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08/01/2012 - 13:37
Trofeo Jules Verne: tutto sul clamoroso record. VIDEO A 45 NODI
Trofeo Jules Verne: tutto sul clamoroso record. VIDEO A 45 NODI
Il giro del mondo
in 45 giorni (a vela)!
in 45 giorni (a vela)!
!--paging_filter--strongIl Maxi-Trimarano Banque Populaire V fa suo il Trofeo Jules Verne sbriciolando il record: 29mila miglia di giro del mondo in 45 giorni a 26,5 nodi di media. Il trionfo di Loick Peyron. La visione dello sponsor, "Banca della Vela" al fianco anche dei velisti olimpici. Quando la vela fa sistema. uVIDEO: A 45 NODI!/u/strong!--break--br /
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Il maxi trimarano Banque Populaire V, varato nell'agosto del 2008, è il nuovo detentore del Trofeo Jules Verne, che va all'imbarcazione a vela che completa il giro del mondo in equipaggio senza scalo, passando per i tre capi. Il nuovo record abbassa di oltre tre giorni il precedente, e segna una pietra miliare nella storia della vela: 45 giorni, 13 ore, 42 minuti e 53 secondi, alla media (ripetiamo: media) di 26,51 nodi, per navigare le 29.002 miglia intorno al mondo. E' il successo di una barca fortunata, veloce, affidabilissima. E' il trionfo (l'ennesimo) di uno skipper fantastico come Loick Peyron che fa sembrare semplici le cose più straordinarie. E' la vittoria di una squadra di marinai di età ed esperienze diverse, per un mese e mezzo sballottati a 40 nodi su tre scafi ma sempre in grande sintonia umana con gli elementi e tra loro. E' il traguardo meritato per uno sponsor, Groupe Banque Populaire, che ha creduto nella vela 20 anni fa e raccoglie adesso il merito del coraggio che l'ha portato a definirsi "La Banca della Vela", e a supportare anche la squadra olimpica della Federazione velica francese. Barca, uomini, mezzi: questo insieme di fattori che ha scritto la storia velica sabato 7 gennaio 2012, è anche il frutto del "sistema vela" della vicina Francia. Un sistema che viene da lontano, dalla storia dei grandi navigatori e dalla cultura che si impara anche nelle scuole. Da questa news arriva la prima lezione per il 2012: la vela vince quando fa sistema e unisce gli sforzi di tutte le sue componenti./embr /
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GUARDA IL VIDEO (3 MINUTI) CON BPV CHE VOLA A 45 NODI!iframe allowfullscreen="" src="http://www.youtube.com/embed/Q1etzwjC_lo" frameborder="0" height="372" width="620"/iframestrongIL RACCONTO DEL RECORD/strongbr /
Era solo il mattino del 22 novembre, quando il team Banque Populaire decise di lasciare il suo ormeggio al Port du Chateau di Brest, issare le vele e tagliare la linea di partenza del Trophée Jules Verne, tra Ouessant e Capo Lizard, la linea immaginaria che segna i grandi record della vela oceanica. Loick Peyron e il suo equipaggio di 13 velisti hanno a disposizione un trimarano di 40 metri al massimo della sua messa a punto, e nel mirino un record già immenso: 48 giorni, 7 ore, 44 minuti e 52 secondi stabilito a marzo del 2010 da Groupama 3 di Franck Cammas (oggi impegnato nella Volvo Ocean Race, e pochi giorni fa vincitore della sua prima frazione di tappa).br /
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La partenza della truppa Peyron è baciata da un vento portante di 30 nodi: i meno di due giorni le Isole Canarie sono già sulla scia! Una partenza sprint che darà a tutto l'equipaggio, e forse all'anima profonda della barca, la spinta per fare il record. Solo una settimana dopo aver lasciato Brest, Banque Populaire passava l'Equatore e metteva la prua verso il sud del mondo, con un passaggio magistrale del Pot au Noir, e con l'ingresso trionfale nell'Oceano Indiano dopo aver doppiato Capo di Buona Speranza: in quel momento Banque Populaire aveva già 2364 miglia di vantaggio sul record di Groupama!br /
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Il ghiaccio e i venti forti hanno confermato la reputazione dell'Oceano Pacifico senza farsi troppi scrupoli per il bianco-azzurro trimarano e il suo abitato di 14 uomini sempre inceratati in giallo. Dure condizioni di navigazione, venti molto forti, mare estremamente mosso e confuso, non è mancato nulla del menu atteso. Nel ventiquattresimo giorno del tentativo, la minaccia fantasma si materializza, sotto forma dell'incontro indimenticabile e impressionante con diversi iceberg e relativi pezzetti alla deriva, i famigerati growlers, che di fatto ha immerso i marinai della "Banca della Vela" in un vero e proprio campo minato. Navigare giorno e notte a 26 nodi di media (quindi spesso a 35-40) su onde gonfie e creste di spuma, sapendo che un growler può sempre essere lì in giro da qualche parte a porre fine alla tua impresa...br /
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strong30 GIORNI/strongbr /
Un mese dopo la loro partenza, i 14 inciampano in un periodo di alta pressione che frena la loro corsa, la velocità cade sotto ai 15 nodi e il Pacifico sembra non finire più. Finalmente il 23 dicembre alle 7:50, poco più di un mese dal via, barca e uomini a caccia della storia doppiano Capo Horn, l'ultimo dei tre capi. Natale in Atlantico, Banque Populaire V si sente pronto al rimbalzo verso casa, col passaggio a ritroso dell'Equatoer e il ritorno al Nord che sembrano quasi una formalità. Con il caldo e gli alisei, dopo il mese dei ghiacci del grande sud, l'equipaggio mette le ali per la volata finale. Dopo una notte particolarmente tempestosa prima del rientro nell'emisfero settentrionale, c'è il passaggio delle Azzorre a Ovest, una scelta di compromesso tra progresso e conservazione della barca. Il dream team di Loick sente che sta per conquistare il mondo, confortato dal vantaggio sul record che continua ad essere confortevole.br /
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strongL'OROLOGIO DELLA STORIA SI FERMA/strongbr /
L'ultimo bordo sulla costa irlandese, poi Peyron e il suo equipaggio guardano l'orologio appeso al pozzetto: è la notte di sabato 7 gennaio 2012, sono le 23, 14 minuti e 35 secondi quando la linea immaginaria di Capo Lizard è sotto i tre scafi di Banque Populaire V, facendo segnare il nuovo tempo di riferimento del più veloce giro del mondo di una barca a vela: 45 giorni 13 ore e 42 minuti 53 secondi, migliorando il precedente record di 2 giorni 18 ore 1 minuto 59 secondi.br /
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strongUN LEADER, TREDICI MARINAI/strongbr /
Con questa vittoria, il Team Banque Populaire firma una grande avventura umana, condotta da quattordici marinai che hanno condiviso per un mese e mezzo una fetta di vita indimenticabile a bordo. Diventano i nuovi titolari del Trofeo Jules Verne e mettono i loro nomi per i premi più prestigiosi. Per alcuni non è la prima volta: Florent Chastel entra nel circolo molto chiuso di chi questo record lo ha conquistato 3 volte, Frédéric Le Peutrec, si è ripetuto come l'uomo più veloce per la seconda volta consecutiva. Ma su tutti c'è un leader il cui carisma è riuscito a conquistare tutta la squadra.br /
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strongLE DICHIARAZIONI ALL'ARRIVO/strongbr /
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strongLoïck Peyron, skipper di Maxi Banque Populaire V /strong- em"Non sono stati solo 45 giorni in mare, sono decenni di lavoro, anni di impegno da parte di Banque Populaire nella vela. Dobbiamo anche rendere omaggio a Pascal Bidégorry che ha progettato questa barca e Hubert Desjoyeaux, recentemente scomparso, che l'hanno costruita, e a questa squadra ovviamente. Siamo sempre stati uniti e abbiamo riposato abbastanza, grazie alla fiducia che abbiamo avuto in ognuno. In questo modo, e forse sorprendentemente, questa gara non è la più faticosa dal punto di vista fisico. Tutti i record sono fatti per essere battuti e anche questo lo sarà un giorno o l'altro. Ora c'è una barca da battere, che è unica"./embr /
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strongFrançois Perol, Presidente di BPCE/strong - em"Questo risultato di un equipaggio di quattordici uomini di talento è un bel simbolo di vitalità e forza dello spirito imprenditoriale. Tutti i nostri dipendenti si riconoscono in questa avventura collettiva, con Loick Peyron, il suo equipaggio e tutti coloro che a terra o in mare per 5 anni hanno partecipato a questo progetto"./embr /
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strongYves Breu, direttore generale di Banca Popolare/strong -em "La storia della questo progetto è un perfetto esempio dello spirito che anima quotidianamente Banque Populaire, una banca audace, che stimola e incoraggia le iniziative: il sostegno e l'assistenza a lungo termine a tutti coloro che hanno un sogno in cui credere, fornendo i mezzi per trasformarla in un progetto concreto e portarla al successo"./embr /
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strongRonan Lucas, direttore del Team Banque Populaire /strong- em"Sono contento di questo trofeo, perché penso che il lavoro paga e ci si sente bene a dire lo faremo, a credere, a lottare per cambiare le cose. Avevo questo sogno d'infanzia di viaggiare in tutto il mondo, passare il Capo Horn a sud, vedere le enormi onde, i dodici metri di onde dell'indiano. Mi ha molto toccato l'accoglienza qui a Brest, venire qui e vedere la diga piena di gente, diciamo che è pazzesco. E 'stato molto emozionante per noi, e anche per la squadra di tecnici. Loro non hanno visto le isole Kerguelen, ma hanno visto il mondo. E' una magia, la terrò nella mia vita. Loick è un vero leader, tutti volevano dare il massimo per lui e ha trascinato il gruppo dietro di lui"./embr /
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strongE IL ROUTER DICE: PRESTO SI SCENDERA' SOTTO AI 40 GIORNI/strongbr /
strongMarcel Van Triest, router/strong - em"La svolta è stata arrivare a Capo di Buona Speranza così bene, poi tutto è seguito correttamente, come avevamo pianificato all'inizio. Spesso l'indiano è un momento chiave, per noi è andata molto bene: l'assenza di ghiaccio ci ha consentito di andare a sud delle Kerguelen, che non è molto comune con una barca del genere. A Est delle isole abbiamo incontrato il nostro secondo episodio di ghiaccio e le condizioni meteo ci hanno permesso di ottenere molto anche tornando a nord. Finora tutto era andato perfettamente. Dopo abbiamo avuto una fase complicata nel Pacifico, con mare formato e varie depressioni prese male sotto all'Australia. E' stato complesso ma andatanbsp; comunque bene. Poi abbiamo trovato parecchio ghiaccio nel Sud del Pacifico e il meteo per la prima volta non è stato collaborativo. Abbiamo masticato amaro e aggirato un grande accumulo di iceberg, accettando di restare in una zona dove ci fossero pochi iceberg. In dicembre, l'estate australe ci ha dato 23 ore di luce al giorno. Molto bene nel Sud Atlantico. Nella risalita, abbiamo fatto un piccolo gancio che non era davvero necessario, l'unica lamentela che io possa avere per me. Nel Nord, ci sono state più miglia da percorrere, ma con scelte relativamente semplici da fare. Siamo soddisfatti di quello che abbiamo fatto. Per molto tempo ho pensato che avremmo potuto scendere sotto ai 45 giorni, con un normale Nord Atlantico l'avremmo fatto. Un giorno, quando tutti gli elementi positivi dovessero riunirsi, penso che un giro del mondo in 40 giorni sarà possibile"./embr /
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strongL'EQUIPAGGIO STORICO/strongbr /
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Loick Peyron, Skipperbr /
Juan Vila, Navigatore e responsabile di elettronica e informaticabr /
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emQuarto 1/embr /
Yvan Ravussin, Capo Guardia, responsabile dei compositibr /
Brian Thompson, Timoniere e trimmerbr /
Pierre Yves Moreau, Trimmer, direttore meccaniche e idraulichebr /
Thierry Chabagny, Timoniere e Trimmer, velebr /
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emQuarto 2/embr /
Frédéric Le Peutrec, Capo Guardiabr /
Emmanuel Le Borgne Timoniere e trimmer, medicobr /
Thierry Duprey Du Vorsent, Timoniere e trimmer, responsabile ingegneria meccanicabr /
Ronan Lucas, Attrezzista e responsabile sicurezzabr /
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emQuarto 3/embr /
Jean-Baptiste Le Vaillant, Capo Guardia, velebr /
Kevin Escoffier, Timoniere e trimmer, video, strutturabr /
Xavier Revil, Timoniere e trimmer, responsabile rifornimentobr /
Florent Chastel, Attrezzista, medicobr /
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Marcel Van Triest Routeur a terrabr /
Augusto Cadini (non verificato)