Storia | Barche > Industria

25/03/2015 - 21:35

L'associazione si sgretola alla vigilia dell'assemblea

UCINA-incubo, nuovo strappo

Confindustria Nautica, lo scenario peggiore: alla vigilia del voto 10 grandi aziende escono dall'associazione. Demaria unico candidato: che presidente sarà?



Prende corpo per la disastrata UCINA lo scenario da incubo che si sperava di evitare: una ulteriore spaccatura, uno strappo consistente di un gruppo di 10 grandi aziende con una lettera-manifesto (che forse prepara la mossa successiva: la creazione di una associazione di settore alternativa) proprio alla vigilia del voto di venerdi 27. La conseguenza immediata è la rinuncia alla candidatura di Lamberto Tacoli, che era in corsa proprio per rappresentare una visione di cambiamento che non è riuscita a trovare strada. 

Carla Demaria resta così il candidato unico e sarà eletta presidente di UCINA. Che presidente sarà? Ma soprattutto: che UCINA sarà? Paradossale che nella vicenda tutti si dichiarino, a parole, per l'unità, eppure nei comportamenti soffino sul fuoco delle divisioni. Il risultato è che UCINA perde pezzi importanti e per Demaria il lavoro di ricucire gli strappi sarà la priorità assoluta. Prima di ogni altra cosa. Salone di Genova compreso.

Di seguito la lettera congiunta delle aziende che sono uscita dall'associazione, e il comunicato UCINA. L'impressione è che siamo ben lungi dal chiudere la vicenda, e che invece avremo presto altre sorprese. Speriamo positive per la nautica. 


OGGETTO: LETTERA CONGIUNTA – DIMISSIONI DA UCINA
Milano, 25 Marzo 2015

Gentili Associati,
Vi scriviamo per comunicarvi la nostra decisione, particolarmente sofferta, di uscire dall’Associazione e per spiegare a voi, cari Colleghi, prima che ad altri, le ragioni di tale decisione.
Da tempo ormai non ci sentiamo più rappresentati da UCINA, pur essendo le nostre aziende realtà di rilievo in termini di valore - non solo economico - per la storia, la dimensione, l’importanza e il prestigio internazionale della Nautica Italiana.

Non ci sentiamo rappresentati, in primo luogo, in quanto non è più possibile trovare all’interno dell’Associazione un terreno aperto al dibattito, elemento indispensabile per prendere in considerazione un cambiamento di orizzonte e di operatività che, prevalendo su posizioni individuali, dovrebbe mirare all’interesse collettivo. Alcuni di noi hanno avanzato proposte costruttive per un’evoluzione dell’Associazione, che sono state messe in discussione per la forma invece di essere valutate nella sostanza e affrontate in un dibattito privo di pregiudizi, che sembra non essere più percorribile nemmeno in seno al Consiglio.

Non siamo disposti ad alimentare una dinamica controproducente per tutto il Settore attraverso un’Associazione spaccata in opposte fazioni. Esprimiamo interessi molteplici, ma non è dividendoci in opposte fazioni che daremo risposta a tali varietà di esigenze; l’obiettivo di un’Associazione di categoria deve essere e rimanere il perseguimento del mutuo interesse. Non saremo noi a rappresentare una di queste fazioni.

Riteniamo inoltre che il fine dell’Associazione non possa e non debba essere incentrato in via prevalente all’organizzazione del Salone Nautico di Genova. La Nautica Italiana, di cui ogni Azienda associata, a prescindere dalla dimensione e fatturato, è eccellente espressione, si merita ben di più: un’azione illuminata che dovrebbe diventare efficace a livello nazionale ed internazionale, come quelle di altre Associazioni omologhe in altre categorie.

Ci teniamo a precisare che la nostra scelta di uscire dall’Associazione non ha nulla a che vedere con la partecipazione al prossimo o ai futuri Saloni di Genova; questa decisione rimarrà a discrezione delle singole Aziende associate e non.

La Nautica Italiana, con tutte le sue aziende piccole o grandi che siano, rappresenta uno dei fiori all’occhiello del nostro straordinario Paese che tutti noi, col nostro lavoro quotidiano, cerchiamo di difendere e promuovere nel Mondo. Troviamo incongruente il fatto che UCINA, e quindi il Made in Italy, possa essere rappresentata da un manager, per quanto preparato e rispettabilissimo, che è espressione organica di un importante gruppo straniero che ha solo minimi interessi in Italia ed i cui stabilimenti produttivi, livelli di impiego e creazione di indotto sono concentrati in un Paese concorrente del Sistema Italia. Che credibilità avremmo all’estero? 


Per queste ragioni, abbiamo deciso di rassegnare le nostre dimissioni dall’Associazione. Con il rammarico per il risultato, ma l’orgoglio e la consapevolezza di aver promosso un’azione per il bene comune della Nautica Italiana, la scelta di lasciare per non voler dividere, che - ne siamo certi - molti di voi apprezzeranno, è un gesto di saggezza e di rispetto per tutte le aziende, gli imprenditori e i manager di questo comparto

Con i nostri più cordiali saluti.
(Aprea Mare, Arcadia Yachts, Azimut-Benetti, Baia, CRN, Ferretti Group, Maltese Spa, Marina di Varazze, Mase, Salpa)


COMUNICATO UCINA
Genova, 25 marzo 2015

L’Associazione risponde coesa alle dimissioni di alcune Aziende comunicate alla vigilia dell’Assemblea Elettiva del nuovo Presidente. In un momento in cui in tutta Italia e nel Mondo le aziende fanno sistema è un gesto di particolare gravità.

Ucina Confindustria Nautica prende atto con estremo dispiacere della decisione odierna di alcune imprese di uscire dall’Associazione: il gesto, che vorrebbe essere clamoroso, sorprende nelle motivazioni. Nella nota che hanno inviato ai Soci si scrive infatti che non vi sarebbe condivisione della filosofia di UCINA e che non si sentirebbero rappresentate. Le dieci aziende sono: Apreamare, Arcadia Yachts, Azimut-Benetti, Baia, CRN, Ferrettigroup, Maltese S.p.a., Marina di Varazze, Mase Generators, Salpa. Poco dopo la diffusione della nota Lamberto Tacoli ha ritirato la sua candidatura a Presidente. 

In un momento in cui le aziende di tutto il mondo fanno gruppo e sistema non si capisce come, a pochi giorni da un momento dove si poteva ricostruire l’unità associativa, per ragioni incomprensibili o protagonismi personali sia stata presa la decisione di danneggiare in modo aprioristico e consapevole un’Associazione consolidata e rappresentativa degli interessi generali e non individuali del mondo della nautica. La scelta è stata azionata nel momento in cui le imprese recedute si sono rese conto che il loro candidato non avrebbe raccolto i consensi necessari: ma questo comportamento non pare certo attento e rispettoso delle regole di condivisione e democrazia proprie di  un’Associazione.

Giova ricordare che il Consiglio Direttivo di UCINA aveva raccolto tramite i Saggi le manifestazioni di voto dei Soci che si erano espressi per il 70%  a favore di Carla Demaria e per il 15% a favore di Lamberto Tacoli. Pur in presenza di un riscontro molto chiaro delle espressioni di preferenza, aveva deliberato comunque di presentare le due candidature all’Assemblea dei Soci convocandola per venerdì 27 marzo 2015 e dando ampia facoltà ai candidati di esporre i rispettivi Programmi.

La sorpresa deriva anche all’assoluta chiara infondatezza della motivazione che ha accompagnato il recesso, visto che le imprese recedute non hanno inteso né ascoltare i programmi dei candidati, né partecipare alla votazione secondo le regole democratiche di UCINA. 

Inoltre non si ritiene rilevante l’osservazione secondo cui il candidato Carla Demaria sia manager di un importante gruppo straniero, essendo già presente in Consiglio come Presidente e socia di un Cantiere di diritto italiano che produce in Italia imbarcazioni di disegno italiano, con una struttura di oltre 300 dipendenti e un fatturato che la colloca entro i cinque maggiori produttori nazionali.

Una valutazione che è stata sicuramente presente ai Soci dato l’ampio riscontro di preferenze raccolto dalla Sua candidatura.

Ucina raccoglie 340 aziende con un totale di oltre 8 mila dipendenti ed è certa che i tanti imprenditori che operano nel mondo della nautica e che hanno confermato la loro partecipazione all’Assemblea del 27 marzo, saranno in grado di superare questa situazione con compattezza per consentire alla loro associazione di categoria di continuare ad assicurare la necessaria rappresentatività e di essere l’autorevole interlocutore, a livello nazionale ed internazionale, degli interessi generali della nautica italiana.

UCINA, con le sue Aziende, intende anche chiarire che prosegue regolarmente l’organizzazione del Salone Nautico 2015.

Commenti

Intanto a Roma è tutto pronto per il varo della nuova associazione che dovrà rappresentare la nautica italiana... Anche Confindustria si muove per 'censurare' la deriva di Ucina. Il Secolo XIX di Genova per la prima volta fa nomi e cognomi e chiede, in prima pagina, un "passo indietro" ad Anton Francesco Albertoni, indicato come il principale artefice del declino.