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Temo proprio che l'ISAF stia dimostrando di brancolare nel buio. Lo dico nel rispetto dell'ente e delle sue funzioni: forse la burocrazia e alcuni iter decisionali un po' farraginosi stanno facendo danni gravi. Cambiare così radicalmente "logica" agli eventi/classi della vela olimpica, a due anni da Londra 2012, è un segnale di debolezza e di indecisione. E', inevitabilmente, anche il disconoscimento delle scelte fatte dallo stesso ente qualche mese addietro. Il tutto con una contraddizione troppo evidente per non essere sottolineata: l'ISAF si dibatte nel rischio che la vela esca dalle Olimpiadi eppure continua a mischiare le carte in tavola puntando a mantenere inalterato il numero (troppo elevato) delle attuali classi olimpiche. Sarà un caso che le menti più lucide dello yachting mondiale da anni ripetono che 5 classi sarebbero più che sufficienti per la vela ai Giochi? E che queste 5 classi dovrebbero rappresentare le aree agonistiche del nostro sport (windsurf, singolo, doppio, acrobatico e chiglia, magari con un equipaggio un po' più numeroso)? Ci vorrebbero prese di posizione importanti a livello mondiale, e non solo per appoggiare questa o quella classe (e quindi questo o quel cantiere): insomma fare gli interessi della vela e non di una parte commerciale. Di questo passo l'autorevolezza dell'ISAF scadrà sempre più e con essa la vela agli occhi del CIO. Speriamo bene...