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19/11/2017 - 16:41
Mini Transat, italiani in porto: dopo Andrea arrivati anche Beccaria e Grassi
Andrea Pendibene:
"Missione compiuta"
Andrea Pendibene (Pegaso Marina Militare), ha concluso la seconda tappa della Mini Transat in Martinica, in 17 giorni e 22 ore circa, al 28° posto nella categoria Serie. Accolto dalla "comunità" italiana a Le Marin: Andrea Fornaro e la fidanzata di Andrea Beccaria. Le prime parole all'arrivo. La gioia per aver completato la tappa dopo due ritiri, alla sua quarta Mini. Il problema di una brutta infezione dopo Capo Verde curata con antibiotici. - SU SAILY TV IN ARRIVO VIDEO DELL'ARRIVO E INTERVISTA-BILANCIO DI ANDREA - Beccaria e Grassi arrivati
ULTIM'ORA 20.11 - Arrivati anche Ambrogio Beccaria (Alla Grande Ambeco) e Emanuele Grassi (Penelope). A breve articoli, commenti, interviste, video!
"Missione compiuta". Arriva questo whatsapp, senza altri commenti, senza tante chiacchiere, intorno a mezzanotte, dal cellulare di Andrea Pendibene. E' il succo, il senso più profondo e sincero, di questa sua ennesima partecipazione alla regata-avventura-ossessione-sogno, chiamata Mini Transat. L'ingegnere navale di Viareggio era alla sua quarta partenza.
Dopo la prima, da giovanissimo poco più che ventenne, con poca esperienza ma entusiasmo travolgente, conclusa felicemente (e dalla quale è stato scritto un libro per Nutrimenti), Andrea sembrava aver aperto con la Mini un contenzioso: altre due partenze, altrettanti ritiri, per avaria elettrica nel 2013, per disalberamento nel 2015. L'ossessione, per uno come lui, che vive di mare, con passione nutrita di competenze, e con una grandì voglia di raccontare questo rapporto con l'altissimo mare, è aumentata, ha rischiato di stenderlo, ma alla fine s'è rialzato, è ripartito ed è arrivato. Sta tutto qui il senso di quel messaggio: "Missione compiuta".
SU SAILY TV SPECIALE MINI TRANSAT: PRESTO NUOVI VIDEO SULL'ARRIVO E LA PRIMA INTERVISTA A ANDREA PENDIBENE
Andrea e Pagaso Marina Militare sono arrivati in Martinica completando la traversata negli alisei in quasi 18 giorni, per le statistiche al 28° posto. Dopo la prima tappa fatta col freno tirato ("L'importante è arrivare"), ci si aspettava - e l'aveva detto anche lui - una tappa più d'attacco, o comunque almeno normale. Sarebbe bastata, con le prestazioni del Pogo 3, per arrivare nei primi 10-15 della classifica, e battersi con il rivale diretto Cedric Faron della Marina francese. Invece dopo un po', seguendo il tracking, s'è visto che la media di Andrea restava contenuta. E' stato così per giorni, poi per settimane, alla fine per tutto l'Atlantico. Chi lo seguiva ha pensato a qualche avaria, o magari alla necessità di stare molto al timone per rottura del pilota.
UNA BRUTTA INFEZIONE CHE L'HA ACCOMPAGNATO IN ATLANTICO - Niente di tutto questo, il problema lo ha chiarito Andrea all'arrivo: una brutta infezione presa dopo Capo Verde, con tanto malessere, la necessità di combatterlo con degli antibiotici. Alla già dura realtà della solitudine in oceano, Pendibene ha aggiunto suo malgrado la debilitazione e la spossatezza del problema fisico. Era pieno di bolle su braccia, gambe e persino sotto i piedi, a causa delle quali aveva persino difficoltà a camminare... Da qui l'inevitabilità di navigare ancora una volta col freno a mano tirato, anche più della prima tappa.
Nell'intervista rilasciata ai francesi in banchina, Andrea non ha voluto raccontare di questo problema, non ha voluto darsi e dare giustificazioni, in fondo come ci ha scritto quello che conta davvero è la missione compiuta. Così Andrea ha detto: "Sono molto felice, da una parte perchè dopo due ritiri prima di Finisterre finalmente ho concluso la regata, e dall'altra perchè col mio collega della Marina nazionale francese siamo alla pari: io ho vinto la prima tappa e lui la seconda. Adesso magari tiriamo i rigori... Il livello dei primi è impressionante, ma è normale: si allenano tutto l'anno, mentre noi in Italia non abbiamo ancora questo livello di preparazione.
"Fortunatamente, il collettivo di La Rochelle ha accettato di farmi fare degli allenamenti con loro. Grazie a Julien Pulvé, in particolare, ho potuto apprezzare meglio questa incredibile macchina che è il Pogo 3, così diverso dai Mini classici. Il nostro resta un progetto collettivo e adesso il mio co-skipper prenderà il posto in vista della prossima edizione. È anche lo spirito della Marina italiana cercare di formare nuovi navigatori. La Mini-Transat è l'unica gara che può essere affrontata senza avere una enorme esperienza oceanica.
Certo, una volta che sei partito e sei in mare, può succedere di tutto. Non dimentico che la vela solitaria è il risultato del lavoro di squadra. Questo è l'obiettivo con cui lavoreremo con la Marina Militare Italiana. Adesso mangerò un boccone, mi divertirò con gli amici. Sono davvero felice. L'unica preoccupazione che ho avuto è stata durante una notte... Stavo ammirando la luna quando ho capito che la stavo guardando attraverso il mio spinnaker che si era strappato!"
L'Andrea Pendibene che ci viene restituito dalla sua quarta Mini Transat (pochi come lui) è un personaggio e un marinaio da interpretare, che avrà sicuramente tante altre cose da fare e da raccontare, a iniziare dalla Classe 950, dove ha già fatto capolino. Di sicuro, con le sue particolarità, il suo carattere, e i tanti tifosi appassionati che lo seguono, Pendibene è un piccolo tesoretto di storie intense e positive della nostra vela oceanica perennemente minorenne.
All’interessato ed a tutto lo sport velico della M.M. sono giunte le congratulazioni da parte del Capo di Stato Maggiore della Marina Ammiraglio di Squadra Valter Girardelli.
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