PROFILO

05/11/2013 - 21:11

Quel Venerdì Nero di ETNZ

Race 13 - ETNZ risponde con 25 secondi di ritardo all’attacco di Oracle. Un episodio che condizionerà in modo determinate la regata e forse anche il risultato della Coppa.

E se la tattica……..Una analisi a posteriori di quanto accaduto quel Venerdì 20 Settembre durante Race 13, regata che ha cambiato la sorte dell'ultima Coppa America.

Nei giorni successivi alla vittoria di Oracle in Coppa America ci siamo sforzati di capire ed interpretare i perché della clamorosa sconfitta dei neozelandesi. Prima che le immagini di quei giorni vengano definitivamente incasellate nella scatola dei ricordi, riteniamo importante un ultimo approfondimento.
Se è vero che seguiamo lo sport non solo come passatempo o distrazione ma certamente anche per imparare e trarre spunti di crescita e di confronto con il nostro quotidiano, questa ultima Coppa America è stata certamente fonte di molti insegnamenti.
Quel pomeriggio ETNZ aveva a disposizione 8 Match-Point e serviva per la Coppa. I Neozelandesi avrebbero avuto la migliore occasione per chiudere la partita, perché in Coppa America come altrove, l'occasione può arrivare una sola volta: e si deve sfruttare.
I miglioramenti che Oracle avrebbe mostrato nei giorni successivi non erano ancora così netti quel giorno, inoltre le condizioni di vento leggero erano garanzia del fatto che le barche regatassero ad armi pari e che anche i presunti miracoli di 'Herbie', il sistema di stabilizzazione del foling in bolina di Oracle, non fossero influenti quel giorno.
Quello che è successo nella prima regata è storia conosciuta, con quei 4 minuti di troppo che hanno impedito ai neozelandesi di tagliare il traguardo entro il tempo limite. Vorremmo però soffermarci sulla seconda regata (Race 13), quella in cui ETNZ a nostro modo di vedere perde la Coppa sul campo con una serie di gravi errori tattici. Le condizioni quel giorno permettevano di regatare ad armi pari: avrebbe vinto il più forte, o forse il più fortunato, ma molti di noi sanno che la fortuna in regata esiste solo parzialmente.
ETNZ parte in testa, è in testa alla prima boa e conduce nella prima poppa con i soliti 100 metri di vantaggio. Le 2 barche sono mure a dritta, a pochi metri dal molo del Golden Gate Yacht sulla sinistra del campo, la destra per chi scende, Oracle (dietro) attacca con una strambata prima del confine del campo.
È l'episodio che a nostro modo di vedere più di ogni altro deciderà la Coppa. Siamo in Coppa America dove nulla può essere lasciato al caso: non una manovra, non una scelta tattica, non un millimetro. I Neozelandesi invece di rispondere con una strambata simultanea aspettano 25 secondi di troppo e permettono ad Oracle di andare a prendere aria 'diversa'. Sarà infatti una forte raffica verso Alcatraz a permettere agli americani di rimontare quasi tutto il vantaggio ed al successivo incrocio di andare ad infliggere una penalità ai Neozelandesi. Un raffica simile, per inciso, a quella che qualche decina di minuti prima aveva permesso agli stessi Neozelandesi di involarsi verso l'arrivo nella regata sospesa. Successivamente nella medesima poppa i Neozelandesi faranno almeno altri due errori, prima cadendo nella penalità al successivo incrocio e poi facendo una manovra di troppo al cancello di poppa perdendo di fatto ogni possibilità di rimonta.
Come alcune volte accade in barca (e non solo), un primo errore può farci perdere lucidità ed innescare una sequenza di scelte sbagliate, fino ad arrivare ad un ultimo irrimediabile errore.
Purtroppo nel video della regata le immagini non sono chiare perchè la regia stava riproponendo la partenza dominata da Dean Barker, ma l’errore ci è parso netto anche durante la diretta seguita con la ripresa ‘Liveline’ dall’alto. Comunque è possibile rivedere il tutto sul virtuale: http://americascup.virtualeye.tv/ oppure qui nelle le fasi successive alla stranbata con le barche già troppo separate che navigano nel vento differente http://www.youtube.com/watch?v=vmbRX6EQ5Tg&feature=share&t=1h36m48s
E così la 34 America's Cup oltre ad essere stata l'edizione in cui ci sono stati più sorpassi (anche sommando tutte le coppe precedenti) dovrebbe essere ricordata come l’edizione in cui le scelte tattiche hanno avuto (almeno quel giorno) un ruolo decisivo.
Se da una parte non c'è dubbio che lo spazio per la fantasia di tattici e strateghi sul campo di San Francisco con quelle barche è stata certamente minore rispetto ad altre barche nate e specializzate per il Match-Race che regatano in mare aperto, dall'altra parte il livello dei velisti e le prestazioni molto simili hanno esasperato differenti tatticismi fino a renderli in certi casi determinanti per il risultato (partenza, marcatura al lasco, scelta della boa da girare al cancello, corrente, i confini del campo, ecc.).
Altro aspetto rilevante riguarda le velocità 4-5 volte maggiori rispetto alle precedenti barche: tutto questo lascia meno tempo per prendere delle decisioni. Se i tattici in generale possono avere meno opportunità di esprimere la loro creatività, certamente le loro scelte (coordinate con quelle dell'equipaggio) devono essere rapide, decise (e decisive). Non è concesso pensare a lungo, la scelta deve essere rapida e definitiva, e se le barche in regata hanno prestazioni simili, un errore, una decisione presa un con un istante di ritardo, può decidere la regata.
Maggiore velocità vuol dire anche minore tempo per gli spettatori (anche esperti) per capire cosa stia realmente accadendo e maggiore difficoltà nell’interpretazione dei fatti. Questo aspetto è paradossale perché spesso gli stessi appassionati che hanno criticato la nuova formula come poco tattica non si sono accorti di quanto la finale lo sia effettivamente stata. Una Coppa America dalle grandi contraddizioni, dove anche la tattica è stata (almeno per quel Venerdì) più decisiva di sempre.

iorni successivi alla vittoria di Oracle in Coppa America ci siamo sforzati di capire ed interpretare i perché della clamorosa sconfitta dei neozelandesi. Prima che le immagini di quei giorni vengano definitivamente incasellate nella scatola dei ricordi, riteniamo importante un ultimo approfondimento.
 
Se è vero che seguiamo lo sport non solo come passatempo o distrazione ma certamente anche per imparare e trarre spunti di crescita e di confronto con il nostro quotidiano, questa ultima Coppa America è stata certamente fonte di molti insegnamenti.
 
Ricordiamo quanto successo venerdì 20 settembre: quel giorno si sono corse 2 regate ma solo una è terminata regolarmente. Nel primo tentativo di regata ETNZ è nettamente in testa quando la prova viene sospesa a pochi metri dal traguardo (regata annullata per un regolamento criticabile, ma chiaro a priori), nel secondo tentativo di quel giorno la regata si conclude regolarmente con la vittoria di Oracle, dopo che i Neozelandesi erano partiti al comando.
 
ETNZ aveva a disposizione 8 Match-Point e serviva per la Coppa. Quel giorno ETNZ doveva chiudere la partita, perché in Coppa America come in altri sport, l'occasione può arrivare una sola volta: e si deve sfruttare.
 
I miglioramenti che Oracle avrebbe mostrato nei giorni successivi non erano ancora così netti quel giorno, inoltre le condizioni di vento leggero erano garanzia del fatto che le barche regatassero ad armi pari e che anche i presunti miracoli di 'Herbie', il sistema di stabilizzazione del foling in bolina di Oracle, non fossero influenti quel giorno.
 
Quello che è successo nella prima regata è storia conosciuta, con quei 4 minuti di troppo che hanno impedito ai neozelandesi di tagliare il traguardo entro il tempo limite. Vorremmo però soffermarci sulla seconda regata (Race 13), quella in cui ETNZ a nostro modo di vedere perde la Coppa sul campo con una serie di gravi errori tattici. Le condizioni quel giorno permettevano di regatare ad armi pari: avrebbe vinto il più forte, o forse il più fortunato, ma molti di noi sanno che la fortuna in regata esiste solo parzialmente.
 
ETNZ parte in testa, è in testa alla prima boa e conduce nella prima poppa con i soliti 100 metri di vantaggio. Le 2 barche sono mure a dritta a pochi metri dal molo del Golden Gate Yacht Club sulla sinistra del campo, la destra per chi scende, Oracle (dietro) attacca con una strambata prima del confine del campo. 
È l'episodio che a nostro modo di vedere più di ogni altro deciderà la Coppa. Siamo in Coppa America dove nulla può essere lasciato al caso: non una manovra, non una scelta tattica, non un millimetro. I Neozelandesi invece di rispondere con una strambata simultanea aspettano 25 secondi di troppo e permettono ad Oracle di andare a prendere aria 'diversa'. Sarà infatti una forte raffica verso Alcatraz a permettere agli americani di rimontare quasi tutto il vantaggio ed al successivo incrocio di andare ad infliggere una penalità ai Neozelandesi. Un raffica simile, per inciso, a quella che qualche decina di minuti prima aveva permesso agli stessi Neozelandesi di involarsi verso l'arrivo nella regata sospesa. Successivamente nella medesima poppa i Neozelandesi faranno almeno altri due errori, prima cadendo nella penalità al successivo incrocio e poi facendo una manovra di troppo al cancello di poppa perdendo di fatto ogni possibilità di rimonta. 
Come alcune volte accade in barca (e non solo), un primo errore può farci perdere lucidità ed innescare una sequenza di scelte sbagliate, fino ad arrivare ad un ultimo irrimediabile errore.
 
Purtroppo nel video della regata le immagini non sono chiare perchè la regia stava riproponendo la partenza dominata da Dean Barker, ma l’errore ci è parso netto anche durante la diretta seguita con la ripresa ‘Liveline’ dall’alto. Comunque è possibile rivedere il tutto sul virtuale:  http://americascup.virtualeye.tv/ oppure qui nelle le fasi successive alla stranbata con le barche già troppo separate che navigano nel vento differente
 
E così la 34 America's Cup oltre ad essere stata l'edizione in cui ci sono stati più sorpassi (anche sommando tutte le coppe precedenti) dovrebbe essere ricordata come l’edizione in cui le scelte tattiche hanno avuto (almeno quel giorno) un ruolo decisivo.
 
Se da una parte non c'è dubbio che lo spazio per la fantasia di tattici e strateghi sul campo di San Francisco con quelle barche è stata certamente minore rispetto ad altre barche nate e specializzate per il Match-Race che regatano in mare aperto, dall'altra parte il livello dei velisti e le prestazioni molto simili hanno esasperato differenti tatticismi fino a renderli in certi casi determinanti per il risultato (partenza, marcatura al lasco, scelta della boa da girare al cancello, corrente, i confini del campo, ecc.).
 
Altro aspetto rilevante riguarda le velocità 4-5 volte maggiori rispetto alle precedenti barche: tutto questo lascia meno tempo per prendere delle decisioni. Se i tattici in generale possono avere meno opportunità di esprimere la loro creatività, certamente le loro scelte (coordinate con quelle dell'equipaggio) devono essere rapide, decise (e decisive). Non è concesso pensare a lungo, la scelta deve essere rapida e definitiva, e se le barche in regata hanno prestazioni simili, un errore, una decisione presa un con un istante di ritardo, può decidere la regata. 
 

 

Maggiore velocità vuol dire anche minore tempo per gli spettatori (anche esperti) di capire cosa stia realmente accadendo e maggiore difficoltà nell’interpretazione dei fatti. Questo aspetto è paradossale perché spesso gli stessi appassionati che criticano la nuova formula come poco tattica non si sono accorti di quanto la finale lo sia effettivamente stata, e come in questa Coppa America dalle grandi contraddizioni, la tattica sia stata (almeno nel caso descritto) più decisiva di sempre.
Nei giorni successivi alla vittoria di Oracle in Coppa America ci siamo sforzati di capire ed interpretare i perché della clamorosa sconfitta dei neozelandesi. Prima che le immagini di quei giorni vengano definitivamente incasellate nella scatola dei ricordi, riteniamo importante un ultimo approfondimento.
 
Se è vero che seguiamo lo sport non solo come passatempo o distrazione ma certamente anche per imparare e trarre spunti di crescita e di confronto con il nostro quotidiano, questa ultima Coppa America è stata certamente fonte di molti insegnamenti.
 
Ricordiamo quanto successo venerdì 20 settembre: quel giorno si sono corse 2 regate ma solo una è terminata regolarmente. Nel primo tentativo di regata ETNZ è nettamente in testa quando la prova viene sospesa a pochi metri dal traguardo (regata annullata per un regolamento criticabile, ma chiaro a priori), nel secondo tentativo di quel giorno la regata si conclude regolarmente con la vittoria di Oracle, dopo che i Neozelandesi erano partiti al comando.
 
ETNZ aveva a disposizione 8 Match-Point e serviva per la Coppa. Quel giorno ETNZ doveva chiudere la partita, perché in Coppa America come in altri sport, l'occasione può arrivare una sola volta: e si deve sfruttare.
 
I miglioramenti che Oracle avrebbe mostrato nei giorni successivi non erano ancora così netti quel giorno, inoltre le condizioni di vento leggero erano garanzia del fatto che le barche regatassero ad armi pari e che anche i presunti miracoli di 'Herbie', il sistema di stabilizzazione del foling in bolina di Oracle, non fossero influenti quel giorno.
 
Quello che è successo nella prima regata è storia conosciuta, con quei 4 minuti di troppo che hanno impedito ai neozelandesi di tagliare il traguardo entro il tempo limite. Vorremmo però soffermarci sulla seconda regata (Race 13), quella in cui ETNZ a nostro modo di vedere perde la Coppa sul campo con una serie di gravi errori tattici. Le condizioni quel giorno permettevano di regatare ad armi pari: avrebbe vinto il più forte, o forse il più fortunato, ma molti di noi sanno che la fortuna in regata esiste solo parzialmente.
 
ETNZ parte in testa, è in testa alla prima boa e conduce nella prima poppa con i soliti 100 metri di vantaggio. Le 2 barche sono mure a dritta a pochi metri dal molo del Golden Gate Yacht Club sulla sinistra del campo, la destra per chi scende, Oracle (dietro) attacca con una strambata prima del confine del campo. 
È l'episodio che a nostro modo di vedere più di ogni altro deciderà la Coppa. Siamo in Coppa America dove nulla può essere lasciato al caso: non una manovra, non una scelta tattica, non un millimetro. I Neozelandesi invece di rispondere con una strambata simultanea aspettano 25 secondi di troppo e permettono ad Oracle di andare a prendere aria 'diversa'. Sarà infatti una forte raffica verso Alcatraz a permettere agli americani di rimontare quasi tutto il vantaggio ed al successivo incrocio di andare ad infliggere una penalità ai Neozelandesi. Un raffica simile, per inciso, a quella che qualche decina di minuti prima aveva permesso agli stessi Neozelandesi di involarsi verso l'arrivo nella regata sospesa. Successivamente nella medesima poppa i Neozelandesi faranno almeno altri due errori, prima cadendo nella penalità al successivo incrocio e poi facendo una manovra di troppo al cancello di poppa perdendo di fatto ogni possibilità di rimonta. 
Come alcune volte accade in barca (e non solo), un primo errore può farci perdere lucidità ed innescare una sequenza di scelte sbagliate, fino ad arrivare ad un ultimo irrimediabile errore.
 
Purtroppo nel video della regata le immagini non sono chiare perchè la regia stava riproponendo la partenza dominata da Dean Barker, ma l’errore ci è parso netto anche durante la diretta seguita con la ripresa ‘Liveline’ dall’alto. Comunque è possibile rivedere il tutto sul virtuale:  http://americascup.virtualeye.tv/ oppure qui nelle le fasi successive alla stranbata con le barche già troppo separate che navigano nel vento differente
 
E così la 34 America's Cup oltre ad essere stata l'edizione in cui ci sono stati più sorpassi (anche sommando tutte le coppe precedenti) dovrebbe essere ricordata come l’edizione in cui le scelte tattiche hanno avuto (almeno quel giorno) un ruolo decisivo.
 
Se da una parte non c'è dubbio che lo spazio per la fantasia di tattici e strateghi sul campo di San Francisco con quelle barche è stata certamente minore rispetto ad altre barche nate e specializzate per il Match-Race che regatano in mare aperto, dall'altra parte il livello dei velisti e le prestazioni molto simili hanno esasperato differenti tatticismi fino a renderli in certi casi determinanti per il risultato (partenza, marcatura al lasco, scelta della boa da girare al cancello, corrente, i confini del campo, ecc.).
 
Altro aspetto rilevante riguarda le velocità 4-5 volte maggiori rispetto alle precedenti barche: tutto questo lascia meno tempo per prendere delle decisioni. Se i tattici in generale possono avere meno opportunità di esprimere la loro creatività, certamente le loro scelte (coordinate con quelle dell'equipaggio) devono essere rapide, decise (e decisive). Non è concesso pensare a lungo, la scelta deve essere rapida e definitiva, e se le barche in regata hanno prestazioni simili, un errore, una decisione presa un con un istante di ritardo, può decidere la regata. 
 

 

Maggiore velocità vuol dire anche minore tempo per gli spettatori (anche esperti) di capire cosa stia realmente accadendo e maggiore difficoltà nell’interpretazione dei fatti. Questo aspetto è paradossale perché spesso gli stessi appassionati che criticano la nuova formula come poco tattica non si sono accorti di quanto la finale lo sia effettivamente stata, e come in questa Coppa America dalle grandi contraddizioni, la tattica sia stata (almeno nel caso descritto) più decisiva di sempre.

Commenti

Bravo Marco, come sempre. Un piacere leggerti e sentire la tua passione. Argomenti e idee interessanti, riflessioni utilissime, come sempre la "pancia" degli appassionati vede e sente cose che i "vertici" poco raccolgono. Speriamo che la prossima Coppa America riesca a unire davvero tutte le dimensioni dello sport della vela.
Bravo Marco, come sempre. Un piacere leggerti e sentire la tua passione. Argomenti e idee interessanti, riflessioni utilissime, come sempre la "pancia" degli appassionati vede e sente cose che i "vertici" poco raccolgono. Speriamo che la prossima Coppa America riesca a unire davvero tutte le dimensioni dello sport della vela.