C'è ventone? Meglio così
La nostra Giraglia
come in oceano
Quella notte che abbiamo dato gennaker con 35 nodi! Il racconto di una Giraglia Rolex Cup speciale e ventosa vissuta a bordo del Mini 650 Pegaso Marina Militare, che torna in regata con Andrea Pendibene e Giovanna Valsecchi - FOTO E VIDEO
Non è stata una Rolex Giraglia facile facile. Il Tirreno del Nord ha mostrato una faccia brusca, dalla Sicilia sono arrivati 40 nodi di Libeccio, caldo per modo di dire, che ha alzato onde da schiaffi che non guardano in faccia nessuno. Una quarantina di ritirati su 260 partenti, e una manciata di richieste e interventi di soccorso confermano che è stata una prova vera. Tutto sommato superata da tutti: barche, velisti, sistemi di soccorso. Sono occasioni nelle quali è bene fare un esame di coscienza, sulla propria preparazione, il proprio equipaggio rispetto alle condizioni che si possono trovare.
Non è stata solo una Giraglia di tormenti e ritiri, ma anche una grande regata da marinai. Lo prova la storia che leggerete adesso, vissuta a bordo del Mini 650 Pegaso Marina Militare, barca da Mini Transat, quindi da oceano, che non può certo farsi "spaventare" da 40 nodi di Libeccio, ma sa come rispettarli. Ecco il racconto dei due skipper.
di Andrea Pendibene e Giovanna Valsecchi
La Giraglia è lo scoglio a nord di Capo Corso dove il maestrale colpisce duro e rappresenta per tutti i velisti l’esame per diventare marinai e potersi vantare di averlo doppiato almeno una volta nella vita.
Il leggendario scoglio secondo solo alla fama del gemello irlandese del Fastnet, diventa boa di alcune prove d’altura ispirate alla famigerata Giraglia Rolex Cup che assieme alla Middle Sea Race, Fastnet, Sidney Horbart costituiscono il Campionato Offshore Mondiale per i maxy yacht e prototipi da regata open.
In questo 2016 il comitato della regata hanno deciso assieme alla Federazione Italiana Vela e ai blasonati club organizzatori di inserire i mini racer oceanici di 6.50 facendola diventare regata qualificativa per la Transat2017.
Occasione ghiotta per Pegaso e il suo team che in questo 2016 iniziato tardivamente ha già doppiato la Giraglia ben due volte in maggio (durante la regata di classe650 la SOLO222 e durante la 151miglia sul class950).
Preparata Pegaso presso la Sezione Velica di La Spezia con un meticoloso check e set up per aumentarne l’affidabilità, il primo vero allenamento è stato raggiungere St Tropez, sede di partenza della regata raggiunta dopo aver affrontato tutte condimeteo ed essersi destreggiati con l’intenso traffico marittimo sulle rotte commerciali e turistiche (Genova, Savona, Nizza, Cannes…).
L’ultima notte di navigazione a meno di trenta miglia le condimeteo si sono deteriorate con avviso di BMS di MeteoFrance che ha imposto uno stop nel piccolo ma attrezzatissimo porto di Juan Le Pins, anche qui entrare a vela di notte con raffiche di oltre trenta nodi implica una attenzione e precisione da chirurgo per non sbagliare tra correnti e bassi fondi.
Si arriva due giorni prima della regata, con un cielo grigio che annuncia il maestrale forte, tra una doccia, controlli di sicurezza e manutenzioni che non finiscono mai il tempo scorre e decidiamo di saltare la grande cena di gala per rimanere con il nostro meteorologo a cena per analizzare la situazione meteo e finalizzare una strategia degna di un giocatore di scacchi.
La mattina della partenza il maestrale soffia ancora , si inizia ad uscire circa 300 barche di tutte le taglie, nazionalità e livelli di preparazione accumunate dalla voglia di doppiare il mitico scoglio per poterlo raccontare.
Le partenze sono divise secondo la taglia, noi siamo gli ultimi assieme ai temerari che hanno deciso di correre in doppio, tutta gente preparata e ambizione infatti rifacciamo la procedura di partenza due volte perché nessuno è disposto a perdere secondi preziosi su una prova di oltre 3 giorni…
Il breve percorso ne Golfo di St Tropez si rivela una trappola per noi piccolini dei 650, mede cardinali da evitare, boe di bassi fondali, pochissimo vento e groppi temporaleschi che annullano il forte maestrale. Noi con la potenza di Pegaso non possiamo che cambiare continuamente vele per cercare di sfruttare i minimo refolo verso la boa successiva…non riusciamo a tenere il passo di barche più strette che nella piatta avanzano veloci ma non molliamo nemmeno un metro e continuiamo a cambiare vele spinnaker, gennaker, fiocco in varie combinazioni assieme allo spostamento dei pesi sottovento….
Finalmente vediamo l’ultima boa del percorso costiero, ridotto a qualche miglio prima di Porquerolles per esercitazioni militari e il vento si stabilizza sopra i cinque nodi che ci permette di iniziare a far correre la barca ma il vento è di prua e cambia sempre direzione non dandoci tregua dovendo continuamente virare e stare attenti ai concorrenti ma anche alle navi.
Nella notte la flotta si divide, noi puntiamo verso la Sardegna confidando sul forte vento di Libeccio che dovrebbe entrare, mentre altri puntano diretti a capo sperando di arrivare prima della burrasca.
Avanziamo nella notte e continuiamo all’alba, inizia a farsi sentire la stanchezze ma con turni regolari e una alimentazione corretta teniamo botta….
A circa 50 miglia dalla Giraglia, il Radio Faro di Capo Corso emette il bollettino speciale di meteo France con avviso di forza 8 sulla punta nord della Corsica e su tutto il Mar Ligure: inutile dire che lo sapevamo. Iniziamo a prepararci per il passaggio e per la lunga notte ventosa che ci aspetta.
Con Giovanna decidiamo di annullare i turni per tutta la durata del vento forte, iniziamo un check completo della barca strutture, elettronica, vele e tormentina.
Prepariamo la cena alle 16h con liofilizzati caldi, un termos per la notte e inziamo a vestirci con le cerate e i salvagenti riempiendoci le tasche di generi di conforto come noccioline, barrette, cioccolata, miele..
Alle 18.30 a meno di 20 miglia dallo scoglio il cielo diventa grigio, quasi nero, l’acqua perde il suo colore verde cristallino e la costa corsa rocciosa in lontananza diventa scura e cupa…la barca accelera, accelera, accelera fino a che decidiamo saggiamente di ammainare lo spinnaker grande e di proseguire a vele bianche terzarolate per passare in super sicurezza.
In questa fase perdiamo posizioni, molte barche proseguono con tutta la tela a riva, molti in maglietta e senza salvagente ci passano quasi stupiti e nei volti di molti timonieri vedo una sorta di soddisfazione…..purtroppo molti di loro non hanno mai visto il mare in tempesta e pagheranno acaro prezzo la sfida con Nettuno!
A meno di 4 miglia il vento inizia a fischiare, non si vede più nulla, il sole è calato e la luna coperta dalle nubi nere come la pece, molte barche vengono investite dai groppi violenti e spaccano attrezzatura, vele perdendo il controllo schizzano impazzite da tutte le parti, alcune si rifugiano sotto le alte rocce tra la Giraglia e la Corsica, altre si ritirano, molte proseguono a motore.
Noi con Giovanna decidiamo per il passaggio di manovrare con la sola randa con tre mani cois da evitare le barche e avere una buona velocità (intorno agli 8 nodi).
Subito dopo la Giraglia, il vento cala un poco (circa 38 nodi) e impostata la rotta decidiamo che dobbiamo tirare per recuperare i due mini che ci sono sfuggiti essendosi destreggiati meglio nelle piatte di bolina tra lo start e la giraglia (Penelope di grassi e Bea di Moresino, entrambi pogo2; ovviamente anche il proto OnlineSim di Bona ha allungato ma lui fa categoria a se).
Il pogo 3 ha una carena planante, un albero molto appoppato e nelle ultime settimane lo abbiamo controllato bullone su bullone dalla carena alla testa d’albero…non abbiamo dubbi sulla sua affidabilità, intanto il mare aumenta le onde superano i 4-5metri e il vento si stabilizza sui 35 nodi con raffiche oltre i 40…decidiamo di dare gas e provare Pegaso in assetto oceano.
Diamo gennaker, solent e randa terzarolata, a barca schizza oltre i 13 nodi fissi con qualche punta sui 15, sembra un cavallo impazzito, acqua ovunque ma resta docile e “surfa” tra le onde nella notte buia!
Con Giovanna ci diamo cambi regolari secondo il livello di stanchezza, comunque mai oltre i 40 minuti per non perdere la concentrazione e quando il mare frangeva eravamo entrambi fuori ma uno al timone e l’altro a guardare le onde da dietro per avvisare il timoniere quando frangevano….
La notte scorre tranquilla, veloce, sicura quando vediamo un fuoco rosso a paracadute, togliamo subito il gennaker e proviamo a chiamare sul canale 16, sono una barca in regata, hanno appena rotto il timone e sono in pericolo, facciamo subito ponte con la Capitaneria di Porto di Genova e Livorno, giriamo la posizione e gli diciamo che non possiamo prestare assistenza con una barca di 6 metri, con venti di prua da oltre 40 nodi e onde frangenti di 5metri…capiscono e ci ringraziano, sapremo poi a terra della perfetta riuscita del soccorso a loro e ad altre due barche per medesime avarie.
Passato il pericolo, ridiamo gennaker e ripartiamo a “surfare”, io sono in uno stato di grazia, sono contentissimo, finalmente la barca vola, sono sicuro perché l’abbiamo controllata per bene e ha il giusto setup, spingo talmente tanto che la barca ad ogni onda è piena d’acqua e mi investe ogni onda fino a che il salvagente si apre (la pastiglia si scioglie se immersa in acqua) ma non mi importa continuo come se nulla fosse e poi in quelle condizioni è impensabile togliersi l’oggetto che ti salva la vita…
Giovanna non molla, ci continuiamo a dare il cambio con regolarità anche se sottocoperta si sbatte tanto, è tutto fradicio e non si riesce a riposare ma staccare con il livello di concentrazione che richiede la barca va bene uguale e poi da sotto si controlla il sistema AIS per vedere la barche che raggiungiamo perché siamo nettamente più veloci….
Quando arriva l’alba il vento cala, il sole ci scalda e si vede Genova, mancano solo 30 miglia: lo sprint finale da non sbagliare, da fare con estrema lucidità anche se siamo stanchi e bagnati fradici.
Con la luce vediamo le barche attorno a noi, con tormentina e molte senza randa e a quel punto capiamo che abbiamo dato gas durante la notte, ma non è finita le onde sono alte, alcune frangono e il vento è calato, la barca non tiene la direzione è molto pericoloso un paio di volte un frangente ci prende e ci sdraia dobbiamo reagire!
Si alza un refolo di vento alziamo lo spi grande per primi, saremo solo tre barche a farlo, partiamo e iniziamo a planare ,cerchiamo il “waypoint” arrivo e ci diamo il cambio con il binocolo per cercarlo, è vicino alla costa e le onde sui bassi fondi sono alte.
A meno di 2 miglia ammainiamo, non prediamo rischi inutili, tagliamo il traguardo sotto un cielo cupo davanti ad una Genova che si sta svegliando alle prime luci della mattina, siamo felicissimi ma stanchissimi.
Ormeggiamo tra moltissime barche, molte enormi, rassettiamo e poi colazione con la classica focaccia Genovese offerta dal pack dock della Rolex allo YCI.
Pegaso è tornata in regata e ha vinto, ha fatto vedere il suo carattere in condizioni dure dove nulla è scontato ora vuole continuare il percorso di avvicinamento alla Transat 2017 a piccoli passi senza mai mollare.
ANDREA PENDIBENE
La Giraglia ha rispettato la sua fama, sapevamo cosa sarebbe successo infatti ero molto teso il giorno dello start, ma abbiamo avuto ragione riposandoci un po' di più la prima parte per poi attaccare la seconda in condizioni dantesche degne di una mini Transat. Sono super contento, vincere aiuta a continuare a lottare e indica che siamo nella giusta direzione. In questi momenti non possiamo che ringraziare tutti coloro che ci sostengono, ci aiutano, ci permettono di continuare a navigare come la Marina Militare e i partner tecnici.
GIOVANNA VALSECCHI
Una regata strana, siamo arrivati a St Tropez giusto il tempo di fare i controlli, la meteo è cambiata molto. Abbiamo lavorato molto con il meteorologo Andrea Boscolo sia a terra prima di partire facendo assieme la 151miglia sia a St Tropez e ci ha aiutato moltissimo. In regata, in doppio su Pegaso iniziamo a comprendere certi meccanismi di setup necessari per far correre la barca veloce.
PARTNER TECNICI PROGETTO PEGASO MARINA MILITARE ITA883 2016
Veneziani, Centro Addestramento e Sopravvivenza di Anzio, Formula Medicine, Spot/Gialdini Brescia, Salice Occhiali, Corderie Lancelin, Plastimo, MaFra, ContshipItaliaGroup, MeteoSport di Andrea Boscolo, Il Frangente, Farblue, Ropeye
CLIP PEGASO GIRAGLIA ROLEX CUP 2016
paolo pitto (non verificato)
fcolivicchi