Storia | Regata > Vela Oceanica
15/09/2015 - 22:44
Mini Transat Iles de Guadeloupe, ci siamo
Mini Transat Iles de Guadeloupe, ci siamo
Les jeux sont faits
Prima del via da Douarnenez. La storia, la vigilia, i favoriti e gli italiani al via. Perchè il futuro è qui – GUARDA 7 VIDEO – Al via lo Speciale di Saily TV
Il conto alla rovescia è iniziato due anni fa, e adesso siamo a -4, solo quattro giorni alla partenza della Mini Transat 2015, la numero 20 della storia. Una delle regate più belle e appassionanti della vela oceanica e della vela in generale, l’oceano in solitario su barchette di 6 metri e mezzo. Come spesso accade nello sport, il romanticismo pionieristico delle prime edizioni cede il posto alla tecnologia, alla preparazione spasmodica, al professionismo di molti protagonisti.
Oggi la flotta di 74 navigatori (48 Serie e 26 Proto) che tra 140 ore partirà da Douarnenez per la prima tappa a Lanzarote (Canarie) di 1200 miglia, è fatta in gran parte di giovani (ma non solo) preparatissimi e con le idee chiare sul loro futuro in mare. La gestione del sonno, l’alimentazione, le tecniche di navigazione, la scelta o la costruzione e la messa a punto della barca, gli strumenti e l’energia a bordo, gli sponsor: nulla o quasi è lasciato al caso ormai.
E se vogliamo parlare delle barche, il salto rispetto al passato è enorme. In 20 anni lo sviluppo è stato continuo, sorprendente, senza limiti. Oggi i Mini sono degli IMOCA 60 in miniatura. Al punto che per la Mini Transat 2017 si parla già dell’introduzione dei foil sui Mini 650!
Barche piccole e uomini giovani, che in realtà sono grandi barche oceaniche hi-tech, e super-navigatori del terzo millennio. Eppure la componente umana resta la più forte e coinvolgente, nella Mini Transat più che in altre corse oceaniche. Proprio per l’irresistibile richiamo della dimensione “piccola” delle imbarcazioni. Gusci minuscoli in mezzo all’oceano, fanno sognare, tremare, ispirano tutte le generazioni.
Impegno, sforzo, concentrazione, studio, capacità veliche, preparazione atletica, preparazione tecnica dell’uomo e della barca e un pizzico di follia sono, infatti, solo alcuni degli elementi richiesti a tutti i velisti che ogni due anni partecipano a questa regata in oceano. Lo fanno in condizioni dure, con pochissima tecnologia elettronica, senza telefono, cartografia GPS o computer, su piccoli scafi con tanta tela, supportati comunque da un’organizzazione molto attenta, che bada alla loro sicurezza e fornisce le minime informazioni con un collegamento radio al giorno in cui comunica meteo e aggiornamenti sulle posizioni. Una regata per velisti-marinai di alto livello.
ITALIANI BRAVI MINISTI
Ci sono 5 italiani al via, 6 con un italo francese che corre con il verde sulla bandiera. Meno di altre Mini Transat, ma con una qualità media molto alta. Due soli esordienti, proprio il 44enne Roland Ventura, residente a Tours e di professione skipper, e il maremmano Andrea Fornaro. Ecco i profili degli italiani.
Federico Cuciuc, romano, 37 anni. Corre con un fedelissimo Dingo di serie (Zero & T ITA 556) non nuovissimo ma molto messo a punto sulle sue esigenze. Barca e marinaio funzionano bene insieme. Fede ha trascritto la sua passione per la barchetta e la Mini in un libro auto-editato di grande suggestione.
Andrea Fornaro, toscano di Orbetello (GR), 38 anni. Una lunga strada di derive, classi olimpiche e altura, per arrivare completo e rodato al confronto più atteso, quello dell’oceano. Ha una barca di serie, un Argo, recente (Sideral ITA 857) tra le più veloci e affidabili. La tecnica non gli manca, sarà decisivo il modo in cui lui e l’oceano stabiliranno il rapporto.
Andrea Fornaro è supportato nella sua campagna Mini Transat Îles de Guadeloupe 2015 dal Main sponsor Sideral, brand dell'azienda farmaceutica italiana Pharmanutra Spa, e dagli sponsor tecnici, North Sails Italia, Armare Ropes, PROtect tapes, Raymarine, Ubi Mayor Italia, Giocosolutions, Musto, PRIMEworld brand, Nautica Crisanti, Cantiere Navale Fratelli Sabatini, Rosa dei Venti snc e gareggia con il guidone del Circolo della Vela Talamone.
Andrea Pendibene, viareggino, 34 anni. E’ alla terza Mini Transat (la prima da esordiente giovanissimo, la seconda con ritiro-lampo per avaria), corre per la Marina Militare (le cui insegne tornano in oceano 43 anni dopo la Ostar di Franco Faggioni), ha un Pogo 3 di Serie di ultimissima generazione (Pegaso Italian Navy ITA 883), grande cultura marinara e molto carattere.
Supportano la MT di Pendibene l’Autorità Portuale di La Spezia, il Gruppo Boero con Veneziani, Plastimo, Tregoo, XM Yachting, Amphibious, Gialdini, Lancelin, Contship, MaFra, Marina Militare Sportswear
Roland Ventura, 44 anni, italo-francese. Corre con un Pogo 2 vecchiotto ma affidabile (Fondation Pianiol ITA 523). La sua partecipazione è il raggiungimento di un sogno covato a lungo.
Alberto Bona, torinese, 26 anni. Alla seconda Mini si presenta con un Prototipo di lungo lignaggio e grandi aspettative (Onlinesim ITA 756), ex di Andrea Caracci, rivitalizzato con molto studio e applicazione con la collaborazione di un gruppo di giovani studenti di Ingegneria Navale del laboratorio Skyron, con le insegne dello YC Italiano. Ha già dimostrato di avere testa oceanica, la barca ha potenzialità anche se non è freschissima.
Partner: Onlinesim, Promostudi La Spezia e Skyronlab e gli sponsor tecnici Garmin, Gottifredi Maffioli, Harken, Solbian, North Sails e Davines
Michele Zambelli, di Forlì, 25 anni. Il più giovane dei ministi italiani al via. E’ alla sua seconda esperienza e già nella prima ha fatto intravedere di essere tagliato per l’oceano. Viene da una terra e un mare di grandi navigatori, e ha un Prototipo “cattivo”, Illumia 788, con albero alare, ballast e chiglia basculante. Non è qui solo per partecipare.
Partner: Illumia, Marineria Italiana, Fontanot, Fondazione ISAL, Bullonerie Riunite Romagna, bertmauri cantiere, Marina di Rimini, Tecnogest Italia, Vecchi
SAILY ALLA MINI TRANSAT
La redazione di Saily è da sempre in primissima linea nel mondo Mini 650 e nella Mini Transat. Quest’anno è stata messa a punto una copertura molto ampia e la presenza alla partenza e chissà…
Uno Speciale Mini Transat su Saily TV curato nei dettagli per farvi vivere la regata con la passione che merita.
STORIA E ROTTE DELLA MINI TRANSAT
La Mini Transat 6.50 è una storica regata Atlantica che si svolge ogni due anni, in solitario sui Mini 6.50, imbarcazioni della lunghezza di sei metri e cinquanta.E’ stata creata nel 1977 dall’inglese Bob Salmon.
Le prime Mini Transat si disputarono partendo da Penzance, un piccolo porto che si trova a 100 km ad ovest di Plymouth per arrivare, dopo uno scalo alle Canarie, nelle Antille Francesi. Nelle edizioni successive e precisamente dal 1985 la città di partenza divenne Brest che cedette poi negli anni ’90 il testimone a La Rochelle nella Charente Maritime, porto di partenza fino all’edizione del 2011. Il percorso fu modificato, scegliendo come località di arrivo Salvador de Bahia in Brasile dopo aver effettuato uno scalo tecnico a Lanzarote o a Madeira.
La rotta comprendeva tra l’altro, l’attraversamento dell’arcipelago di Capo Verde e del famigerato “Pot au Noir”, un’area di bassa pressione larga solo qualche centinaio di chilometri da nord a sud, dove le convergenze di masse di aria calda e umida portate dagli alisei provenienti dalle zone tropicali danno luogo a condizioni di estrema instabilità con violenti rovesci e temporali che si alternano a lunghe calme piatte.
A partire dal 2013 la storia della Mini Transat è cambiata ancora una volta.La località di partenza è diventata Douarnenez (Finistére) nel sud della Bretagna e il percorso è tornato alle origini, con Pointe à Pitre nelle piccole Antille Francesi come porto di arrivo. La causa di questo cambiamento è motivata principalmente dal voler evitare l’attraversamento del “Pot au Noir” che di frequente nelle passate edizioni allungava in modo eccessivo la durata della seconda tappa.
Al di là del percorso o della località di arrivo, si tratta sempre e comunque di una reale avventura, ricca di fascino, spettacolarità, ma anche di temibili insidie, come molte edizioni passate hanno dimostrato.
VIDEO
LA MINI TRANSAT IN 2 MINUTI
DOUARNENEZ, LA CITTA’ DI PARTENZA
LANZAROTE, LO SCALO INTERMEDIO
L’ISOLA DI GUADALUPE, L’ARRIVO
BENVENUTI AL VILLAGGIO
10 GIORNI AL VIA
CONTROLLI DI SICUREZZA
CHE METEO FARA'?
Si inizia a tenere sott’occhio il meteo. In questi giorni c’è sole e un tempo estivo ma da quello che si vede ora è previsto l’arrivo di un treno di depressioni con vento molto forte. Sembrano tre o quattro una dietro all’altra: si spera che si interrompano nei giorni della partenza. Dalle previsioni la prima tappa da Douarnenez a Lanzarote durerà tra i 6 e gli 8 giorni, la seconda per raggiungere Guadalupa tra i 14 e i 18 giorni.
Le tappe della Mini Transat 2015
La Mini Transat 2015 parte il 19 settembre da Douarnenez in Francia e arriva a Pointe à Pitre in Guadalupa.
La regata, giunta alla ventesima edizione, si svolge in due tappe:
1° tappa: Douarnenez (Francia) – Lanzarote (Canarie): lunga 1.250 miglia
2° tappa, parte il 31 ottobre: Lanzarote – Pointe à Pitre (Guadalupa): 2770 miglia
www.minitransat-ilesdeguadeloupe.fr
Il conto alla rovescia è iniziato due anni fa, e adesso siamo a -4, solo quattro giorni alla partenza della Mini Transat 2015, la numero 20 della storia. Una delle regate più belle e appassionanti della vela oceanica e della vela in generale, l’oceano in solitario su barchette di 6 metri e mezzo. Come spesso accade nello sport, il romanticismo pionieristico delle prime edizioni cede il posto alla tecnologia, alla preparazione spasmodica, al professionismo di molti protagonisti.
Oggi la flotta di 74 navigatori (48 Serie e 26 Proto) che tra 140 ore partirà da Douarnenez per la prima tappa a Lanzarote (Canarie) di 1200 miglia, è fatta in gran parte di giovani (ma non solo) preparatissimi e con le idee chiare sul loro futuro in mare. La gestione del sonno, l’alimentazione, le tecniche di navigazione, la scelta o la costruzione e la messa a punto della barca, gli strumenti e l’energia a bordo, gli sponsor: nulla o quasi è lasciato al caso ormai.
E se vogliamo parlare delle barche, il salto rispetto al passato è enorme. In 20 anni lo sviluppo è stato continuo, sorprendente, senza limiti. Oggi i Mini sono degli IMOCA 60 in miniatura. Al punto che per la Mini Transat 2017 si parla già dell’introduzione dei foil sui Mini 650!
Barche piccole e uomini giovani, che in realtà sono grandi barche oceaniche hi-tech, e super-navigatori del terzo millennio. Eppure la componente umana resta la più forte e coinvolgente, nella Mini Transat più che in altre corse oceaniche. Proprio per l’irresistibile richiamo della dimensione “piccola” delle imbarcazioni. Gusci minuscoli in mezzo all’oceano, fanno sognare, tremare, ispirano tutte le generazioni.
Impegno, sforzo, concentrazione, studio, capacità veliche, preparazione atletica, preparazione tecnica dell’uomo e della barca e un pizzico di follia sono, infatti, solo alcuni degli elementi richiesti a tutti i velisti che ogni due anni partecipano a questa regata in oceano. Lo fanno in condizioni dure, con pochissima tecnologia elettronica, senza telefono, cartografia GPS o computer, su piccoli scafi con tanta tela, supportati comunque da un’organizzazione molto attenta, che bada alla loro sicurezza e fornisce le minime informazioni con un collegamento radio al giorno in cui comunica meteo e aggiornamenti sulle posizioni. Una regata per velisti-marinai di alto livello.
ITALIANI BRAVI MINISTI
Ci sono 5 italiani al via, 6 con un italo francese che corre con il verde sulla bandiera. Meno di altre Mini Transat, ma con una qualità media molto alta. Due soli esordienti, proprio il 44enne Roland Ventura, residente a Tours e di professione skipper, e il maremmano Andrea Fornaro. Ecco i profili degli italiani.
Federico Cuciuc, romano, 37 anni. Corre con un fedelissimo Dingo di serie (Zero & T ITA 556) non nuovissimo ma molto messo a punto sulle sue esigenze. Barca e marinaio funzionano bene insieme. Fede ha trascritto la sua passione per la barchetta e la Mini in un libro auto-editato di grande suggestione.
Andrea Fornaro, toscano di Orbetello (GR), 38 anni. Una lunga strada di derive, classi olimpiche e altura, per arrivare completo e rodato al confronto più atteso, quello dell’oceano. Ha una barca di serie, un Argo, recente (Sideral ITA 857) tra le più veloci e affidabili. La tecnica non gli manca, sarà decisivo il modo in cui lui e l’oceano stabiliranno il rapporto.
Andrea Fornaro è supportato nella sua campagna Mini Transat Îles de Guadeloupe 2015 dal Main sponsor Sideral, brand dell'azienda farmaceutica italiana Pharmanutra Spa, e dagli sponsor tecnici, North Sails Italia, Armare Ropes, PROtect tapes, Raymarine, Ubi Mayor Italia, Giocosolutions, Musto, PRIMEworld brand, Nautica Crisanti, Cantiere Navale Fratelli Sabatini, Rosa dei Venti snc e gareggia con il guidone del Circolo della Vela Talamone.
Andrea Pendibene, viareggino, 34 anni. E’ alla terza Mini Transat (la prima da esordiente giovanissimo, la seconda con ritiro-lampo per avaria), corre per la Marina Militare (le cui insegne tornano in oceano 43 anni dopo la Ostar di Franco Faggioni), ha un Pogo 3 di Serie di ultimissima generazione (Pegaso Italian Navy ITA 883), grande cultura marinara e molto carattere.
Supportano la MT di Pendibene l’Autorità Portuale di La Spezia, il Gruppo Boero con Veneziani, Plastimo, Tregoo, XM Yachting, Amphibious, Gialdini, Lancelin, Contship, MaFra, Marina Militare Sportswear
Roland Ventura, 44 anni, italo-francese. Corre con un Pogo 2 vecchiotto ma affidabile (Fondation Pianiol ITA 523). La sua partecipazione è il raggiungimento di un sogno covato a lungo.
Alberto Bona, torinese, 26 anni. Alla seconda Mini si presenta con un Prototipo di lungo lignaggio e grandi aspettative (Onlinesim ITA 756), ex di Andrea Caracci, rivitalizzato con molto studio e applicazione con la collaborazione di un gruppo di giovani studenti di Ingegneria Navale del laboratorio Skyron, con le insegne dello YC Italiano. Ha già dimostrato di avere testa oceanica, la barca ha potenzialità anche se non è freschissima.
Partner: Onlinesim, Promostudi La Spezia e Skyronlab e gli sponsor tecnici Garmin, Gottifredi Maffioli, Harken, Solbian, North Sails e Davines
Michele Zambelli, di Forlì, 25 anni. Il più giovane dei ministi italiani al via. E’ alla sua seconda esperienza e già nella prima ha fatto intravedere di essere tagliato per l’oceano. Viene da una terra e un mare di grandi navigatori, e ha un Prototipo “cattivo”, Illumia 788, con albero alare, ballast e chiglia basculante. Non è qui solo per partecipare.
Partner: Illumia, Marineria Italiana, Fontanot, Fondazione ISAL, Bullonerie Riunite Romagna, bertmauri cantiere, Marina di Rimini, Tecnogest Italia, Vecchi
SAILY ALLA MINI TRANSAT
La redazione di Saily è da sempre in primissima linea nel mondo Mini 650 e nella Mini Transat. Quest’anno è stata messa a punto una copertura molto ampia e la presenza alla partenza e chissà…
Uno Speciale Mini Transat su Saily TV curato nei dettagli per farvi vivere la regata con la passione che merita.
STORIA E ROTTE DELLA MINI TRANSAT
La Mini Transat 6.50 è una storica regata Atlantica che si svolge ogni due anni, in solitario sui Mini 6.50, imbarcazioni della lunghezza di sei metri e cinquanta.E’ stata creata nel 1977 dall’inglese Bob Salmon.
Le prime Mini Transat si disputarono partendo da Penzance, un piccolo porto che si trova a 100 km ad ovest di Plymouth per arrivare, dopo uno scalo alle Canarie, nelle Antille Francesi. Nelle edizioni successive e precisamente dal 1985 la città di partenza divenne Brest che cedette poi negli anni ’90 il testimone a La Rochelle nella Charente Maritime, porto di partenza fino all’edizione del 2011. Il percorso fu modificato, scegliendo come località di arrivo Salvador de Bahia in Brasile dopo aver effettuato uno scalo tecnico a Lanzarote o a Madeira.
La rotta comprendeva tra l’altro, l’attraversamento dell’arcipelago di Capo Verde e del famigerato “Pot au Noir”, un’area di bassa pressione larga solo qualche centinaio di chilometri da nord a sud, dove le convergenze di masse di aria calda e umida portate dagli alisei provenienti dalle zone tropicali danno luogo a condizioni di estrema instabilità con violenti rovesci e temporali che si alternano a lunghe calme piatte.
A partire dal 2013 la storia della Mini Transat è cambiata ancora una volta.La località di partenza è diventata Douarnenez (Finistére) nel sud della Bretagna e il percorso è tornato alle origini, con Pointe à Pitre nelle piccole Antille Francesi come porto di arrivo. La causa di questo cambiamento è motivata principalmente dal voler evitare l’attraversamento del “Pot au Noir” che di frequente nelle passate edizioni allungava in modo eccessivo la durata della seconda tappa.
Al di là del percorso o della località di arrivo, si tratta sempre e comunque di una reale avventura, ricca di fascino, spettacolarità, ma anche di temibili insidie, come molte edizioni passate hanno dimostrato.
VIDEO
LA MINI TRANSAT IN 2 MINUTI
DOUARNENEZ, LA CITTA’ DI PARTENZA
LANZAROTE, LO SCALO INTERMEDIO
L’ISOLA DI GUADALUPE, L’ARRIVO
BENVENUTI AL VILLAGGIO
10 GIORNI AL VIA
CONTROLLI DI SICUREZZA
CHE METEO FARA'?
Si inizia a tenere sott’occhio il meteo. In questi giorni c’è sole e un tempo estivo ma da quello che si vede ora è previsto l’arrivo di un treno di depressioni con vento molto forte. Sembrano tre o quattro una dietro all’altra: si spera che si interrompano nei giorni della partenza. Dalle previsioni la prima tappa da Douarnenez a Lanzarote durerà tra i 6 e gli 8 giorni, la seconda per raggiungere Guadalupa tra i 14 e i 18 giorni.
Le tappe della Mini Transat 2015
La Mini Transat 2015 parte il 19 settembre da Douarnenez in Francia e arriva a Pointe à Pitre in Guadalupa.
La regata, giunta alla ventesima edizione, si svolge in due tappe:
1° tappa: Douarnenez (Francia) – Lanzarote (Canarie): lunga 1.250 miglia
2° tappa, parte il 31 ottobre: Lanzarote – Pointe à Pitre (Guadalupa): 2770 miglia
www.minitransat-ilesdeguadeloupe.fr
Roberto (non verificato)
Irene (non verificato)