News | Regata > Coppa America

07/06/2014 - 11:43

Un razzo su due scafi. Vi convince? VIDEO COL COMMENTO DI VELISTI FAMOSI

Il nuovo AC62? Un UFO sui mari!

Un razzo, ma su due scafi. Con foil (quindi volante fuori dall’acqua), e wingsail (la randa rigida a profilo alare): eccola la nuova barca per la Coppa America numero 35. Dopo il Protocollo (già contestato da più parti) sono state rese note le regole di stazza della classe. E arrivano i primi commenti dei velisti da tutto il mondo. GUARDA UN VIDEO!
 

di Fabio Colivicchi
 
Le nuove barche della prossima America’s Cup: dieci piedi più piccole, eppure più leggere, veloci e “cattive” dei precedenti AC72. Stesso potenziale di spettacolo e adrenalina, rischio scuffie e incroci pericolosi. Stesse perplessità che molti velisti e appassionati “tradizinali”, legati alla vela “normale” dei monoscafi, avevano espresso per il nuovo corso di coppa iniziato nel 2013. Ma indietro non si torna, e una volta provata l’emozione della velocità, anche il trofeo più antico e depositario della storia velica, non riesce a immaginarsi rivolto al passato. Foil, wingsail, percorsi a zig-zag, poco match e tanta corsa, resteranno il condimento, anche tecnico, dell’America’s Cup prossima ventura. Sia che pensiate a una sfida, sia che siate solo spettatori, sarà bene farsene una ragione, e cercare di individuare bene pregi e difetti delle novità con le quali convivere.
 
Jimmy Spithill ha idee chiare: “Queste nuove barche saranno significativamente più leggere delle precedenti, con un gioco di forze meno impegnativo degli AC72, il che si tradurrà in un risparmio economico nella costruzione. Tutti insieme, progettisti, costruttori e velisti, stiamo già pensando a come tirare fuori il massimo dagli AC62, in termini di foiling e piano velico. Alla fine sono convinto che vedremo scafi con prestazioni molto simili, se non superiori, a quelli del 2013. Sarà pazzesco.”
 
Mica male, considerando che a San Francisco verso la fine delle regate, con le barche messe meglio a punto, si è arrivati a sfiorare i 50 nodi (100 km all’ora), creando spettacolo per la gente e coinvolgendo i velisti più bravi in circolazione.
 
Ottimista per forza anche Pete Melvin, designer di Emirates Team New Zealand l’ultima volta, incaricato dal defender di scrivere le regole di classe del nuovo AC62. “Scrivere le regole di questa nuova classe è stato un processo basato sulla grande collaborazione, con progettisti impegnati nei vari team, e con altre squadre interessate. Grande aiuto l’ha fornito anche Nick Nicholson il capo stazzatore dell’ultima Coppa. Partendo da una bozza di disegno, molti team hanno fornito indicazioni e suggerimenti costruttivi, che in gran parte siamo stati in grado di recepire.”
 
I nuovi AC62 avranno 8 persone di equipaggio (contro 11 degli AC72) e potranno essere usati solo cinque mesi prima delle regate di Qualifica alla prossima America’s Cup, nel 2017. Non prima. “Sarà difficile aspettare fino ad allora”, dice ancora Spithill. Ma la partita è già aperta e le incognite tante, rafforzate dalle raffinate furberie del Protocollo, relativamente favorevoli al defender. Il quale potrà costruire due barche, contro una sola degli sfidanti (norma che fa storcere il naso a tutti, ma come si dice: è la Coppa, baby, prendere o lasciare…). Ma questo vantaggio è bilanciato da due limiti: l’obbligo che avrà di correre con lo scafo scelto in una serie (ACQ, le Qualifiche che vedranno insieme defender e challenger e daranno al vincitore 1 punto di bonus da portare nella finale di coppa; o nella finale stessa) anche se dovesse subire dei danni. Insomma non è ammesso il cambio di barca a serie iniziata (ci mancherebbe, direte voi, giustamente); il secondo limite è l’obbligo di usare lo stesso stampo per le due barche.
 
Come si vede, le schermaglie in Coppa America non mancano mai. Forse sono il sale della competizione. Forse il gioco parte proprio da qui. Ma resta il fatto che alla fine si regata tra due barche a vela, spinte dal vento, e al di là del confronto umano, tecnologico, nazionalistico (regolato anche quello: ogni team dovrà avere a bordo almeno un quarto dei velisti con passaporto del proprio paese) e persino legale, ciò che il pubblico si aspetta di vedere è soprattutto questo: vela. Quanta ne resti nelle straordinarie macchine volanti del terzo millennio, è tutto ancora da capire.     
 
VIDEO: COSA DICONO I VELISTI DEL NUOVO AC62?

Commenti

Ciccio (non verificato)

L'unico dubbio che ho ! Ma sono barche a vela ???????????? La velocità a tutti i costi ( e costi non solo in denaro, purtroppo ) non è per nulla l'essenza dello sport della vela e della regata. La regata è intelligenza , è strategia, è tattica, è meteorologia, è preparazione fisica, è tutto tranne che viaggiare in una pseudo regata a 50 nodi. E dico pseudo perchè una corsa di razzi volanti ( come li definite ) è tutto tranne che una regata velica. Ciccio Rossi

Paolo (non verificato)

Certo che sono barche a vela ! E si è ben visto nell'ultima Coppa America dove comunque tutto (quasi) quello che ha fatto vincere gli uni piuttosto degli altri sono questioni veliche. Ho scritto quasi in quanto vorrei che dal Protocollo AC62 sparisse l'informatica e il governo elettronico e meccanico dei meccanismi (vele, derive, timoni). Tuuto deve essere governato da una scotta manovrata dall'uomo con l'aiuto di bozzelli, grinder ecc.. . E poichè le polemiche sulle modalità di vincita di Oracle non sono del tutto state chiuse, ecco il perchè di quel quasi !