
Torna il nostro esame-sondaggio. Tra sorprese e conferme. Voi che dite?
L’Uomo dell’Anno FIV, torna anche in chiusura di questo 2012 lungo e assai difficile, come molti di voi avranno sperimentato sulle proprie spalle. D’altra parte la passione per la vela e le sue meraviglie che si rinnovano di continuo resta la guida, il riferimento a volte unico per molti, una scelta di vita che si traduce, per chi ama e si trova a proprio agio a comunicare, nel piacere di raccontarla. Sicchè eccoci qui. Nomination fin troppo scontate, se volete, alle quali da parte nostra vogliamo aggiungere una novità. Sentite e valutate: anche quest’anno per un po’ apriremo le valutazioni ai lettori, scegliete insieme a questo minuscolo blog le persone da votare. Ai primi dell’anno nuovo scopriremo insieme chi è L’Uomo dell’Anno FIV 2012.
Nel varare le nomination è stato inevitabile il condizionamento di due grandi eventi: uno passato e uno futuro. Le Olimpiadi di Londra (Weymouth) 2012 che sono state il culmine del quadriennio per il cosiddetto core-business federale; e la prossima (imminente: 19 gennaio) scadenza elettorale che farà nascere il nuovo Consiglio, il primo con la nuovissima formula ridotta a soli 10 nomi.
LE NOMINATION
Carlo Croce - Per il presidente poteva essere un anno tremendo, e in effetti lo è stato dal punto di vista degli impegni “forti”. Tra Olimpiadi e corsa all’ISAF il risultato finale tirato fuori è strepitoso. Prima, le conseguenze della “sconfitta” olimpica con le zero medaglie della vela azzurra, per quanto messa nel novero delle possibilità e più volte evocata dallo stesso Croce alla vigilia (“Le Olimpiadi sono un terno al lotto”), sono state ridotte e paradossalmente grazie alla scarsità di comunicazione. Per una volta parlare poco ha giovato. L’Italia si è accorta poco della vela alle Olimpiadi e quindi pochi si sono resi conto, hanno sofferto o commentato le zero medaglie e il ritorno dell’incubo anni Ottanta. Poco dopo, è arrivato il trionfo di Dublino, la salita al trono della vela mondiale dopo una campagna-lampo che ha dell’incredibile. Si capisce che Carlo si sia commosso, quel giorno, si capisce che tutti si siano chiesti (e si chiedano ancora) “ma come farà adesso?”. Resta un 2012 di ascesa su vette inarrivabili. Impossibile non mettere il nome di Carlo Croce nella lista dei papabili a Uomo dell’Anno FIV 2012. Super-papabile, il più papabile di tutti, anzi proprio “il papa”. E però, proprio per questa stratosferica verità, per questa inconfrontabilità con gli altri candidati, parrebbe quasi di un altro pianeta. Fuori quota.
Angelo Insabato - Il nome di uno degli ultimi grandi superstiti della FIV “vecchia” non può non rientrare nelle nomination, soprattutto dopo la vicenda delle “primarie” della XV Zona, dove è stato sfidato apertamente da un candidato di grande carisma e impatto come il super segretario della classe Laser Macrino Macrì. La prova di resistenza in Lombardia di Insabato ha del prodigioso, e deve pur significare qualcosa. Le correnti, gli sgambetti, le alleanze volanti, i foglietti con le liste, persino le ampie vedute futuriste di un candidato più giovane: niente ha abbattuto Angelino Insabato. Che sta lì pacioso, al servizio della FIV, con costanza, impegno e una lucidità che di questi tempi è diventata merce rara e preziosa. E’ stato per tutto il quadriennio un consigliere “scomodo”, le primarie lo consegnano alla tornata elettiva per il Consiglio come una formidabile testa di serie.
Walter Cavallucci - Consigliere di lungo corso anche lui, pur se in quota “Atleti”, da sempre uomo di raccordo e di tessitura tra vela giovanile, match race e soprattutto tanto corridoio all’ISAF, dove è forse tra gli italiani più presenti ed esperti. Morale: Walter è stato una specie di Schwarzkopf, il generale in campo dell’Operazione Croce Storm che ha portato alla conquista italiana della presidenza mondiale. Dopo anni di cabotaggio anonimo, e di qualche tensione, ha trovato un 2012 nel quale esprimere le sue potenzialità, e si è buttato senza risparmio. Logico che questo si possa tradurre in un futuro importante fatto di nuove e più alte responsabilità. Bravo. Nomination ineccepibile.
Anna Bacchiega - La “professoressa” (per il suo lavoro e per il piglio che mette nel suo impegno federale) merita la nomination per la forza quasi ascetica dimostrata nel resistere sulla tolda della navicella traballante del progetto Under 16 esposta a venti turbolenti. Ha tenuto le posizioni, ha saputo cedere e mettersi alla cappa quando è servito, si è piegata ma non spezzata. E adesso può rivendicare legittimamente di essere uno dei genitori di quel progetto, del quale sottolinea appena può i valori e i concetti di base, rimasti fermi anche nei vari adattamenti e aggiustamenti subiti. Dovrà sudarsi una difficile rielezione (a disposizione solo due posti per gli Atleti) nel prossimo Consiglio, ma vada come vada le va riconosciuto un quadriennio in cui ci ha messo la faccia con coraggio e convinzione.
Rodolfo Bergamaschi - La sua è una nomination soft, come la sua tendenza a non essere un protagonista urlato. Uno che si è preso le sue gatte da pelare, i suoi ambiti e compiti, e li ha assolti come meglio forse non si poteva, per di più senza tanti proclami: vi pare poco? I binari del suo quadriennio si chiamano vela paralimpica e rapporti con il Ministero dell’Istruzione in particolare per il progetto “Mare Che Unisce”. La vela paralimpica è cresciuta per intensità, risorse dedicate (anche per la nuova organizzazione impressa dal CONI e dal CIP, il Comitato Italiano Paralimpico), progettualità, e di conseguenza uomini e donne. Forse solo in questi anni si è davvero avviata la vela paralimpica in Italia, e visto che a Rio 2016 Olimpiadi e Paralimpiadi avranno pari dignità e date, il lavoro è stato essenziale, e adesso va continuato.
Fabrizio Gagliardi - La forza tranquilla dell’Altomare, il segmento che sotto la sua responsabilità vive stagioni spensierate e (quasi) senza le tradizionali polemiche, restituisce dopo quattro anni un atteso “fuoriclasse” della dirigenza federale. Tirato a lucido, sempre equilibrato, difficilmente colto in fallo o contraddizione, mai con la voce alzata, e soprattutto pronto a spaziare dal “suo” Altomare a ogni anfratto delle attività federali, forte anche di un rapporto molto concreto e asciutto con il presidente Croce, fatto di stima reciproca e non di scodinzolamenti. Più che una nomination per una impresa eclatante (per quanto possa definirsi tale l’esser diventato armatore di un vecchio e glorioso half tonner, il Loucura: non è mai male avere un consigliere-velista praticante), è una sottolineatura della sua onda lunga. Che lo rende uno dei più legittimi candidati alla vicepresidenza (unica) nel prossimo quadriennio.
Gianni Storti - Il sotterraneo grande manager della macchina federale, un altro che si vede poco ma che produce molto, arriva a fine quadriennio in una posizione strategicamente chiave: ha ormai metabolizzato (e in parte risolto e messo a nuovo regime) tutte le specificità e le problematiche di una federazione anomala come la vela che gestisce realtà (sportive e non solo) tanto diverse tra loro. E adesso è prontissimo al salto di qualità. Che arriverà come uno tsunami tra poche settimane, dopo l’Assemblea del 19 gennaio che varerà il nuovo Consiglio Mini e le nuove logiche operative disegnate dallo Statuto. Di fatto può diventare il CEO (Chief Executive Officer) della FIV 2013-2016, il traghettatore finale verso un ente che si vuole più agile e moderno, con uffici e sistemi gestionali che siano all’altezza della situazione. Il fatto che in questo ruolo nel quale verrebbe da pensare a un temibile supermanager, ci sia invece un navigatissimo dirigente del Grande Sport olimpico italiano, è una garanzia anche contro il rischio che questa riforma allontani ulteriormente la base dal vertice, la periferia dal centro federale.
Il Tesserato FIV - E proprio in periferia finisce la nostra carrellata di nomination. Con una sorpresa che voglio condividere con voi. Tra tanti nomi e volti, ruoli e imprese, caratteri e capacità, progetti e riforme. Tra FIV vecchie e nuove, dogmi e rivoluzioni, alla fine c’è sempre qualcuno che sta lì, e ci resterà. Sul pontile del suo circolo ogni venerdi, in garage a pulire le candele del fuoribordo, al computer in segreteria, ad attaccare i manifesti per la scuola vela, a scrivere un Bando di Regata o a iscriversi a quella regata, tirare su l’ancora o le bandiere di uno start. Oppure ad armare e uscire, veleggiare per ore con gli amici o da solo, o guardare dei bambini che lo fanno, poi tornare, bere qualcosa in compagnia con gli occhi pieni di quella bella gioia di chi fa questo sport. E il lunedi al lavoro sente ancora il vento in faccia, sfoglia la vela su Internet alla ricerca della prossima regata o crociera. Nel portafogli, quel qualcuno lì ha una tessera FIV. Siamo in oltre 110 mila. Molti, la maggior parte, lo sono da tantissimo tempo. Al tesserato, che pazientemente vota all’assemblea di circolo e accetta e si adegua alle decisioni e alle gestioni di chi lo rappresenta nel governo della federazione, dobbiamo forse tutti un ringraziamento, per la pazienza e la costanza. Perchè i dirigenti passano ma lui resta. Nomination d’istinto, e forse, per quest’anno, vincente.
Altri nomi - Non si possono nominare tutti, ma certo il 2012 ha messo in evidenza anche altre dedizioni alla causa: in fondo il DT Luca De Pedrini ha sfiorato il podio con Zandonà e Zucchetti (anche se la medaglia di legno rischia di diventare una ossessione...); Paolo Ghione ha fatto una scelta che merita rispetto e seguito, nel dedicarsi solo allo sviluppo della vela giovanile; il buon Venturino Pugliese si è dato da fare (insieme al presidente della I Zona Tonino Viretti) per rinnovare un po’ il sito web della FIV; Francesco Ettorre merita per la cura quasi paterna che mette nel bilancio federale; Dodi Villani si districa sempre nel difficile pelago degli Ufficiali da Regata. E poi c’è da salutare i primi non più candidabili per limiti di età: Paolo Romano Barbera (che però può essere ancora un vessillo FIV nel Consiglio Nazionale del CONI a Roma) e Sandro Ricetto (che però ha un valido erede nel figlio Guido) in Consiglio, e lo stesso Viretti, Giovanni Pellizza, Giorgio Brezich e Raffaele Ricci in Zona.
L’Uomo dell’Anno FIV, torna anche in chiusura di questo 2012 lungo e assai difficile, come molti di voi avranno sperimentato sulle proprie spalle. D’altra parte la passione per la vela e le sue meraviglie che si rinnovano di continuo resta la guida, il riferimento a volte unico per molti, una scelta di vita che si traduce, per chi ama e si trova a proprio agio a comunicare, nel piacere di raccontarla. Sicchè eccoci qui. Nomination fin troppo scontate, se volete, alle quali da parte nostra vogliamo aggiungere una novità. Sentite e valutate: anche quest’anno per un po’ apriremo le valutazioni ai lettori, scegliete insieme a questo minuscolo blog le persone da votare. Ai primi dell’anno nuovo scopriremo insieme chi è L’Uomo dell’Anno FIV 2012.
Nel varare le nomination è stato inevitabile il condizionamento di due grandi eventi: uno passato e uno futuro. Le Olimpiadi di Londra (Weymouth) 2012 che sono state il culmine del quadriennio per il cosiddetto core-business federale; e la prossima (imminente: 19 gennaio) scadenza elettorale che farà nascere il nuovo Consiglio, il primo con la nuovissima formula ridotta a soli 10 nomi.
LE NOMINATION
Carlo Croce - Per il presidente poteva essere un anno tremendo, e in effetti lo è stato dal punto di vista degli impegni “forti”. Tra Olimpiadi e corsa all’ISAF il risultato finale tirato fuori è strepitoso. Prima, le conseguenze della “sconfitta” olimpica con le zero medaglie della vela azzurra, per quanto messa nel novero delle possibilità e più volte evocata dallo stesso Croce alla vigilia (“Le Olimpiadi sono un terno al lotto”), sono state ridotte e paradossalmente grazie alla scarsità di comunicazione. Per una volta parlare poco ha giovato. L’Italia si è accorta poco della vela alle Olimpiadi e quindi pochi si sono resi conto, hanno sofferto o commentato le zero medaglie e il ritorno dell’incubo anni Ottanta. Poco dopo, è arrivato il trionfo di Dublino, la salita al trono della vela mondiale dopo una campagna-lampo che ha dell’incredibile. Si capisce che Carlo si sia commosso, quel giorno, si capisce che tutti si siano chiesti (e si chiedano ancora) “ma come farà adesso?”. Resta un 2012 di ascesa su vette inarrivabili. Impossibile non mettere il nome di Carlo Croce nella lista dei papabili a Uomo dell’Anno FIV 2012. Super-papabile, il più papabile di tutti, anzi proprio “il papa”. E però, proprio per questa stratosferica verità, per questa inconfrontabilità con gli altri candidati, parrebbe quasi di un altro pianeta. Fuori quota.
Angelo Insabato - Il nome di uno degli ultimi grandi superstiti della FIV “vecchia” non può non rientrare nelle nomination, soprattutto dopo la vicenda delle “primarie” della XV Zona, dove è stato sfidato apertamente da un candidato di grande carisma e impatto come il super segretario della classe Laser Macrino Macrì. La prova di resistenza in Lombardia di Insabato ha del prodigioso, e deve pur significare qualcosa. Le correnti, gli sgambetti, le alleanze volanti, i foglietti con le liste, persino le ampie vedute futuriste di un candidato più giovane: niente ha abbattuto Angelino Insabato. Che sta lì pacioso, al servizio della FIV, con costanza, impegno e una lucidità che di questi tempi è diventata merce rara e preziosa. E’ stato per tutto il quadriennio un consigliere “scomodo”, le primarie lo consegnano alla tornata elettiva per il Consiglio come una formidabile testa di serie.
Walter Cavallucci - Consigliere di lungo corso anche lui, pur se in quota “Atleti”, da sempre uomo di raccordo e di tessitura tra vela giovanile, match race e soprattutto tanto corridoio all’ISAF, dove è forse tra gli italiani più presenti ed esperti. Morale: Walter è stato una specie di Schwarzkopf, il generale in campo dell’Operazione Croce Storm che ha portato alla conquista italiana della presidenza mondiale. Dopo anni di cabotaggio anonimo, e di qualche tensione, ha trovato un 2012 nel quale esprimere le sue potenzialità, e si è buttato senza risparmio. Logico che questo si possa tradurre in un futuro importante fatto di nuove e più alte responsabilità. Bravo. Nomination ineccepibile.
Anna Bacchiega - La “professoressa” (per il suo lavoro e per il piglio che mette nel suo impegno federale) merita la nomination per la forza quasi ascetica dimostrata nel resistere sulla tolda della navicella traballante del progetto Under 16 esposta a venti turbolenti. Ha tenuto le posizioni, ha saputo cedere e mettersi alla cappa quando è servito, si è piegata ma non spezzata. E adesso può rivendicare legittimamente di essere uno dei genitori di quel progetto, del quale sottolinea appena può i valori e i concetti di base, rimasti fermi anche nei vari adattamenti e aggiustamenti subiti. Dovrà sudarsi una difficile rielezione (a disposizione solo due posti per gli Atleti) nel prossimo Consiglio, ma vada come vada le va riconosciuto un quadriennio in cui ci ha messo la faccia con coraggio e convinzione.
Rodolfo Bergamaschi - La sua è una nomination soft, come la sua tendenza a non essere un protagonista urlato. Uno che si è preso le sue gatte da pelare, i suoi ambiti e compiti, e li ha assolti come meglio forse non si poteva, per di più senza tanti proclami: vi pare poco? I binari del suo quadriennio si chiamano vela paralimpica e rapporti con il Ministero dell’Istruzione in particolare per il progetto “Mare Che Unisce”. La vela paralimpica è cresciuta per intensità, risorse dedicate (anche per la nuova organizzazione impressa dal CONI e dal CIP, il Comitato Italiano Paralimpico), progettualità, e di conseguenza uomini e donne. Forse solo in questi anni si è davvero avviata la vela paralimpica in Italia, e visto che a Rio 2016 Olimpiadi e Paralimpiadi avranno pari dignità e date, il lavoro è stato essenziale, e adesso va continuato.
Fabrizio Gagliardi - La forza tranquilla dell’Altomare, il segmento che sotto la sua responsabilità vive stagioni spensierate e (quasi) senza le tradizionali polemiche, restituisce dopo quattro anni un atteso “fuoriclasse” della dirigenza federale. Tirato a lucido, sempre equilibrato, difficilmente colto in fallo o contraddizione, mai con la voce alzata, e soprattutto pronto a spaziare dal “suo” Altomare a ogni anfratto delle attività federali, forte anche di un rapporto molto concreto e asciutto con il presidente Croce, fatto di stima reciproca e non di scodinzolamenti. Più che una nomination per una impresa eclatante (per quanto possa definirsi tale l’esser diventato armatore di un vecchio e glorioso half tonner, il Loucura: non è mai male avere un consigliere-velista praticante), è una sottolineatura della sua onda lunga. Che lo rende uno dei più legittimi candidati alla vicepresidenza (unica) nel prossimo quadriennio.
Gianni Storti - Il sotterraneo grande manager della macchina federale, un altro che si vede poco ma che produce molto, arriva a fine quadriennio in una posizione strategicamente chiave: ha ormai metabolizzato (e in parte risolto e messo a nuovo regime) tutte le specificità e le problematiche di una federazione anomala come la vela che gestisce realtà (sportive e non solo) tanto diverse tra loro. E adesso è prontissimo al salto di qualità. Che arriverà come uno tsunami tra poche settimane, dopo l’Assemblea del 19 gennaio che varerà il nuovo Consiglio Mini e le nuove logiche operative disegnate dallo Statuto. Di fatto può diventare il CEO (Chief Executive Officer) della FIV 2013-2016, il traghettatore finale verso un ente che si vuole più agile e moderno, con uffici e sistemi gestionali che siano all’altezza della situazione. Il fatto che in questo ruolo nel quale verrebbe da pensare a un temibile supermanager, ci sia invece un navigatissimo dirigente del Grande Sport olimpico italiano, è una garanzia anche contro il rischio che questa riforma allontani ulteriormente la base dal vertice, la periferia dal centro federale.
Il Tesserato FIV - E proprio in periferia finisce la nostra carrellata di nomination. Con una sorpresa che voglio condividere con voi. Tra tanti nomi e volti, ruoli e imprese, caratteri e capacità, progetti e riforme. Tra FIV vecchie e nuove, dogmi e rivoluzioni, alla fine c’è sempre qualcuno che sta lì, e ci resterà. Sul pontile del suo circolo ogni venerdi, in garage a pulire le candele del fuoribordo, al computer in segreteria, ad attaccare i manifesti per la scuola vela, a scrivere un Bando di Regata o a iscriversi a quella regata, tirare su l’ancora o le bandiere di uno start. Oppure ad armare e uscire, veleggiare per ore con gli amici o da solo, o guardare dei bambini che lo fanno, poi tornare, bere qualcosa in compagnia con gli occhi pieni di quella bella gioia di chi fa questo sport. E il lunedi al lavoro sente ancora il vento in faccia, sfoglia la vela su Internet alla ricerca della prossima regata o crociera. Nel portafogli, quel qualcuno lì ha una tessera FIV. Siamo in oltre 110 mila. Molti, la maggior parte, lo sono da tantissimo tempo. Al tesserato, che pazientemente vota all’assemblea di circolo e accetta e si adegua alle decisioni e alle gestioni di chi lo rappresenta nel governo della federazione, dobbiamo forse tutti un ringraziamento, per la pazienza e la costanza. Perchè i dirigenti passano ma lui resta. Nomination d’istinto, e forse, per quest’anno, vincente.
Altri nomi - Non si possono nominare tutti, ma certo il 2012 ha messo in evidenza anche altre dedizioni alla causa: in fondo il DT Luca De Pedrini ha sfiorato il podio con Zandonà e Zucchetti (anche se la medaglia di legno rischia di diventare una ossessione...); Paolo Ghione ha fatto una scelta che merita rispetto e seguito, nel dedicarsi solo allo sviluppo della vela giovanile; il buon Venturino Pugliese si è dato da fare (insieme al presidente della I Zona Tonino Viretti) per rinnovare un po’ il sito web della FIV; Francesco Ettorre merita per la cura quasi paterna che mette nel bilancio federale; Dodi Villani si districa sempre nel difficile pelago degli Ufficiali da Regata. E poi c’è da salutare i primi non più candidabili per limiti di età: Paolo Romano Barbera (che però può essere ancora un vessillo FIV nel Consiglio Nazionale del CONI a Roma) e Sandro Ricetto (che però ha un valido erede nel figlio Guido) in Consiglio, e lo stesso Viretti, Giovanni Pellizza, Giorgio Brezich e Raffaele Ricci in Zona.
Anonimo (non verificato)
fcolivicchi
Velista (non verificato)
10HP (non verificato)
fcolivicchi
Mario Miino (non verificato)
fcolivicchi