Non sapevo di Pino Barbieri e mi dispiace.
Mi dispiace perchè quello olimpico è un percorso fatto da persone su un progetto e se è quadriennale, a meno di un anno dalle olimpiadi le persone dobbiamo aiutarle e resistere. Questo lo dico per tutti, sia che si tratti dei consiglieri delegati, degli atleti, dei tecnici, dei responsabili comunicazione e sponsorizzazioni che dei DT DS DP DC :D. Insomma, la squadra deve essere compatta, fare valutazioni lungo il percorso, fare aggiustamenti come si vuole, ma senza dimenticare che uno dei motivi per cui si cercano aggiustamenti tecnici nelle strutture è la mancanza di fiducia.
Su questo tema vorrei includere tutti, i giornalisti, de Pedrini, la Federazione, i tecnici e gli atleti. Se vi ricordate il mondiale di calcio vinto dall'Italia di Lippi, c'è stato un meraviglioso esempio di gestione della comunicazione da parte della nazionale (e la pressione stampa su una nazionale di calcio non è certo quella della vela) che comunque non era il Brasile di Pelè (sul calcio sono aggiornatissimo): non c'era atleta, allenatore o portavoce che facesse dichiarazioni alla stampa che non sostenesse tutte le scelte fatte dagli altri membri della squadra e dai dirigenti, Sempre, vincendo o perdendo, perfetti o sbagliando.
A questo momento ben gestito dello sport italiano mi rifaccio sempre, perchè nello sport e nelle professioni di alto livello non si spendono abilità "vere ed oggettive" ma soprattutto Motivazioni; per questo se l'Italia ha una squadra la dobbiamo sostenere, fino in fondo, fiduciosi.
Trattenere la critica è un po' come trattenere il respiro, perchè sei sott'acqua e se respiri anneghi e con te tutta la squadra. Quando esci dall'acqua però, il giorno dopo la fine delle olimpiadi, il respiro deve essere profondo e ripetuto e tutti debbono mettere sul tavolo opportuno i propri errori e demolire quello che non funziona e aiutare a costruire, di nuovo, la nostra squadra.
Questo è quello che penso, spero aiuti a trovare un po' di serenità, a gennaio 2012 serve solo quella.
PS: Fabio, ovviamente non critico i tuoi articoli (cene fossero 100 volte di giornalisti critici e preparati sulla vela!), mi fa molto più male la critica, anche sensata tecnicamente ma cruda, severa e sfiduciante di chi invece dovrebbe fare i salti mortali per proteggere la squadra facendo da parafulmine.
Collegamento permanente,
03/10/2016 16:09