Al voto, al voto!
YC Italiano, settimana decisiva
Giovedi si chiudono le urne per votare i candidati. Venerdi assemblea dei soci, sabato lo spoglio delle schede. Quali sono gli scenari possibili per lo storico club della vela d'Italia? Carlo Croce resterà presidente? E quali sono gli eventuali successori
Volata Yacht Club Italiano 2017-2020. E' la settimana decisiva per il rinnovo delle cariche dello storico club che ha rappresentato, anche istituzionalmente, la vela italiana, e che resta un simbolo del nostro sport. Un passaggio fisiologico, che presenta una novità, che Saily per prima aveva spiegato: la rielezione dell'attuale presidente non è scontata come nei rinnovi precedenti. Perchè si è formato un gruppo di candidati che ha raccolto e rappresentato un'area di generico scontento rispetto all'ultima gestione del club, con qualche nome eccellente in grado di duellare praticamente alla pari con l'oggettiva importanza, diremmo il pedigree, del plenipotenziario dell'ultimo ventennio Carlo Emilio Croce.
L'attenzione nel seguire questo passaggio elettivo dello Yacht Club Italiano, noi la spieghiamo con una forma di omaggio a una realtà che rappresenta la nostra vela: guardare come si rinnova un sodalizio di tale peso, può essere uno specchio di come si muove l'intero corpo del nostro sport in una fase di grandi cambiamenti a tutti i livelli. Per rinnovamento può intendersi una riconferma del presidente uscente, configurata però alla luce del nuovo corso, delle mutate esigenze, di un circolo che opera in una città che sta cambiando e cambierà pelle (e waterfront). Oppure una mini-rivoluzione, che a forza di voti porti lo yacht club a voltare pagina con facce (e mentalità) nuove.
Questi i passaggi della settimana: giovedi si chiudono le urne che raccolgono le schede con i voti. Venerdi, alle 18, allo YCI ci sarà l'assemblea plenaria dei soci, e quindi sabato, presumibilmente in mattinata, l'apertura delle urne e lo spoglio dei voti. Quando si conoscerà l'esito del voto? Gli scrutatori emetteranno un verbale del voto che sarà affisso alla bacheca, oppure i numeri resteranno "riservati" fino alla prossima settimana, quando come previsto si riunirà la nuova Direzione dei 15 eletti, convocata dal consigliere più anziano, per eleggere al proprio interno le cariche a partire dal presidente? Ma soprattutto: quali scenari presuppone il voto di questo marzo 2017?
Sostanzialmente sono di fronte due schieramenti: uno più "conservatore" che punta alla conferma dell'attuale status-quo, e uno più votato al cambiamento. Lo storico riserbo di un club antico rende arduo risalire a sondaggi o previsioni, ma una ipotesi probabile è quella di Carlo Croce che raccoglie il maggior numero di preferenze personali, ma che potrebbe trovarsi un Direttivo dove la voglia di rinnovamento è maggiore della conservazione. E allora diventerà fondamentale la conta dei voti. Il meccanismo del voto: 21 candidati per 15 posti, e poi il confronto nel nuovo Direttivo per varare il presidente, lascia aperte queste due possibilità. 1) Carlo Croce resta il più votato con un netto margine sugli inseguitori, il nuovo Direttivo si presenta rinnovato a metà, ma ovviamente si inchina alla chiara volontà dei soci. 2) Il distacco tra Croce e gli inseguitori è meno marcato, o esiguo, o persino un testa a testa: a quel punto il Direttivo, forte anche degli elementi innovatori, è autorizzato a proporre un cambio al vertice.
Dall'entourage di Croce filtra serenità sull'esito del voto, si da per scontato che non ci saranno cataclismi, e il gran numero di schede che sta arrivando (molte più delle precedenti elezioni, al punto che l'urna non riesce a contenerle tutte) è un vantaggio per un candidato del nome e del peso del presidente attuale. Per larga parte dei soci, Croce è la massima espressione storica dello Yacht Club, e la sua conferma un segnale di stabilità e continuità, senza salti nel buio. Nella "macchina" dello Yacht Club, tra coloro che lavorano quotidianamente per il circolo ed escono in mare con 40 nodi per una regata, si fa anche notare che lo stesso Croce è cambiato, più disponibile, e con più tempo da dedicare al club ora che sono terminati gli impegni con FIV e World Sailing.
Ma esiste un candidato alla presidenza dello YCI alternativo a Carlo Croce? Nei giorni scorsi ha parlato a un giornale Riccardo Simoneschi, nome certamente importante, con ruoli in World Sailing e storia interessante di atleta, dirigente sportivo e organizzatore. Ma lui stesso si è sfilato dalla corsa, almeno per questa tornata: ha in piedi attività sportive impegnative, e sarebbe già un risultato entrare nel Direttivo. Di certo, al netto dell'amicizia e dell'affetto per Carlo Croce, il fatto che circoli il suo nome lo inserisce automaticamente tra i fautori del cambiamento.
Se si vuole trovare nome e cognome spendibile, il più papabile è quello di Nicolò (Nico) Reggio, famiglia genovese di nobilissime e velicissime origini (compreso quel Leone Reggio che era al timone dell'8 metri SI "Italia" per il primo oro olimpico della vela italiana a Berlino 1936), ingegnere navale molto quotato, con equilibrio ma decisione alla guida del gruppo che sogna di voltare pagina allo YCI. Reggio, attualmente vicepresidente, sarebbe pronto a prendere il timone del club, voglia, carisma e tempo non gli mancano. Nel gruppo dei "progressisti" c'è anche un altro candidato forte che ha lavorato bene al fianco di Nico Reggio: è Matteo Berlingieri, attuale tesoriere nonchè direttore dell'attività giovanile, suo papà Francesco è considerato il numero uno al mondo nel Diritto della Navigazione, ma figura tra i quattro soci presentatori della candidatura di Carlo Croce.
Del resto proprio l'insondabilità di intrecci e legami tra famiglie genovesi è ciò che rende incerta la corsa. Sempre tra i candidati pro-Croce, ci sono i "velisti" Enrico Isenburg e Luigi Monaco di Arianello, rispettivamente attuale direttore agonistico e sportivo, e probabilmente Filippo Pastorini Varini, attuale direttore della Scuola di Mare Beppe Croce. Senza dimenticare il decano (79 anni) direttore della sede nautica Antonio Cairo. Tra i volti nuovi che spingono verso il nuovo potrebbero esserci poi Giorgio Girola, Jean Dufour, Nicolò Caffarena, Gerolamo "Gigio" Bianchi.
Assemblea e spoglio incombono, 1100 soci e la Genova del mare si interrogano e si mobilitano, democraticamente, intorno al guidone bianco-rosso del più antico club nautico del Mediterraneo (1879). Se il fondatore Jack La Bolina (Vittorio Augusto Vecchi), che strappò l'adesione del Re Umberto I in persona, guardasse al fervore di oggi, ne sarebbe contento.
Stefano Ferrera (non verificato)
fcolivicchi
Fabrizio Bruzzone (non verificato)