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09/08/2020 - 20:03

Ora bisogna dare continuità alla sua raccolta storica

Ricordo di un vichingo napoletano

Voci, atteggiamenti, visioni, persino posture, le lunghe strade dei ricordi per una descrizione di chi era Carlo Rolandi

 

di Fabio Colivicchi

Quando ho trovato la vela sulla mia strada il capo della vela era lui: Carlo Rolandi nella sua pienezza di mezza età, alto, biondo e napoletano. La sensazione già allora, da neo-tesserato a presidente, di quella signorilità inconfondibile, quasi scolpita, che trasmetteva tranquillità, come di obiettivi solidi. Dici, la vela sta tranquilla con questo capo. L'impressione d'esordio si è confermata quando poi le strade della vela si sono attorcigliate alla mia, e quel rapporto si è arricchito diventando conoscenza e frequentazione.

Carlo Rolandi era già presidente onorario quando ho iniziato a collaborare con la FIV. Una carica che di solito chiude in una teca chi la ricopre. Non lui, che ha continuato ad avere parti da protagonista. Non un mattatore, ma un tessitore.

Magnetico: se ti trovavi con lui era sempre il momento giusto, e l'aveva voluto lui e c'era sempre un buon motivo.

Le parole uscivano srotolandosi in uno strano inarcarsi del mento e delle labbra, e prendevano quel suono unico che nobilitava la musicalità partenopea, cariche di significati in pochi attimi, grazie a una capacità di sintesi modernissima e ipnotica. Se poi ci mettevi la statura, i capelli e gli occhi chiari, l'eleganza minimalista, avevi la netta sensazione di trovarti davanti un vichingo, e forse lo era davvero, con la forza di spostare montagne nutrita della creatività napoletana.

Comunque sia, ogni ricordo è legato a passaggi importanti, adesso non serve elencarli: consigli (erano imperativi), condivisioni (un privilegio), anche semplici report, magari da qualche luogo sperduto del mondo in qualche regata o riunione IYRU-ISAF-World Sailing, persino gli auguri per le feste (unici, piccoli gioielli, lui e Laura), fino all'ultimo piano di Santa Brigida, ai saloni luminosi e alla famosa stanza degli archivi, dove il passato vibrava di presente. Una continuità del tempo che è solo uno dei suoi tanti segreti.

Ora che Carlo Rolandi veleggia felice lassù, noi quaggiù abbiamo un impegno nuovo, cercare il filo che unisce quel secolo, dalle classi metriche ai foil, dalle signore dello yachting vita stretta e gonne ampie alle navigatrici short tecnico e smart watch, dai blazer ai caschi, e creare - nel suo nome - una Hall of Fame con il meglio di ciò che siamo stati, siamo e saremo. Così il vichingo napoletano avrà colpito ancora.

Sezione ANSA: 
Saily - News

Commenti

Gianfranco (non verificato)

Grazie Fabio per questo breve ritratto di Carlo, scolpito, nitido, senza retorica e, soprattutto, vero. Gli sarà piaciuto. Un abbraccio Gianfranco

Paolo Rastrelli (non verificato)

Magnifico Fabio. Sei stato capace di scolpire un monumento a Carlo che neanche MIchelangelo sarebbe riuscito a fare. Per quanto riguarda la tua sacrosanta premessa all'articolo, vorrei assicurarti: ci ha pensato Carlo stesso quando ha voluto, fondato, sostenuto, divulgato... Il Centro Studi Tradizioni Nautiche al quale già in vita ha donato la sua straordinaria biblioteca velica facendoci ottenere dalla FiV il riconoscimento di "istituzione culturale d'interesse federale". Ora che siamo rimasti senza di Lui contiamo su tutti gli appassionati che vorranno seguirci nel fare ancora più grande il CSTN.. Paolo Rastrelli (Direttore CSTN)