Storia | Regata > FIV

17/05/2020 - 12:16

Per non dimenticare

Ciao Pizzarello, signorilità Dinghy

La vela italiana, laziale e braccianese piangono la scomparsa di Giorgio Pizzarello, medico, velista, dinghysta, animatore, avveratore di sogni. Quattro mesi fa se n'era andato anche Luciano Gesuelli, uno di quelli che hanno portato la vela sul lago di Bracciano - VIDEO E TANTE FOTO

 

Ancora un lutto per la comunità velica del lago di Bracciano, e non solo: la scomparsa prematura di Giorgio Pizzarello, medico ortopedico, velista sopraffino in classi da intenditori, Finn, Snipe, Dragone, soprattutto Dinghy 12'. Impossibile dimenticare l'immagine unica, qualificante, in mare: un signore in camicia. La distinzione estetica del velista che ha qualcosa in più.

Giorgio se n'è andato a 74 anni dopo una malattia, e lascia una scia di ricordi e testimonianze che in parte riportiamo in questa pagina, a partire da quelli dell'Associazione di Classe Dinghy 12, la sua "famiglia" velica più recente.

LUCIANO GESUELLI, L'ADDIO IL 18 GENNAIO - Quattro mesi fa, passata sotto silenzio per la vita riservata che faceva da tempo, c'era stata anche la scomparsa di Luciano Gesuelli, un altro grande personaggio, protagonista e iniziatore con Camillo Martucci e pochi altri della vela sul lago alle porte di Roma, e della nascita dello Yacht Club Bracciano Est. Nominato nel 1991 Cavaliere dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana, infaticabile, sempre aperto e disponibile, solare e generoso, ha affiancato la passione e la dedizione allo sport della vela al lavoro nel mondo della politica, spesso riuscendo a portare significativi riconoscimenti a grandi eventi velici sul lago. Luciano Gesuelli ci ha lasciato dopo aver attraversato in punta di piedi la storia, facendo il suo dovere con passione, regalando ogni giorno a tutti un sorriso.

GIORGIO PIZZARELLO, IMPLACABILE PASSIONE PER LA VELA

(Francesca Lodigiani) Non ho mai sentito tanti uomini piangere. Uomini grandi, solidi. Uomini di mare abituati ad affrontare in prima persona vento, onde, buriane, avarie. Giorgio ha prodotto questo. In molti. E ha lasciato un vuoto anche in chi non lo ha incrociato personalmente.

Sono astemia e non ho mai fatto uso di droghe, ma dalla telefonata di Paola, quel 12 maggio 2020, una mattina romana col sole caldo affacciato tra le nuvole, i ricordi  hanno continuato a  scorrere veloci e inarrestabili. Sotto forma di espressioni, immagini, confidenze, sogni, progetti, battaglie, giudizi, passioni, messe a punto tecniche, pillole di tattica di regata (anche schizzate su tovagliolini da bar), consigli, cazziate, scontri, riappacificazioni, cure medico/ortopediche, sempre risolutive. Il tutto dispensato con passione, vitalità, signorilità, generosità, amicizia vera, correttezza. Una sequenza praticamente inesauribile.

Giorgio, il mio Boss, come lo chiamavo scherzando, mi ha inventata come Segretario della Classe Dinghy in un momento difficile dell’AICD. Ha creduto in me e gliene sono stata sempre grata, e in tutti questi anni – correva allora l’anno 2011 - non ho mai mancato di tenerlo aggiornato dei fatti della Classe, anche qualche giorno fa, con gli sviluppi positivi dei rapporti italo/olandesi e con il nuovo sito al quale stiamo lavorando. Così come avevamo condiviso le due regate nazionali, di Coppa Italia e del Trofeo Dinghy Classico che in questo 2020 avrebbero riportato tutti noi nelle acque della sua Flotta Romana,se non fosse stato per il malefico Coronavirus. 

Per carattere, e origini liguri, non sono di grandi parole. Mi imbarazza. Chiudo quindi qui questo pensiero dedicato a Giorgio, che mi sgorga a poche ore da quando se ne è andato,  con un piccolo inventario di parole e flash che mi vengono in mente pensando a lui. Amico, generoso, signore, intelligente, carismatico, intuitivo, attento, profondo, sincero, campione, impulsivo, appassionato, coraggioso, comprensivo, diretto, a tratti esplosivo, leale; colonna, cuore e anima della Flotta Romana; Maestro di vela, ma anche di vita; mai falso; la borsa da medico appoggiata sulla panca del  Dinghy,  mentre sta armando per ultimo perché deve dare i resti a tutti sotto forma di supporto e consigli, se non di visita ortopedica al volo; elegante in regata con la immancabile camicia e braga chiara al posto dei capi “tecnici”; l’appellativo bella giovane, quando ti chiamava al telefono o ti incontrava; il profumo del suo sigaro al caffè (?) durante la poppa; il creativo modo di chiedere acqua arrivando in boa alzandosi in piedi e mettendo il timone tra le gambe: “tu, tu, tu e tu, siete ingaggiati, voi altri no…”; l’uso dei punti esclamativi negli scritti; il modo “garbato” (eufemismo) con il quale riprendeva gli ufficiali di regata quando posizionavano male il campo di regata; splendido, risolutivo, ortopedico; e poi, e poi, e poi... Buonissimo vento indimenticabile Giorgio, siamo veramente tanti a volerti bene!!

Highlights Agonistici di Giorgio Pizzarello in Dinghy12’

Campionati Italiani

1999 Anzio 3° Classificato

2002 Bracciano Campione Italiano

2004 Bacoli 2° Classificato

2005 San Vincenzo 2° Classificato

2006 Rimini 3° Classificato

2010 Bracciano 2° Classificato

Campione Italiano Master nel 1006, 2008 e 2010

World Cup

2010 Bracciano 1° Master

2011 Venezia 1° Assoluto e 1° Master

2012 Portorose 3° Assoluto e 1° Master

2013 Napoli 1° Master

(Pio Cerocchi e Stefano Tolotti) Tra gli amici dei dinghy si sapeva che era ammalato, ma tutti abbiamo rispettato il giusto riserbo sino alla notizia della sua morte che ci lascia in un grandissimo dolore. Con Giorgio Pizzarello abbiamo perso un grande amico a terra e in acqua, un eccellente timoniere, un uomo generoso nella vita, nella professione e nello sport della vela nel quale la sua famiglia da sempre si è cimentata.

Impossibile dire oggi quante regate abbia vinto, quanti premi e riconoscimenti abbia conquistato. Prima di approdare alla gloriosa classe dei dinghy, Giorgio ha regatato sui Finn, sui J24, sugli Snipe e prima con il padre e il fratello Stefano sul Dragone con il nome della sorella Giada. Ma non si accontentava di partecipare; egli, infatti, amava farsi carico dell’organizzazione della classe e dei circoli che ha frequentato. Per anni è stato Segretario della classe dinghy, ma già prima aveva cercato il rilancio di questa barca sul piano internazionale invitando in Italia olandesi, svizzeri, tedeschi, giapponesi e turchi e andando a regatare da loro nel circuito armando anche un Dinghy 12’ di costruzione Olandese.

Quando a Roma e nel Lazio il dinghy era pressoché scomparso con grande entusiasmo rianimò la classe organizzando Campionati nazionali prima ad Anzio poi nel 2001 a Bracciano che vinse e poi per due volte arrivò secondo, campionati invernali e, soprattutto, la regata intitolata a suo padre Franco, divenuta negli anni un appuntamento nazionale. Giorgio ha avuto il merito di far approvare un regolamento di costruzione e stazza che dopo ben dieci anni di applicazione si è dimostrato validissimo, Dinghy Classici e moderni regatano praticamente a armi pari.

Giorgio sapeva avverare i sogni, rileggete il suo capolavoro organizzativo dell’anno 2010 un campionato italiano Dinghy 12’ da record   e un suntuoso evento internazionale. Giorgio un inconfondibile stile, lui scendeva in acqua con i calzoni lunghi rigirati sulle caviglie e la camicia bianca. Una particolarità dietro la quale si nascondeva una inimitabile capacità competitiva. Noi della Flotta Romana quando al termine della prova vedevamo la sua vela al bando dopo il traguardo, eravamo contenti perché pensavamo che lui, in fondo, aveva vinto anche per noi. Giorgio ha avuto il carisma del leader meritando ovunque rispetto e ammirazione anche nella sfortuna. Ciao Giorgio, vinci anche nel cielo. 

(Ivo Gattulli) Ci sono isole verso il sud delle cose dove, a dire di un poeta portoghese, vivere costa meno al pensiero, e dove è possibile chiudere gli occhi e addormentarsi al Sole. Confido che Giorgio le trovi, e vi riponga al sicuro la sua passione fatta d’acqua e di vento, essenza invitta di quando la vela era cosa di quella stirpe di gentiluomini cui lui apparteneva. Vento Largo.

VIDEO

Sezione ANSA: 
Saily - News

Commenti

roberto rosati (non verificato)

ricordo Giorgio con affetto e stima per cio' che e' stato capace di trasmettermi