Dopo le fanfare su una sfida dalla Sardegna, della quale si sono perse le tracce, la tarda estate porta il vento di un'altra vagheggiata sfida italiana, questa volta da Imperia. In Italia sta prendendo piede la moda delle sfide-fake che parlano di vela e di America's Cup: regalano visibilità a buon mercato, ma forse puntano ad altri obiettivi...
Non abbiamo niente contro i sogni, inseguirli e provare a trasformarli in realtà è più che legittimo. Anche nello sport e nei suoi grandi eventi. La vela poi si presta volentieri, a partire dall'America's Cup, dal suo fascino, dal palcoscenico che promette. C'è però il rischio di esagerare: nei sogni e nella loro rappresentazione. Questo rischio in Italia sembra diventato quasi un vizio: le sirene di Coppa ispirano personaggi e storie che nascono e muoiono nel breve volgersi di qualche settimana o mese.
Vere e proprie fake news, alimentate dall'attuale sfacelo dell'informazione: la vela è un mondo perlopiù sconosciuto, non se ne parla mai, soprattutto non si parla dei successi sportivi importanti (mondiali di classi olimpiche o giovanili, ne abbiamo vinti tanti quest'anno), e piuttosto si da fiato alle trombe quando qualcuno annuncia progetti ampollosi e sfide impossibili, senza verificare - e seguendo lo stile social imperante, dove la quantità prevale sempre sulla qualità - si va a caccia di facile audience non curandosi di ciò che si offre ai lettori.
Premessa per introdurre le ultime notizie dal magico mondo dell'Italia che sogna di fare la Coppa America. Le fanfare della sfida sarda di Renato Azara e la sua Adelasia di Torres, che hanno suonato dall'inverno scorso, sono già spente. Secondo alcune voci, il team starebbe "virando" le proprie attenzioni dalla Coppa alla Volvo Ocean Race... Auguri, sarebbe bello. Ma intanto questa non è più l'unica "altra sfida italiana alla Coppa America", (oltre ovviamente al challenger of the record Luna Rossa): c'è dell'altro.
Lo scorso 8 settembre a Imperia, il sindaco Claudio Scajola (si, lui) ha officiato a una conferenza stampa nella quale è stata presentata una possibile nuova sfida italiana, che ha già un nome "Columbus 2021", un patron, l'avvocato milanese Roberto Podda, un circolo, lo Yacht Club Imperia (che secondo altri rumors al momento è in cerca di una sede), e soprattutto un cospicuo budget: 50 milioni di euro. Stando alle ultime valutazioni, una sfida di Coppa necessita di un budget di almeno il doppio, ma il 50% può aiutare a partire.
Come potete leggere nelle informazioni, raccolte da siti web locali imperiesi che hanno raccontato la conferenza stampa, giacchè non è stato emesso alcun comunicato stampa, ci sono anche coinvolgimenti di professionalità di un certo peso nella storia della cantieristica velica italiana. Riportiamo le dichiarazioni di alcuni dei protagonisti.
Il sindaco di Imperia Claudio Scajola: "Credo che questa della Coppa America sia un'occasione enorme di comunicazione esterna di Imperia, manderemo in giro per il mondo le immagini fatte con il drone della nostra città e credo che ci sarà un grande salto di qualità sul nostro turismo. Imperia avrà da questo progetto Columbus 2021 un ritorno importante con una base nautica, investimento significativo poiché per regolamento tutti i partecipanti devono essere nella sede da dove si lancia la sfida."
L'avvocato Roberto Podda: "Ora abbiamo una scadenza il 30 novembre, entro la quale dobbiamo perfezionare l’iscrizione e lanciare la sfida, versando dunque anche le somme richieste. Quindi ora siamo concentrati su queste trattative. Per rispetto di Imperia, che ci ha accolto così bene, non abbiamo voluto dare ai defender e a Luna Rossa, con cui siamo in contatto dal mese di agosto, i dettagli che abbiamo dato qui. Siamo stati riconosciuti come dei seri interlocutori, perché qualche notizia è filtrata. Luna Rossa e New Zeland ora sono in attesa di conoscere i contenuti di questa conferenza stampa per intraprendere le trattative che porteranno all’iscrizione. Parte integrante di queste discussioni sarà quella di cercare di portare a Imperia una delle due sfide previste nel Mediterraneo come avvicinamento alla Coppa America, o nel 2019 o nel 2020. Per quanto riguarda il design, la progettazione e la costruzione siamo in ottime mani perché ci siamo affidati a Bertone design e a Maurizio Testuzza di Adria Sail, quindi dormiamo sonni tranquilli".
Il presidente dello YC Imperia Marco Savini: "Con gli altri rappresentanti del consorzio abbiamo deciso che la base nautica sarà qui nella nostra città, questo ci darà visibilità mondiale e viceversa tutte le eccellenze della vela verranno qui. Lavoreremo per portare a Imperia una delle regate di avvicinamento, sono molto fiducioso. Siamo al giorno 0,5 e le idee verranno confrontandoci quotidianamente. Abbiamo già avuto contatti internazionali dai quali abbiamo avuto risposte positive, siamo dunque ottimisti."
Essere ottimisti non costa nulla, quindi perchè non esserlo? Media importanti hanno dato la notizia in pompamagna. E in fondo, solo qualche settimana fa lo stesso Max Sirena, Team Director e Skipper di Luna Rossa, aveva parlato di "un'altra sfida italiana in arrivo", in qualche modo accreditandola. Del resto cosa possono fare il defender New Zealand e il primo sfidante Luna Rossa, davanti alla prospettiva di un'edizione di Coppa che, a dispetto delle super-barche che scopriremo (i famosi monoscafi AC75 senza chiglia e con foil zavorrati che voleranno sull'acqua), si profila in formato ridotto, con appena tre sfide, peggio dei tempi (già lividi) di Larry Ellison e Russell Coutts, se non aprirsi a qualche new-entry lastminute?
Occhio al fake, però. La tentazione di lanciare il sasso della sfida e togliere la mano è forte. E così la superficialità di certi media nel recepire e rilanciare le notizie. Non occorre la sfera di cristallo per immaginare quali possano essere gli obiettivi reali di certe sfide. Con la speranza di sbagliare, buon lavoro.
PS - Anche all'estero hanno qualche dubbio sugli annunci dall'Italia... https://www.sailingscuttlebutt.com/2018/09/10/americas-cup-maybe-four-en...
Renato Azara (non verificato)
Aura (non verificato)