Storia | Barche > Novità

11/09/2010 - 14:11

Fuori dai Giochi, finiti, in crisi. Ora i cat e i tri si risvegliano. Nostra inchiesta esclusiva

Multiscafi 2, la vendetta

di Lamberto Cesari

Fuori dall’Olimpiade, sembravano in crisi. Ma il mondo della vela su due (o più) scafi è in piena rinascita: dalla Coppa America ai Giochi. In questa inchiesta Lamberto Cesari, uno dei più forti specialisti azzurri dei cat, spiega perché. E apre la discussione…
 
Il meeting ISAF del Novembre 2007 era stato stato drammatico per il mondo dei catamarani: il consiglio aveva votato per l'esclusione del Tornado dai Giochi di Londra 2012. A niente servirono petizioni di firme, ricorsi, lamentele, proteste, capelli strappati, drammi per carriere buttate; né il CIO, né l'ISAF ci ripensarono.
 
Da quel freddo novembre pieno di lentezza, ottusità e miopia tante cose sono cambiate, e come succede spesso tra le persone, un gruppo che affronta una difficoltà dopo un primo momento di scoraggiamento si guarda negli occhi e comincia a lavorare, più unito e cosciente delle sue possibilità per recuperare quello di cui è stato ingiustamente privato. Aggiungete l'indole dei cat-sailors, persone ecclettiche e carismatiche, che hanno capito che la vela è uno sport ancora più stupendo quando è veloce e dà adrenalina, abituati ad essere emarginati ma guardati con invidia, snobbati e corteggiati.
 
Ma andiamo con ordine, cos'è successo da quel Novembre? Chi era sopra il Tornado è andato fino alla fine, alla fine dei finanziamenti di sponsor e federazioni, ai Giochi... E a Pechino il Tornado ne è uscito vincitore: premio per la classe con la miglior visibilità in medal race, e pieno rispetto dei pronostici nonostante tutto, il vento e il format: l'oro e l'argento se lo sono giocati fino all'ultima prova i due equipaggi che si erano spartiti ad anni alterni i quattro titoli mondiali del quadriennio: 2005-2007 l'oro Echavarri-Paz e 2006-2008 l'argento Bundock-Ashby.
 
Da lì un periodo di apparente stasi: barche nei container, vele ad ammuffire, giovani senza più l'ombra di finanziamenti per i catamarani di iniziazione: Tyka, Hobie Cat 16, SL16.
 
Ma qualcosa di più grosso si stava muovendo: il circuito degli Extreme 40 ha preso sempre più piede attirando sponsor, spettatori e curiosi, con un format vincente; una classe spettacolare che regata di fronte alla costa con commentatore al megafono che racconta le azioni. Chi è stato a Venezia, Hyeres, Amsterdam può capire cosa significa vedere questi mostri di 40 piedi alzarsi su uno scafo a 20 metri di distanza sotto gennaker, o ingavonare al giro di boa di bolina con l'equipaggio che si aggrappa a mo'di gatto silvestro sul trampolino... esaltanti!
 
E chi stava timonando quelle barche? Darren Bundock, Mitch Booth, Carolin Brower, gli stessi che si erano giocati le medaglie a Qingdao sul big T.
Poi, a inizio 2009, la svolta forse più importante, BMW Oracle lancia la sfida sui multiscafi, Alinghi la accetta, e lo spettacolo il febbraio successivo a Valencia è unico nella storia: Alinghi, il ragno totalmente costruito in carbonio con (quasi) tutte le ultime tecnologie sembra semplicemente una bella barca del XX secolo ormai: antica. Oracle con la sua ala ci proietta in pochi bordi nel nuovo millennio, dando una dimostrazione di tecnologia, leggerezza e potenza. E la bolina della seconda regata lascia intuire che a parità di mezzi anche un match race tra cat potrebbe essere emozionante. Qualcuno ha cominciato a non dormirci più la notte a furia di sognarlo...
 
E, guardacaso, chi era l'allenatore di BMW Oracle? Glenn Ashby, argento di Pechino, 3 volte mondiale Tornado, 3 di F18, e 7 di Classe A sulle sue barche con le sue vele...e dire che a guardarlo e parlarci sembra (ed è) il ragazzo più semplice del mondo: basso, tarchiatello, orecchino e birra sempre in mano. Come stonava nella lussosa base di Oracle per chi lo ha visto alle premiazioni delle Texel o dei mondiali Formula 18!
 
La classe Tornado intanto non è rimasta con le mani in mano: presa in mano dai regatanti - e quindi persone dinamiche ma soprattutto attive- (Bundock-Brouwer, poi ora Gaebler-Konstantinos), ha modificato le sue regole di stazza che tanto erano state criticate a Pechino per la permissione del code zero; è diventata a tutti gli effetti una one design class e ha rilanciato la sua candidatura per il reinserimento nei Giochi.
 
Nemmeno gli altri suoi colleghi sono rimasti con le mani in mano: Fernando Echavarri è andato al timone di Telefonica Black nell'ultima Volvo Ocean Race, Francesco Marcolini e Johannes Polgar sulla Star, la più classica delle olimpiche. E il tedesco qualche mese fa ha Viareggio ha colto un risultato strepitoso: campione europeo davanti a una flotta record di 132 barche!
 
Ma è la classe Formula 18 che dalla sparizione del Tornado ha visto i suoi anni migliori: la barca, per regolazioni e armo molto simile al cat olimpico, è un po' più piccola, più pesante e molto più economica, con una flotta di velisti scatenati diffusa in tutto il mondo: una formula vincente per avvicinare professionisti e weekend-sailor in sintonia, forse l'unica classica che in questi anni di crisi continua a crescere e a diffondersi.  Al mondiale 2008 è stato attirato anche Franck Cammas, guru dei maxi multiscafi oceanici, idolo delle folle francesi, che con Jeremie Lagarrigue a prua ha sfiorato il titolo, conquistando l'argento a pochi punti. E nel 2010 il livello dei regatanti ha raggiunto delle punte mai viste: oltre agli ex tornadisti e medaglie olimpiche ha partecipato perfino James Spithill, a prua dell'amico Glenn Ashby.
Che bello vedere uno dei timonieri più forti e pagati del mondo prendere schizzi e faticare appeso al trapezio di un piccolo Formula 18 solo per divertimento, lui dimostra di avere davvero la passione per la vela!
 
E ADESSO?
In tutto questo intreccio di storie e di persone lo scenario che si prospetta a due mesi dal meeting ISAF di Novembre è il seguente: stanno per essere ridiscusse le categorie per Rio 2016, e tutto il mondo dei catamarani incrocia le dita perchè venga reinserito il "multihull", in versione men o open (come era precedentemente, unica classe a formato misto maschile e femminile).
In caso positivo a Novembre 2011 avverrebbe la votazione per quale barca diventerebbe olimpica. Le candidate papabili paiono essere il Tornado One Design, oppure un generico 20 piedi High performance (tipo Nacra 20 o Marstrom 20), oppure uno dei Formula 18 in circolazione, tra i quali l'Hobie Tiger di Hobie Cat sembra avere il maggior numero di carte in regola.
 
La classe F18 ha dichiarato che appoggerà la candidatura del Tornado e chiede a tutti i cantieri di non candidare un Formula come barca olimpica: l'opinione comune è che questo ucciderebbe la classe, portando professionisti, livello altissimo e costri sproporzionati. Ma chiaramente non può imporre nessun obbligo, per cui tutto può succedere.
 
Una menzione particolare a questo punto va fatta per una persona: Darren Bundock, l'argento di Sidney e Pechino, 3 volte campione del mondo F18, uno dei più forti cat-sailor di sempre, in questi anni non è rimasto con le mani in mano: con la sua compagna (Carolin Brower, ISAF World sailor of the year, 3 olimpiadi su 3 barche diverse all'attivo) ha creato il suo business prendendo l'importazione e la distribuzione europea di un F18 e un F16 australiani, curandola in ogni particolare, facendo assistenza personalmente alle regate, riprarando timoni e aggiustando bompressi; insegnando ai più giovani e regatando con loro, sviluppando la barca e diffondendo tutte le sue conoscenze... Insomma contribuisce alla diffusione e alla crescita del catamarano, il mondo che tanto gli ha dato e al quale tanto restituisce.
 
Lui forse simboleggia in pieno lo spirito di questo mondo, intrinsecamente diverso dai derivisti e dai velisti "tradizionali", che tre anni fa ha subito una pugnalata alle spalle da parte di una federazione della vela che ora (speriamo) forse ha capito che per sopravvivere ha bisogno anche di loro, di questi due scafi che volano sull'acqua e fanno emozionare così tanto chi ci naviga sopra.

MULTISCAFISTI DI TUTTO IL MONDO...
La comunità dei multiscafisti, catamaranisti, trimaranisti, in regata e crociera, vuol farsi sentire. Da questa inchiesta nasce anche un "blog-forum" aperto a tutti. In Piazza Vela Saily.it apre lo spazio dedicato al grande ritorno dei multiscafio al centro della scena velica. Perchè multi è bello, anzi è meglio? Spiegatelo a tutti. Vi aspettiamo.

Commenti

Anonimo (non verificato)

Come weekend sailor in classe F18 spero che alle Olimpiadi di Rio venga riammesso un Cat. Penso che l'Hobie Tiger possa essere il candidato ideale per i seguenti motivi: 1) è (o può essere) classe monotipi diffusa in quasi tutto il mondo 2) può essere fornita da un unico cantiere, uguale per tutti 3) pur essendo a tutti gli effetti anche un F18, in classe F18 è stato ormai concettualmente superato da altri scafi (Hobie Wildcat. Capricon C1 e C2, Nacra Infusion, Shockwave tra gli ultimi modelli), quindi non è più così competitivo. 4) il costo può quindi rimanere quello di adesso, visto che non sarebbero necessarie migliorie tecniche 5) è più facilmente carellabile del Tornado, più diffuso ed è più facile trovare, per equipaggi giovani, scafi usati a veri prezzi. Auguro a Vittorio Bissaro e Lamberto Cesari di potere competere per partecipare alle Olimpiadi, qualsiasi sia lo scafo, ed anche di mantenere la loro residenza nella classe F18: essere nei primi 15 al mondo in F18 (e primi tra gli Junior) è una ottima credenziale non solo per le Olimpiadi ma anche per un futuro nella sfida italiana alla America's Cup. In bocca al lupo ragazzi!