Ora bisogna dare continuità alla sua raccolta storica
Ricordo di un vichingo napoletano
Voci, atteggiamenti, visioni, persino posture, le lunghe strade dei ricordi per una descrizione di chi era Carlo Rolandi
di Fabio Colivicchi
Quando ho trovato la vela sulla mia strada il capo della vela era lui: Carlo Rolandi nella sua pienezza di mezza età, alto, biondo e napoletano. La sensazione già allora, da neo-tesserato a presidente, di quella signorilità inconfondibile, quasi scolpita, che trasmetteva tranquillità, come di obiettivi solidi. Dici, la vela sta tranquilla con questo capo. L'impressione d'esordio si è confermata quando poi le strade della vela si sono attorcigliate alla mia, e quel rapporto si è arricchito diventando conoscenza e frequentazione.
Carlo Rolandi era già presidente onorario quando ho iniziato a collaborare con la FIV. Una carica che di solito chiude in una teca chi la ricopre. Non lui, che ha continuato ad avere parti da protagonista. Non un mattatore, ma un tessitore.
Magnetico: se ti trovavi con lui era sempre il momento giusto, e l'aveva voluto lui e c'era sempre un buon motivo.
Le parole uscivano srotolandosi in uno strano inarcarsi del mento e delle labbra, e prendevano quel suono unico che nobilitava la musicalità partenopea, cariche di significati in pochi attimi, grazie a una capacità di sintesi modernissima e ipnotica. Se poi ci mettevi la statura, i capelli e gli occhi chiari, l'eleganza minimalista, avevi la netta sensazione di trovarti davanti un vichingo, e forse lo era davvero, con la forza di spostare montagne nutrita della creatività napoletana.
Comunque sia, ogni ricordo è legato a passaggi importanti, adesso non serve elencarli: consigli (erano imperativi), condivisioni (un privilegio), anche semplici report, magari da qualche luogo sperduto del mondo in qualche regata o riunione IYRU-ISAF-World Sailing, persino gli auguri per le feste (unici, piccoli gioielli, lui e Laura), fino all'ultimo piano di Santa Brigida, ai saloni luminosi e alla famosa stanza degli archivi, dove il passato vibrava di presente. Una continuità del tempo che è solo uno dei suoi tanti segreti.
Ora che Carlo Rolandi veleggia felice lassù, noi quaggiù abbiamo un impegno nuovo, cercare il filo che unisce quel secolo, dalle classi metriche ai foil, dalle signore dello yachting vita stretta e gonne ampie alle navigatrici short tecnico e smart watch, dai blazer ai caschi, e creare - nel suo nome - una Hall of Fame con il meglio di ciò che siamo stati, siamo e saremo. Così il vichingo napoletano avrà colpito ancora.
Gianfranco (non verificato)
Paolo Rastrelli (non verificato)