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Giancarlo P. Segatel (non verificato)

mah! anzitutto fa piacere che Ken Read abbia detto ora quanto io postai su FB durante l' ultima Coppa America: "nulla sarà come prima nella regate veliche": Chissà!, forse ha letto il post anche lui ( ah già, si chiama "read" :-D ). Per il resto, in tema di sponsorizzazioni, forse il resoconto è un pò confuso: da sempre le aziende pubblicitarie degne di questo nome sanno che una sponsorizzazione deve durare nel tempo perchè si consolidi e diventi efficace il messaggio trasmesso e quindi la fedeltà del consumatore-spettatore; verò invece che molte agenzie e società, affamate di soldi, si avventano sugli eventi con iniziative o "mordi e fuggi" o "basta così che di più non posso", con l' inevitabile risultato di aver buttato soldi e indotto i loro business competitors a fare altrettanto, affollando scafi e vele in modo indiscriminato e per questo affatto inutile, con loghi e messaggi illeggibili, scoordinati e fuori target. Ovvio che le aziende serie di fronte a tanta confusione ed arrembaggio si tirino indietro: non è quindi questione di soldi , ma di metodi operativi se le sponsorizzazioni sono in crisi. Per il resto, ha ragione che si deve raccontare una storia: la sponsorizzazione è un messaggio pubblicitario che deve essere visto, compreso, accettato e condiviso: e poichè si sviluppa in tempi lunghi, và continuamente proposto allo spettatore durante tutto l' evento; come? appunto raccontando una sotria e non solo mostrando di sguincio il logo : se io sponsorizzo la regata, allora parlo della storia della regata (contenitore), se sponsorizzo una barca allora parlo ed entusiasmo sulla storia della barca e dello skipper (contenuto). Come al solito, dilettantismo e confusione non pagano.