Storia | Regata > Vela Oceanica

01/12/2013 - 21:20

Una storia da leggere tutta d'un fiato. Con interessante raccolta di foto - Video: Bob Salmon

La Maxi Storia della Mini Transat

Ma cosa ha di speciale? 22 edizioni in 44 anni. Una crescita tumultuosa e a volte dolorosa. Uno spirito unico nel panorama della vela. Un sogno, un’avventura, una corsa completa. I grandi uomini e donne che l’hanno fatta, persa o vinta. E la storia parallela della presenza italiana. Una storia da leggere tutta d’un fiato. E un’interessante raccolta di foto - VIDEO, INTERVISTA A BOB SALMON, IL PAPA' DELLA MINI TRANSAT
 
 

(Un articolo del 2013 aggiornato costantemente. La fonte più completa e con link di approfondimento sulla storia della Mini Transat) Sono tanti i grandi navigatori protagonisti della vela oceanica che hanno iniziato la carriera con una Mini Transat. Ecco un elenco impressionante, per quanto ancora incompleto, di nomi. Loïck Peyron, Bruno Peyron, Jean-Luc Van Den Heede, Marc Thiercelin, Yves Parlier, Laurent Bourgnon, Yvan Bourgnon, Bernard Stamm, Isabelle Autissier, Michel Desjoyeaux, Ellen MacArthur, Roland Jourdain, Lionel Péan, Marc Guillemot, Thomas Coville, Catherine Chabaud, Lionel Lemonchois, Jacques Caraës, Patrice Carpentier, Thierry Dubois, Halvard Mabire, Arnaud Boissieres, Brian Thompson, Samantha Davies, Tanguy Delamotte, Alex Pella, Yves Le Blevec, Didier Munduteguy, Yannick Bestaven, Sam Manuard, Giancarlo Pedote (fino al 2019 migliore piazzamento italiano nella storia, 2° (con beffa nel finale) nel 2013), Clarissa Cremer, Justine Mettreaux... E poi gli italiani, a partire da Ambrogio Beccaria che ha scritto la storia vincendo l'edizione 2019, Alberto Riva 2° nel 2021, l'indimenticabile Simone Bianchetti... Ripercorriamo la storia di una regata unica, del suo spirito, e dei navigatori che l'hanno fatta grande. Con un occhio ai nostri.
 
1977 – Nasce la Mini Transat, a inventarla è l’inglese Bob Salmon. L’idea è di porre un argine al gigantismo delle corse oceaniche degli anni ’70. Il limite agli strumenti di bordo e al routage meteo va in questa direzione. Per la sicurezza, è previsto che la regata sia seguita da barche e navi assistenza, in numero di una ogni 12 iscritti. Si parte da Penzance, in Cornovaglia, tutte barche da crociera di serie, al di sotto dei 6 metri e mezzo. Il primo tratto è un trasferimento non competitivo, che attraversa il Golfo di Biscaglia. Poi da Tenerife la regata attraversa l’Atlantico per arrivare ad Antigua. All’arrivo, i concorrenti devono attendere l’organizzatore, che partecipa anch’esso alla regata (arriverà due volte 15°) Vince il !francese Daniel Gilard con un Serpentaire di serie. 23 partecipanti, 19 classificati, velocità media del vincitore 4,42 nodi. CLASSIFICA QUI
 
1979 – Il percorso resta Penzance-Tenerife-Antigua. Vince lo statunitense Norton Smith a bordo del primo prototipo che usa i water ballast, sponsorizzato da American Express. 32 partenti, 28 classificati. Media vincitore 5,26 nodi. Prima partecipazione italiana, con Antonio Solero, che termina con un ottimo 9° posto, la regata con una barca di serie, un Fortunello, progetto Sciomachen, tagliato a prua per accorciarlo a 6 metri e 50. Una barca secondo i classici disegni IOR dell’epoca, pensata e costruita per regate di triangolo sotto costa: e Solero ci attraversa l’Atlantico! Al via anche un altro italiano, Gianni Rizzieri, con uno Sciuscià di serie, ma si ritirerà al terzo giorno di regata. 32 partenti, 28 classificati (curiosità: un certo Loick Peyron si classifica 26°…). Velocità media del vincitore: 5,26 nodi. CLASSIFICA QUI
 
1981 – Sempre Penzance-Tenerife-Antigua. Un’edizione tempestosa e drammatica, vinta dal 27enne sail designer francese Jacques Peignon. L’uragano Irene colpisce la flotta. Christian Massicot scompare durante una tempesta sulle coste inglesi. Due barche affondano, una scuffia. In 12 si ritirano a La Coruna. Il canadese Steve Callahan affonda due giorni dopo la partenza dalle Canarie, e resterà 76 giorni sull’autogonfiabile mangiando pesci, prima di arrivare alle Indie occidentali. 25 partenti, 13 classificati. Media del vincitore: 5,18 nodi. CLASSIFICA QUI
 
1983 – Sempre Penzance-Tenerife-Antigua. La novità è l’apertura a equipaggi in doppio, che saranno un terzo della flotta. Vince il francese Stephane Poughon, 26 anni. Tra gli iscritti l’italiano Antonio Cirino, che però chiude tristemente la sua regata recuperato da un elicottero a Finisterre… Tra i partecipanti è indicato anche il ritorno di Gianni Rizzieri, stavolta con uno IOR tagliato a 6 metri e mezzo... Anche lui non risulta tra i classificati ufficiali. 42 partenti, 26 classificati. Media del vincitore: 5,38 nodi. CLASSIFICA QUI
 
1985 – Si cambia: Bob Salmon lascia e l’organizzazione viene assunta da un giornalista francese Jean Luc Garnier. Si parte da Brest e si arriva a Point-a-Pitre (Guadalupa). Vince Yves Parlier, 25 anni, ingegnere, con un prototipo in fibre di carbonio. L’Italia esprime al via un nome della nostra vela a quel tempo, Alex Carozzo, che però rompe i timoni nella prima frazione, arriverà appena in tempo per il via della seconda, decidendo di non partire. 41 partenti, 33 classificati. Media del vincitore: 5,32 nodi. CLASSIFICA QUI
 
1987 – Viene autorizzato il routage meteo, molti hanno a bordo radio a onde lunghe e sono in contatto con dei ruotier meteo a terra. Quanti bei nomi destinati a diventare famosi: Isabelle Autissier vince la tappa alle Canarie, ma sbaglia il taglio della linea ed è superata da un Coco svizzero. La seconda tappa è vinta da Laurent Bourgnon su un Coco alleggerito. Ma il vincitore overall è Gilles Chiorri, 27 anni. 54 partenti, 36 classificati. Media del vincitore: 5,52 nodi. CLASSIFICA QUI
 
1989 – Vince Philippe Vicariot, 30 anni. Due barche affondano, gli alisei non ci sono. Il nome italiano stavolta è destinato a durare, perché sarà il primo vero animatore della classe Mini, quello che forse ha contribuito a farla partire: Ettore Dottori. Partecipa in doppio, con il bretone Gilles Lenhardt. E’ una partecipazione molto avventurosa: disalberano, Ettore riesce a rimettere a posto un albero di circa 8 metri, proseguono la regata e arrivano, con giallo finale nel quale rischiano di finire sulla barriera corallina… Si racconta anche che i due si sono fermati l’ultima notte, per riposarsi e ripartire per le ultime miglia. 53 partenti, 49 classificati. Media del vincitore 5,89 nodi. CLASSIFICA QUI
 
1991 – Destinazione Martinica. Due scomparsi nella prima tappa: Marie-Agnes Peron nel golfo di Guascogna e Philippe Graber prima delle Canarie. Molti concorrenti soccorsi durante la seconda tappa, vinta da Michel Desjoyeaux con un prototipo che usa una chiglia basculante. Vince Daniel Grimont, parigino, 25 anni. Al via anche un certo Marc Thiercelin… finirà 13°. Ancora una volta un solo italiano al via. E’ un giovanissimo toscano dalla storia particolare: Camillo Calamai, della famiglia che ha importato in Italia il tessuto “pile” e che insieme ai fratelli darà vita alla TAU, azienda che ha avuto anni di successi. Camillo non ha praticamente esperienza di vela, ma è appassionatissimo, in modo romantico. Prende un Coco, il Mini 650 di serie più in voga in quegli anni, un vero e proprio velierino oceanico, e completa la regata chiudendo 34°. 68 partenti, 42 classificati. Media del vincitore: 5,84 nodi. CLASSIFICA QUI
 
1993 – Ancora burrasca nel golfo di Guascogna, e ancora un velista scomparso, si tratta di Pascal Leys. La prima tappa è annullata. La seconda beneficia di alisei forti ed è una surfata a 8 nodi di media. Vince il bretone Thierry Dubois, 26 anni, costruttore di barche. 59 partenti, E’ un anno importante per l’Italia alla Mini Transat, prima di tutto per il 7° posto dell’indimenticato Andrea Romanelli, grande speranza della vela oceanica, scomparso giovanissimo in una tempesta sul golfo di Biscaglia, durante una traversata da Ovest a Est a bordo del Fila 60 piedi di Giovanni Soldini. Il suo 7° resterà a lungo il miglior risultato italiano alla regata. E poi per l’approccio generale, che si fa semi-professionistico, con velisti e progettisti italiani che passano lunghi periodi in Francia a studiare i segreti della classe. Da Umberto Felci nasce il Tè Salt, primo Mini tutto italiano, col quale Marco Zancopè farà una bella regata, da primi posti, ma deve ritirarsi per il cedimento dei timoni. Al via anche il neo segretario della classe italiana Ernesto Moresino, che però deve abbandonare il Cocò nella bufera di Biscaglia, e Luca Avitabile, ritirato a Lorient. Nella versione di Serie, il Tè Salt ispirerà molti velisti italiani a scendere in campo. Importante anche il ruolo della classe. 24 classificati. Media del vincitore: 7,97 nodi. CLASSIFICA QUI
 
1995 – Vince Yvan Bourgnon, 24 anni. Lionel Lemonchois, in testa nella seconda tappa, rompe l’albero vicino al traguardo… Olivier Vatinet scompare in mare aperto nei pressi di Finisterre. Si vedono i risultati del crescente movimento in Italia, con una partecipazione finalmente multipla. Meglio di tutti (non a caso) va un grande personaggio, lo scomparso Simone Bianchetti, che chiude al 10° posto, ma fa segnare un super 5° posto nella seconda tappa, in buona parte senza timone automatico... Bene anche Felce Gusso 13°, Ettore Dottori 17°, Ernesto Moresino 20° e rallentato dalla rottura del boma, Cesare Bressan 29°. 39 partenti, 32 classificati. Media del vincitore: 6,30 nodi. CLASSIFICA QUI
 
1997 – Vento forte nella prima tappa e leggero nella seconda. Vince Sebastien Magnen, 33 anni, architetto navale, con un prototipo da lui stesso progettato e costruito, Karen Liquide. Thomas Coville vince la seconda tappa. Bella partecipazione italiana, record con 8 partenti e con molti ben piazzati. Benissimo Massimo Giacomozzi con Città di Ravenna, che eguaglia il 7° di Romanelli. Claudio Gardossi è 10° con Jasmine Adriaco, Massimo Ruffini 19° con Emu Ouverture, Ettore Dottori 24° su Astrim, Andrea Gancia 33° con Ho vinto qualchecosa, e Paolo Tinari 33° con Fiera Milano. Sfortunati Stefano Pellizza con il Mini Match di Romanelli-Malingri, che nella prima tappa lotta con il super Magnen (il vincitore), ma deve purtroppo rinunciare alla seconda per una grave avaria all’albero il secondo giorno, e Andrea Scarpa con barca gemella, anche lui bella prima tappa ma poi ritiro per collisione con un traghetto... Si ritira anche Ernesto Moresino. 51 partenti, 42 classificati. Media del vincitore: 5,28 nodi. CLASSIFICA QUI
 
1999 – Si parte da Concarneau, in Bretagna. Record di 70 barche partecipanti ed esordio della lista d’attesa per molti concorrenti. Una flotta per la prima volta internazionale, con skipper da Giappone, Australia, USA, Nuova Zelanda, Capo Verde, Belgio, Spagna, Inghilterra, Italia e Finlandia: 24 non francesi su 70. Ancora una grave tempesta nella prima tappa: 8 concorrenti sono salvati dagli elicotteri di soccorso e devono abbandonare le barche. In 14 riparano in porti lungo la rotta per avarie varie. Sebastien Magnen vince la prima tappa. Nella seconda condizioni migliori, ma ugualmente due salvataggi di concorrenti in difficoltà. Testa a testa tra Magnen e Erwan Tabarly. Magnen rompe una parte dell’attrezzatura ed è superato sul traguardo. Ma con attrezzatura di fortuna taglia comunque la linea in tempo per vincere la regata in overall, ed è il primo navigatore a vincere due volte la Mini Transat. Tra gli italiani, impresa di Roberto Varinelli, che supera tante vicissitudini e chiude al 18° posto. Ritirati gli altri cinque, Andrea Gancia, Ettore Dottori, Stefano e Francesco Pellizza, Stefano Paltrinieri. 70 partenti, 38 classificati. Media del vincitore: 6,77 nodi. CLASSIFICA QUI
 
2001 – Si cambia organizzazione e percorso: da La Rochelle a Salvador de Bahia in Brasile, passando sempre per le Canarie. La classe mette in gara le offerte di potenziali organizzatori e ha la meglio il Grand Pavois, il salone nautico di La Rochelle. La partenza è anticipata a settembre per evitare la stagione dei cicloni, e la novità è la rotta attraverso l’Equatore e il Pot-au-noir. Nella prima tappa scompare tragicamente l’italiano Roberto Varinelli (46 anni). Roberto era impegnato nella sua seconda Minitransat quando durante la prima tappa, circa all'altezza del Portogallo, per un incidente del quale non si conoscono le cause è finito fuori bordo, le condizioni meteo no erano proibitive o almeno si presume in quanto la muta di sopravvivenza e gli altri apparati sono stati ritrovati all'interno della barca. I giorni successivi all'allarme hanno visto impegnati aerei e navi della capitaneria senza risultato. Roberto era per tutti un amico del quale essere fieri, tanto simpatico nei rapporti personali quanto determinato e professionale nella vela. Ci rimane comunque la certezza che se n'é andato mentre stava coronando il suo sogno. Vince il francese Yannick Bestaven, 29 anni, che vent'anni più tardi, nel 2021, vincerà il mitico Vendée Globe intorno al mondo senza scalo. 60 partenti, 51 classificati. Media del vincitore: 6,25 nodi. CLASSIFICA QUI

2003 – Duello tra Sam Manuard e Jonathan McKee, ma sia il francese che l’americano rompono l’albero in un colpo di vento nei pressi del traguardo. Vince Armel Tripon, 27 anni con un progetto Finot davanti a due Lombard. Tra gli italiani, tutti sui Proto, ottimo 8° posto del genovese Enrico Podestà, con Diabolo Slam progetto Magnen. Alessandro Zamagna con Arkè chiude al 30° posto. 70 partenti, 59 classificati. Media del vincitore: non precisata. CLASSIFICA QUI
 
2005 – Sempre La Rochelle-Salvador de Bahia, via Canarie, 4200 miglia totali divise in due tappe. 72 partenti, ancora prevalenza di Prototipi sui Serie. Vittoria per Corentin Douguet (Leclerc 433), davanti ad Alex Pella e Stanislas Maslard. Decimo Andrea Caracci (Speedy Bonsay 431), alla sua prima partecipazione. CLASSIFICA QUI
 
2007 – La Mini Transat più numerosa della storia, con 89 partenti e 86 classificati. Percorso confermato e tanti bei nomi. Tra i 46 Proto vince Yves Le Blevec (Actual 624), mentre Andrea Caracci (Speedy Bonsai 431) deve abbandonare per avaria. Tra i 43 Serie: 35° Maurizio Vettorato (Spazio Libero 623), 41° l’esordiente Andrea Pendibene (Perle de Sueur, 355). CLASSIFICA QUI
 
2009 – Ancora il percorso da la Rochelle al Brasile con la tappa a Funchal (Madeira) e il passaggio dell’Equatore. Per la prima volta le barche di Serie (49) superano per numero i Prototipi (36). Vince Thomas Ruyant con Faber France, occhio a questo numero 667 (è la barca di Benoit Marie nel 2013). Nei Proto Andrea Caracci è 14° dopo una corsa di vertice, Gaetano Mura 26°. Tra i Serie vince Francisco Lobato, ottimo 4° Giancarlo Pedote con il primo Prysmian (626). Poi 14° Luca Del Zozzo (Corradi 686), 18° Luca Tosi (Golden Apple 507), 21° Riccardo Apolloni (Ma vie pour Mapei 426), protagonista di una clamorosa avventura: splendido secondo tra i Serie per buona parte della gara, a sole 30 miglia dall’arrivo si addormenta e finisce spiaggiato, sarà aiutato a ripartire dai pescatori locali. 22° Daniela Klein (Tacchificio Monti 538), mentre Simone Gesi (Dagadà 704) è costretto al ritiro per avaria. CLASSIFICA QUI
 
2011 – Percorso invariato come il direttore della corsa Denis Hugues. 33 Proto e 46 serie, con parecchi ritiri. Vince Teamwork Evolution, numero velico 747, la famosa barca senza prua che diverrà poi di Giancarlo Pedote, con lo skipper David Raison. Due italiani in Proto, Tiziano Rossetti (Una vela per Emergency 542) e Andrea Caracci (Speedy Maltese 756) costretti entrambi al ritiro. Tra i Serie vince Gwenole Gahinet con 455. Prima degli italiani è Susanne Bayer (Penelope 745), 22ma e seconda assoluta femminile. Poi conclude 26° Simone Gesi (Dagadà Spirito di Maremma 704). Tra i ritirati figurano invece Andrea Pendibene (Intermatica 520), Giacomo Sabbatini (Scusami le spalle 554) e Sergio Frattaruolo (www.etciu.it769). CLASSIFICA QUI
 
2013 - Percorso Douarnenez-Lanzarote e poi Lanzarote-Pointe-a-Pitre (Guadalupe). E' la Mini Transat nel segno totale di Giancarlo Pedote. E' il favorito, va di più, soffre per il clamoroso lunghissimo rinvio della partenza della prima tappa, poi sospesa per burrasca, i ministi "dispersi" a terra in vari porti tra Francia, Spagna e Portogallo. Poi una ripartenza, ma non è più la stessa regata. Nella seconda tappa Pedote accelera e domina, è primo per tutta la regata (18 giorni), ma nell'ultima notte rompe il bompresso, senza gennaker fa 2 nodi in meno e il francese Benoit Marie (che aveva comunque retto il ritmo ed era staccato solo di 46 miglia) lo supera e lo batte di un niente sul traguardo. Giancarlo beffato da regole e avaria, ma resta grande protagonista. Gli altri italiani: Michele Zambelli è 10° tra i Proto con 342 Fontanot (curiosità: dietro di lui, 11° finisce lo svizzero Alan Roura, che è poi passato alla classe Imoca 60, facendo un Vendée Globe e oggi detiene il record di traversata New York-Capo Lizard). Tra i Serie vince Aymeric Belloir (810), davanti a una grandissima Justine Mettraux (824), la svizzera coglie il miglior piazzamento femminile nella storia della regata e si lancerà protagonista alla Volvo Ocean Race. Alberto Bona è ottimo 5° con 507 Onlinesim), Federico Cuciuc è 32° con 556 Your Sail). Tra i tanti ritirati anche Federico Fornaro (568 Raw News Jolie Rouge), Andrea Iacopini (682 Umpalumpa) e Davide Lusso (600 Mast Step). CLASSIFICA QUI

2015 - Percorso invariato come due anni prima. Tra i Proto vince Frederic Denis (800) davanti a Luke Berry (753) e a Ludovic Mechin (ancora 667). Bravo Michele Zambelli, 6° Proto con 788 Illumia. Nella stessa categoria Alberto Bona (756 Onlinesim) è costretto al ritiro per una avaria. Nelle barche di Serie vince il favorito Ian Lipinski (866) davanti a Julien Pulve (880) e a Tanguy Le Turquais (835). Gli italiani: 16° Andrea Fornaro (857 Sideral), 44° Federico Cuciuc (556 Zero & T), DNF Andrea Pendibene (883 Pegaso Italian Navy), sfortunato disalbera poco dopo Finisterre ma non abbandona la barca e arriva con attrezzatura di fortuna a La Coruna, da dove prova senza esito a ripartire, una disavventura che non lo scoraggerà e anzi sarà l'inizio della sua successiva e ultima Mini Transat, due anni dopo. CLASSIFICA QUI

2017 - Nuovo percorso con partenza da La Rochelle, prima tappa a Las Palmas di Gran Canaria e seconda con arrivo a Le Marin, in Martinica, e nuovo sponsor La Boulangere, che resterà anche per il 2019. Tra i Proto bis di Ian Lipinski che aveva vinto due anni prima in Serie (865, occhio, è la stessa barca che sta vincendo con Jambou nel 2019, a due giorni dal traguardo), davanti al tedesco Joerg Riechers (934) e allo svizzero Simon Koster (888, uno scafo dal design estremo e rivoluzionario, con un accenno di foil e una tuga enorme, poi acquistato dal nostro Matteo Sericano per la successiva edizione). Gran 5° posto per Andrea Fornaro (931 Sideral), mentre in questa categoria tra ritirati c'è Matteo Rusticali (444 Spot). La classifica Serie è vinta da Erwan Le Draoulec (895) davanti a un'altra navigatrice, Clarisse Cremer (902), astro nascente, oggi già iscritta al Vendée Globe e finita nel team Banque Populaire. terzo Benoit Sineau (915). Primo italiano Andrea Pendibene 20° (883 Pegaso Marina Militare), poi 26° Ambrogio Beccaria (539 Alla Grande Ambeco), 44° Emanuele Grassi (603 Penelope), ritirato Luca Sabiu (538 Vivere la vela). CLASSIFICA QUI

2019 - L'anno dello storico trionfo di Ambrogio Beccaria, con il Pogo 3 Geomag 943. Una stagione da protagonista con tante vittorie in quasi tutte le regate Mini, e alla fine anche la vittoria: annunciata, ma pur sempre da conquistare in oceano, con tanto di thrilling dopo che alla partenza della seconda tappa in una straorza Ambrogio rischia una avaria grave e parte con l'handicap. La sua cavalcata resta spettacolare, per gli avversari non c'è speranza. "Bogi" diventa il primo italiano a vincere una Mini Transat nella storia della regata. Una stella della vela oceanica italiana è nata. Gli altri italiani al via completano la festa anche se con risultati non esaltanti: PROTO: 18° Luca Rosetti (342 Maccaferri CEL); Ritirato Matteo Sericano (888 Eight Cubed) per danni allo scafo dopo l'urto con un oggetto sommerso. SERIE: 45° Luigi Dubini (691 The Doctor); 49° Daniele Davide Nanni (659 Audi Etron); 50° Marco Alejandro Bonanni (769 Bandolero Caerus); 54° Alessio Campriani (488 Zebulon CVCI). CLASSIFICA QUI

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VIDEO, INTERVISTA A BOB SALMON


 
 
 

Commenti

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