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22/12/2014 - 14:04

Sponsorizzazioni & geopolitica

Vela mondiale gasata Gazprom

Partnership biennale con il (discusso) colosso russo dell’energia per l’ISAF di Carlo Croce: 1 milione di euro l’anno. Pecunia non olet?
 
 
Una bella gasata sta per spingere la vela mondiale: non è un rafficone capace di farti planare, ma una sostanziosa iniezione di risorse finanziarie in arrivo da uno sponsor. Di questi tempi la parola stessa “sponsor” pare quasi un miraggio e dunque la notizia di una partnership che può aiutare la vela olimpica a decollare a livello internazionale soprattutto in comunicazione, è da prendere positivamente.
 
Lo sponsor in questione, poi, è già da tempo presente in forze nel mondo della vela: su tratta di Gazprom, il colosso russo dell’energia, che affianca il maxi Esimit Europa 2 di Igor Simcic (per un importo di circa 3 milioni e mezzo di euro), lo Yacht Club di San Pietroburgo anche per attività giovanili con gli Optimist (mezzo milione), la classe Swan 60 (1 milione), un team alle Extreme Sailing Series con i catamarani Extreme 40 (due milioni) e da un anno anche un team del circuito RC44 (un milione e mezzo).
 
L’accordo che stanno per firmare a Ginevra il presidente italiano della Federvela mondiale ISAF, Carlo Croce, e il CEO di Gazprom Alexey Miller, prevede un impegno di circa 1 milione di euro l’anno, con Gazprom che affiancherà la vela mondiale nelle sue principali attività, a cominciare dalla nuova formula della Coppa del Mondo delle classi olimpiche.
 
La vela dunque scelta come sport di rilievo nel programma di marketing e comunicazione del marchio Gazprom, con quasi 10 milioni di euro annui di investimento, a fronte dell’impegno massiccio anche nel calcio con la Uefa Champions League foraggiata con ben 25 milioni di euro all’anno.
 
Da un lato si tratta di un segnale significativo: mentre il mondo della vela, ancora un po’ orfano dell’effetto traino di eventi-clou come Coppa America e Volvo Ocean Race, e sotto l’effetto mortifero della perdurante crisi economica mondiale, si interroga sul suo futuro, insegue nuove formule e prova a ripensare il proprio marketing sportivo, ecco spuntare un benefattore munifico, che mette sul piatto una forte considerazione della vela quale veicolo di comunicazione. Una mossa che potrebbe aprire nuovi scenari, se si legasse anche a una ripresa anche se timida, e risvegliare l’interesse di altre aziende, anche medio-piccole, verso la vela. Insomma, il fuoco del gas di Gazprom per riaccendere un po’ di calore intorno alla vela: può funzionare? Lo vedremo.
 
Intanto non si può ignorare il contorno geopolitico nel quale nasce questa sponsorizzazione: la Russia in forte crisi economica proprio sul fronte energetico, stritolata tra il ribasso delle quotazioni del petrolio e le sanzioni seguite alle azioni militari in Ucraina. Una Russia isolata, come il suo presidente Putin. Far piovere un po’ di denaro sullo sport mondiale può senz’altro aiutare a uscire dall’angolo.
 
Certo Gazprom è anche un marchio discusso per alcune pratiche aziendali, a partire dalla trivellazioni in antartico, ed è stata spesso al centro di azioni di gruppi ecologisti come Greenpeace. Insomma non proprio un partner “comodo” per la vela. Ma se è vero che pecunia non olet, basta ricordare i lunghi anni nei quali lo yachting è stato la vetrina di molti marchi di tabacco (Merit, Winston, Rothmans…), di superalcolici o di carburanti, senza che nessuno si scandalizzasse più di tanto.
 
Adesso è importante che l’ISAF metta sul progetto un team capace di usare le risorse per far crescere davvero il livello di comunicazione e di sviluppo della vela olimpica, dei suoi atleti, dei suoi eventi, dei suoi valori. Anche in collaborazione con gli uomini migliori dello stesso partner, o con agenzie specializzate a livello mondiale. Se avremo questi ritorni, potremo parlare di una sponsorizzazione di successo, che distribuirà benefici a pioggia e di lunga durata. Se non li avremo, si sarà trattato solo di una operazione geopolitica sulla testa di tutti, con benefici (economici e di visibilità) per pochi e di breve durata. Inevitabile – anche perché è Natale – fare il tifo per la prima ipotesi.

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