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26/03/2014 - 20:32
La Vela Olimpica riparte. E gli azzurri come stanno? Il punto di Saily
La Vela Olimpica riparte. E gli azzurri come stanno? Il punto di Saily
Palma accende
l'anno della verità
l'anno della verità
La più grande delle isole Baleari, 1200 velisti delle classi olimpiche, il via ufficiale di una grande stagione che terminerà con le qualifiche olimpiche di Santander a settembre. Un mix di campioni, gioventù, speranze, fatiche e bellezza dello sport. Come arrivano gli azzurri a questo appuntamento? Saily ha fatto il punto… - VIDEO
di Fabio Colivicchi
Da Palma a Santander, Spagna chiama Spagna, e chiama Rio, e in mezzo una stagione intera di sogni, schizzi, speranze e matematica. Si, l’aritmetica dei risultati, che nella vela come in tutti gli sport olimpici, non sbaglia mai e non dice mai bugie. Palma di Maiorca è lo sparo di cannone del 2014 della vela olimpica, tappa di World Cup ISAF, segnata in rosso su tutti i calendari dei team velici mondiali.
Anche per questo, al 45° Trofeo Princesa Sofia ci sono 623 barche, 882 velisti, 55 nazioni: un record. Il movimento della vela olimpica, dopo un anno “cuscinetto” seguito a Londra 2012 e alla scelta delle nuove classi, ha la sua strada, spianata addirittura fino a Tokio 2020 (con l’unica possibile novità dell’arrivo del Kite dal prossimo quadriennio). Tecnici, atleti, federazioni, sponsor e aziende: per tutti adesso è l’ora dei motori accesi, la primavera maiorchina segna anche la fine del lungo inverno di allenamenti, ciascuno in casa propria. Un letargo (si fa per dire) cui segue il risveglio collettivo, la verifica e i primi punteggi “pesanti”. Per molte nazioni, Italia compresa, Palma fa parte delle selezioni per i pochi posti a disposizione al Supermondiale di Santander di settembre, quello dove si potrà (e dovrà) conquistare il primo 50% dei posti nazione a Rio 2016.
A Palma c’è la consueta marea di Laser Standard (160 barche) e Radial (105), ma la sorpresa sono i 74 Nacra 17 iscritti. Il cat misto neo-olimpico è appena al secondo anno di status, eppure è l’emblema di un boom che si spera possa contagiare l’intera vela. Con le iscrizioni ancora da perfezionare, i 470 M sono 80, i 470 W 48. Poi i 49er maschili con 84 iscrizioni (4 in più dei posti disponibili!) e i 49er FX (femminili) ben 51 (si conferma che le classi nuove mostrano più appeal di quelle della vecchia guardia). Ancora: 99 Finn, 81 windsurf RSX maschili e 58 femminili. Presente anche la classa Paralimpica 2.4mR (19).
“Siamo entusiasti del numero e della qualità dei partecipanti – dice con un ampio sorriso il Race Manager Ferran Muniesa – Abbiamo vissuto settimane difficili a causa della perdita del nostro main sponsor (Mapfre, ndr), al quale restiamo grati per averci seguito in ben 6 anni, e la partecipazione degli atleti ci ha dato l’energia per continuare a lavorare per produrre una delle migliori edizioni di sempre, confermando Palma come uno degli eventi preferiti dai velisti mondiali.”
Dopo queste parole verrebbe voglia di chiedersi dove sia la vela italiana, e perché non siamo in grado di proporre un appuntamento di questo livello per la vela olimpica, che coinvolge i club e la federvela spagnola. Ma questo è un altro discorso.
VIDEO PRESENTAZIONE DI PALMA 2014
Chi sono gli italiani presenti a Palma, come arriva la vela azzurra allo start della stagione più importante del quadriennio, e con quali prospettive? Siamo andati a vedere la situazione classe per classe.
49er
Sette equipaggi azzurri: Jacopo Plazzi e Umberto Molineris, Andrea e Alessandro Savio, Stefano Cherin e Andrea Tesei, Ruggiero Tita e Giacomo Cavalli, Uberto Crivelli Visconti e Brando Baccheschi Berti (che a scriverli sembrano tre…), Luca e Roberto Dubbini, Giuseppe Angilella e Pietro Zucchetti.
Questi ultimi, Peppe Angilella e Pietro Zucchetti, sono i più esperti, a lungo insieme proprio sul 49er da sparring dei Sibello, poi separati, con Zucchetti che è andato a mancare di un soffio il podio a Weymouth (Londra 2012) con Zandonà sul 470, e Angilella che ha sostituito Pietro Sibello con Gianfranco a prua, conquistando ai Giochi un bel 9° posto. Ora di nuovo insieme, forti di questa esperienza, potrebbero essere un progetto. Nel 2013 sono “non pervenuti”, ma adesso è vietato sbagliare. Palma per loro è determinante come la partenza di una finale dei 100 metri.
Tra gli altri che scalpitano, c’è da capire quanto davvero si cresciuto Jacopo Plazzi, e quanto Ruggiero Tita (buon 7° nel warm-up di Arenal Training Camp) esca dal clichè di eterna promessa (che invece può ancora permettersi, per un po’, Stefano Cherin), o quanto possano davvero valere i cugini Dubbini.
49er FX
Solo due barche azzurre: Lavinia Tezza e Paola Bergamaschi, Giulia Conti e Francesca Clapcich. Due estremi: le prime sono giovanissime, catapultate in classe olimpica con un doppio salto con avvitamento, mentre C&C sono veterane di lusso, con galloni olimpici e classe da vendere. Peccato che tra i due estremi non esprimiamo nient’altro, gioverebbe a tutti.
Giulia e Francesca scalpitano, vengono dal podio di Miami, sono Atlete con la A maiuscola, professioniste, hanno chiaro il quadro delle rivali, e anche dell’obiettivo olimpico del 2016. Pronti, via: recitate semplicemente voi stesse.
470 M
La bellezza di 11 barche azzurre: Matteo Pilati e Francesco Rubagotti, Giorgio Trasimeni e Jacopo Izzo, Tommaso Tudisco e Giacomo Provinciali, Simon Sivitz Kosuta e Jas Farneti, Niccolò Bertola e Max Berta, Emanuele e Enzo Savoini, Francesco Rebaudi e Matteo Ramian, Francesco Falcetelli e Matteo Bernard, Giulio Desiderato e Andrea Trani, Matteo Capurro e Matteo Puppo, Giacomo Ferrari e Giulio Calabro.
La quantità non necessariamente si sposa con la qualità, in questo mucchio tricolore ci sono tantissimi giovanotti, un paio dei quali di buone speranze, e qualche nome di peso. Bisogna vedere cosa distillerà questo mix, se uno o due ITA svetteranno nei top scorer della classifica o se soffriremo. Anche qui, Palma è una prima chiave di lettura dell’intera stagione.
Simon Kosuta e Jas Farneti: sono loro, per forza di cose, i capitani della squadra, quelli più vittoriosi a livello giovanile e quindi quelli con l’obbligo di far lievitare il talento a livelli adeguati alla battaglia. Non sarà facile, perché tante nazioni hanno tenuto i veterani espertissimi (e quanto conta su questa classe) e perché altre hanno pescato jolly preziosi (è il caso dei baby fenomeni francesi Bouvet e Mion). Simon e Jas hanno la responsabilità del 470 italiano sulle loro spalle: una convinzione che può dargli la forza per riscattare la sfortunata stagione scorsa (tra infortuni e Coppa America Youth).
Matteo Capurro e Matteo Puppo: i due Mattei sono stati la sorpresa più bella del 2013, adesso con un anno in più di esperienza e preparazione devono confermare tutto il buono e possibilmente salire ancora. Il gioco si fa duro, voi che fate?
Giulio Desiderato e Andrea Trani, l’ex enfant-prodige prestato all’altura (e agli studi) e l’ex iridato e olimpico prodiere, insieme, come andrà? Una coppia tutta da scoprire, che può fare faville se non avrà troppa pressione (il buon 9° nella warm-up di Arenal Training Camp lo conferma), ma la scommessa principale è la costanza.
Nel resto del gruppo c’è stato un discreto rimpasto di prodieri, e anche i più interessanti sono da rivedere alla prova dei fatti.
470 W
Tre armi italici: Elena Berta e Giulia Paolillo, Francesca Komatar e Sveva Carraro, Roberta Caputo e Alice Sinno. Tutte giovani, alcune giovanissime.
Komatar e Carraro sono le “capitane”, per anzianità in grado e risultati in acqua. Anche il warm-up di Arenal l’ha confermato (decime, staccate le altre azzurre). Ma poco conta la differenza interna di valori, piuttosto c’è da immaginare la scalata possibile ai vertici, che in ultima analisi significano qualifica olimpica a settembre. Una scalata che è alla loro portata: tolta la francese Lecointre e l’inglese Mills, la flotta è molto rimpasta rispetto al quadriennio precedente. Francesca e Sveva hanno acquisito regolarità di piazzamenti, adesso devono sforbiciare qualche posto in classifica. Palma è un esame vero.
Roberta Caputo e Alice Sinno, un potenziale enorme ancora tutto da scoprire, e col vantaggio di non dover subito fare sfracelli. Ne sapremo di più nel corso della stagione. Un discorso che può valere anche per Berta e Paolillo.
Nacra 17
10-coppie italiane-10! Vincenzo Sorrentino e Giorgia Catarci, Francesco Sabatini e Marcella Mamusa, David Bondì e Cristina Celli, Ferdinando Trambaiolo e Carlotta Gianni, Federica Salvà e Francesco Bianchi, Francesco Porro e Caterina Marianna Banti, Vittorio Bissaro e Silvia Sicouri, Matteo Ferraglia e Germana Tognella, Lorenzo Bressani e Giovanna Micol, Gabrio Zandonà e Giulia Zappacosta.
L’Italia impazzita per il cat olimpico? Tanta grazia porterà qualcosa di concreto? Il gruppo che avete letto è un cocktail di belle cose: gioventù rampante dedicata anima e corpo all’avventura olimpica, classe e competenza nei catamarani unita a preparazione seria e meticolosa, nomi altisonanti ed esperienze veliche senza limiti, olimpiche e non. Cosa può uscire da questo pentolone?
Vittorio e Silvia sono i front-runner del gruppo. Grande stagione di esordio, conferme, carattere, dedizione alla causa, rispetto dagli avversari. Trionfo in Coppa del Mondo a Miami. Paradossalmente, per loro adesso viene il difficile. Perché alcuni big che nel 2013 hanno scontato l’apprendistato catamaranistico adesso sono pronti (vedi la vittoria netta di Iker Martinez nel warm-up di Arenal), e perché la concorrenza interna da Palma in poi sarà severa.
Federica Salvà e Francesco Bianchi, con molti sorrisi e tanta classe si stanno affezionando all’alta classifica e potrebbero essere una piacevolissima spina nel fianco di tutti.
Gabrio Zandonà e Giulia Zappacosta, scommessa numero 1. Il timoniere romano, medaglia di legno a Londra (4° nel 470), talento indiscusso, fame olimpica ancora non saziata, ha ballato un po’ a inizio quadriennio, prima sondando giovani sul 470, poi crescendosi una prima prodiera sul cat, infine costretto a crescerne un’altra. Da Laura Marimon (ex Laser) a Giulia Zappacosta (ex 420), due brave veliste, ragazze serie e preparate, Gabrio è sempre Gabrio: uno che può e deve guadare davanti e non dietro. Un conto in sospeso con l’Olimpiade e una classe con avversari forti ma (ancora) decisamente meno competitiva del 470 dei suoi anni ruggenti. Palma è l’ennesimo esame: Z&Z sono nella mischia?
Bressani e Micol, scommessa numero 2. E che scommessa: due triestini nati con la vela nel dna, un timoniere che ha girato il mondo su barche di ogni genere fino all’America’s Cup e una prodiera che ha respirato la polvere delle regate olimpiche fino a capirne i segreti. Una coppia fin troppo assortita, si potrebbe dire. Ma di potenzialità indiscutibili. Unica incognita: se Iker Martinez ha impiegato un anno a familiarizzare davvero con i timoni del Nacra, quanto tempo servirà a Rufo? L’inverno è stato lungo e proficuo, il warm-up di Arenal ha lasciato intravedere buoni spunti. Princesa Sofia per loro non sarà necessariamente un’ultima spiaggia (e questo è un vantaggio) ma chi ben comincia…
Tutti bravi gli altri, non ci sono comprimari da baraccone, è una flotta che sventola il tricolore con orgoglio, e in mezzo giovani interessanti come Porro, Bondì, Trambaiolo, Sabatini, e un ex tornadista come Sorrentino. Tutti ben accoppiati con prodiere che vengono da scuola Laser o 420 o cat. Un bell’esempio di prodotti da filiera.
Finn
1° finnisti azzurri: Matteo Savio, Giorgio Poggi, Lanfranco Cirillo, Alessandro Cattaneo, Alessandro Vongher, Enrico Voltolini, Michele Paoletti, Riccardo Bevilacqua, Simone Ferrarese, Filippo Baldassari.
L’idea che parecchi provino a vedere l’effetto che fa, ma che solo pochi, forse tre o quattro, arriveranno fino alla fine della campagna olimpica.
Filippo Baldassari, ripartiamo da lui, visto che era il finnista a Londra 2012. Non andò bene, ma il fatto di ritrovarlo al via di una nuova campagna suona a suo favore. Poteva accontentarsi e invece si è rimesso in discussione, e tanto. La pasta la conosciamo, sarà un osso duro per tutti.
Giorgio Poggi, ex olimpico a Pechino 2008, mai sceso del tutto dal Finn anche se ha provato varie esperienze, papà di un giovane poggino, velista e atleta solare e capace, gli necessita quel pizzico di cattiveria per ruggire dove occorre e non distrarsi mai. L’avrà acquisita?
Michele Paoletti, ex olimpico ma da prodiere di Soling a Sydney 2000, sul Finn ha già fatto ampiamente capire di essere a casa (l’exploit al Mondiale 2013, sesto posto!), ed è in grado di spiegarle a tutti. L’età è un’arma a doppio taglio: preziosa per l’esperienza e la gestione nervosa, rischiosa per il fisico su una classe così atletica. Può giocarsela bene, anche per la tranquillità che gli viene dal supporto di Lanfranco Cirillo (iscritto a Palma anche lui!) e dal team Fantastica.
Enrico Voltolini, sceso definitivamente dalla Star ha riscoperto la passione e le prospettive del Finn. Simone Ferrarese, che fa un match racer da queste parti? Encomiabile la voglia di provarle tutte. Cirillo, 54 anni, siamo tutti con te. Bevilacqua giovane interessante.
Laser Standard
Ecco gli 11 laseristi d’Italia a Palma: Francesco Marrai, Rocco Cislaghi, Alessio Spadoni, Marco Benini, Enrico Strazzera, Marco Traversa, Michele Benamati, Giovanni Coccoluto, Giovanni Gallego, Valerio Galati, Marco Gallo.
Marco Gallo, il più esperto e il leader potenziale del team, buon mondiale nel 2013, forfait a Miami per infortunio, torna e vuole subito stupire. Deve tenere a freno l’irruenza, c’è tempo e modo. La squadra è forte e lui ne è un capitano.
Francesco Marrai, uno dei fenomeni baby del vivaio Laser italiano, esploso nel 2011-2012, ha esordito con i grandi nel 2013 regatando spesso fianco a fianco con i più forti. Cresce, mette esperienza nella testa e nei muscoli, può ancora restare al coperto perché l’età è dalla sua parte e non ha obblighi immediati. Poi verrà il giorno dei numeri, e quello sarà il momento per gettare il cuore oltre l’ostacolo.
Gio Coccoluto, per lui discorso quasi analogo a Marrai. E’ un talento naturale e geniale, a volte persino da frenare. Fisicamente meno strutturato, il biondo mette sul piatto l’estro e il carattere. Sarà un bel vedere. Sono tre Fiamme Gialle e questo dovrebbe garantire un grande fair play e persino il gioco di squadra, qualora servisse.
Alessio Spadoni, tantissima gavetta e adesso è azzurro fisso. Ha carattere e voglia. Dirà la sua. Come Enrico Strazzera. Alle loro spalle, intanto, squittiscono i baby Benini e Benamati e gli altri, della bella famiglia Laser made in Italy.
Laser Radial
Caliamo un poker di timoniere Laser: Claretta Tempesti, Joyce Floridia, Laura Cosentino, Silvia Zennaro. Molta gioventù e la giusta sfrontatezza (nel senso di: niente paura), ecco il menu della squadra.
Laura Cosentino (Compagnia della Vela Venezia) è la veterana, pur giovanissima, visto che viene da una campagna olimpica quasi intera. Questa esperienza avrà un peso? E’ solo il primo degli interrogativi ai quali Palma fornirà una prima, ma illuminante, risposta.
Gli altri riguardano i nomi delle altre ragazze: a cominciare da Joyce Floridia (Fraglia Vela Riva), gardesana rampantissima e infatti in grande evidenza al warm-up di Arenal (sesta, con un secondo e un primo di manche), talento vero. Per continuare con Silvia Zennaro (Compagnia della Vela Venezia), frutto che sembra maturo per il salto finale. Entrambe hanno il vantaggio psicologico di non sentire troppi obblighi di risultato immediato. A queste si aggiunge da quest’anno la toscana Claretta Tempesti, che viene dalle sapienti mani di Giovanni Galli a Livorno, e che ha tutto il tempo davanti a se.
RSX M
Leggete bene i sei surfisti azzurri: Federico Esposito, Daniele Benedetti, Mattia Camboni, Manolo Pochiero, Fabian Heidegger, Marcantonio Baglione.
Sorpresi, eh? C’è il clamoroso ritorno di Fabian Heidegger, la promessa altoatesina che poi si smontò dopo Pechino 2008. Un rientro sul quale ha lavorato sotterraneamente anche il DT Michele Marchesini. E che arriva ad arricchire una squadra già con forte personalità.
Marcantonio Baglione (Albaria), Mattia Camboni (LNI Civitavecchia) e Daniele Benedetti (LNI Civitavecchia) sono i tre in squadra nazionale, vengono da una stagione di segno diverso: il siciliano ha regatato spesso in Coppa del Mondo, al cospetto dei grandi, non s’è risparmiato (anche a dispetto di reiterati e sfortunati infortuni) nel mettere in carniere quanta più esperienza possibile. I due baby di Civitavecchia si sono presi il proscenio al Mondiale Juniores in casa, soprattutto Mattia portato in trionfo. Sono come due gemelli, spopolano anche sui social network con la loro campagna “Rio a tutti i costi”, hanno la genuina spavalderia della loro età. E in qualche caso (Mattia una mezza spanna in su) sprazzi di un talento notevole.
Palma però è la porta d’ingresso in un altro mondo, fatto di atleti maturi, di colpi non esclusi, di punteggi che valgono. Insomma i baby devono diventare grandi in fretta. La loro sarà una iniziazione fatta in campagna olimpica. Pronti a stringere i denti e assorbire le botte che arriveranno.
Federico Esposito, è l’ultimo azzurro olimpico del windsurf, resta nel giro con quel sorriso contagioso e la sua presenza è un monito e un esempio di come si può realizzare un sogno.
Fabian, come detto, è il ritorno clamoroso. Il figliol prodigo, la promessa svanita e ritrovata (almeno in quanto tale). Si è allenato d’inverno in Israele, come regata e cosa può dare si sa bene, sin dai tempi in cui, per fisico e gesti atletici, sembrava poter seguire le strade dei leader. Qualcosa l’ha distratto, ma ha sentito il richiamo, ed eccolo qui. Palma, con tutte le attenuanti di un secondo esordio, spiegherà quale ruolo potrà giocare Heidegger 2, reloaded.
RSX W
Tre principesse azzurre: Veronica Fanciulli, Laura Linares, Flavia Tartaglini. Se la prima ha tutto il tempo per crescere serena senza fretta, aspettando che anche l’ancor più piccola Marta Maggetti la raggiunga, le altre due sono ormai all’inizio del biennio della verità: si sta per chiudere un ciclo, e finalmente sapremo chi è l’erede di Alessandra Sensini.
Flavia Tartaglini, due stagioni da ricordare, vittorie convincenti, sorriso smagliante anche nella ranking, la convinzione trovata. Una specie di certezza.
Laura Linares, due anni di assenza, quasi un volersi estraniare dall’agone sportivo che è la sua materia, usati anche per crescere ancora. Poi il ritorno, e le carte subito in tavola.
Oggi Flavia e Laura sono su un piano agonisticamente equivalente, nel senso che è difficile fare una scala di valori tra loro, pur essendo diversissime, non solo bionda e mora, ma nel modo di prendere il mare e regatare. Due che arrivano da bordi lontani ma si ritroveranno vicinissime in tante boe e momenti salienti di quest’anno, e ancor più del prossimo… Sportivamente e umanamente, una storia da raccontare, ricca di valori tecnici e non solo. In questo caso, Palma sarà solo un primo piccolo passo.
Si regata da lunedi 31 marzo a sabato 5, qualifiche, finali e Medal Stage. Su Saily.it (e in replica su Repubblica.it) ogni giorno articoli, interviste, commenti, gallery fotografiche. E sulla TV di Saily.it i servizi video da Palma 2014. La vela olimpica è tutta su Saily.it.
TANTO PER PREPARARSI, UN VIDEO CON IL MEGLIO DI PALMA 2013
di Fabio Colivicchi
Da Palma a Santander, Spagna chiama Spagna, e chiama Rio, e in mezzo una stagione intera di sogni, schizzi, speranze e matematica. Si, l’aritmetica dei risultati, che nella vela come in tutti gli sport olimpici, non sbaglia mai e non dice mai bugie. Palma di Maiorca è lo sparo di cannone del 2014 della vela olimpica, tappa di World Cup ISAF, segnata in rosso su tutti i calendari dei team velici mondiali.
Anche per questo, al 45° Trofeo Princesa Sofia ci sono 623 barche, 882 velisti, 55 nazioni: un record. Il movimento della vela olimpica, dopo un anno “cuscinetto” seguito a Londra 2012 e alla scelta delle nuove classi, ha la sua strada, spianata addirittura fino a Tokio 2020 (con l’unica possibile novità dell’arrivo del Kite dal prossimo quadriennio). Tecnici, atleti, federazioni, sponsor e aziende: per tutti adesso è l’ora dei motori accesi, la primavera maiorchina segna anche la fine del lungo inverno di allenamenti, ciascuno in casa propria. Un letargo (si fa per dire) cui segue il risveglio collettivo, la verifica e i primi punteggi “pesanti”. Per molte nazioni, Italia compresa, Palma fa parte delle selezioni per i pochi posti a disposizione al Supermondiale di Santander di settembre, quello dove si potrà (e dovrà) conquistare il primo 50% dei posti nazione a Rio 2016.
A Palma c’è la consueta marea di Laser Standard (160 barche) e Radial (105), ma la sorpresa sono i 74 Nacra 17 iscritti. Il cat misto neo-olimpico è appena al secondo anno di status, eppure è l’emblema di un boom che si spera possa contagiare l’intera vela. Con le iscrizioni ancora da perfezionare, i 470 M sono 80, i 470 W 48. Poi i 49er maschili con 84 iscrizioni (4 in più dei posti disponibili!) e i 49er FX (femminili) ben 51 (si conferma che le classi nuove mostrano più appeal di quelle della vecchia guardia). Ancora: 99 Finn, 81 windsurf RSX maschili e 58 femminili. Presente anche la classa Paralimpica 2.4mR (19).
“Siamo entusiasti del numero e della qualità dei partecipanti – dice con un ampio sorriso il Race Manager Ferran Muniesa – Abbiamo vissuto settimane difficili a causa della perdita del nostro main sponsor (Mapfre, ndr), al quale restiamo grati per averci seguito in ben 6 anni, e la partecipazione degli atleti ci ha dato l’energia per continuare a lavorare per produrre una delle migliori edizioni di sempre, confermando Palma come uno degli eventi preferiti dai velisti mondiali.”
Dopo queste parole verrebbe voglia di chiedersi dove sia la vela italiana, e perché non siamo in grado di proporre un appuntamento di questo livello per la vela olimpica, che coinvolge i club e la federvela spagnola. Ma questo è un altro discorso.
VIDEO PRESENTAZIONE DI PALMA 2014
Chi sono gli italiani presenti a Palma, come arriva la vela azzurra allo start della stagione più importante del quadriennio, e con quali prospettive? Siamo andati a vedere la situazione classe per classe.
49er
Sette equipaggi azzurri: Jacopo Plazzi e Umberto Molineris, Andrea e Alessandro Savio, Stefano Cherin e Andrea Tesei, Ruggiero Tita e Giacomo Cavalli, Uberto Crivelli Visconti e Brando Baccheschi Berti (che a scriverli sembrano tre…), Luca e Roberto Dubbini, Giuseppe Angilella e Pietro Zucchetti.
Questi ultimi, Peppe Angilella e Pietro Zucchetti, sono i più esperti, a lungo insieme proprio sul 49er da sparring dei Sibello, poi separati, con Zucchetti che è andato a mancare di un soffio il podio a Weymouth (Londra 2012) con Zandonà sul 470, e Angilella che ha sostituito Pietro Sibello con Gianfranco a prua, conquistando ai Giochi un bel 9° posto. Ora di nuovo insieme, forti di questa esperienza, potrebbero essere un progetto. Nel 2013 sono “non pervenuti”, ma adesso è vietato sbagliare. Palma per loro è determinante come la partenza di una finale dei 100 metri.
Tra gli altri che scalpitano, c’è da capire quanto davvero si cresciuto Jacopo Plazzi, e quanto Ruggiero Tita (buon 7° nel warm-up di Arenal Training Camp) esca dal clichè di eterna promessa (che invece può ancora permettersi, per un po’, Stefano Cherin), o quanto possano davvero valere i cugini Dubbini.
49er FX
Solo due barche azzurre: Lavinia Tezza e Paola Bergamaschi, Giulia Conti e Francesca Clapcich. Due estremi: le prime sono giovanissime, catapultate in classe olimpica con un doppio salto con avvitamento, mentre C&C sono veterane di lusso, con galloni olimpici e classe da vendere. Peccato che tra i due estremi non esprimiamo nient’altro, gioverebbe a tutti.
Giulia e Francesca scalpitano, vengono dal podio di Miami, sono Atlete con la A maiuscola, professioniste, hanno chiaro il quadro delle rivali, e anche dell’obiettivo olimpico del 2016. Pronti, via: recitate semplicemente voi stesse.
470 M
La bellezza di 11 barche azzurre: Matteo Pilati e Francesco Rubagotti, Giorgio Trasimeni e Jacopo Izzo, Tommaso Tudisco e Giacomo Provinciali, Simon Sivitz Kosuta e Jas Farneti, Niccolò Bertola e Max Berta, Emanuele e Enzo Savoini, Francesco Rebaudi e Matteo Ramian, Francesco Falcetelli e Matteo Bernard, Giulio Desiderato e Andrea Trani, Matteo Capurro e Matteo Puppo, Giacomo Ferrari e Giulio Calabro.
La quantità non necessariamente si sposa con la qualità, in questo mucchio tricolore ci sono tantissimi giovanotti, un paio dei quali di buone speranze, e qualche nome di peso. Bisogna vedere cosa distillerà questo mix, se uno o due ITA svetteranno nei top scorer della classifica o se soffriremo. Anche qui, Palma è una prima chiave di lettura dell’intera stagione.
Simon Kosuta e Jas Farneti: sono loro, per forza di cose, i capitani della squadra, quelli più vittoriosi a livello giovanile e quindi quelli con l’obbligo di far lievitare il talento a livelli adeguati alla battaglia. Non sarà facile, perché tante nazioni hanno tenuto i veterani espertissimi (e quanto conta su questa classe) e perché altre hanno pescato jolly preziosi (è il caso dei baby fenomeni francesi Bouvet e Mion). Simon e Jas hanno la responsabilità del 470 italiano sulle loro spalle: una convinzione che può dargli la forza per riscattare la sfortunata stagione scorsa (tra infortuni e Coppa America Youth).
Matteo Capurro e Matteo Puppo: i due Mattei sono stati la sorpresa più bella del 2013, adesso con un anno in più di esperienza e preparazione devono confermare tutto il buono e possibilmente salire ancora. Il gioco si fa duro, voi che fate?
Giulio Desiderato e Andrea Trani, l’ex enfant-prodige prestato all’altura (e agli studi) e l’ex iridato e olimpico prodiere, insieme, come andrà? Una coppia tutta da scoprire, che può fare faville se non avrà troppa pressione (il buon 9° nella warm-up di Arenal Training Camp lo conferma), ma la scommessa principale è la costanza.
Nel resto del gruppo c’è stato un discreto rimpasto di prodieri, e anche i più interessanti sono da rivedere alla prova dei fatti.
470 W
Tre armi italici: Elena Berta e Giulia Paolillo, Francesca Komatar e Sveva Carraro, Roberta Caputo e Alice Sinno. Tutte giovani, alcune giovanissime.
Komatar e Carraro sono le “capitane”, per anzianità in grado e risultati in acqua. Anche il warm-up di Arenal l’ha confermato (decime, staccate le altre azzurre). Ma poco conta la differenza interna di valori, piuttosto c’è da immaginare la scalata possibile ai vertici, che in ultima analisi significano qualifica olimpica a settembre. Una scalata che è alla loro portata: tolta la francese Lecointre e l’inglese Mills, la flotta è molto rimpasta rispetto al quadriennio precedente. Francesca e Sveva hanno acquisito regolarità di piazzamenti, adesso devono sforbiciare qualche posto in classifica. Palma è un esame vero.
Roberta Caputo e Alice Sinno, un potenziale enorme ancora tutto da scoprire, e col vantaggio di non dover subito fare sfracelli. Ne sapremo di più nel corso della stagione. Un discorso che può valere anche per Berta e Paolillo.
Nacra 17
10-coppie italiane-10! Vincenzo Sorrentino e Giorgia Catarci, Francesco Sabatini e Marcella Mamusa, David Bondì e Cristina Celli, Ferdinando Trambaiolo e Carlotta Gianni, Federica Salvà e Francesco Bianchi, Francesco Porro e Caterina Marianna Banti, Vittorio Bissaro e Silvia Sicouri, Matteo Ferraglia e Germana Tognella, Lorenzo Bressani e Giovanna Micol, Gabrio Zandonà e Giulia Zappacosta.
L’Italia impazzita per il cat olimpico? Tanta grazia porterà qualcosa di concreto? Il gruppo che avete letto è un cocktail di belle cose: gioventù rampante dedicata anima e corpo all’avventura olimpica, classe e competenza nei catamarani unita a preparazione seria e meticolosa, nomi altisonanti ed esperienze veliche senza limiti, olimpiche e non. Cosa può uscire da questo pentolone?
Vittorio e Silvia sono i front-runner del gruppo. Grande stagione di esordio, conferme, carattere, dedizione alla causa, rispetto dagli avversari. Trionfo in Coppa del Mondo a Miami. Paradossalmente, per loro adesso viene il difficile. Perché alcuni big che nel 2013 hanno scontato l’apprendistato catamaranistico adesso sono pronti (vedi la vittoria netta di Iker Martinez nel warm-up di Arenal), e perché la concorrenza interna da Palma in poi sarà severa.
Federica Salvà e Francesco Bianchi, con molti sorrisi e tanta classe si stanno affezionando all’alta classifica e potrebbero essere una piacevolissima spina nel fianco di tutti.
Gabrio Zandonà e Giulia Zappacosta, scommessa numero 1. Il timoniere romano, medaglia di legno a Londra (4° nel 470), talento indiscusso, fame olimpica ancora non saziata, ha ballato un po’ a inizio quadriennio, prima sondando giovani sul 470, poi crescendosi una prima prodiera sul cat, infine costretto a crescerne un’altra. Da Laura Marimon (ex Laser) a Giulia Zappacosta (ex 420), due brave veliste, ragazze serie e preparate, Gabrio è sempre Gabrio: uno che può e deve guadare davanti e non dietro. Un conto in sospeso con l’Olimpiade e una classe con avversari forti ma (ancora) decisamente meno competitiva del 470 dei suoi anni ruggenti. Palma è l’ennesimo esame: Z&Z sono nella mischia?
Bressani e Micol, scommessa numero 2. E che scommessa: due triestini nati con la vela nel dna, un timoniere che ha girato il mondo su barche di ogni genere fino all’America’s Cup e una prodiera che ha respirato la polvere delle regate olimpiche fino a capirne i segreti. Una coppia fin troppo assortita, si potrebbe dire. Ma di potenzialità indiscutibili. Unica incognita: se Iker Martinez ha impiegato un anno a familiarizzare davvero con i timoni del Nacra, quanto tempo servirà a Rufo? L’inverno è stato lungo e proficuo, il warm-up di Arenal ha lasciato intravedere buoni spunti. Princesa Sofia per loro non sarà necessariamente un’ultima spiaggia (e questo è un vantaggio) ma chi ben comincia…
Tutti bravi gli altri, non ci sono comprimari da baraccone, è una flotta che sventola il tricolore con orgoglio, e in mezzo giovani interessanti come Porro, Bondì, Trambaiolo, Sabatini, e un ex tornadista come Sorrentino. Tutti ben accoppiati con prodiere che vengono da scuola Laser o 420 o cat. Un bell’esempio di prodotti da filiera.
Finn
1° finnisti azzurri: Matteo Savio, Giorgio Poggi, Lanfranco Cirillo, Alessandro Cattaneo, Alessandro Vongher, Enrico Voltolini, Michele Paoletti, Riccardo Bevilacqua, Simone Ferrarese, Filippo Baldassari.
L’idea che parecchi provino a vedere l’effetto che fa, ma che solo pochi, forse tre o quattro, arriveranno fino alla fine della campagna olimpica.
Filippo Baldassari, ripartiamo da lui, visto che era il finnista a Londra 2012. Non andò bene, ma il fatto di ritrovarlo al via di una nuova campagna suona a suo favore. Poteva accontentarsi e invece si è rimesso in discussione, e tanto. La pasta la conosciamo, sarà un osso duro per tutti.
Giorgio Poggi, ex olimpico a Pechino 2008, mai sceso del tutto dal Finn anche se ha provato varie esperienze, papà di un giovane poggino, velista e atleta solare e capace, gli necessita quel pizzico di cattiveria per ruggire dove occorre e non distrarsi mai. L’avrà acquisita?
Michele Paoletti, ex olimpico ma da prodiere di Soling a Sydney 2000, sul Finn ha già fatto ampiamente capire di essere a casa (l’exploit al Mondiale 2013, sesto posto!), ed è in grado di spiegarle a tutti. L’età è un’arma a doppio taglio: preziosa per l’esperienza e la gestione nervosa, rischiosa per il fisico su una classe così atletica. Può giocarsela bene, anche per la tranquillità che gli viene dal supporto di Lanfranco Cirillo (iscritto a Palma anche lui!) e dal team Fantastica.
Enrico Voltolini, sceso definitivamente dalla Star ha riscoperto la passione e le prospettive del Finn. Simone Ferrarese, che fa un match racer da queste parti? Encomiabile la voglia di provarle tutte. Cirillo, 54 anni, siamo tutti con te. Bevilacqua giovane interessante.
Laser Standard
Ecco gli 11 laseristi d’Italia a Palma: Francesco Marrai, Rocco Cislaghi, Alessio Spadoni, Marco Benini, Enrico Strazzera, Marco Traversa, Michele Benamati, Giovanni Coccoluto, Giovanni Gallego, Valerio Galati, Marco Gallo.
Marco Gallo, il più esperto e il leader potenziale del team, buon mondiale nel 2013, forfait a Miami per infortunio, torna e vuole subito stupire. Deve tenere a freno l’irruenza, c’è tempo e modo. La squadra è forte e lui ne è un capitano.
Francesco Marrai, uno dei fenomeni baby del vivaio Laser italiano, esploso nel 2011-2012, ha esordito con i grandi nel 2013 regatando spesso fianco a fianco con i più forti. Cresce, mette esperienza nella testa e nei muscoli, può ancora restare al coperto perché l’età è dalla sua parte e non ha obblighi immediati. Poi verrà il giorno dei numeri, e quello sarà il momento per gettare il cuore oltre l’ostacolo.
Gio Coccoluto, per lui discorso quasi analogo a Marrai. E’ un talento naturale e geniale, a volte persino da frenare. Fisicamente meno strutturato, il biondo mette sul piatto l’estro e il carattere. Sarà un bel vedere. Sono tre Fiamme Gialle e questo dovrebbe garantire un grande fair play e persino il gioco di squadra, qualora servisse.
Alessio Spadoni, tantissima gavetta e adesso è azzurro fisso. Ha carattere e voglia. Dirà la sua. Come Enrico Strazzera. Alle loro spalle, intanto, squittiscono i baby Benini e Benamati e gli altri, della bella famiglia Laser made in Italy.
Laser Radial
Caliamo un poker di timoniere Laser: Claretta Tempesti, Joyce Floridia, Laura Cosentino, Silvia Zennaro. Molta gioventù e la giusta sfrontatezza (nel senso di: niente paura), ecco il menu della squadra.
Laura Cosentino (Compagnia della Vela Venezia) è la veterana, pur giovanissima, visto che viene da una campagna olimpica quasi intera. Questa esperienza avrà un peso? E’ solo il primo degli interrogativi ai quali Palma fornirà una prima, ma illuminante, risposta.
Gli altri riguardano i nomi delle altre ragazze: a cominciare da Joyce Floridia (Fraglia Vela Riva), gardesana rampantissima e infatti in grande evidenza al warm-up di Arenal (sesta, con un secondo e un primo di manche), talento vero. Per continuare con Silvia Zennaro (Compagnia della Vela Venezia), frutto che sembra maturo per il salto finale. Entrambe hanno il vantaggio psicologico di non sentire troppi obblighi di risultato immediato. A queste si aggiunge da quest’anno la toscana Claretta Tempesti, che viene dalle sapienti mani di Giovanni Galli a Livorno, e che ha tutto il tempo davanti a se.
RSX M
Leggete bene i sei surfisti azzurri: Federico Esposito, Daniele Benedetti, Mattia Camboni, Manolo Pochiero, Fabian Heidegger, Marcantonio Baglione.
Sorpresi, eh? C’è il clamoroso ritorno di Fabian Heidegger, la promessa altoatesina che poi si smontò dopo Pechino 2008. Un rientro sul quale ha lavorato sotterraneamente anche il DT Michele Marchesini. E che arriva ad arricchire una squadra già con forte personalità.
Marcantonio Baglione (Albaria), Mattia Camboni (LNI Civitavecchia) e Daniele Benedetti (LNI Civitavecchia) sono i tre in squadra nazionale, vengono da una stagione di segno diverso: il siciliano ha regatato spesso in Coppa del Mondo, al cospetto dei grandi, non s’è risparmiato (anche a dispetto di reiterati e sfortunati infortuni) nel mettere in carniere quanta più esperienza possibile. I due baby di Civitavecchia si sono presi il proscenio al Mondiale Juniores in casa, soprattutto Mattia portato in trionfo. Sono come due gemelli, spopolano anche sui social network con la loro campagna “Rio a tutti i costi”, hanno la genuina spavalderia della loro età. E in qualche caso (Mattia una mezza spanna in su) sprazzi di un talento notevole.
Palma però è la porta d’ingresso in un altro mondo, fatto di atleti maturi, di colpi non esclusi, di punteggi che valgono. Insomma i baby devono diventare grandi in fretta. La loro sarà una iniziazione fatta in campagna olimpica. Pronti a stringere i denti e assorbire le botte che arriveranno.
Federico Esposito, è l’ultimo azzurro olimpico del windsurf, resta nel giro con quel sorriso contagioso e la sua presenza è un monito e un esempio di come si può realizzare un sogno.
Fabian, come detto, è il ritorno clamoroso. Il figliol prodigo, la promessa svanita e ritrovata (almeno in quanto tale). Si è allenato d’inverno in Israele, come regata e cosa può dare si sa bene, sin dai tempi in cui, per fisico e gesti atletici, sembrava poter seguire le strade dei leader. Qualcosa l’ha distratto, ma ha sentito il richiamo, ed eccolo qui. Palma, con tutte le attenuanti di un secondo esordio, spiegherà quale ruolo potrà giocare Heidegger 2, reloaded.
RSX W
Tre principesse azzurre: Veronica Fanciulli, Laura Linares, Flavia Tartaglini. Se la prima ha tutto il tempo per crescere serena senza fretta, aspettando che anche l’ancor più piccola Marta Maggetti la raggiunga, le altre due sono ormai all’inizio del biennio della verità: si sta per chiudere un ciclo, e finalmente sapremo chi è l’erede di Alessandra Sensini.
Flavia Tartaglini, due stagioni da ricordare, vittorie convincenti, sorriso smagliante anche nella ranking, la convinzione trovata. Una specie di certezza.
Laura Linares, due anni di assenza, quasi un volersi estraniare dall’agone sportivo che è la sua materia, usati anche per crescere ancora. Poi il ritorno, e le carte subito in tavola.
Oggi Flavia e Laura sono su un piano agonisticamente equivalente, nel senso che è difficile fare una scala di valori tra loro, pur essendo diversissime, non solo bionda e mora, ma nel modo di prendere il mare e regatare. Due che arrivano da bordi lontani ma si ritroveranno vicinissime in tante boe e momenti salienti di quest’anno, e ancor più del prossimo… Sportivamente e umanamente, una storia da raccontare, ricca di valori tecnici e non solo. In questo caso, Palma sarà solo un primo piccolo passo.
Si regata da lunedi 31 marzo a sabato 5, qualifiche, finali e Medal Stage. Su Saily.it (e in replica su Repubblica.it) ogni giorno articoli, interviste, commenti, gallery fotografiche. E sulla TV di Saily.it i servizi video da Palma 2014. La vela olimpica è tutta su Saily.it.
TANTO PER PREPARARSI, UN VIDEO CON IL MEGLIO DI PALMA 2013
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