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23/03/2017 - 21:07

La regata più importante dell'anno per la FIV

CICO Ostia 2017,
i commenti finali

Location, organizzazione, partecipazione, situazione delle singole classi, equipaggi, staff tecnico, trend e previsioni. Come sta la vela olimpica italiana dopo i Campionati Italiani Classi Olimpiche (CICO) appena conclusi a Ostia? Abbiamo preso il termometro e misurato la febbre... - DA LEGGERE!

 

Il CICO 2017 sarà certamente ricordato. Per la genesi, innanzitutto. Doveva svolgersi a Genova, che l'aveva chiesto e se l'era visto assegnare dal vecchio Consiglio Federale FIV. Dopo la rinuncia di Genova ci si era spostati su Civitavecchia, e poi da qui, in zona-Cesarini, pericolosamente vicino alla data delle regate, ulteriore spostamento su Ostia e sul suo Porto di Roma, sotto sequestro giudiziario. Questa genesi aveva spaventato tanti (noi comoresi, e lo avevamo scritto), ma alla fine, a conti fatti, ha portato a un risultato finale positivo. 

Secondo motivo per cui sarà ricordato il CICO 2017: la location del Porto di Roma, come detto. Quando potrà ricapitare alla FIV di avere praticamente un intero porto turistico a disposizione, poter offrire parcheggi per auto, furgoni e carrelli, a un passo dallo scivolo di alaggio e varo, segreteria a un metro, una "spieggetta" affascinante e ampia dove riunire tutte le classi insieme (appena più distanti solo i 2.4 che hanno la chiglia fissa ed erano su una banchina), per uno spettacolo finale suggestivo e coinvolgente, anche per il numeroso pubblico di curiosi che notoriamente visita il porto nel weekend? Tutto questo è stato reso possibile proprio per la situazione di amministrazione giudiziaria del porto. Occasione unica e quindi ben sfruttata. Si dice spesso che i beni sequestrati alla criminalità non sono riutilizzati e restituiti alla collettività per scopi sociali: qui con gli accordi con le federazioni ci sono riusciti, e la vela è stata la prima ad arrivare. 

La perfezione della location, purtroppo, ha un limite grave che è emerso con il vento da sud: l'entrata e l'uscita dal porto sono pericolose, difficili e per alcune classi impossibili, in queste condizioni. Come abbiamo già scritto è un problema basilare, da risolvere se si vuole (come si vuole) provare a considerare il porto come possibile base per eventi velici anche internazionali.

Tra pro e contro qual è il bilancio sulla location? Fate voi. La meteo ha consentitodue giorni da favola con sole e termiche, poi altri due giorni da incubo con l'aggravante di un bel campo di regata che per metà flotta è rimasto irraggiungibile. Spunti di riflessione.

Organizzativamente è stato fatto un mezzo miracolo, se si pensa al passato, consorzi di circoli che si mettevano macchinosamente in moto mesi e mesi prima dell'evento. Qui in poche settimane hanno messo in piedi 8na organizzazione che ha avuto pochissime pecche. Merito va dato ai circoli che hanno collaborato senza invidie, anche da altre località.

La partecipazione al CICO è un altro dei punti che hanno suscitato valutazioni di segno diverso. Sui social le voci critiche hanno contestato numeri bassi in alcune classi, e il tema merita un approfondimento. L'accorpamento dei campionati italiani di tutte le classi olimpiche, in luogo dei diversi campionati di ogni singola classe, ha in genere portato una certa diminuzione: i "vecchi" campionati di classe erano percepiti più per tutti i livelli, mentre i CICO sono stati visti come momento di eccellenza, spaventando chi non si sentiva all'altezza dei migliori.

Ragionamento generale che non vale per tutte le classi, nè per tutte le edizioni. I Finn a Ostia erano 45, un record, la classe in passato ha vissuto momenti difficili (nel 2013 al CICO erano 18 barche), ci sono stati CICO anche decisivi per qualifiche olimpiche, con pochissimi Finn. Ora il vento è girato, merito anche dell'associazione di classe. Viceversa i 470, che in passato erano una flotta nutrita (nel 2013 22 barche), all'ultimo CICO si sono ridotti moltissimo (10 marchi e 7 femmine). La "colpa" probabilmente non è tutta del CICO in se, ma della classe a livello nazionale e parzialmente <nche mondiale. Il 470 è una barca bella e marina, ma forse difficile da scegliere per i giovani al confronto delle nuove come Nacra e 49er. 

Non chè queste ultime se la passino bene, anzi: a Ostia c'erano 8 49er e altrettanti FX. Il trend dello skiff maschile resta oscillante: 13 nel 2013, solo 5 nel 2014, poi 10 e 11 rispettivamente nel 2015 e 2016, mentre quello femminile accenna acrescere (zero nel 2013, 4 nel 2014, 2 nel 2015 e 8 nel 2016, come quest'anno). Ma restano barche costosissime da avvicinare e da gestire, riservate davvero a chi ha idee chiare e budget pronti all'uso. Non a caso frequentate da atleti delle forze armate o di super-club come l'Aniene, salvo rare eccezioni.

Stabili i Laser (61 standard e 27 radial), sugli stessi numeri degli anni precedenti: il CICO non è l'Italia Cup o il Campionato di Distretto. Bene le tavole, in aumento: RSX maschile con 12 iscritti (erano 9 nel 2013, zero nel 2015, 8 nel 2015 e 10 nel 2016), RSX femminile con 8 (rispettivamente nei quattro anni precedenti questi i numeri: 4, 0, 5, 3). 

Infine il Nacra 17, franato a sole 4 barche al via a Ostia, dalle 9 del 2015 e 8 nel 2016. Sul cat olimpico però le responsabilità sono tutte della classe e di World Sailing: dopo Rio è iniziata la ridda di voci foil-si, foil-no, che ha finito per mandare in confusione tanti equipaggi. Da noi la scelta di un timoniere olimpico come Ruggero Tita (lasciare il 49er e passare al Nacra) è legata proprio all'introduzione dei foil, con tutte le conseguenze che sappiamo. Una condotta scellerata, speriamo che finisca presto con le decisioni di primavera della federvela mondiale.

In conclusione, la partecipazione è in linea con gli altri CICO. La domanda è: la vela olimpica in Italia è rappresentata da questi numeri e da questo evento? La risposta è affermativa e va interpretata: ci sono sicuramente più Laser, RSX, 470, Nacra e 49er in giro, ma al CICO non vengono. Il che non è necessariamente un male, l'evoluzione di alcuni grandi eventi (la stessa World Cup) va nella direzione della qualità più che della quantità. Certo non si deve disamorare o allontanare gli appasionati: sarebbe ancora bello vedere al CICO molti 470  o Laser master (a proposito: encomio solenne per il mio amico Davide Grassi, presente a Ostia) come si sono visti nel Finn, un bel clima di passione vera, a far da contorno a chi si gioca il posto in squadra o alle Olimpiadi. E' una evoluzione possibile alla quale in FIV farebbero bene a pensare, ma serve l'aiuto e la bravura delle classi.

Una piccola nota per i vertici della nostra Federazione. Il vicepresidente Mei, come noto, è autore della scelta last-minute e non priva di rischi del Porto di Roma, e si è rimboccato le maniche, qualcuno ha fatto notare persino la sua presenza sugli scivoli a dare una mano. Non è un cambiamento da poco, e va riconosciuto, poi chissà se durerà. E il presidente Ettorre ne ha fatta un'altra delle sue: ha scritto un post su Facebook a fine CICO, facendo una cosa davvero inedita per la sua carica: ringraziare. Proprio così, ha ringraziato tutti, concorrenti e organizzatori. E la parola grazie la trovo molto rara e preziosa. 

Si può fare sempre meglio e di più, ma intanto questo è un livello di base notevole. Non è facile trovarlo in altri paesi. Se poi qualcuno ha critiche da fare, le faccia a ragion veduta e portando dati e circostanze esatte, altrimenti è una perdita di tempo. Come nel caso di un articolo di questi giorni. Proprio la comunicazione è un'area sulla quale si può e si deve fare molto per far crescere la vela olimpica. E non si deve pretendere solo dalla FIV, che pure è la padrona di casa e quindi ha standard minimi da migliorare e rispettare: tutti i media e i singoli giornalisti, se vogliono seguire questo Sport con la esse maiuscola, fatto da giovani che fanno scelte di vita e sacrifici, devono studiare, conoscere, sporcarsi le mani, girare in banchina e scrivere, produrre, intervistare. La qualità umana e di risultati di un movimento sportivo è una conquista collettiva. Chi se ne sta sulle torri d'avorio non può pontificare e dare giudizi.

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E I RISULTATI? VOGLIAMO PARLARNE?

470 Maschile - I ragazzi di Gabrio Zandonà hanno fatto il vuoto. Giacomo Ferrari e Giulio Calabrò, forse non avevano tanti rivali, ma Capurro & Puppo, forti di risultati mondiali juniores di livello, non sono da disprezzare. Proprio nei giorni del CICO è arrivata la ferale notizia del ritiro di Kosuta e Farneti, peccato per tutti. 

470 Femminile - Elena Berta ritrova a prua Sveva Carraro (la sua prodiera olimpica Alice Sinno è andata a prua di un FX) e si prende per un soffio (pari punti) il titolo a spese del talentino nascente di Benedetta Di Salle con Ale Dubbini. La verità dopo il CICO saranno le regate e i confronti internazionali.

Laser Standard - Francesco Marrai ha vinto anche grazie a una protesta (reciproca) vinta contro Giovanni Coccoluto. Non si deve gridare allo scandalo perchè sono cose che all'estero succedono spesso, la Giuria fa parte del campo di regata e bisogna saperci navigare... Di sicuro le scintille tra le due Fiamme Gialle hanno due possibili sbocchi nel corso del quadriennio: o fanno lievitare il livello di entrambi, e di tutti i laseristi italiani anche giovani che scalpitano dietro, oppure generano problemi psicologici, politici (stesso corpo militare) e danni sportivi. Quale strada imboccare dipenderà molto dai due ragazzi, entrambi maturi ed equilibrati, ma soprattutto da come li indirizzeranno i tecnici federali e della Finanza. Un vulcano in ebollizione.

Laser Radial - Che bella flotta e che livello in alto: forse il migliore campionato italiano di sempre, con la vittoria rabbiosa di Joyce Floridia, che a terra sembra la più timida e in mare tira fuori le unghie, il secondo di Silvia Zennaro, olimpica a Rio e levigata da un inverno di allenamenti, il terzo della giovane talentuosa dello YCI Valentina Balbi, da tenere d'occhio, e il quarto ricco di spunti della rientrante Francesca Clapcich, vittoriosa in due prove e tirata fisicamente a lucido. In questa classe ci sarà da divertirsi.

Finn - Giorgio Poggi segretario di classe e campione d'Italia, vince due volte. Ma alle sue spalle l'ex laserista Alessio Spadoni fa un esordio con i fiocchi, secondo con due primi e due secondi di manche, per la corsa a Tokyo ci sarà anche lui. Poi Filippo Baldassari che soffia il terzo del podio a Enrico Voltolini. Dietro ai quattro, oltre al solito bravo triestino Matteo Savio, il movimento più appariscente è quello del diciassettenne figlio d'arte Federico Colaninno, settimo e sempre più finnista fisicamente. Un prospetto già seguito dai tecnici federali. Rispetto e applausi per i tanti master o vecchie glorie viste a Ostia.

Nacra 17 - Beata gioventù: Erica Ratti con l'ex timoniere Francesco Porro a prua, vince il titolo italiano a 20 anni, davanti a Gianluigi Ugolini e Maria Giubilei: sono due dei team cresciuti con la compagnia della vela del coach Matteo Nicolucci, che regala sempre qualche prodotto lavorabile alle squadre federali e che per questo va ringraziato. Rufo Bressani con la nuovissima prodiera, baby talento ex Laser e 470 Cecilia Zorzi sono terzi, ma vincendo tre prove. In attesa del ritorno (forse non prima del 2018) di Vittorio Bissaro e probabilmente Silvia Sicouri, e dell'arrivo (a giugno) di Ruggero Tita, foil permettando, e Caterina Banti, il Nacra azzurro è giovane e sbarazzino.

RSX Femminile - Marta Maggetti, chapeau. La cagliaritana non si ferma, conferma la crescita vista già anche in tappe internazionali, e approfitta di una Flavia Tartaglini al rientro arruginito dopo la meritata pausa post-olimpica per prendersi un tricolore che aggiunge morale alla sua bravura. Vweronica Fanciulli è terza e meno lontana di qualche tempo fa, vince anche una prova. La baby Speciale è già quarta, a ridosso...

RSX Maschile - Il velista dell'anno Mattia Camboni non fa sconti e vince netto, con un giorno d'anticipo, cinque primi su sette prove. Vista così non c'è storia. Ma Daniele Benedetti, state sicuri, la pensa diversamente, e il confronto avrà momenti forti, ne siamo certi, le Fiamme Gialle e Azzurre saliranno altissime. Dietro ai due, una nidiata di ragazzini ciascuno con peculiarità proprie, dalla regolarità di Di Tomassi ai lampi di classe di Evangelisti. Bel gruppo, che viene da ambienti sani.

49er FX - Ottavia Raggio e Paola Bergamaschi, mondiali Juniores 2016, volano per il titolo e sognano un quadriennio da eredi delle grandi C&C. Tra umiltà e sfrontatezza, sono un paio di spanne sopra ogni alternativa, da Giulia Genesio con Alice Sinno, alla Silvia Sicouri con Claudia Conti, seconde e terze. E occhio all'ex laserista Francesca Bergamo, che ha vinto l'unica prova non vinta dalle leader.

49er - Ruggero Tita e Pietro Zucchetti, uno scudetto per dirsi addio... Sudato all'inizio, con vento forte, perchè Uberto Crivelli con Umberto Molineris al posto dell'infortunato Jimmy Togni, ha più potenza, ma meritato. E adesso? La bella squadra giovane di Luca De Pedrini si è un po' disciolta e bisognerà aspettare per capire nel corso del quadriennio se e chi avrà forza da  esprimere anche a livello mondiale, perchè ormai per arrivare ai Giochi si deve essere da top-10.

2.4 mR - Ben 15 al via, prova provata che la vela paralimpica vuole restare viva, e bravi Antonio Squizzato, primo maschile, e Elena Polo D'Ambrosio, prima femminile. Da queste barche e questi velisti viene sempre un messaggio forte a tutti, con le loro storie e il loro carattere. Meriterebbero anche più vetrine. 

Commenti

Ettore Thermes (non verificato)

Non si può dire bene la classe Rsx se nei Techno i ragazzini sono 400 e poi crescendo diventano meno di 20. Il problema va affrontato e risolto