Storia | Tecnica

16/08/2010 - 17:50

Conoscerla può fare la differenza tra la vita e la morte

Uomo a mare!
Tecnica salvavita

‘Uomo a mare!’: è un’esperienza che non si vorrebbe mai fare. Ma se qualcuno cade fuori bordo, è importante che l’equipaggio sappia individuarlo e riportarlo subito in barca. Ecco di seguito i consigli tratti da "La Bibbia della vela", edizioni Nutrimenti.

Quali sono le cause?
Questo tipo di incidente è quasi sempre prevedibile. Tutti possono cadere fuori bordo e i più a rischio spesso sono i navigatori esperti. Se siete stati in coperta senza cintura migliaia di volte, c’è sempre la volta buona, in situazioni estreme, per indossarla.
 
Gli incidenti accadono nei momenti più inaspettati. Uno dei maggiori rischi è essere colpiti dal boma, che vi potrebbe scaraventare fuori bordo.
 
Una caduta in acqua sul lato di una barca in movimento richiede una pronta risposta da parte dell’equipaggio. Ma se cadete fuori bordo da una barca ormeggiata o alla fonda in una zona soggetta a maree, dovete cercare di non essere allontanati dalla barca. State attenti anche a zone non soggette a marea ma dove sono presenti forti correnti create dal vento che si incanala fra le isole.
 
I bambini che giocano in coperta dovrebbero indossare giubbotti salvagente.
 
Sicurezza di base
È lo skipper che decide quando l’equipaggio deve indossare igiubbotti di salvataggio o le cinture in coperta. Vanno comunque indossati sempre di notte o con la nebbia, e col temp obrutto. Inoltre, ognuno dovrebbe metterli quando lo ritiene opportuno.

I giubbotti e le cinture devono essere regolati sulla taglia della persona e indossati con una cinghia di fissaggio che passa sotto le gambe.
 
La cintura non serve a niente se non è agganciata. Individuate ipunti di attacco fra il tambuccio, il pozzetto e il timone. Le lifeline (cinghie di tela rinforzata fissate di solito in coperta, a cui si possono agganciare le cinture) sono la soluzione più efficace per spostarsi dai passaggi laterali a prua.
 
“Una mano per sé e una per la barca” è un modo di dire molto comune: significa che se non si è agganciati, bisogna avere almeno una mano libera per tenersi a qualcosa di saldo.
 
Onde al traverso
Quando il tempo è davvero brutto e la coperta è spazzata dalle onde, bisogna evitare di essere colpiti di fianco da esse. Se si è agganciati si rimane al proprio posto, ma bisogna rallentare la velocità. Bisogna quindi mollare le scotte, orzare e ridurre subito le vele. A volte è anche necessario tagliare le draglie per riportare a bordo una persona.
 
Pericoli del freddo
Gli effetti dell’ipotermia rendono letale l’acqua fredda. I presunti tempi di sopravvivenza mostrano che non si deve perdere tempo prezioso nel riportare una persona a bordo.

Temperatura
 
Spossatezza
Perdita dei sensi
Tempo
di sopravvivenza
0°CSotto i 15 minuti45 minuti
0–4.5°C15–30 minuti30–90 minuti
4.5–10° C30–60 minuti1–3 ore
 
Cosa deve fare il timoniere
1. Il timoniere grida: “Uomo a mare!” per avvisare il resto dell’equipaggio.
2. Poi lancia alla persona il salvagente con la boetta, montati sul pulpito di poppa.
3. Mette alla cappa orzando con decisione (portare la prua al vento).
4. Incarica qualcuno di non perdere di vista la persona e indicare la direzione in cui si trova. È essenziale non perdere il contatto visivo nei primi stadi del soccorso. Se è buio, si può usare un faretto. Oppure un razzo a paracadute bianco per scorgere i nastri riflettenti del giubbotto.
5. Il Gps ha una funzione Mob( uomo a mare): premendo il pulsante si registra la posizione in cui la persona è caduta fuori bordo.
6. Avvertite i servizi di emergenza, ma informateli anche quando avete recuperato la persona.
7. Se avviate il motore e riducete le vele, state attenti che le scotte non cadano fuori bordo e si impiglino nell’elica.
 
Recupero
Accendete il motore appena siete alla cappa (completata la virata con la vela di prua strozzata sulle mure precedenti).
Se la persona è vicina, lanciate una sagola per tirarla su.
Altrimenti avvolgete la vela diprua e girate a motore attorno all’infortunato portandovi controvento. Dovete essere in folle, preferibilmente col motore spento prima di affiancarlo. L’elica può causare terribili ferite.
Recuperare una persona a vela richiede una certa esperienza. Allontanatevi navigando al traverso, a una certa distanza virate e ritornate sul lato opposto al traverso.
Avvicinatevi alla persona di bolina larga, in modo da poter mollare le scotte e fermare facilmente la barca.
 
Riportare la persona a bordo
Il motore deve essere in folle, quando siete vicini alla persona.
Con vento leggero e mare calmo, tirate su la persona sottovento. Se il vento è più forte e il mare agitato, può essere pericoloso perché la barca può investirla.
Una scaletta a poppa è una buona soluzione se il tempo è bello. Ma se non lo è, lo specchio di poppa sale e scende rendendo rischioso il recupero da quella parte.
Tirare su la persona da un lato è molto difficile, a meno che la barca non abbia un bordo libero basso o sia sbandata. Si potrebbe improvvisare un’imbracatura con cime o una piccola vela, da issare con la drizza della randa.
Siate pronti a prestare il primo soccorso medico. La persona può essere soggetta a ipotermia o shock e probabilmente si è contusa nel recupero a bordo.
 
Cosa deve fare la persona caduta in mare
Se cadete da una barca che si sposta e non siete fissati con una cintura, venite rapidamente lasciati indietro. Se cominciate a nuotare prendete freddo e vistancate, accelerando la comparsa dell’ipotermia. Inoltre, raggiungere una barca, anche s enaviga a solo 1- 2 nodi è difficile, se non impossibile.
Cercate di rimanere calmi e lucidi. Se l’equipaggio vi ha lanciato un salvagente, afferratelo, o aggrappatevi alla sagola galleggiante.
Se ci sono onde, voltate loro le spalle, per evitare di respirare gli spruzzi.
Incrociate le gambe e con le braccia avvolgete il vostro corpo per rendere minima la perdita di calore provocata dall’acqua fredda. Se indossate una cerata, stringete il collo, i polsi e le caviglie.
La possibilità di individuare un uomo caduto in acqua dipende dallo stato del mare. Se ci sono onde, è difficile vedere una piccola testa a pelo d’acqua. Le bande colorate di un giubbotto salvagente gonfio aumentano la visibilità di giorno, mentre le bande rifrangenti e una luce intermittente aumentano le possibilità di essere visti di notte. Usare un fischietto è molto più efficace che gridare.
Un Epirb individuale (boetta che manda un segnale radio di richiesta di soccorso) può trasmettere un segnaled al punto in cui siete a organismi di ricerca e soccorso.
 
   
   
   
   

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