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07/09/2014 - 21:32
La classica del Garda tra cronaca, vincitori e riflessioni
La classica del Garda tra cronaca, vincitori e riflessioni
Centomiglia dove vai?
Dopo una edizione "strana", alla vigilia dei 65 anni, dove va la più antica regata italiana? Cosa ne pensa un giornalista esperto di Garda bresciano…
Un catamarano primo in reale, un mini-prototipo del Gruppo 2 primo dei monoscafi. Clan Grok vince il Trofeo Bettoni tra i Libera nella “riserva”. Poco pubblico e poco vento. Ma pur sempre un patrimonio di 160 barche di ogni tipo.
di Maurizio Bertera
Quando alle 16,46 Hagar III, il catamarano di Gregor Stimpfl – bolzanino cresciuto velisticamente a Torbole – taglia il traguardo di Bogliaco, la sensazione è quella di sempre: anche se è il primo dell’intera flotta, ha vinto la Centomiglia? Di certo, è il migliore della Multicento e conquista il prestigioso Trofeo Giorgio Zuccoli ma si fa davvero fatica a trovare qualcuno che lo consideri il primo, pure l’applauso da terra (peccato) è tiepidino. E’ l’istantanea di una 64ma Centomiglia del Garda che passerà alla storia non come la più brutta o noiosa – per carità – ma sicuramente tra le più strane.
Colpa in parte delle condizioni meteo, perché dopo la mattinata con un Peler affidabile è giunta un’Ora in tono minore che ben presto ha lasciato la flotta: si sono impantanati praticamente tutti nel basso lago. Da qui arrivi faticosissimi con quei distacchi che fanno tanto tappone alpino. Uno dei pochi a salvarsi dall’abisso è stato – incredibile ma vero – Cool Runnings, mini prototipo condotto da Juncker Thorkild (tedesco residente a Londra) che ha dominato il Gruppo 2 e si può vantare di essere stato il primo scafo monocarena a tagliare il traguardo!
Del resto è stata una Cento che ha riservato ancora prima del via un colpo di scena. Oscar Tonoli, timoniere e leader di Clan Grok, ha alzato bandiera bianca per un malore nella serata di venerdi: i medici dell’ospedale di Desenzano gli hanno consigliato di non rischiare lo stress di una giornata in barca e lui – a malincuore – ha obbedito, informandosi però minuto per minuto di quanto accadeva sul lago.
Dicevamo Centomiglia strana, sin dal colpo di cannone: ha fatto effetto agli appassionati “storici” vedere nove decimi della flotta (composta da 160 barche con equipaggi da 8 nazioni) partire prima dei tre Libera sopravvissuti e dei tredici multiscafi: è l’effetti del discusso (e discutibile, per noi) handicap, studiato per creare un maggiore equilibrio. Sino a Torbole, la rimonta ha entusiasmato, poi un lungo momento di down dei Libera che sembrava consegnare il clamoroso successo a un’interessante imbarcazione rossocrociata, Sonnenkoenig: progetto del geniale Farr, costruita a Dubai.
Il sorpasso, da copione centomigliesco, davanti Toscolano Maderno, quando mancavano due miglia a traguardo: l’astuzia e l’esperienza dei gardesani di Clan Grok facevano la differenza e così arrivava il terzo successo consecutivo nel Trofeo Bettoni. Il settimo nella storia per questo progetto di Umberto Felci, sempre velocissimo e di rara eleganza. Quando cala la sera sul Garda, solo una decina di equipaggi hanno potuto raccontare la giornata in banchina o a cena: da anni non finiva così. Ma non facciamone un altro motivo di riflessione: chi parte al mattino può (e deve) metterlo in conto.
IL VINCITORE, LUCA VALERIO: “UN RAGAZZO FORTUNATO”
Come colonna sonora della giornata di Luca Valerio, scegliamo una vecchia hit di Lorenzo Jovanotti. “Sono un ragazzo fortunato” di addice perfettamente al sabato della Centomiglia per il campione desenzanese. Doveva dare una mano a Umberto Felci per inseguire il colpaccio con il 33 piedi ORC Mataran, e si è ritrovato alla barra di Clan Grok per l’improvvisa indisponibilità del titolare Oscar Tonoli. Beh, non solo ha vinto ancora il Trofeo Bettoni – terza vittoria come timoniere dopo quelle del 1998 e 1999 con Raffica – ma è riuscito ad andare a cena, felice e docciato. Mataram era disperso nel basso lago, con la speranza di finire entro mezzanotte… “Succede, ma per come sono fatto io mi sarei divertito ugualmente. E poi è una barca velocissima come questa per la sua categoria”. E’ stata dira? “Non è mai facile rimontare un’ora su un campo di regata come il Garda, in una giornata non regolare. Ci sono riuscito grazie a un ottimo equipaggio e a una messa a punto ideale, merito di Oscar Tonoli: non è retorica, è una verità tecnica”. C’è stata paura di non farcela. “Onestamente l’esaltazione del mattino quando macinavamo miglia e barche senza problemi, si è tramutata in preoccupazione nel basso lago: raramente ho visto una bonaccia del genere. Non abbiamo mollato e a Toscolano Maderno li abbiamo agganciati: merito nostro e della Gardesana che abbiamo beccato prima di loro”. Un gardesano doc non poteva che ricevere una mano dalla brezza che porta il nome del lago. (MB)
LE REGOLE DA RIVEDERE PER SALVARE UNA LEGGENDA
Alla fine il dio Benaco ha concesso perdono ai suoi fedeli e ha regalato una discreta Centomiglia, settembrina il giusto, con un sole insperato e un vento sufficiente. L’esito sportivo ha un senso importante, ma questa volta non possiamo definirlo fondamentale. Ora deve venire il tempo della riflessione autentica, perché è finita l’emergenza di salvare lo show che ha rischiato (in parte, sia chiaro) di saltare. In questo senso, a noi sembra fuorviante l’idea – legittima e pure lodevole se vogliamo – di inseguire a tutti i costi l’equilibrio tra le barche in acqua, sino a farne un’ossessione. Sostenere che la Centomiglia è una prova unica, particolare, diversa da tutte le altre non deve essere considerata una forma di qualunquismo o un moto dell’anima. Lo è per ragioni filosofiche (è nata per esaltare il primato assoluto, sul modello della Mille Miglia), tecniche (ci sono classi di ogni tipo e lunghezza) e logistiche (il lago è campo di regata difficilissimo da interpretare).
Giustissimo non penalizzare i piccoli, i meno veloci, il “popolo”, ma sbagliatissimo colpire i grandi, i più potenti, l’elite. Tradotto in parole povere: non è detto assolutamente che handicap, percorsi differenziati, partenze scaglionate, siano la soluzione per riportare la regata all’epoca d’oro, fermo restando che la crisi generale sta colpendo la vela – sport costosissimo e legato agli sponsor più di altri – in modo tremendo. Quando c’erano al via più di 300 barche, persino i vincitori delle altre classi arrivavano ore e ore dopo i Libera, proprio come adesso e non si sentiva l’esigenza – neppure da parte di chi tornava a casa la mattina dopo – di cambiare il gioco. Veniva e basta. Ok, i tempi sono cambiati: c’è la crisi economica, la Centomiglia non è più il simbolo di una volta, l’estate sta sparendo e via così. Però, piano con gli alibi: a forza di dire che il problema di Gargnano erano i parcheggi e non la regata, oggi non si fa fatica a trovare un posto auto a due passi dal club.
Riassumendo: se da un lato pensare a rendere l’evento tecnicamente più valido è apprezzabile, sarebbe il caso che il Circolo Vela Gargnano lavorasse su altri aspetti, forse meno teorici e più concreti: un rapporto più intenso con le associazioni di classe (anche quelle non locali, l’Italia è piena di monotipi), una Cento Classica come si deve – in un periodo dove le barche d’epoca sono popolarissime, è malinconico vederne così poche in acqua per la più storica regata italiana – l’apertura piena e convinta ai multiscafi, che nella vela di oggi hanno un peso e un seguito sempre maggiore. Certo ci vorrebbero più soldi ma anche più energia e convinzione. Ci sono?
(maurizio.bertera@rcs.it)
IL COMUNICATO STAMPA
Clan Grok vince il Trofeo Conte Bettoni. I vincitori di categoria, in attesa di foto e video
GARGNANO (Bs) - Il Garda ha ospitato la 64° Centomiglia velica, la più affascinante tra le regate che non si corrono in mare. Il Trofeo Conte Bettoni è andato a “Clan Grok” che all’ultimo minuto ha sostituito il timoniere Oscar Tonoli (colpito da un lieve malore) con l’altro skipper di Desenzano del Garda, Luca Valerio.
La regata di vertice dei Monocarena è fissuto sul duello finale tra il “Clan Grok” e il Farr 11 S svizzero “SonnenKoning”, che ha comunque vinto nella classe Orc Regatta sia in reale sia in compensato. Il Trofeo Giorgio Zuccoli per i catamarani è andato allo skipper Gregor Stimpfl dello Yacht Club di Bolzano che ha portato il suo cat M32 di fabbricazione svedesi davanti a tutti. Secondo si è piazzato l’M2 con l’olimpico austriaco Andreas Hagara, in terza posizione di fratelli tedeschi Sach con “Itelligence”, tra i catamarani più piccoli ha vinto l’Eagle 20 di Timo Spaet davanti al Tornado di Strobino e Vallivero.
Lo scafo inglese “Cool Running” imegnato su un percorso più corto, ha battuto tutti e conquistato il Trofeo Regione Lombardia del Gruppo 2. Quasi 200 le imbarcazioni in gara su un lago che ha presentato due volti, vento fresco in mattinata, brezze leggerissime nel pomeriggio.
Tra i successi di classe più significativi ci sono quelli di “30 Nodi” dell’armatore Paroni e lo skipper Reijntes nei Dolphin 81. Negli Asso 99 hanno vinto i fratelli Marco e Paolo Cavallini; nei Protagonist il “Bessi Bis”, barca campione d’Italia in carica, con lo skipper Marco Shirato; nei Mono-Prot A dello svizzero Claude Fehlmann con lo “Psaros 33”, l’Esse 850 “Atragù” di Andrea Zipperle nel tempo reale ( e corretto) della Mini Altura; il “Nexis” del veronese Luca Brighenti nell’Ufo 22; il “20 Nodi” di Andrea Benvenuti.
Nel tempo corretto Orc il Farr 11S, il “Lake 31”, il “Machete” di Angelo Foschini. La Cento Classica è stata vinta dalla Star della famiglia Bertelli di Gargnano davanti a una Rennjolle e un 5.5 Metre del cantiere svizzero Egger. Il premio delle dame è andato a Giulia Barbera timoniere del Dolphin “Baraimbo”.
Un catamarano primo in reale, un mini-prototipo del Gruppo 2 primo dei monoscafi. Clan Grok vince il Trofeo Bettoni tra i Libera nella “riserva”. Poco pubblico e poco vento. Ma pur sempre un patrimonio di 160 barche di ogni tipo.
di Maurizio Bertera
Quando alle 16,46 Hagar III, il catamarano di Gregor Stimpfl – bolzanino cresciuto velisticamente a Torbole – taglia il traguardo di Bogliaco, la sensazione è quella di sempre: anche se è il primo dell’intera flotta, ha vinto la Centomiglia? Di certo, è il migliore della Multicento e conquista il prestigioso Trofeo Giorgio Zuccoli ma si fa davvero fatica a trovare qualcuno che lo consideri il primo, pure l’applauso da terra (peccato) è tiepidino. E’ l’istantanea di una 64ma Centomiglia del Garda che passerà alla storia non come la più brutta o noiosa – per carità – ma sicuramente tra le più strane.
Colpa in parte delle condizioni meteo, perché dopo la mattinata con un Peler affidabile è giunta un’Ora in tono minore che ben presto ha lasciato la flotta: si sono impantanati praticamente tutti nel basso lago. Da qui arrivi faticosissimi con quei distacchi che fanno tanto tappone alpino. Uno dei pochi a salvarsi dall’abisso è stato – incredibile ma vero – Cool Runnings, mini prototipo condotto da Juncker Thorkild (tedesco residente a Londra) che ha dominato il Gruppo 2 e si può vantare di essere stato il primo scafo monocarena a tagliare il traguardo!
Del resto è stata una Cento che ha riservato ancora prima del via un colpo di scena. Oscar Tonoli, timoniere e leader di Clan Grok, ha alzato bandiera bianca per un malore nella serata di venerdi: i medici dell’ospedale di Desenzano gli hanno consigliato di non rischiare lo stress di una giornata in barca e lui – a malincuore – ha obbedito, informandosi però minuto per minuto di quanto accadeva sul lago.
Dicevamo Centomiglia strana, sin dal colpo di cannone: ha fatto effetto agli appassionati “storici” vedere nove decimi della flotta (composta da 160 barche con equipaggi da 8 nazioni) partire prima dei tre Libera sopravvissuti e dei tredici multiscafi: è l’effetti del discusso (e discutibile, per noi) handicap, studiato per creare un maggiore equilibrio. Sino a Torbole, la rimonta ha entusiasmato, poi un lungo momento di down dei Libera che sembrava consegnare il clamoroso successo a un’interessante imbarcazione rossocrociata, Sonnenkoenig: progetto del geniale Farr, costruita a Dubai.
Il sorpasso, da copione centomigliesco, davanti Toscolano Maderno, quando mancavano due miglia a traguardo: l’astuzia e l’esperienza dei gardesani di Clan Grok facevano la differenza e così arrivava il terzo successo consecutivo nel Trofeo Bettoni. Il settimo nella storia per questo progetto di Umberto Felci, sempre velocissimo e di rara eleganza. Quando cala la sera sul Garda, solo una decina di equipaggi hanno potuto raccontare la giornata in banchina o a cena: da anni non finiva così. Ma non facciamone un altro motivo di riflessione: chi parte al mattino può (e deve) metterlo in conto.
IL VINCITORE, LUCA VALERIO: “UN RAGAZZO FORTUNATO”
Come colonna sonora della giornata di Luca Valerio, scegliamo una vecchia hit di Lorenzo Jovanotti. “Sono un ragazzo fortunato” di addice perfettamente al sabato della Centomiglia per il campione desenzanese. Doveva dare una mano a Umberto Felci per inseguire il colpaccio con il 33 piedi ORC Mataran, e si è ritrovato alla barra di Clan Grok per l’improvvisa indisponibilità del titolare Oscar Tonoli. Beh, non solo ha vinto ancora il Trofeo Bettoni – terza vittoria come timoniere dopo quelle del 1998 e 1999 con Raffica – ma è riuscito ad andare a cena, felice e docciato. Mataram era disperso nel basso lago, con la speranza di finire entro mezzanotte… “Succede, ma per come sono fatto io mi sarei divertito ugualmente. E poi è una barca velocissima come questa per la sua categoria”. E’ stata dira? “Non è mai facile rimontare un’ora su un campo di regata come il Garda, in una giornata non regolare. Ci sono riuscito grazie a un ottimo equipaggio e a una messa a punto ideale, merito di Oscar Tonoli: non è retorica, è una verità tecnica”. C’è stata paura di non farcela. “Onestamente l’esaltazione del mattino quando macinavamo miglia e barche senza problemi, si è tramutata in preoccupazione nel basso lago: raramente ho visto una bonaccia del genere. Non abbiamo mollato e a Toscolano Maderno li abbiamo agganciati: merito nostro e della Gardesana che abbiamo beccato prima di loro”. Un gardesano doc non poteva che ricevere una mano dalla brezza che porta il nome del lago. (MB)
LE REGOLE DA RIVEDERE PER SALVARE UNA LEGGENDA
Alla fine il dio Benaco ha concesso perdono ai suoi fedeli e ha regalato una discreta Centomiglia, settembrina il giusto, con un sole insperato e un vento sufficiente. L’esito sportivo ha un senso importante, ma questa volta non possiamo definirlo fondamentale. Ora deve venire il tempo della riflessione autentica, perché è finita l’emergenza di salvare lo show che ha rischiato (in parte, sia chiaro) di saltare. In questo senso, a noi sembra fuorviante l’idea – legittima e pure lodevole se vogliamo – di inseguire a tutti i costi l’equilibrio tra le barche in acqua, sino a farne un’ossessione. Sostenere che la Centomiglia è una prova unica, particolare, diversa da tutte le altre non deve essere considerata una forma di qualunquismo o un moto dell’anima. Lo è per ragioni filosofiche (è nata per esaltare il primato assoluto, sul modello della Mille Miglia), tecniche (ci sono classi di ogni tipo e lunghezza) e logistiche (il lago è campo di regata difficilissimo da interpretare).
Giustissimo non penalizzare i piccoli, i meno veloci, il “popolo”, ma sbagliatissimo colpire i grandi, i più potenti, l’elite. Tradotto in parole povere: non è detto assolutamente che handicap, percorsi differenziati, partenze scaglionate, siano la soluzione per riportare la regata all’epoca d’oro, fermo restando che la crisi generale sta colpendo la vela – sport costosissimo e legato agli sponsor più di altri – in modo tremendo. Quando c’erano al via più di 300 barche, persino i vincitori delle altre classi arrivavano ore e ore dopo i Libera, proprio come adesso e non si sentiva l’esigenza – neppure da parte di chi tornava a casa la mattina dopo – di cambiare il gioco. Veniva e basta. Ok, i tempi sono cambiati: c’è la crisi economica, la Centomiglia non è più il simbolo di una volta, l’estate sta sparendo e via così. Però, piano con gli alibi: a forza di dire che il problema di Gargnano erano i parcheggi e non la regata, oggi non si fa fatica a trovare un posto auto a due passi dal club.
Riassumendo: se da un lato pensare a rendere l’evento tecnicamente più valido è apprezzabile, sarebbe il caso che il Circolo Vela Gargnano lavorasse su altri aspetti, forse meno teorici e più concreti: un rapporto più intenso con le associazioni di classe (anche quelle non locali, l’Italia è piena di monotipi), una Cento Classica come si deve – in un periodo dove le barche d’epoca sono popolarissime, è malinconico vederne così poche in acqua per la più storica regata italiana – l’apertura piena e convinta ai multiscafi, che nella vela di oggi hanno un peso e un seguito sempre maggiore. Certo ci vorrebbero più soldi ma anche più energia e convinzione. Ci sono?
(maurizio.bertera@rcs.it)
IL COMUNICATO STAMPA
Clan Grok vince il Trofeo Conte Bettoni. I vincitori di categoria, in attesa di foto e video
GARGNANO (Bs) - Il Garda ha ospitato la 64° Centomiglia velica, la più affascinante tra le regate che non si corrono in mare. Il Trofeo Conte Bettoni è andato a “Clan Grok” che all’ultimo minuto ha sostituito il timoniere Oscar Tonoli (colpito da un lieve malore) con l’altro skipper di Desenzano del Garda, Luca Valerio.
La regata di vertice dei Monocarena è fissuto sul duello finale tra il “Clan Grok” e il Farr 11 S svizzero “SonnenKoning”, che ha comunque vinto nella classe Orc Regatta sia in reale sia in compensato. Il Trofeo Giorgio Zuccoli per i catamarani è andato allo skipper Gregor Stimpfl dello Yacht Club di Bolzano che ha portato il suo cat M32 di fabbricazione svedesi davanti a tutti. Secondo si è piazzato l’M2 con l’olimpico austriaco Andreas Hagara, in terza posizione di fratelli tedeschi Sach con “Itelligence”, tra i catamarani più piccoli ha vinto l’Eagle 20 di Timo Spaet davanti al Tornado di Strobino e Vallivero.
Lo scafo inglese “Cool Running” imegnato su un percorso più corto, ha battuto tutti e conquistato il Trofeo Regione Lombardia del Gruppo 2. Quasi 200 le imbarcazioni in gara su un lago che ha presentato due volti, vento fresco in mattinata, brezze leggerissime nel pomeriggio.
Tra i successi di classe più significativi ci sono quelli di “30 Nodi” dell’armatore Paroni e lo skipper Reijntes nei Dolphin 81. Negli Asso 99 hanno vinto i fratelli Marco e Paolo Cavallini; nei Protagonist il “Bessi Bis”, barca campione d’Italia in carica, con lo skipper Marco Shirato; nei Mono-Prot A dello svizzero Claude Fehlmann con lo “Psaros 33”, l’Esse 850 “Atragù” di Andrea Zipperle nel tempo reale ( e corretto) della Mini Altura; il “Nexis” del veronese Luca Brighenti nell’Ufo 22; il “20 Nodi” di Andrea Benvenuti.
Nel tempo corretto Orc il Farr 11S, il “Lake 31”, il “Machete” di Angelo Foschini. La Cento Classica è stata vinta dalla Star della famiglia Bertelli di Gargnano davanti a una Rennjolle e un 5.5 Metre del cantiere svizzero Egger. Il premio delle dame è andato a Giulia Barbera timoniere del Dolphin “Baraimbo”.
luca C (non verificato)
Tonoli Stefano (non verificato)