L’alieno accetta l’invito e si presenta in banchina. Sta per salire a bordo quando un velista inciampa in una cima d’ormeggio e cade a terra. Lo aiuta a rialzarsi e i due fanno conoscenza. E’ l’Alieno a presentarsi per primo, precisando di essere un velista che da vent’anni non viene sulla terra, raccontando il suo entusiasmo per quanto aveva visto in AC e la sua opinione di come ciò sia espressione di un mondo che corre veloce e la vela vi si adegui.
A questo punto anche il suo interlocutore si presenta: il mio nome è “tal dei tali” ma puoi chiamarmi junior e sono qui per lavoro. Un cliente ha acquistato una barca di legno bisognosa di restauri e mi ha chiesto di venire. Negli anni ’80 ho adattato e disegnato alcuni scafi anche per l’AC!
Sì quelli me le ricordo bene, rispose l’alieno, ma ora c’è di meglio e di diverso, hai visto? Niente di simile in passato. Allora junior scorse velocemente il dito sul display del suo tablet mostrando alcune foto che l’alieno osservò e salvò in tempo reale semplicemente toccandosi le antenne. Ritraevano monoscafi per l’AC ma anche un catamarano da 40’ con una sofisticata ala rigida al posto della randa, un fiocchetto in mylar, un bompresso a prua per armare una vela simile all’attuale gennaker. Vedi, dice junior, questo è Stars and Stripes, disegnato da un team di progettisti, costruito nel 1988 con materiali sofisticati come fibra di carbonio e Nomex e utilizzato nella AC.
Regatò a San Diego e si aggiudicò la Coppa, vincendo sempre con ampio vantaggio su New Zealand, un mostruoso monoscafo innovativo di 123’. I catamarani di oggi sono più veloci e sofisticati ma è comprensibile, sono trascorsi 25 anni.
L’alieno rimase senza parole, pensava di rientrare sul pianeta convinto di avere visto qualcosa di travolgente, al passo con il mondo che cambia ma soprattutto radicalmente nuovo. Invece ha appena appreso che questa strada era già stata praticata quando sulla terra si comunicava con il telefono, il fax, il telex ed il servizio postale. Peccato, lui in quel periodo era appena partito.
Perché non hanno continuato in quella direzione, chiese?
Perché la scelta del catamarano fu chiaramente provocatoria, chiosò junior, dettata dalla furbizia di aver trovato una falla nel regolamento dell’AC che, ieri come oggi, è interpretato con carte bollate e ricorsi. Era chiaro che la lotta tra un monoscafo ed un cat fosse impari ma il giochetto spiazzò i Kiwi.
Aggiunse junior: se si intende premiare lo spettacolo, la velocità, il format televisivo ed il ritorno di immagine per gli sponsor, la strada del catamarano è quella giusta. Non resta che trovare un nome appropriato a questa disciplina però.
Si è fatto tardi, l’alieno si congeda perché atteso a bordo dal suo amico. Una volta in pozzetto racconterà di aver conosciuto un tipo che gli ha parlato di un catamarano di 40’ ad ala rigida per la Coppa di 25 anni fa. I due scoppiano in una risata e sorseggiano l’ottimo vino. Ma il pensiero dell’Alieno è ancora per quel catamarano di molto tempo fa e si sente perplesso. Un concetto, un’idea ben nota ma che da allora nessuno aveva più ripreso sino ad oggi. Chissà perché.
Sì, la vela è nuda ma è la seconda volta che le viene chiesto di spogliarsi. E nessuno ne ha mai fatto mistero.
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03/10/2016 16:09