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06/06/2016 - 15:23

Volvo Ocean Race 2017-2018

Se pronto per fare
il reporter di bordo?

GUARDA VIDEO - Partita la campagna per trovare gli onboard reporter per la prossima edizione della regata intorno al mondo: attese moltissime candidature, prima un campo-test e poi la selezione. I prescelti dovranno affrontare una sfida lunga oltre nove mesi intorno al pianeta


Vuoi fare il giro del mondo a vela da reporter? Raccontare la vita a bordo di una delle barche della Volvo Ocean Race? Sei avventuroso, vorresti esserci in quei tramonti e albe che regala l'oceano, te la cavi con foto e video, social e web, media e storytelling, ma sei anche pronto a non dormire, soffrire il freddo, planare di notte a 25 nodi tra gli iceberg? Forse allora il tuo profilo è quello che stanno cercando alla Volvo Ocean Race. Ma per saperlo fino in fondo, devi inviare il tuo CV, partecipare ai camp-test di preselezione e quindi sperare di superare gli esami. In ogni caso ne sarà valsa la pena.



“Stiamo cercando candidati che abbiamo un approccio avventuroso, ma anche una solida esperienza nei media, occhio per le immagini e intuito per trovare le storie giuste.” Ha spiegato Leon Sefton, a capo del progetto di ricerca degli OBR e del settore televisivo Volvo Ocean Race. “Non si può sottovalutare il fatto che si tratti di un ruolo molto duro, ogni giorno di lavoro è svolto in condizioni spesso estreme e poche occasioni di riposo e di sonno.”


Se morissi domani, potresti dire di aver vissuto fino in fondo? 
E' questa la domanda che pone la Volvo Ocean Race nella sua nuova campagna online, che mira a trovare un gruppo di coraggiosi Onboard reporter pronti ad affrontare la più dura regata oceanica, il giro del mondo del 2017/18.


Conosciuto come “il lavoro più duro del giornalismo sportivo”, quello del reporter di bordo è un ruolo unico, che non è certo riservato ai deboli di cuore. Non esiste alcun altro lavoro di giornalista embedded in un team sportivo e quindi i potenziali candidati dovranno superare un campo pratica creativo, dando prova della loro capacità di resistere alla pressione fisica e mentale, prima di poter passare alla successiva fase di selezione.
 

La regata, che sin dal 1973 è sinonimo del più importante evento professionistico oceanico al mondo, si corre su oltre 40.000 miglia, copre quattro oceani, tocca cinque continenti, dura la bellezza di nove mesi e richiede dunque professionisti della comunicazione dai molti talenti e dalla grande esperienza, che desiderino entrare a far parte di un equipaggio e inviare i loro racconti e le loro immagini a terra da alcuni dei luoghi più remoti e ostili del pianeta.
 

“Per chi racconta per lavoro, non c'è certamente alcun'altra sfida dello stesso livello” spiega lo statunitense Amory Ross, che ha coperto questo ruolo nelle ultime due edizioni della regata. “Sei spinto veramente oltre i limiti fisici, mentali e creativi, in un modo che credo non abbia eguali.”
 

In comunicazione con la sede della regata grazie a connessioni satellitari con gli strumenti a bordo delle barche che sono sì allo stato dell'arte, ma anche piuttosto scomode, i candidati ideali che si uniranno al team di storytelling dovranno essere in grado di produrre video, foto e testi di alta qualità ogni giorno, qualsiasi siano le condizioni.
 

E, tuttavia, per rimandare ai moltissimi fan a terra i contenuti multimediali dall'oceano è necessaria una tecnologia veramente di punta. Tutte le barche sono dotate di strumenti allo stato dell'arte, incluse videocamere comandate a distanza, microfoni e centraline media realizzate ad-hoc.
 

Grazie a strumenti di comunicazione all'avanguardia, i contenuti multimediali oltrepasseranno grandi distanze, fino alla bellezza di 200.000 miglia quando le barche saranno nei luoghi più remoti del percorso, per tornare alla base di Alicante attraverso dei satelliti in orbita geo-stazionaria.


Per la scorsa edizione 2014-15 sono stati oltre 2.000 coloro che hanno sottoposto la loro candidatura e per questa nuova edizione gli organizzatori se ne attendono un numero ancora maggiore.
 

Il frutto del lavoro degli Onboard reporter della Volvo Ocean Race è stato spesso utilizzato da alcuni dei media più noti del mondo come il Daily Telegraph, il New York Times, la Red Bull Media House per non parlare delle oltre 240 emittenti e degli 83 canali televisivi in tutto il pianeta.
 

“Gli Onboard reporter della Volvo Ocean Race devono essere molto più che un viso piacevole con un microfono, in realtà si può dire che svolgano il lavoro più duro nel settore del giornalismo sportivo.” Ha scritto Tim Wendel in un articolo pubblicato da Huffington Post.
 

Per presentare il loro curriculum, i candidati dovranno visitare il sito specifico if.volvooceanrace.com e seguire le indicazioni per produrre dei lavori di prova. In caso passino il primo step, continueranno nel percorso e saranno sottoposti a un colloquio formale, avvicinandosi ancor più all'obiettivo di entrare a far parte del media team più avventuroso del mondo.

 

Commenti

Carlo (non verificato)

Buongiorno, prima di tutto sono un velista amatoriale che ha già affrontato la traversata atlantica in gruppo, quindi ottima capacità di stare in gruppo e affrontare mare e notti insonni, in oltre sono un perito elettronico con ottima conoscenza di apparecchiature di ogni genere, Grazie e datemi buone notizie Un saluto Carlo