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Anonimo (non verificato)

Fazisi, una barca veramente pericolosa perché era l'unica in cui le onde frangevano sistematicamente sopra la coperta! Un bordo libero troppo basso ed una forma non usuale fecero si' che il pozzetto fosse sempre pieno d'acqua, quindi che la barca non potesse mai raggiungere un assetto decente a causa di tutto quel peso aggiunto. Comunque con quella barca bisognava fermare la navigazione prima di tentare di andare a prua per cambiare una vela o per fare qualsiasi altra cosa se non si voleva essere spazzati via: molto marinaresco! Teoricamente Fazisi andava forte, praticamente era una barca lenta, sbagliata, pericolosa e mai competitiva, che nessuno riuscì mai a far funzionare. Ai russi, storicamente, manca l'esperienza in qualsiasi cosa che non sia fare la guerra o disastri di vario genere; impossibile che riescano ad eccellere nel "gioco" (perché diporto significa "piacere", cioè una sorta di gioco, appunto, che provoca sensazioni e stati d'animo particolarmente gratificanti) più evoluto e complesso mai concepito dall'uomo! Tra le loro attitudini vi è quella di studiare perfettamente e risolvere alcuni aspetti di ogni sistema, risolvendoli in maniera brillante e tecnologica ... dimenticando però di vedere se tali innovazioni presentano implicazioni nel resto del progetto, tra i tanti aspetti che sono capaci di trasformare un disegno, un'idea, in una barca a vela efficiente, innovativa, vincente! Lo ripeto, in guerra basta concepire la bomba, l'aereo, l'esercito od il sottomarino più letali - per gli altri - ed il gioco è fatto; in altre situazioni la qualità del progetto è determinata dalla migliore amalgama tra tanti fattori. Per esempio anche nei sottomarini, perché anche in questo caso le cose si complicano ed ai russi, con allarmante frequenza, sfugge il fatto che, per ottenere risultati efficienti, bisognerebbe tenere conto delle tante variabili determinate dal mare, facendo si' che l'equipaggio possa ... sopravvivere, vedi Kursk e non solo! Come nella Rivoluzione d'Ottobre e tutto quello che ne seguì: qualche idea era certamente, almeno dal punto di vista filosofico, ottima però nel complesso il risultato che ne derivò è stata la più grande catastrofe nella storia dell'uomo e delle civiltà - sempre che accettiamo di comprendere quella pagina della storia nell'ambito delle "civiltà" o non, come forse più propriamente, della barbarie - . No, la strana attitudine dei Russi a produrre progetti velici innovativi non è una dimostrazione di superiorità come vorrebbero dare da intendere, bensì una sorta di pretesa delirante in cui, rinnegando l'esperienza maturata da altri in una moltitudine di fattori, li porta a disegnare oggetti che qualsiasi progettista veramente avveduto eviterebbe sulla base delle maggiori consapevolezze presenti nel proprio bagaglio culturale, determinate da esperienze passate, proprie oppure di colleghi. Ecco perché le "fughe in avanti" cui ci ha abituato la Russia in molti campi, si dimostrano sistematicamente dei totali disastri che non celano "menti superiori" - ma neppure "menti inferiori" - bensì semplicemente evidenziano una dannosissima dimostrazione di ignoranza, concretizzata disconoscendo quella parte importante della cultura, della scienza e di qualsiasi tecnologia che si chiama esperienza! Il "nostro" difetto - "nostro" nel senso di europei occidentali ed anche americani - è quello esattamente opposto, perché tendiamo a "fossilizzarci" sulla base dell'esperienza consolidata, osando un po' troppo poco. Esattamente questa è la forza dei francesi dell'Hydroptere: è ormai vent'anni che hanno la forza, la convinzione e sono riusciti a trovare i mezzi per sviluppare un mezzo veramente innovativo, che però tiene conto della importanza dell'esperienza, sviluppando a poco a poco - ma nella maniera più seria e veloce possibile - ogni dato od aspetto incerto o mancante. Per questo l'Hydroptere vincerà!