"Determinare con certezza se una barca è più o meno lunga di 10 metri è fondamentale, come noto, ai fini fiscali, di immatricolazione e di patente."
E' fondamentale per tassa di possesso ed immatricolazione ma non di certo per la "patente" o meglio per l'Abilitazione al Comando di Unità da Diporto che, com'è noto, è richiesta sulla base di altri parametri... o no?
La norma ISO in materia mi risulta essere molto chiara: per semplificare immaginate di accostare due piani verticali, perfettamente perpendicolali alla linea di galleggiamento e paralleli tra loro, rispettivamente alla prua ed alla poppa dell'unità da diporto, e tutto quello che non è smontabile senza pregiudicare il normale utilizzo per il quale l'unità è stata progettata, omologata, costruita e venduta (la navigazione da diporto), sarà considerato come "lunghezza di omologazione scafo" (hull lenght).
Se poi una moltitudine di armatori di unità omologate entro i 10 mt. non riusciranno a dimostrare che le plancette in vtr di poppa, delfiniere, bompressi a riposo oltre il dritto di prua o quant'altro, spesso installatti in modo permanente direttamente dai produttori, siano "amovibili" avranno due semplici scelte: o immatricolare l'unità, se supera i 10 mt., oppure segare o distaccare tutto quello che va oltre la misura di omologazione dichiarata. Chiaro e semplice.
PS: una noto gruppo costruttrore francese, per esempio, omologa i natanti a motore con f.b. tenendo conto della sporgenza del motore f.b. più potente che potrà essere installato... se la norma era chiara per loro poteva esserlo anche per gli altri costruttori spesso "italioti e furbetti de noialtri" con complici gli armatori che erano e sono ben coscienti di avere qualche decimetro o piede "permanentemente inamovibile" da non dichiarare fiscalmente o amministrativamente ma solamente da "vantare" con gli amici in banchina.
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03/10/2016 16:10