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10/07/2012 - 20:23

Uno studio (un po' criptico) dell'Eurosaf sui giovani velisti tra 10 e 16 anni

Under 16,
primo divertirsi!

L'attività Under 16: quale impegno per i ragazzi, allenatori e soprattutto genitori? Uno studio dell’Eurosaf (la federvela europea) prova a fare luce sulla situazione attuale. Riuscendoci solo in parte
 
(Fabio Colivicchi) Riceviamo e pubblichiamo un comunicato dell’Eurosaf, la federazione velica europea presieduta dall’italiano Marco Predieri, fratello di Alberto vicepresidente ISAF, che presenta i risultati di uno studio sui comportamenti dei velisti di età compresa tra 10 e 16 anni: come arrivano alla vela, quanto restano, quanti diventano campioni o comunque proseguono la carriera agonistica, con quali classi e con quale approccio.
 
Il tema non è nuovo ad analisi e approfondimenti: è anzi cruciale per quasi tutte le discipline sportive. Aggiungo che per la vela l’esperienza italiana in questo campo (e fascia di età) è da almeno 15 anni considerata un esempio di imitare anche per molte nazioni dalla cultura velica evoluta.
 
Il fatto che Eurosaf studi da vicino il problema è semplicemente dovuto. Semmai la ricerca andrebbe estesa, sviluppata e scomposta per aree geografiche, confrontata con altri continenti. Sicuramente, come spesso accade alle istituzioni veliche, è mancata una adeguata pubblicità preventiva alla ricerca: come si può studiare il mondo dei giovani velisti 10-16 anni senza avvertire prima proprio coloro che si vuole studiare? Coinvolgere di più la famosa “base”: concetto che proprio non vuole entrare nella testa di chi guida gli enti “federali”, nazionali, continentali o mondiali che siano…
 
Cosa emerge intanto da questa prima fase? Leggerete sotto che l’Eurosaf ha scoperto che le voci di spesa per la gestione dell’agonismo sono molto elevate per le famiglie, i circoli e le federazioni. Bella scoperta. E che le sponsorizzazioni non si trovano più facilmente come un tempo, prima della crisi. E ancora: che alcuni paesi vincono alle Olimpiadi con una politica giovanile meno aggressiva nella componente agonistica, e più orientata al divertimento. Sarebbe utile vedere prove, numeri, tabelle. E capire quali sono i paesi che vincono le medaglie facendo divertire i giovani. Altrimenti si resta nel solito dogmatismo. Reso per di più sospetto se accompagnato da nomi e cognomi delle “classi” più virtuose (perché, per l’appunto, meno votate all’agonismo puro). E’ qui che si paga il difetto di trasparenza di questi “studi”.
 
Resta un buon inizio, speriamo di poter partecipare a sviluppi adeguati.

 
IL TESTO DEL COMUNICATO EUROSAF
Una giusta dose di grinta unita a gioco e divertimento: è quello che dirigenti, allenatori e genitori cercano di percepire, mentre le derive con a bordo i "loro" ragazzi girano intorno alle boe, allenandosi in virate e strambate per le regate della stagione. Se i coach cercano infatti di scoprire le potenzialità dei ragazzi, per individuare i talenti che passeranno dall'attività agonistica Under 16 alla fase successiva, dirigenti e genitori pensano anche a trovare il giusto equilibrio fra costi, impegno, sana competizione, risultati e benefici per la crescita dei ragazzi, consapevoli che lo sport, se affrontato con l'approccio corretto, è un'eccellente scuola di vita.
 
E poiché il piatto della bilancia oscilla sempre fra le numerose variabili, l'Eurosaf - European Sailing Federation - ha svolto un'accurata indagine sull'attività agonistica giovanile, uno dei principali obiettivi delle associazioni sportive dilettantistiche che si dedicano allo sport della vela.
 
"Abbiamo analizzato gli aspetti di criticità dai punti di vista didattico, economico e organizzativo - spiega Marco Predieri, Presidente di Eurosaf - nelle attività rivolte ai giovani tra i 10 e i 16 anni, nella fase iniziale della crescita sportiva per le classi Optimist, Laser 4.7, RS Feva, Equipe, tavola Techno 293, 420, tutte - ad eccezione dell'Equipe - riconosciute dall'ISAF, e con Campionato Mondiale in calendario per la stagione agonistica 2012, al quale è possibile partecipare tramite selezione (libera, di classe o FIV). La fascia di età - 10/16 anni - è stato scelta in quanto è certamente la più delicata sotto molti punti di vista, poiché nella vela la maturità dell'atleta non si completa necessariamente in età giovanile e, a differenza di altri sport, la componente di esperienza tecnica e tattica ha un'importanza maggiore rispetto alla pura prestazione fisica".
 
L'esasperazione dell'attività agonistica giovanile non sempre è garanzia di risultati nel lungo periodo (fino a 30 anni di attività agonistica!). Il dato è confermato anche dagli straordinari risultati ottenuti nelle classi olimpiche dai Paesi che per primi hanno creduto nello sviluppo del settore giovanile attraverso programmi più orientati al puro divertimento e alla crescita motoria e didattica,  piuttosto che al risultato sportivo a tutti i costi. L'alta percentuale di abbandono nella fase critica è uno degli argomenti allo studio in molte altre discipline sportive con attività agonistiche eccessivamente  competitive.
 
Secondo lo studio condotto da Eurosaf in cui si è dato un valore agli aspetti di divertimento, sicurezza, apprendimento tattico e apprendimento tecnico oltre agli aspetti economici che regolano queste attività, prendendo anche in considerazione il numero di giornate di impegno, si evince che le squadre agonistiche rappresentano una voce di uscita rilevante per molte Società Sportive che, investendo nei settori giovanili, cercano di offrire la possibilità di svolgere l'attività a costi contenuti e con standard qualitativi adeguati, sostenendo in proprio una parte significativa dei costi, un tempo supportata da sponsorizzazioni, oggi diventate più difficoltose. 
 
La differenza dei costi dipende dal programma che si vuole svolgere e dalle imbarcazioni utilizzate. Le classi maggiormente competitive richiedono investimenti maggiori sia in termini di mezzi (barche, vele, ecc.) che in termini di tempo da dedicare a regate e allenamenti.
 
In conclusione emerge che proprio le attività svolte con programmi meno esasperati e con le classi considerate più divertenti (Techno 293, RS Feva) diano i migliori risultati in termini di continuità degli atleti, richiedendo contestualmente un impegno economico inferiore per i circoli e le famiglie che supportano i propri ragazzi.

Commenti

é possibile vedere la ricerca? dati, analisi, strumenti, risultati? la tesi che sembra essere dimostrata é molto incoraggiante, ma senza una riprova perde di valore. Ad ogni modo, lo stesso argomento é trattato su Piazzavela http://www.saily.it/it/piazzavela/post/dalla-scuola-vela-alle-olimpiadi-...