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16/05/2011 - 21:45
Ecco i 13 atleti della vela azzurra che hanno vinto le selezioni olimpiche FIV
Ecco i 13 atleti della vela azzurra che hanno vinto le selezioni olimpiche FIV
Non smettere mai
di sognare
di sognare
Ecco i 13 atleti della vela azzurra che hanno vinto le selezioni olimpiche FIV. Ben 9 sono dei Gruppi Sportivi Militari, 3 del potente Circolo Aniene (che è quasi la stessa cosa), e tra questi 6 sono delle Fiamme Gialle, uno a testa per Marina Militare, Aeronautica Militare e Polizia di Stato. Sono i migliori per Londra 2012?
Star - Diego Negri (SV Guardia di Finanza) - Enrico Voltolini (CN Livorno)
49er - Pietro Sibello - Gianfranco Sibello (SV Guardia di Finanza)
470 maschile - Gabrio Zandonà (SV Marina Militare) - Pietro Zucchetti (SV Guardia di Finanza)
470 femminile - Giulia Conti - Giovanna Micol (CC Aniene)
Finn - Filippo Baldassari (SV Guardia di Finanza)
Laser Standard - Michele Regolo (SV Guardia di Finanza)
Laser Radial - Francesca Clapcich (SV Aeronautica Militare)
RS:X maschile - Federico Esposito (GS Polizia di Stato)
RS:X femminile - Alessandra Sensini (CC Aniene)
Tredici atleti della vela azzurra hanno vinto le selezioni olimpiche organizzate dalla FIV. Ben 9 su 12 sono dei Gruppi Sportivi Militari, e 3 del Circolo Aniene, e tra questi 6 sono delle Fiamme Gialle (la Finanza è il vero trionfatore di queste selezioni olimpiche), uno a testa per Marina Militare, Aeronautica Militare e Polizia di Stato. Solo uno (il bravo Enrico Voltolini prodiere della Star di Diego Negri) è di una società velica affiliata, il Club Nautico Livorno. E poiché i GSM hanno tutti sede a Roma, dal Lazio brindano al fatto che la squadra olimpica della vela è quasi totalmente proveniente dalla IV Zona. In realtà la squadra è un sano spaccato dell'Italia velica ed è formata da 3 toscani, 3 liguri, 2 marchigiani, 1 lombardo, 2 triestine, 2 romani (di cui una, Giulia Conti, gardesana acquisita). Manca il sud, ma questa è una storia lunga (e un'occasione persa).
I magnifici 13 non sono già "olimpici" a tutti gli effetti: ora dovranno conquistare il posto per nazione come previsto dall'ISAF e la prima qualifica (per il 75% dei posti disponibili) li attende a dicembre in Australia. Chi non vi riuscisse, avrà una seconda opportunità nel 2012. Ma una volta selezionata la classe, la convocazione del CONI sarà inevitabile, e comunque sono solo loro, i vincitori delle selezioni, a poter ambire al posto.
E' la migliore squadra olimpica per la vela azzurra del 2011 (e quindi del 2012)? Di sicuro chi ha vinto lo ha fatto sulla base dei dati di fatto, o ancora meglio dei numeri. Su questo la logica dei Trials non ammette repliche o discussioni. Eppure il clamoroso epilogo delle Medal Race di Riva del Garda nelle classi Finn e soprattutto Laser, lascia aperto qualche interrogativo. Non sulla forza e sul livello dei nostri atleti, sicuramente cresciuti e migliorati dall'esperienza, ma sul contorno. Le regole le fanno pur sempre gli uomini e non è detto che la loro logica resista all'imponderabile. Nel Laser Michele Regolo, ragazzo straordinario e atleta di grande cuore ed esperienza, ha vinto le selezioni di 1 punto su Giacomo Bottoli dopo 30 regate nelle quali 9 volte si è classificato meglio del rivale, il quale ha fatto meglio di lui 21 volte (il dettaglio dei piazzamenti singoli di giornata, in favore di Bottoli: Palma 9-1, Hyeres 6-4, Riva 6-4). Anche nel Finn Filippo Baldassari ha bruciato di 1 punto Michele Paoletti, avendo all'attivo 8 piazzamenti migliori contro i 22 dell'avversario (il dettaglio dei piazzamenti singoli di giornata in favore di Paoletti: Palma 8-2, Hyeres 6-4, Riva 8-2). Se state per dire che questi conti non valgono nulla, vi dico subito: sono daccordissimo con voi. Contano solo le regole matematiche che fanno il punteggio-selezione. E se Baldassari a Hyeres scartando un 17° è entrato in Medal, mentre Paoletti è rimasto fuori dalle 10 nazioni, la frittata è fatta. Oppure nel caso di Bottoli, affrontare la Medal (o la Olympic Race) della vita con 17 punti di vantaggio e combinare quel guaio di arrivare ultimo con l'avversario primo è più che una frittata, una torta.
Però le riflessioni – e i nostri DT se ne intendono – vanno sempre fatte. Si può dire che le selezioni hanno selezionato gli atleti anche sotto l’aspetto psicologico, e chi non regge la tensione oggi è inutile portarlo alle Olimpiadi. Si può dire anche, però, che se hai un talento e valori tecnici definiti, è un dovere tecnico e organizzativo di una Federazione tutelarlo, curare questi valori e farli crescere. E Giacomo Bottoli lasciato solo a gestire il panico di una Medal così, forse non è una grande idea. Si può dire che sul Laser finisce davvero un’era, con una gloria ventennale come Michele Regolo che si regala un sogno, e che adesso si dovrà cambiare radicalmente, specie considerando che c’è una generazione di giovanissimi molto promettente che non va assolutamente sprecata. Si può anche dare addosso alla Medal Race, come ai rigori in una finale di Champions. Sarà pure un terno al lotto. Lo è per le medaglie alle Olimpiadi, lo è stato perchè hanno deciso due selezioni, per le quali non erano bastate 29 regate.
Sul Finn si può dire che il progetto-Poggi dopo un buon quadriennio verso Pechino e una discreta Olimpiade (Medal sfiorata) si è sfaldato, e che il cavallo di ritorno Paoletti ha dimostrato che validi velisti opportunamente preparati in un paio di anni possono arrivare molto in alto. E si deve dire che la sorpresissima Filippo Baldassari, che andava in Laser fino a un paio di anni fa, può essere un progetto, anche per l’approccio molto metodico, scarno, poco italiano, un po’ “alla Sibello”.
Delle altre classi che dire? Sul 49er dietro ai Sibello che volano verso la loro missione crescono bene un paio di giovani sui quali ci sarà tanto da lavorare e chissà che non ci lavorino proprio i brothers, in chiave tecnica. Sul 470 femminile G&G iniziano ora un periodo senza più distrazioni, scuse, sbavature. Non c’è più niente altro da fare, né Giochini del Mediterraneo, né selezioni. Loro sono una macchina da guerra che bisogna soltanto oliare, armare fino ai denti (anzi dentro la testa), rendere il killer perfetto di Weymouth 2012. Sul 470 maschile si potrebbe dire cose analoghe, ma in questo caso – almeno per il timoniere – il materiale è un filo più logoro, quindi non si può tirare troppo la corda. Ma oliarsi e armarsi, si, anche loro, senza pensare ad altro per 16 mesi. Nella Star Diego Negri e Enrico Voltolini non hanno solo vinto (assai bene) le selezioni (contro gente mica qualunque, i Bruni e i D’Alì), hanno anche ripreso a stare fissi nelle vette delle classifiche con i big della Star. Quanto al Laser Radial: Francesca Clapcich riuscirà a superare la sindrome-Larissa? L’atleta e il suo tecnico si somigliano molto nel modo di regatare.
Tavola femminile. Alessandra ha fame ancora, e si è visto benissimo a Riva, dove aveva quella faccia scura dei giorni di caccia, finchè non si è mangiata l’avversaria di turno ed è tornata a sorridere, sazia. Avere la capitana in squadra sarà un bene per tutti. Stavolta non avrà il peso di dover salvare la patria da sola, e tutto quello che arriverà (e con lei può arrivare di tutto) sarà un di più. Il patrimonio Linares va gestito con cura, in primo luogo dalla stessa Sensini.
Tavola maschile: abbiamo già detto tutto su Heidegger che si è buttato via e su Esposito che raccoglie frutti di tanti anni a girovagare sulle tavole. Ma in questa categoria, in attesa di capire se sarà olimpica anche a Rio (il Kitesurf incombe), c’è da fare un lavoro profondo, tipo Laser.
In definitiva, affrontiamo i 16 mesi che ci porteranno alle Olimpiadi della vela con alcune certezze granitiche (Sibello, Conti-Micol, Sensini), alcune speranze fondate (Zandonà-Zucchetti, Negri-Voltolini), e una squadra composta da qualche progetto futuro e un paio di miracolati (che il miracolo, beninteso, se lo sono meritato). Alle immediate spalle di questa squadra – e le selezioni tutto sommato scontate lo hanno dimostrato – non ci sono ricambi immediati. Ma anche questo è un discorso già sentito.
Ora al lavoro.
Star - Diego Negri (SV Guardia di Finanza) - Enrico Voltolini (CN Livorno)
49er - Pietro Sibello - Gianfranco Sibello (SV Guardia di Finanza)
470 maschile - Gabrio Zandonà (SV Marina Militare) - Pietro Zucchetti (SV Guardia di Finanza)
470 femminile - Giulia Conti - Giovanna Micol (CC Aniene)
Finn - Filippo Baldassari (SV Guardia di Finanza)
Laser Standard - Michele Regolo (SV Guardia di Finanza)
Laser Radial - Francesca Clapcich (SV Aeronautica Militare)
RS:X maschile - Federico Esposito (GS Polizia di Stato)
RS:X femminile - Alessandra Sensini (CC Aniene)
Tredici atleti della vela azzurra hanno vinto le selezioni olimpiche organizzate dalla FIV. Ben 9 su 12 sono dei Gruppi Sportivi Militari, e 3 del Circolo Aniene, e tra questi 6 sono delle Fiamme Gialle (la Finanza è il vero trionfatore di queste selezioni olimpiche), uno a testa per Marina Militare, Aeronautica Militare e Polizia di Stato. Solo uno (il bravo Enrico Voltolini prodiere della Star di Diego Negri) è di una società velica affiliata, il Club Nautico Livorno. E poiché i GSM hanno tutti sede a Roma, dal Lazio brindano al fatto che la squadra olimpica della vela è quasi totalmente proveniente dalla IV Zona. In realtà la squadra è un sano spaccato dell'Italia velica ed è formata da 3 toscani, 3 liguri, 2 marchigiani, 1 lombardo, 2 triestine, 2 romani (di cui una, Giulia Conti, gardesana acquisita). Manca il sud, ma questa è una storia lunga (e un'occasione persa).
I magnifici 13 non sono già "olimpici" a tutti gli effetti: ora dovranno conquistare il posto per nazione come previsto dall'ISAF e la prima qualifica (per il 75% dei posti disponibili) li attende a dicembre in Australia. Chi non vi riuscisse, avrà una seconda opportunità nel 2012. Ma una volta selezionata la classe, la convocazione del CONI sarà inevitabile, e comunque sono solo loro, i vincitori delle selezioni, a poter ambire al posto.
E' la migliore squadra olimpica per la vela azzurra del 2011 (e quindi del 2012)? Di sicuro chi ha vinto lo ha fatto sulla base dei dati di fatto, o ancora meglio dei numeri. Su questo la logica dei Trials non ammette repliche o discussioni. Eppure il clamoroso epilogo delle Medal Race di Riva del Garda nelle classi Finn e soprattutto Laser, lascia aperto qualche interrogativo. Non sulla forza e sul livello dei nostri atleti, sicuramente cresciuti e migliorati dall'esperienza, ma sul contorno. Le regole le fanno pur sempre gli uomini e non è detto che la loro logica resista all'imponderabile. Nel Laser Michele Regolo, ragazzo straordinario e atleta di grande cuore ed esperienza, ha vinto le selezioni di 1 punto su Giacomo Bottoli dopo 30 regate nelle quali 9 volte si è classificato meglio del rivale, il quale ha fatto meglio di lui 21 volte (il dettaglio dei piazzamenti singoli di giornata, in favore di Bottoli: Palma 9-1, Hyeres 6-4, Riva 6-4). Anche nel Finn Filippo Baldassari ha bruciato di 1 punto Michele Paoletti, avendo all'attivo 8 piazzamenti migliori contro i 22 dell'avversario (il dettaglio dei piazzamenti singoli di giornata in favore di Paoletti: Palma 8-2, Hyeres 6-4, Riva 8-2). Se state per dire che questi conti non valgono nulla, vi dico subito: sono daccordissimo con voi. Contano solo le regole matematiche che fanno il punteggio-selezione. E se Baldassari a Hyeres scartando un 17° è entrato in Medal, mentre Paoletti è rimasto fuori dalle 10 nazioni, la frittata è fatta. Oppure nel caso di Bottoli, affrontare la Medal (o la Olympic Race) della vita con 17 punti di vantaggio e combinare quel guaio di arrivare ultimo con l'avversario primo è più che una frittata, una torta.
Però le riflessioni – e i nostri DT se ne intendono – vanno sempre fatte. Si può dire che le selezioni hanno selezionato gli atleti anche sotto l’aspetto psicologico, e chi non regge la tensione oggi è inutile portarlo alle Olimpiadi. Si può dire anche, però, che se hai un talento e valori tecnici definiti, è un dovere tecnico e organizzativo di una Federazione tutelarlo, curare questi valori e farli crescere. E Giacomo Bottoli lasciato solo a gestire il panico di una Medal così, forse non è una grande idea. Si può dire che sul Laser finisce davvero un’era, con una gloria ventennale come Michele Regolo che si regala un sogno, e che adesso si dovrà cambiare radicalmente, specie considerando che c’è una generazione di giovanissimi molto promettente che non va assolutamente sprecata. Si può anche dare addosso alla Medal Race, come ai rigori in una finale di Champions. Sarà pure un terno al lotto. Lo è per le medaglie alle Olimpiadi, lo è stato perchè hanno deciso due selezioni, per le quali non erano bastate 29 regate.
Sul Finn si può dire che il progetto-Poggi dopo un buon quadriennio verso Pechino e una discreta Olimpiade (Medal sfiorata) si è sfaldato, e che il cavallo di ritorno Paoletti ha dimostrato che validi velisti opportunamente preparati in un paio di anni possono arrivare molto in alto. E si deve dire che la sorpresissima Filippo Baldassari, che andava in Laser fino a un paio di anni fa, può essere un progetto, anche per l’approccio molto metodico, scarno, poco italiano, un po’ “alla Sibello”.
Delle altre classi che dire? Sul 49er dietro ai Sibello che volano verso la loro missione crescono bene un paio di giovani sui quali ci sarà tanto da lavorare e chissà che non ci lavorino proprio i brothers, in chiave tecnica. Sul 470 femminile G&G iniziano ora un periodo senza più distrazioni, scuse, sbavature. Non c’è più niente altro da fare, né Giochini del Mediterraneo, né selezioni. Loro sono una macchina da guerra che bisogna soltanto oliare, armare fino ai denti (anzi dentro la testa), rendere il killer perfetto di Weymouth 2012. Sul 470 maschile si potrebbe dire cose analoghe, ma in questo caso – almeno per il timoniere – il materiale è un filo più logoro, quindi non si può tirare troppo la corda. Ma oliarsi e armarsi, si, anche loro, senza pensare ad altro per 16 mesi. Nella Star Diego Negri e Enrico Voltolini non hanno solo vinto (assai bene) le selezioni (contro gente mica qualunque, i Bruni e i D’Alì), hanno anche ripreso a stare fissi nelle vette delle classifiche con i big della Star. Quanto al Laser Radial: Francesca Clapcich riuscirà a superare la sindrome-Larissa? L’atleta e il suo tecnico si somigliano molto nel modo di regatare.
Tavola femminile. Alessandra ha fame ancora, e si è visto benissimo a Riva, dove aveva quella faccia scura dei giorni di caccia, finchè non si è mangiata l’avversaria di turno ed è tornata a sorridere, sazia. Avere la capitana in squadra sarà un bene per tutti. Stavolta non avrà il peso di dover salvare la patria da sola, e tutto quello che arriverà (e con lei può arrivare di tutto) sarà un di più. Il patrimonio Linares va gestito con cura, in primo luogo dalla stessa Sensini.
Tavola maschile: abbiamo già detto tutto su Heidegger che si è buttato via e su Esposito che raccoglie frutti di tanti anni a girovagare sulle tavole. Ma in questa categoria, in attesa di capire se sarà olimpica anche a Rio (il Kitesurf incombe), c’è da fare un lavoro profondo, tipo Laser.
In definitiva, affrontiamo i 16 mesi che ci porteranno alle Olimpiadi della vela con alcune certezze granitiche (Sibello, Conti-Micol, Sensini), alcune speranze fondate (Zandonà-Zucchetti, Negri-Voltolini), e una squadra composta da qualche progetto futuro e un paio di miracolati (che il miracolo, beninteso, se lo sono meritato). Alle immediate spalle di questa squadra – e le selezioni tutto sommato scontate lo hanno dimostrato – non ci sono ricambi immediati. Ma anche questo è un discorso già sentito.
Ora al lavoro.
Alessandro Turchetto (non verificato)