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31/12/2021 - 14:00

I grandi non se ne vanno mai del tutto

Addio a Meco Lillia, leggenda delle Star

COSTRUTTORE DI BARCHE PER AMORE – Se ne va l’ultimo dell’anno l’artefice della leggenda del Cantiere Lillia, da piccola realtà portata avanti per amore del fratello Gianni a riferimento mondiale della regina delle classi olimpiche, fino a riempire un intero podio ai Giochi di Atene 2004. I funerali domenica a Musso (CO). Un ricordo

 

La vela dice addio a un grande interprete: è scomparso dopo una breve malattia nell’ultimo giorno del 2021 Domenico (Meco) Lillia, artefice dei trionfi del cantiere di barche a vela fondato dal fratello Gianni, fino a renderlo leggendario con i successi olimpici delle sue Star. Meco Lillia aveva 81 anni, lascia la moglie Rita, due figli e una figlia. Domenica 2 gennaio i funerali alle 15 nella chiesa di San Biagio a Musso (CO).

Un leone fino all’ultimo, Meco Lillia, da quello spicchio del lago di Como ha conquistato il mondo. Nel 1975 il fratello maggiore Gianni fonda a Musso, costa nord del Lago di Como, il Cantiere che porta il nome della famiglia la cui occupazione principale, da generazioni, è vendere carni, salumi, alimentari. Un piccolo cantiere, agli inizi, per seguire la passione per la vela. Sei anni dopo, quando Gianni muore, Meco fa una scelta d’amore e rispetto, decide di continuare il sogno del fratello, il cantiere va avanti e con lo spirito imprenditoriale, geniale, iper-generoso di Meco, che alterna il banco dei salami al forno della vetroresina, sempre con una predisposizione ai rapporti umani, con slanci, visioni, entusiasmi da ragazzino. Con questo spirito il Cantiere Lillia diventa in pochi anni uno dei riferimenti mondiali della classe olimpica regina della vela: la Star. Anche grazie a Torben Grael, fuoriclasse brasiliano che con Meco da vita a una relazione straordinaria che porta una Star Lillia a vincere l’oro olimpico. Anzi, ad Atene Lillia riempie tutto il podio Star: anche argento e bronzo!

Con la continua sfida con il Cantiere Folli, dirimpettaio di lago e altrettanto specializzato in Star, Lillia resta padrone della scena. Con tanti elementi sovrapposti: la storia di quel macellaio (anche se nel frattempo la bottega è diventata il supermarket del paese) è quasi leggenda, e lui sa alimentarla. Con la vociona, i gesti immediati, spontanei, gli occhi che ti trapassano perché vedono te e anche dentro e dietro e avanti. Sempre con le maniche della camicia risvoltate: come una divisa anche d’inverno, simbolo di operosità, lavoro continuo, idee messe in pratica.

Anche quando la Star esce dai Giochi, il Cantiere Lillia, del quale ormai da anni di occupa da grande professionista (buon sangue non mente) il figlio di Meco, Stefano, resta al centro del ring. Capace di diversificare, costruire altre barche (Snipe, Fireball, Dinghy 12, Fun, ultimamente persino Optimist) ed è uno di quei player che – vada come vada – resterà sulla scena. Come il negozio-ritrovo, con le migliori carni della regione (e come non menzionare i salami cacciatorini?). Come la piccola costruzione nei pressi del cantiere, che Meco trasformò da stalla in casa-dependance della vela e dei velisti, foresteria, luogo di feste stariste, inevitabilmente anche fucina di campioni e idee.

Meco Lillia, scomparso a 81 anni, è e resta esempio di vita vissuta per sé e per gli altri, dalla famiglia ai dipendenti e collaboratori, ai velisti di ogni categoria, agli amici, ai concorrenti. Personalmente ho vari ricordi, a iniziare da lunghe telefonate visionarie con finestre apertissime su futuri che puntualmente si sono materializzati. Ma una in particolare, riguarda un paio di giornate a Musso. Tra l’azzurro opaco del lago di Como e i colori forti della terra e delle architetture. Un lampo alla macelleria, rimasta come una cellula di base, dalla quale partire e alla quale tornare, al Cantiere, anche etimologicamente interpretato come area di lavori in corso, non solo barche da finire in forno ma anche sperimentazioni continue, test sui materiali, mi fece vedere le varie prove di timone di Star escogitate insieme a Torben, e la dependance affacciata su uno spicchio d’acqua, quel giorno era vuota ma sembrava risuonare di suoni baritonali di prodieroni e sorrisi arguti di timonieri. Ciao Meco, le tante Lillia che continueranno a navigare sono la tua eredità. (Fabio Colivicchi)

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