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Alessandro Turchetto (non verificato)

Già le tavole non navigano a vela, vanno a vela, appunto su una tavola che, in quanto tale si comporta sul mare e sulle onde in maniera assolutamente differente da una barca. I kite, oltre a non navigare come i windsurf, non vanno neppure a vela: dispongono di un'ala in quota con cui generare portanza e l'unico punto in comune con la vela è quello di sviluppare una spinta propulsiva dall'interazione tra due fluidi, aria ed acqua, in movimento relativo. Ne sono conscio, l'inizio può sembrare un bel po' becero - retrogrado ma non è così, seguitemi ancora per un istante! Dico questo non per sminuirli, bensì per dimostrare che sarebbe più opportuno sancire a livello internazionale la nascita di un nuovo sport, separato e certamente cugino della vela ma indipendente, proprio per rispettare le loro - e le nostre - peculiarità, senza incidere sull'autodeterminazione di coloro che fanno windsurf oppure 470 ; kite invece di Star o Finn. Il futuro è degli sport in ambiente libero e nulla è più libero del mare e del vento, quindi perchè costringere discipline tanto differenti sotto un tetto comune? Perchè imporre le regole della vela ai tavolisti, solamente in virtù della maggiore esperienza dei velisti? Perchè permettere ai tavolisti di credersi velisti quando la loro competizione è tanto diversa dalla nostra, meno tattica proprio a causa della velocità elevata, tutto pompaggio ma senza quel briciolo di abbrivio insito nel concetto di navigazione? Sono tavolisti: evviva i velisti, evviva l'autodeterminazione, evviva i tavolisti e vivremo tutti felici! Anche perchè un dubbio mi rode: windsurf e kite sono certamente specialità affascinanti ma, da quando negli anni '80 il mare ed i laghi erano pieni di tavole c'è stata una contrazione numerica brutale: non è forse che soffrono le regole degli sport proprio perchè spiriti liberi, quindi intrinsecamente indisciplinati e conseguentemente difficilmente inquadrabili in tra le discipline olimpiche? Intendo dire: fatevi l'esame di coscienza e stabilite da voi se è meglio essere inquadrati nel programma olimpico e dover rispettare un'infinità di regole oppure se è preferibile il divertimento puro, condito con manifestazioni tipo quelle tra l'estetico, il commerciale e la pura spettacolarità della formula windsurfing, tanto belle quanto lontane dallo spirito dei cinque cerchi. L'importante è vivere la propria vita e divertirsi, per esempio tra le onde ed il vento, non importa come, basta saper fare scelte chiare, altrimenti il mare vi rifiuterà. Ultimo questione: come mai che, anche in Italia, ovvero in una delle nazioni ove c'è una delle migliori tradizioni di windsurf olimpici, al CICO si fa fatica a trovare, specialmente tra i maschi, il numero di concorrenti necessario per assegnare i titoli mentre ciò non accade per tutte le classi "tradizionali". Non è una domanda ma un corollario di quanto finora sostenuto! Comunque buon vento a tutti!