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ITANOVANTASEI (non verificato)

L'errore è in quelle due "equazioni": non è vero che Foil = Vela Veloce = Vela Cattiva e che, al contrario Vela Lenta = Tradizione = Vela Buona ; così è troppo semplicistico! Il punto è differente: la vela è "buona" quando sono rispettati due punti fondamentali: la sicurezza, che può essere ricondotta a questioni legate alla fisica della vela ed alla tecnologia; e la piacevolezza del navigare, che significa di non doversi vestire praticamente come dei piloti delle moto GP per andare in mare. Ecco, il primo punto, quello legato alla fisica della vela, a differenza che con le tecniche precedenti (canting keel, ballast, ecc.) forse è davvero ad un punto di svolta: non appena i foil attuali, per intenderci quelli che aumentano la stabilità dando portanza con un punto di applicazione parecchio sottovento (cioè che funzionano quasi esattamente al contrario di una zavorra convenzionale) saranno sviluppati adeguatamente, giungendo a maturità, le barche torneranno ad avere un assetto stabile e sicuro non solamente in condizioni stazionarie di regime ma anche in tutte le condizioni di transitorio. Abbastanza facile infatti costruire un equilibrio fisico in condizioni di vento costante, acqua calma e barca già in velocità; molto più complesso offrire risposte convincenti anche in caso di raffiche, onde, mare incrociato, mare su bassi fondali e comportamento della barca dopo un rallentamento, sia esso fortuito oppure dovuto ad una delle cause precedentemente dette. Mi pare che lo schema dei foil più recenti si avvii progressivamente a dare risposte positive anche in tutte quelle condizioni, rendendo "fisicamente sicura" anche la Vela Veloce. Certo, l'inerzia bruta delle zavorre di un tempo, così come è sempre negativa per le prestazioni pure, è praticamente sempre positiva per smorzare ogni reazione ed ogni transitorio che, in quanto tali, possono risultare navigazione, quindi la "vecchia tecnologia", cioè le zavorre, nella loro semplicità, rimangono interessanti per conferire "marinità" al sistema barca (escluso, ovvio, in caso di falla ... il piombo non galleggia). Credo che in un futuro prossimo, se prevarrà la saggezza, cioè nel caso si affermino delle regole di stazza capaci di accettare ed incentivare la potenza delle barche, conferendo loro quella stabilità necessaria per piani velici importanti, con un mix che veda questi foil offrire 60 - 70 % del raddrizzamento continuando per la percentuale rimanente a delle zavorre convenzionali ma posizionate in posizioni molto profonde, sarà possibile ottenere ottime barche sotto ogni punto di vista. Nella pratica la stabilità dei foil, della forma degli scafi e di qualche altra soluzione "moderna" conferirà il momento raddrizzante per la navigazione mentre quel po' di zavorra di cui ho detto, potrà servire a conferire un minimo di inerzia e specialmente la sicurezza in caso di eventi limite. Del resto, se la zavorra è relativamente limitata ed i volumi immersi degli scafi sono progettati in maniera adeguata, lo scafo può avere un ottimo comportamento in mare (beccheggio, slamming ed anche rollio) anche se la zavorra viene posta parecchio più in basso che nelle barche attuali. Abbassare molto la zavorra, fino ad oggi è stata una operazione difficile proprio perché quando è "troppa" ed è posta molto lontano dal baricentro generale della barca, rovina il comportamento dello scafo sull'onda. Se invece la zavorra, grazie all'apporto dei foil, può essere ridotta in misura significativa, essa potrà essere disposta più in basso senza provocare quegli effetti indesiderati di cui ho appena detto mentre la sua quota profonda ne migliora l'efficienza come mezzo idoneo per garantire la stabilità statica in condizioni limite. Tutto sembra convergere positivamente: col 25 - 30 % di zavorra in meno i foil sono più efficienti e, pur non riuscendo ad "alzare" gli scafi, saranno comunque in grado di dimezzare il loro dislocamento apparente rispetto a quelli attuali (nel complesso, tenendo anche conto della minore zavorra) e questo è un ottimo elemento di velocità; nel contempo la stessa zavorra, posta in una posizione maggiormente immersa del 15 - 20 % rispetto ad oggi, perfettamente tenuta in posizione da appendici realizzate con le attuali tecniche costruttive, accoppiata a scafi con un baglio massimo non troppo ampio (visto che la stabilità di forma non è più così determinante grazie ai foil), permetterà di conseguire dei diagrammi di stabilità assolutamente confortanti, sia a livello statico che dinamico. Infine l'altro problema, quello del "come" potranno navigare queste barche e dei relativi equipaggiamenti personali dei velisti: quello che sto cercando di ipotizzare è proprio un compromesso con velocità ben superiori alle barche attuali, ma non doppie; di riduzione drastica delle zavorre ma non la loro totale eliminazione; di applicazione controllata delle potenzialità dei foil, ma di scafi che rimangono comunque immersi, dislocando circa la metà dell'acqua di quelli attuali ma che, comunque non "volano". Si tratta di un insieme, di un mix, che ritengo possa esistere e sia in grado di garantire prestazioni rivoluzionarie (ma non stellari ... ) e nel contempo sicurezza in misura tale ... da poter ancora "andare in barca", cioè di evitare le "tute da marziano" , concedendo al contrario ed esaltando il piacere della vela in tutti i sensi.