna morta verso le Canarie, poi la traversata senza alisei. Tanti giorni di mare in solitudine, alcuni problemi tecnici che preoccupavano i solitari (ma questo è un’altra storia), l’incognita del meteo e della rotta giusta. Alberto e Michele hanno vissuto questa regata non come un’avventura “spirituale”, ma una sfida sportiva, dove contava andare forti e veloci e soprattutto prima degli altri. Penso che ci vorrà molto tempo per far sedimentare tutto questo e perché esca fuori quanto vissuto.br / br / Si sono appena svegliati Alberto e Michele e le risate e le battute ricominciano a ruota libera!br / C’è il sole oggi finalmente, fa caldo ma c’è la brezza. È molto bello, siamo fortunati.br / Francesca Pradelli/embr / nbsp;br / strongMICHELE NELLA TOP TEN/strongbr / Michele è il più giovane italiano al via (non solo in questa edizione ma in tutta la storia della regata) e tra i più giovani di tutta la Mini Transat, con i suoi 23 anni.br / nbsp;br / strongPARLA MICHELE ZAMBELLI: REGATA D’ALTRI TEMPI/strongbr / em"Questa Transat è stata superlativa. Nella Bibbia c'era la storia di Giona, che va in mare e incontra solo cattivo tempo o assenza di vento... Io mi chiedevo: come fa Giona? Ora lo so.br / “Ho scelto di navigare prima di tuto in modo sicuro. Mi sono detto: in caso di maltempo tra Sada e Lanzarote, devo navigare come si faceva un tempo, con la prudenza dei vecchi. Ho ridotto molto le vele e ho sparato dritto. Non necessariamente molto veloce, ma sempre con un ottimo VMG. Alle Canarie ero sesto, e ho detto: non mi fermo più!br / “Un giorno una barca assistenza ha detto che sarebbe passata vicino a me. Così avevo preparato un piccolo messaggio destinato a mia madre, che avevo scritto sulla tuga, per fare una foto. La mia famiglia è molto importante. Ma alla fine la barca non è più passata, è stata dirottata su un’altra barca..”/embr / nbsp;br / strongCHI E’ MICHELE ZAMBELLI/strongbr / In primo luogo, il valore non si aspetta che il numero di anni. In secondo luogo, quando vogliamo, possiamo. Fornito con questi due adagi, Michele Zambelli ha costruito il suo progetto dove molti altri avrebbero gettato la spugna. Chi sarà il concorrente più giovane italiana allineata dalla Mini Transat riconciliato qualche sass con la fortuna del principiante necessaria. La sua barca, un prototipo di aereo Pellizza non è certamente il più nuovo il più veloce, ma ha un grande pregio: lo hanno prestato. Michele utilizza un progetto di integrazione per contribuire a ripristinare lo scafo e sartiame, mangiato pasta il più delle volte questo non gli ha impedito di andare in debito per garantire la sua presenza in partenza. E se i risultati sono all'altezza del suo entusiasmo e di energia, come nella edizione 2012 di Les Sables - Azzorre - Les Sables, può sorprendere molti.br / nbsp;br / strongALBERTO, UN 5° CHE VALE/strongbr / In una Mini Transat dove il confronto Italia-Francia in testa è finito come sappiamo, almeno Alberto (27 anni) ha vinto il suo derby personale, col rivale acerrimo Tanguy Le Turquais su Reve d’Enfance 599, arrivato solo 10 minuti alle sue spalle, dopo che negli ultimi tre giorni si erano sorpassati più volte a vicenda. Il settimo, Jean-Baptiste Lemaire su Oeuvre du Marin Breton 697, è arrivato mezzora dopo… Il quinto posto di Alberto Bona arriva alle spalle di un podio di grande spessorer: Aymeric Belloir che ha corso come un Proto, poi la svizzera Justine Mettraux, sensazionale, e l’altro svizzero Simon Koster, che viene dalle Olimpiadi sul Tornado. Prima di Alberto anche Renaud Mary su Runo.it 537. Un quinto posto di assoluto valore, considerando il trend che di fatto sta definendo la flotta dei Serie in modo più competitivo di quella dei Proto, a partire dal numero di iscritti. Anche in questa Mini Transat, c’erano 53 Serie di cui ben 34 classificati, contro 31 Proto.br / nbsp;br / strongPARLA ALBERTO BONA: MOLTO TIMONE E POCO SONNO/strongbr / em"Sono davvero felice. Ho avuto un sacco di problemi tecnici. Ho perso lo strumento del vento prima delle Canarie, così ho fatto tutta la traversata senza essere la modalità del vento sulla bussola. Ho dovuto timonare un bel po’.br / "Il fatto di non poter dormire per stare tanto al timone è stata la cosa più dura. Fortunatamente eravamo un gruppo tutti molto vicini l'uno all'altro, questo mi ha permesso di vedere ogni dove mi trovavo. Per me è stato fondamentale. Penso che se fossi stato da solo, senza il contatto con altre persone, non avrei navigato con la stessa forza.br / "Sono davvero felice di essere arrivato. Ancora non mi rendo conto...br / "Io, che ho fatto un sacco di snowboard, ho trovato alcune delle stesse sensazioni quando si plana sulle onde. Sì, alla fine il mare e la montagna hanno tante cose in comune."/embr / br / strongCHI E’ ALBERTO BONA/strongbr / 27 anni, un recente passato da sportivo nello snowboard, perché appassionato di montagna, ha scoperto la vela e ha subito fatto capire di avere i numeri, con una traversata in solitario da La Spezia alla Corsica su una deriva costruita con le sue mani. Sul Mini 650 ha iniziato subito con ottimi risultati e ha poi avuto strette collaborazioni con un grande maestro come Andrea Caracci.br / nbsp;br / strongANCORA TRE ITALIANI IN MARE/strongbr / Federico Fornaro su Raw News 568, è al 26° posto e naviga ornai solo a 650 miglia dal traguardo, soni le ultime tre notti di oceano anche per lui. Poi Andrea Iacopini su Umpalumpa 682, è 32° a 737 miglia dal traguardo, e subito alle sue spalle Federico Cuciuc con Your Sail 556, solo 6 miglia dietro a lui. Proprio Cuciuc ha avuto qualche problema nelle ultime 48 ore, ha perso dieci posizioni e dal tracking si è visto che è stato a lungo quasi fermo, a 1-2 nodi di velocità.br / br / strongVIDEO ARRIVI (ANCHE) MICHELE ZAMBELLI/strongbr / iframe src="http://www.dailymotion.com/embed/video/x185utq" frameborder="0" height="372" width="620"/iframebr / br / br / strongVIDEO ARRIVI (ANCHE) ALBERTO BONA/strongbr / iframe src="http://www.dailymotion.com/embed/video/x185uw5" frameborder="0" height="372" width="620"/iframebr / br /

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