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Alessandro Turchetto (non verificato)

Dai Franco, svegliati! Buona fede, attiva fede, accuse, responsabilità, ripicche ... ma ti sei reso conto che anche in Italia, che indiscutibilmente è e rimane una delle quattro o cinque scuole più importanti di windsurfing nel mondo, non si riescono ad avere dei numeri decenti nè alle regate nazionali nè al C.I.C.O.? La domanda è retorica, perchè conosci perfettamente la realtà, quanto meno perchè il campo delle tavole al C.I.C.O. lo hai quasi sempre gestito tu in prima persona e sai benissimo che in molti casi non si è neppure assegnato il titolo per numero insufficiente di partecipanti mentre, più spesso, l'obiettivo è stato colto inserendo qualche iscritto "di circostanza", magari non così preparato da competere per un campionato, ma pur sempre utile per le statistiche ed i numeri! Ricordi quante volte sei andato muugnando qua e la' per i numeri impresentabili delle tavole, spesso venendo anche da me, visto che mi conosci da prima del giorno in cui la tavola partecipò alle sue prime Olimpiadi? Fin da allora ti dissi che il numero elevatissimo di tavole sull'alto Garda, vicino ad Otranto, negli altri posti ventosi d'Italia e del mondo, oppure davanti alle spiagge balneabili - per i meno sportivi e preparati - non doveva trarre in inganno perchè c'è una fondamentale differenza tra chi vuole semplicemente divertirsi o partecipare a manifestazioni ludico-estetiche e chi invece è disponibile a fare seriamente regate con percorsi tecnici, calendari intensi, avversari preparati e classifiche implacabili: questa è la vela Olimpica, quella che fa grande la Sensini, alcuni altri nostri atleti - prevalentemente ragazze - e tantissimi atleti di tutte le altre classi! Ma il verdetto è ineluttabile: nel mondo il windsurf Olimpico non ha funzionato, mentre quello con percorsi divertenti, dove si compiono figure od altre acrobazie rimane sempre diffuso e modaiolo. E' uno sport bellissimo ma è lontano dallo spirito Olimpico, bisogna che, anche tu, realisticamente lo ammetta! Del resto, ben venga il Kite, perchè questo è il solo metodo per non sembrare dei reazionari e, nel contempo, per far capire a questa nuova generazione di ragazzi e di tavole che chiedono a gran voce l'Olimpiade, di non essere adatti per quello che chiedono. La storia si ripete, ed ancora una volta il sistema migliore è quello di dire loro: provateci! Solo così saranno inizialmente felici ma poi si renderanno conto di non essere adatti, di non avere lo spirito giusto, inizieranno a disertare le regate e le campagne Olimpiche, troppo faticose, tecniche, stressanti, con pochi risultati concreti rispetto a quelli conseguibili con i cosiddetti circuiti professionistici autogestiti fuori dalle imposizioni del C.I.O. dell'I.S.A.F. e della F.I.V. . Dopo qualche anno, forse, si renderanno anche loro conto della propria dimensione e delle proprie attitudini! Intanto molti velisti continuano a non comprendere cosa ci sia di "professionistico" in quei circuiti, certamente non un livello tecnico superiore a quello Olimpico, con ogni probabilità si sottende invece l'anelito, più o meno esplicito, di pubblicizzare i prodotti del settore, spesso molto venduti nonostante i prezzi ingiustificati. Del resto, le varie specialità Olimpiche si sono sempre chiamate "discipline" e questi ragazzi, ovviamente non tutti, ma certamente la maggioranza di loro, si sono sempre vantati di essere perfettamente indisciplinati ed indisciplinabili quindi ... i conti tornano! Buon Vento a tutti Alessandro Turchetto