Aggiungi un commento

Grazie Lorenzo, ma chi protesta? Noi no di certo, sui kiwi primissimi e migliori al mondo abbiamo usato parole inequivocabili. Il tema qui è l'America's Cup, che è sempre più vittima di attacchi e di "visioni" che la immaginano diversa da ciò che è sempre stata. La leggendaria immutabilità delle regole ottocentesche del trofeo è la sua forza. Quanto alla ricerca di maggiori fondi, nessuno ne contesta la legittimità. Ma per restare alla Ferrari: se per andare avanti si facesse prezzolata di un team rivale, il quale spostasse il Gran Premio di Monza a casa sua, direi no grazie. Quello che spaventa - e il silenzio delle parti sui dettagli l'aumenta - è il disegno perverso che si prefigura dietro all'operazione Ineos-Ratcliffe-Ainslie-Cowes-Dalton-Team New Zealand: non è più il detentore a dettare le regole, ma chi paga.