Carlo Antani (mi scusi: per due?), guardi che il giro era ed è sempre stato l"attività principale" per 365 giorni all'anno del buon Cino. Certo una cosa è farlo con vent'anni in meno, e magari sull'onda dell'entusiasmo de Il Moro di Venezia o di Luna Rossa, e ben altra cosa è farlo con vent'anni di più, un paese a crescita zero dove la vela rischia seriamente di finire sul binario dimenticato. A parte l'"onore ai Ricci", penso e spero che tutti si capisca che il Giro d'Italia dovrebbe tornare ad essere un patrimonio di tutta la vela, per i ritorni che può generare. Certo - oltre a un paese che torni a crescere - serve uno sforzo di fantasia e ancor di più, come ho già detto, un impegno collettivo, istituzionale, di movimento, di tutta la vela. In giro ci sono così tanti sedicenti "eventi" velici, veramente risibili e privi di contenuto, autoreferenziali e per pochissimi intimi, eppure in grado di proliferare e trovare risorse. Mentre il giro è costretto a fermarsi, col suo carico di potenzialità di comunicazione, di promozione insita nel suo stesso nome, in "giro" per la penisola. Ci perdiamo tutti.
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03/10/2016 16:10