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06/06/2013 - 14:01
E' morto a Roma il Commodoro per eccellenza della vela italiana
E' morto a Roma il Commodoro per eccellenza della vela italiana
Addio a Gianfranco Alberini
E’ morto a Roma il Commodoro per eccellenza della vela italiana. Fu una delle menti di “Azzurra”, poi alla guida dello Yacht Club Costa Smeralda, e quindi creatore dell’associazione dei Maxi Yacht, di cui era tuttora presidente
Gianfranco Alberini ci lascia una mattina in cui c’è il sole che sembra vincere un’epica battaglia stagionale e mettere le cose a posto. A 83 anni, dopo intense settimane di lavoro tra regate a Gaeta e Capri, tre giorni di riunioni proficue a Parigi, e una bella festa in famiglia, il battesimo dell’amatissimo ultimo nipote Raul, sabato notte si è sentito male, è entrato in coma per un’emorragia cerebrale e questa mattina - proprio mentre le “sue” barche uscivano dalla rada di Porto Cervo - è uscito di scena con la dolcezza di una refola dell’alba.
Gianfranco Alberini (nato il 3-3-31 e morto il 6-6-13) lascia la moglie Giovanna e la figlia Federica, le nipoti Ginevra e Guendalina e i nipotini Leonardo e Raul.
La vela internazionale perde una guida, un faro, un instancabile custode di stile e cultura del mare. Ex Ufficiale della Marina Militare, è stato segretario generale nei primi anni della fondazione dello Yacht Club Costa Smeralda, quindi ne divenne Commodoro. La carica, che deriva dalla cultura dello yachting americano, fu voluta apposta per lui dall’Aga Khan nel 1982, per metterlo alla pari con le analoghe figure degli altri yacht club sfidanti alla Coppa America del 1983, quella di Azzurra. Di quella sfida e di quella barca, Alberini fu una delle menti, fino a diventare, per il suo equilibrio e le sue capacità organizzative, un personaggio di riferimento dell’intera America’s Cup, in anni roventi di sviluppo.
Il Commodoro (è anche il titolo di un libro-racconto nel quale lo stesso comandante racconta con la fedele Maria Luisa Farris quarant’anni di storie, personaggi e parabole della grande vela) è con lo Yacht Club Costa Smeralda al centro di tutto per almeno 25 anni, fino al 2007. Per uno che non si ferma mai, il passo successivo si chiama International Maxi Association, l’associazione dei grandi yacht da lui creata, della quale diviene presidente. E prima, e durante, e in mezzo, tante vicende che adesso meriteranno di essere nuovamente rivissute.
Quella di Gianfranco Alberini è la storia di un incontro inevitabile, durato tutta la vita, tra l’uomo e il mare. La conferma che i destini possono compiersi con naturalezza, le passioni trovare strade - e onde - lungo le quali correre, le abilità rivelarsi di conseguenza, coltivate con l’impegno e l’applicazione costanti, e alla fine essere riconosciute e diventare esempio. L’IMA si apprestava a nominare Gianfranco Alberini membro onorario. Lo stesso, senza formalità, farà adesso il mare, che mette sempre le cose a posto. Ciao Commodoro.
I FUNERALI DI GIANFRANCO ALBERINI SI TERRANNO SABATO 8 GIUGNO ALLE ORE 11 A ROMA, NELLA CHIESA DI SANTA CHIARA A PIAZZA DEI GIOCHI DELFICI
Gianfranco Alberini ci lascia una mattina in cui c’è il sole che sembra vincere un’epica battaglia stagionale e mettere le cose a posto. A 83 anni, dopo intense settimane di lavoro tra regate a Gaeta e Capri, tre giorni di riunioni proficue a Parigi, e una bella festa in famiglia, il battesimo dell’amatissimo ultimo nipote Raul, sabato notte si è sentito male, è entrato in coma per un’emorragia cerebrale e questa mattina - proprio mentre le “sue” barche uscivano dalla rada di Porto Cervo - è uscito di scena con la dolcezza di una refola dell’alba.
Gianfranco Alberini (nato il 3-3-31 e morto il 6-6-13) lascia la moglie Giovanna e la figlia Federica, le nipoti Ginevra e Guendalina e i nipotini Leonardo e Raul.
La vela internazionale perde una guida, un faro, un instancabile custode di stile e cultura del mare. Ex Ufficiale della Marina Militare, è stato segretario generale nei primi anni della fondazione dello Yacht Club Costa Smeralda, quindi ne divenne Commodoro. La carica, che deriva dalla cultura dello yachting americano, fu voluta apposta per lui dall’Aga Khan nel 1982, per metterlo alla pari con le analoghe figure degli altri yacht club sfidanti alla Coppa America del 1983, quella di Azzurra. Di quella sfida e di quella barca, Alberini fu una delle menti, fino a diventare, per il suo equilibrio e le sue capacità organizzative, un personaggio di riferimento dell’intera America’s Cup, in anni roventi di sviluppo.
Il Commodoro (è anche il titolo di un libro-racconto nel quale lo stesso comandante racconta con la fedele Maria Luisa Farris quarant’anni di storie, personaggi e parabole della grande vela) è con lo Yacht Club Costa Smeralda al centro di tutto per almeno 25 anni, fino al 2007. Per uno che non si ferma mai, il passo successivo si chiama International Maxi Association, l’associazione dei grandi yacht da lui creata, della quale diviene presidente. E prima, e durante, e in mezzo, tante vicende che adesso meriteranno di essere nuovamente rivissute.
Quella di Gianfranco Alberini è la storia di un incontro inevitabile, durato tutta la vita, tra l’uomo e il mare. La conferma che i destini possono compiersi con naturalezza, le passioni trovare strade - e onde - lungo le quali correre, le abilità rivelarsi di conseguenza, coltivate con l’impegno e l’applicazione costanti, e alla fine essere riconosciute e diventare esempio. L’IMA si apprestava a nominare Gianfranco Alberini membro onorario. Lo stesso, senza formalità, farà adesso il mare, che mette sempre le cose a posto. Ciao Commodoro.
I FUNERALI DI GIANFRANCO ALBERINI SI TERRANNO SABATO 8 GIUGNO ALLE ORE 11 A ROMA, NELLA CHIESA DI SANTA CHIARA A PIAZZA DEI GIOCHI DELFICI
Andrea Filacchioni (non verificato)
Patrizia Sotgiu... (non verificato)
Guido Leone (non verificato)