Storia | Regata > International
11/06/2016 - 15:25
Corsi e ricorsi storici della vela
Corsi e ricorsi storici della vela
Torna One Ton Cup
Stavolta è Fast40+
Stavolta è Fast40+
Una classe di racer simili ai TP52, ma più piccoli, a diffusione (per ora) molto britannica. Un vecchio e glorioso trofeo “di proprietà” di un Club francese, vinto 5 volte dall’Italia (le ultime due dal Brava di Pasquale Landolfi). Adesso si incontrano e riesumano un pezzo di passato. Con quale futuro?
di Fabio Colivicchi
La classe Fast40+ annuncia la One Ton Cup 2016
Sarà la classe Fast40+ la “piattaforma” che assegnerà uno dei trofei storici e ambiti della vela, per quanto un po’ fuori dai giri negli ultimi anni: la One Ton Cup, che si vincerà su queste barche nella regata di Hamble (Royal Southern Yacht Club) dal 16 al 18 settembre prossimi.
La International One Ton Cup nasce nel 1897, il trofeo in argento è realizzato dal gioielliere Linzeler e la Coppa viene messa in palio dallo stesso club che oggi ne detiene le regole, il Cercle de la Voile de Paris. La prima edizione si svolge nel 1899 a Parigi. Le barche devono avere un dislocamento certificato di una tonnellata, per l’appunto. Siamo a due anni dalle prime Olimpiadi veliche (Parigi 1900) dove questa sarà una delle classi a medaglia. Si tratta quasi di grosse derive, nel senso di scafi aperti senza interni, lunghe circa 7 metri.
Seguirà, dal 1907 al 1964, l’era caratterizzata dai 6 metri SI e poi dai 6,50 metri SI, progressivamente declinante, fino alla decisione del club parigino di cambiare le regole e passare a barche più moderne, scafi d’altura precursoti della logica, ancora oggi in vigore, della crociera-regata, per la prima volta chiamati One Tonners. Dopo una parentesi dal 1971 (IOR 27.5), si arriva al 1983 alla classe One Tonner 30.5, che ha vissuto la fase più feconda del trofeo. Tramontato quel tipo di barche, il CVP non ha più messo in palio il trofeo fino al 1999, quando fu scelta la classe Corel 45, rivelatasi una meteora.
La One Ton Cup è stata inseguita e vinta da grandi personaggi della vela, i vari Syd Fischer, Harold Cudmore, Henrik Soderlund, King Harald V di Norvegia, Paul Cayard e Russell Coutts. Ora si tenta una nuova riesumazione, e stavolta la classe protagonista è il Fast40+, un esemplare delle più recenti tendenze della vela d’altura moderna, dislocamento leggero e rating IRC tra 1210 e 1270, progettata nel 2014 per veloci regate costiere, che in pochi anni ha conquistato un suo gruppo di armatori appassionati, prevalentemente nel mondo anglosassone. Riuscirà il solo richiamo del vecchio trofeo a risvegliare l’interesse per questa classe anche fuori dai confini britannici? E ancora meglio: tornerà l’Italia a correre per la One Ton Cup? La domanda non è posta a caso, e la storia lo dimostra.
L’ITALIA ALLA ONE TON CUP
Sono cinque i trionfi italiani in questo trofeo “nobile” della vela. Si comincia nel 1973 a Porto Cervo con Ydra timonata da Agostino Straulino. Nel 1980 a Napoli è il turno di Filo da Torcere di Andrea Vallicelli, con Stefano Roberti e Nicola Sironi. Poco dopo, nel 1983, a sorpresa arriva il successo di Linda, progetto Ernesto Sciomachen, nella lontana Rio de Janeiro timonata da Mauro Pelaschier nei suoi giorni ruggenti (è l’anno della prima Azzurra). Dal 1984 cambiano le regole e nasce la Level Class dei One Tonner, il primo a vincere è Passion 2 di Philippe Briand con Bertrand Pacé al timone. Ma l’Italia ha un asso nella manica, che si chiama Pasquale Landolfi: il suo Brava disegnato da Bruce Farr vincerà la OTC nel 1989 a Napoli, timonata da Paul Cayard, e si ripeterà nel 1992 (l’anno del Moro di Venezia: la vela italiana è in cima al mondo) a Skovshoved (Copenaghen), ancora con Cayard al timone.
Cinque One Ton Cup vinte sono il massimo bottino nella storia del trofeo, solo eguagliato da USA e Germania. Adesso gli inglesi ci riprovano con la “nuova” OTC targata Fast40+. O li lasciamo fare, o esce fuori un altro armatore con il piglio di un Landolfi, per andargli a sbarrare la strada…
www.fast40class.com
di Fabio Colivicchi
La classe Fast40+ annuncia la One Ton Cup 2016
Sarà la classe Fast40+ la “piattaforma” che assegnerà uno dei trofei storici e ambiti della vela, per quanto un po’ fuori dai giri negli ultimi anni: la One Ton Cup, che si vincerà su queste barche nella regata di Hamble (Royal Southern Yacht Club) dal 16 al 18 settembre prossimi.
La International One Ton Cup nasce nel 1897, il trofeo in argento è realizzato dal gioielliere Linzeler e la Coppa viene messa in palio dallo stesso club che oggi ne detiene le regole, il Cercle de la Voile de Paris. La prima edizione si svolge nel 1899 a Parigi. Le barche devono avere un dislocamento certificato di una tonnellata, per l’appunto. Siamo a due anni dalle prime Olimpiadi veliche (Parigi 1900) dove questa sarà una delle classi a medaglia. Si tratta quasi di grosse derive, nel senso di scafi aperti senza interni, lunghe circa 7 metri.
Seguirà, dal 1907 al 1964, l’era caratterizzata dai 6 metri SI e poi dai 6,50 metri SI, progressivamente declinante, fino alla decisione del club parigino di cambiare le regole e passare a barche più moderne, scafi d’altura precursoti della logica, ancora oggi in vigore, della crociera-regata, per la prima volta chiamati One Tonners. Dopo una parentesi dal 1971 (IOR 27.5), si arriva al 1983 alla classe One Tonner 30.5, che ha vissuto la fase più feconda del trofeo. Tramontato quel tipo di barche, il CVP non ha più messo in palio il trofeo fino al 1999, quando fu scelta la classe Corel 45, rivelatasi una meteora.
La One Ton Cup è stata inseguita e vinta da grandi personaggi della vela, i vari Syd Fischer, Harold Cudmore, Henrik Soderlund, King Harald V di Norvegia, Paul Cayard e Russell Coutts. Ora si tenta una nuova riesumazione, e stavolta la classe protagonista è il Fast40+, un esemplare delle più recenti tendenze della vela d’altura moderna, dislocamento leggero e rating IRC tra 1210 e 1270, progettata nel 2014 per veloci regate costiere, che in pochi anni ha conquistato un suo gruppo di armatori appassionati, prevalentemente nel mondo anglosassone. Riuscirà il solo richiamo del vecchio trofeo a risvegliare l’interesse per questa classe anche fuori dai confini britannici? E ancora meglio: tornerà l’Italia a correre per la One Ton Cup? La domanda non è posta a caso, e la storia lo dimostra.
L’ITALIA ALLA ONE TON CUP
Sono cinque i trionfi italiani in questo trofeo “nobile” della vela. Si comincia nel 1973 a Porto Cervo con Ydra timonata da Agostino Straulino. Nel 1980 a Napoli è il turno di Filo da Torcere di Andrea Vallicelli, con Stefano Roberti e Nicola Sironi. Poco dopo, nel 1983, a sorpresa arriva il successo di Linda, progetto Ernesto Sciomachen, nella lontana Rio de Janeiro timonata da Mauro Pelaschier nei suoi giorni ruggenti (è l’anno della prima Azzurra). Dal 1984 cambiano le regole e nasce la Level Class dei One Tonner, il primo a vincere è Passion 2 di Philippe Briand con Bertrand Pacé al timone. Ma l’Italia ha un asso nella manica, che si chiama Pasquale Landolfi: il suo Brava disegnato da Bruce Farr vincerà la OTC nel 1989 a Napoli, timonata da Paul Cayard, e si ripeterà nel 1992 (l’anno del Moro di Venezia: la vela italiana è in cima al mondo) a Skovshoved (Copenaghen), ancora con Cayard al timone.
Cinque One Ton Cup vinte sono il massimo bottino nella storia del trofeo, solo eguagliato da USA e Germania. Adesso gli inglesi ci riprovano con la “nuova” OTC targata Fast40+. O li lasciamo fare, o esce fuori un altro armatore con il piglio di un Landolfi, per andargli a sbarrare la strada…
www.fast40class.com
uwufusiqod (non verificato)