YC Italiano: vince la modernità
Risultato netto alle elezioni dell'antico club genovese: passa in blocco la lista dell'attuale direttivo. Sconfitta bruciante e uscita di scena definitiva per Carlo Croce e la sua lista di vip con Tronchetti Provera. Gerolamo Bianchi verso la presidenza
Le finestrone dello Yacht Club Italiano si spalancano a far entrare aria fresca. Le tende fusciano al vento, la pelle dei salotti respira, il legno del parquet scricchiola di un'allegria futura. L'austero mausoleo oggi sembra un arzillo millennial. E' il giorno zero della sua storia centoquarantennale. Il passato è un ricordo lontano.
Elezioni travolgenti allo YCI, un risultato netto e inappellabile: passa al 100% una intera lista, 15 componenti del nuovo direttivo spinti dal claim "Alla via così". Sono la continuità con la discontinuità avviata tre anni fa, quando il club passò di mano da Carlo Croce a Nico Reggio e il suo gruppo di giovani riformatori.
In questi tre anni quel gruppo ha proposto una nuova idea di YCI: aperto, inclusivo, senza nostalgie e ingessature aristocratiche, collaborativo con le istituzioni del territorio, sportivo, sostenibile (anche finanziariamente). Quell'idea è piaciuta e oggi è stata premiata dalla schiacciante maggioranza dei soci del club.
Gerolamo Bianchi quasi certamente sarà il nuovo presidente (lo nomina la prima riunione del direttivo). Con lui sono risultati eletti: Andrea Ghisalberti, Nicolò Caffarena, Jean Dufour, Cristina Novi, Matteo Berlingieri, Matteo Capurro, Michele Tremagnino, Ettore Boschetti, Raffaello Corradi, Laura Craighero Martinoli, Marco Andrea Centore, Luigi Strata, Alberto Marconi e Paolo Francesco Lanzoni. Dai 382 voti di Bianchi ai 301 di Lanzoni, tutti oltre quota trecento.
Tra gli "approfondimenti" nella colonna di destra, l'esito del voto.
Se lo Yacht Club genovese, patrimonio di storie e valori esibito da tutta la vela italiana, puo' continuare sulla strada della modernità e del ringiovanimento avviata tre anni fa, queste elezioni scavano un solco profondo e definitivo che taglia fuori l'ultima velleità di restaurazione.
La sconfitta di Carlo Croce stavolta è brutale, assai più che quella del 2017. Allora fu comunque il più votato, benchè in minoranza e quindi non confermato presidente, da dentro al direttivo ha tuonato e organizzato la rivolta. Ottenendo nuove elezioni con un anno di anticipo. Nico Reggio (alla faccia di quello che qualche giornalista frettolosissimamente ha definito "piccolo cabotaggio") è stato al gioco, ha lavorato alla riforma dello Statuto, ha tenuto la barra del club col sorriso della faccia nuova e tenuto le diatribe chiuse all'interno.
Al turno elettorale che aveva voluto e immaginato tutto per se e per il suo trionfale ritorno al trono, Croce si è presentato con tutta la potenza di fuoco delle sue armate. Tronchetti Provera, Zegna, De Angelis. Una conferenza stampa (mai fatto in passato per le elezioni del club), il nome della lista "I Colori di Sempre". Articoli di giornali telecomandati. Tutto studiato nei minimi dettagli. Tutto, tranne un piccolo particolare: i soci.
Un club sportivo è l'espressione dei suoi soci. E oggi lo Yacht Club Italiano esprime una volontà chiara e netta, premiando l'aria fresca, lo sport e lo stile di una lista che ha fatto una campagna sobria e senza proclami. E bocciando invece l'opposto: chi in nome del passato ha alzato polveroni e vessilli di una grandezza che ormai non c'è più.
Dino Betti van ... (non verificato)